CAPITOLO
1 : BENVENUTO AL CAMPO MEZZOSANGUE
è
l'alba. Sono su un portico e guardo il sole che sorge. Adoro
vederlo,mi da serenità e tranquillità. Penso che
guardare l'alba è molto meglio
di guardare il tramonto:quando albeggia il sole tutto è
più tranquillo,è più
intimo.
Adoro vedere l'Oceano tingersi di arancio.
Sono
qui, sul portico fatiscente della capanna di Ermes.Ho detto
Ermes? Si! Forse dovrei raccontarvi la mia storia per capire.
Mi chiamo Destiny Scotland,ho compiuto sedici anni un mese fa,il 14
Maggio. Mia
madre è da sette anni che non la vedo e sto bene
così. Per quanto riguarda mio
padre... lui non lo conosco,mai visto e penso che non lo
vedrò mai.
Ora mi trovo al Campo Mezzosangue,dove (tenetevi forte) arrivano da
tutto il
modo semidei per allenarsi e trovare riparo,come nel mio caso.
Sono arrivata al Campo sette anni fa,all'età di nove anni.
Era notte,scappavo dai mostri da parecchie settimane,ero stremata,non
sarei
resistita a lungo. Ma ce l'ho fatta,come potete vedere.
Quando
arrivi al Campo Mezzosangue,non sai ancora chi è il tuo
genitore divino così vieni ospitato nella capanna di Ermes
finché qualche
divinità si decide a riconoscerti, se questo non succede sei
un indeterminato.
Ecco, io sono un'indeterminata da sette anni. Mio padre si deve ancora
degnare
di me. Non lo farà mai,penso,a lui non importa di me.
A volte mi piacerebbe gridare e dirgli che sono qui,sono reale e ho
bisogno di
lui. Ma a che scopo? Se a lui importavo poteva riconoscermi prima. Lo
odio.
Un
saluto viene da dietro di me,mi volto, è Tyler.
Tyler White è il mio migliore amico, è qui da
cinque anni e anche lui è
indeterminato,ma a differenza mia,lui non ha ancora perso la speranza e
vuole
bene a suo padre,chiunque sia. Non gli dà nessuna colpa, lui
aspetta
pazientemente.
Tyler è alto,ha i capelli e gli occhi neri ed è
sempre ottimista. Mi auguro per
lui che suo padre lo riconosca.
Ricambio il saluto ma veniamo subito interrotti da delle grida.
-Che
cosa succede?-chiedo.
-Non lo so,andiamo a vedere-risponde.
Così facciamo e ai margini del Campo troviamo un ragazzo,che
si regge a malapena
in piedi,pieno di ferite.
Malgrado le grida di alcuni,nessuno si era precipitato ad aiutarlo,solo
io e
Tyler.
Mi precipito verso di lui e lo aiuto a tenersi in piedi,ha i capelli
neri i gli
occhi blu.
Il ragazzo si regge a me e a Tyler,è pieno di tagli ed
è stremato. Avrà all'incirca
la nostra età, ne sono certa.
-Sei al sicuro,ora. Come ti chiami?-chiedo cercando di usare un tono
gentile.
Lui mi guarda negli occhi e come se fosse la cosa più
difficile e dolorosa del
mondo mi risponde -Christopher,mi chiamo Christopher- e così
dicendo sviene tra
le mie braccia e quelle di Tyler.
Chirone
e il signor D hanno dato a me l'incarico
di fargli fare un tour per il
campo e stargli vicino per un po'. Hanno affidato a me questo compito
perché
non si sa chi è il suo genitore divino,quindi
dovrà soggiornare nella capanna
di Ermes ed io sono il capo-cabina. Mi
dirigo alla Casa Grande,dove in una delle stanze c'è
Christopher; quando entro
nella stanza lui sta ancora dormendo quindi decido di sedermi ed
aspettare.
Odio questo incarico,lo faccio sempre io. Non lo dovrei neanche fare
perché non
dovrei essere capo-cabina, io non sono figlia di Ermes e questa
è la mia unica
certezza. Lo stesso Ermes mi ha riferito che io non sono sua figlia ma
è stato
lui ad assegnarmi questo orribile incarico. E con un dio non si
può protestare.
A un certo punto
Christopher si sveglia,
-Dove sono? Chi sei? Cosa mi è successo?- chiede.
Mi alzo dalla sedia e mi avvicino a lui -Allora, dove sei? Sei al
sicuro. Chi
sono? Un essere vivente. Cosa ti è successo? Stiamo cercando
di capirlo.-
Lui si mette a sedere sul letto. Faccio un cenno con la mano di
fermarsi.
-Io se fossi in te mi fermerei. I tuoi vestiti hanno riportato parecchi
danni... - Vado
verso la porta -Quindi mettiti questi
vestiti,ti aspetto fuori.-.
Prima che lui potesse protestare gli chiudo la porta in faccia.
Dopo
un quarto d'ora arriva.
-Ora mi spieghi?-chiede
-Si,ma tu dovrai credermi. Ok?-
Lui annuisce. -Credimi, dopo quello che ho visto in questi ultimi
giorni
crederei a tutto.-
-Allora Christopher,hai anche un cognome?- chiedo.
-James,il mio cognome è James:Christopher James-
-Benissimo,raccontami della tua famiglia-
-Ma tu non mi dovevi spiegare? Cosa centra la mia famiglia?- chiede un
po'
sconcertato.
-Tu rispondi,intanto- inizio a perdere la pazienza.
-Mia madre mi ha cresciuto
da sola. Non ho fratelli,zii,nonni,cugini...E quanto riguarda mio
padre,non
l'ho mai conosciuto. E la tua?-
-Non sono affari tuoi!Tua madre cosa ti ha detto di tuo padre?-
-Che è
morto-
-Allora caro il mio Chris,posso darti una bella notizia. Tuo padre e
vivo e
vegeto.-
-Impossibile- sussurra.
-Senti,ti sei guardato intorno?Cosa vedi?-
Si mette a guardare il campo,esita ma poi -Non ci posso credere. Quello
è un
cavallo volante?!-
-Il suo nome
è pegaso,ma si è un cavallo
volante. E lì ci sono satiri,ninfe e...-
-Impossibile sono vecchi miti-
-E semidei. Non interrompermi mai più e non sono miti,si
potrebbero offendere
anzi ci possiamo offendere.-
-Hai detto semidei?Possiamo?Cosa sei tu?-
-La domanda giusta è chi siamo noi.- suggerisco.
-Cosa centro io?-
-Sei un semidio,un mezzosangue. Come vuoi tu. Tuo padre è un
dio greco.-
Lui non risponde.
-Tutto bene?- chiedo con poca preoccupazione.
-Come potrei stare bene? Ho appena scoperto che mio padre è
vivo,è un dio greco
e io sono un semidio. Come potrei stare bene?!- -Ok,ti accompagno alla
tua
casa.- propongo.
-Ho una casa?- domanda curioso.
-Certo,tutti ne hanno una a seconda del proprio genitore. Ecco la
tua,casa
11:Ermes.- indico la capanna fatiscente.
-Ermes è mio padre?-
-Non lo so,tuo padre ti deve ancora riconoscere,finchè non
lo fa verrai
ospitato nella casa di Ermes.-
-Quando lo farà?-
-Quando vuole lui. Ora ti faccio vedere la nostra casa.- dico salendo
le scale.
-Nostra?Ermes è tuo padre?-
-No,mio padre deve ancora riconoscermi...-
-Oh,mi dispiace. Magari devi aspettare ancora un po'.- suggerisce
preoccupato
per me.
Odio quando le persone si preoccupano per me. -Sette anni,sono qui da
sette
anni. Ecco quel pezzo di pavimento è tuo. Ho una lezione di
tiro con l'arco. Arrangiati!-
-Scusa,non volevo. Qual'è il tuo nome?
Lo ignoro e esco dalla casa.
CONTINUA
ANGOLO AUTRICE.
Eccomi qua! Spero che vi piaccia. Domani pubblicherò il
prossimo. Un saluto
grande a tutti.