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Autore: Marie Claire    19/06/2013    2 recensioni
America si fece improvvisamente serio( se un bambino con una tonaca nera con lo stemmino “Super Al” ricamato con pantaloncini e bretelle si può considerare tale) e strusciò i piedi sul pavimento.
–lui … non credo mi risponderebbe …
“non vorrà mica chiedere come nascono i bambini? Non che abbia problemi, certi meccanismi si devono conoscere, ma Angleterre mi ucciderebbe se glielo dicessi …” ormai si stava incuriosendo: qual’era il dilemma che tormentava America? Doveva essere importante, se lo aveva portato dal peggior nemico del proprio tutore …
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una festa a Versailles era l’evento più importante dell’anno.
Erano ospiti del regnante francese diverse personalità straniere, anche di regni avversari allo Stato. Ciò significava un incremento di pettegolezzi da parte delle gran dame,  più interessate all’aspetto mondano dell’avvenimento piuttosto che a quello politico.
–oooooh, avete visto? Quel vestito è di pregiata lana spagnola!
–il re sta ballando con la principessa d’Austria! Che invidia!
–guarda chi c’è!
–il re inglese! Ma non si vergogna a farsi vedere con quel corsetto? Andava di moda l’anno scorso, che antiquato!
E puntualmente insieme al suo principale c’era un imbronciatissimo Inghilterra, che avrebbe voluto trovarsi in qualunque posto tranne che lì, nella sfarzosa casa del proprio rivale. Ma stringeva i denti e sorrideva nervoso; non poteva permettersi di creare disordini, non quando la festa era creata per dimenticare, almeno per qualche giorno, le inimicizie fra i vari regni.
Invece il suo collega Francia si trovava a proprio agio come un ‘ape nel miele: sfarfallava da una parte all’altra del salone, chiacchierando del più e del meno, e senza dimenticarsi di lanciare occhiatine maliziose alle damigelle presenti, che ridacchiavano divertite.
Purtroppo per lui, il divertimento non  sarebbe durato a lungo …
–monsieur!-un valletto gli si avvicinò nervosamente-le guardie hanno individuato un misterioso individuo incappucciato!
“un misterioso individuo incappucciato? Chi può essere? Non una spia di Angleterre …” si ritrovò a pensare Francis, allontanandosi con un sorriso da una signorina con un’imponente acconciatura tutta lustrini e fiocchi. “ questo genere di feste sono fatte proprio per garantire un po’ di pace tra un conflitto e un altro; non può voler mandare tutto all’aria!”
In preda ai più scuri presentimenti, si avviò nel giardino, congedò le guardie e aspettò: chiunque fosse, l’avrebbe scovato.
 
 
 
 
Una figuretta scura apparve da dietro una finestra intarsiata.
Prese una stanghetta di ferro e si mise ad armeggiare con la serratura.
TLACK!
Si calò dentro la villa silenzioso come un gatto e rotolando sul pavimento, come il migliore degli agenti segreti-non 007 perché non esisteva ancora, ma avete capito il concetto-per poi rimettersi in piedi con nonchalance.
“all right! Sono dentro!”
Si guardò attorno. Tutto deserto.
–cool-si lasciò sfuggire guardando i lunghi corridoi riccamente decorati che scintillavano al chiaro di luna.–England non mi aveva detto che France aveva una casa del genere … è una figata!
–merci mon cher!
–di nient-AAAAH! METTIMI GIÚ!-qualcuno l’aveva afferrato per la collottola, e lo teneva saldamente a dieci centimetri da terra!
–teppistello,  nessuno ti ha mai detto di non introdurti in casa degli altri senza permesso?-lo rimproverò bonariamente Francia, intimamente sollevato di non avere a che fare con una spia.
“parbleu, devo dire al caro Luigi di curare di più la sorveglianza … tutto questo disordine per un bambino!”
Ma non un bambino qualsiasi , pensò quando ebbe modo di vederlo in faccia.
–mon Dieu! Le Petit Amerique! Cosa fai qui?-esclamò stupito davanti alla Nazione dodicenne. Come aveva fatto ad arrivare a Versailles, dall’altra parte dell’oceano?!
–devo chiederti una cosa!-annunciò Alfred, fissandolo negli occhi azzurri.
–una cosa? E non potevi chiederla ad Angleterre?-rise Francia delle guance rosse del ragazzino.
America si fece improvvisamente serio( se un bambino con una tonaca nera con lo stemmino “Super Al” ricamato con pantaloncini e bretelle si può considerare tale) e strusciò i piedi sul pavimento.
–lui … non credo mi risponderebbe …
“non vorrà mica chiedere come nascono i bambini? Non che  abbia problemi, certi meccanismi si devono conoscere, ma Angleterre mi ucciderebbe se glielo dicessi …” ormai si stava incuriosendo: qual’era il dilemma che tormentava America? Doveva essere importante, se lo aveva portato dal peggior nemico del proprio tutore …
–Francia … -il bambino lo fissò determinato-cos’è l’amore?
Francia rimase un attimo congelato sul posto, mentre Alfred attendeva una risposta.
–oi …- gli sventolò una mano davanti alla faccia-lo sai o no?
La Nazione più grande sorrise. Non un sorriso malizioso, a cui era abituato chi lo conosceva; un sorriso calmo, sereno e dolce, di chi sta per parlare di qualcosa di importante e meraviglioso e vuole farlo con le parole giuste.
–l’amour … l’amore è la forza che fa girare l’Universo.
–seriously?!-al ragazzino gli si illuminò lo sguardo-vuoi dire che fa girare la Terra?! Ma allora è un ‘energia spaziale!
–non. È … qualcosa di cui non si riesce a fare a meno. Tutti ne hanno bisogno, ma ci sono delle condizioni speciali per averlo.
–condizioni?  E quali?
–bien … si riceve soltanto dagli altri, e perchè questo accada bisogna donarlo a sua volta.
–ma è impossibile!-ribattè indignato America-se non si ha una cosa non è possibile donarla!
–eh … ma l’amore è speciale sotto questo punto di vista. Ovviamente ne esistono tanti tipi, ma quello più fantastico e problematico allo stesso tempo lega due persone.
–due … persone?-sussurrò Alfred affascinato.
–oui, e accade quando queste due persone si trovano bene l’una con l’altra e non riescono a stare senza. Si chiama “essere innamorati”.
–… e … come fanno a capire di essere innamorate?-chiese America.
Il sorriso di Francia si fece più largo, mentre s’accingeva spiegare la sua parte preferita.
–ogni volta che la vedi ti senti come se volassi a tre metri da terra, e non sei capace d’intristirti. Invece se non c’è ti sei vuoto, e anche se il cielo è chiaro per te diventa nero. È la tua felicità e riesce a rallegrarti in ogni momento, non importa cosa faccia, è comunque meravigliosa.-soddisfatto della spiegazione, guardò il suo piccolo ascoltatore, stranamente zitto. E con le guance particolarmente rosse.
“non mi dire … vuoi vedere che Amerique è innamorato?”
–Alfred …-la Nazione sussultò sentendosi chiamare per nome-per caso  … c’è qualcuno di speciale per te?
Il bambino alzò gli occhi, e Francia si stupì di nuovo, nel vedere che aveva messo un broncio magistrale.
–non è vero che lo sai, adesso sono punto a capo, damn!-borbottò incrociando le braccia al petto-non può essere così!
–pardon?-domandò Francis, meravigliato della reazione del ragazzino.
–perché queste cose le provo per Inghilterra, e le ho sempre provate, ma ovviamente non sono innamorato di lui! È il mio fratellone, non posso volergli bene in questo modo!
Francia si azzittì. Angleterre, sembrava davvero assurdo. La piccola Nazione si era innamorata di Angleterre, l’individuo più frigido, freddo, asociale e scorbutico mai esistito sulla faccia della Terra.
Non che non fosse bello. Fisico androgino, persino per un ventiquattrenne, smilzo, capelli color paglia perennemente spettinati, e lucenti occhi verdi, capaci di fulminarti sul colpo. Ma in quanto a carattere … non avrebbe augurato a nessuno di prendersi una cotta per quel bruco inglese.
“e Amerique, tanto socievole, solare, ottimista … se non è strana la vita …”
–Alfred-si abbassò alla sua altezza, tenendolo per le spalle-tu sei innamorato di Angleterre?
–eh? Ti ho detto di no! Of course, gli voglio bene, ma … non così!-ribattè ridendo il bambino. Lui e il suo fratellone innamorati: che scena assurda!
–… quando stai con lui sei felice?-domandò senza scomporsi Francia.
–yeah! Perché andiamo a giocare insieme!
–ed è bello giocare insieme a lui?
–sì! Poi facciamo tantissimi giochi, come i duelli con le spade di legno, e dice che sono bravo e mi prenderà una sciabola vera!-esclamò entusiasta al ricordo del regalo promesso.
–fantastique!-Francis si fece serio-… come ti senti quando se ne va?
Alfred si rabbuiò.
–mi sento molto triste. Non voglio che mi lasci solo. La mia casa è tanto grande … però-sorrise di nuovo-adesso c’è Mattew con me, e England mi scrive tantissime lettere! E ovviamente torna a trovarmi!
–e … come ti sembra il cibo che cucina?
Il bambino deglutì, allarmato.
–weeell …
–orsù, qui non ti può sentire, puoi dire la verità.
–fa schifo! Poi i suoi scones … BLEAH!-rabbrividì al ricordo dell’ultima merenda: pudding mezzo bruciato con una salsina dolcissima di bacche rosse; assolutamente immangiabile!
“uhuhuhuh, la mia novelle cuisine è sempre imbattibile! France uno Angleterre zero!” esultò Francia, per poi ritornare concentrato su America.
–ma non glielo dici, vero?
–nope! Mangio sempre tutto sopportando il sapore, come un vero Eroe!
–davvero una grande impresa, oui-concordò Francis-e perché non gli dici che non ti piace?
–si farebbe un sacco di problemi. E diventerebbe scontroso. Preferisco vederlo sorridere. I…-il visetto di Alfred diventò paonazzo- … like when he smiles. Is …-cercò le parole adatte- … Amazing!
–bene. Sei ufficialmente cotto!-gli annunciò sorridendo, mentre le guance s’imporporavano sempre di più.
–EEEEEEEH?!-impossibile! Non poteva succedere! Non con il suo fratellone, il suo mito!
–tres jolie, sei diventato rosso!-gongolò Francis spupazzando il ragazzino.
–it’s not true! Heroes don’t blush!-cercò di protestare mentre Francia dondolava su e giù  deliziato.
–aaah, assomigli tanto ad Angle-
SLAM!si aprì con forza la porta della sala.
“toh, parli del diavolo e spuntano le corna …”
Il “diavolo” in questione era Inghilterra, ansimante come se avesse corso a rotta di collo per tutta Versailles.
–AMERICA! Allora non mi ero sognato la tua voce! Come fai ad essere qui?!
–sapessi Angleterre! È davvero una storia buffa!-rise Francia.
Purtroppo il suo rivale aveva già tratto le sue conclusioni:
numero uno: Francia stava abbracciando la sua indifesa e soprattutto innocente piccola colonia.
Numero due:Alfred era paonazzo, e voleva liberarsi dalla stretta della Nazione.
Numero tre, la peggiore: erano in un corridoio scuro, isolati dagli altri.
E questo poteva significare solo una cosa …
–YOU PERVERT UGLY FROG! Come osi toccare Alfred?!-infuriato strappò il ragazzino dalle braccia di Francis, con una tale foga che fece cadere l’altro a terra.
–aspetta Angleterre, non è-
–how you dare! … you’ll pay for this-sentenziò, cambiando il tono della voce e facendo scroccare le nocche. Francia rabbrividì dalla punta dei suoi fluenti capelli biondi a tacchetti delle scarpe.
–p-parliamone, non devi-
–Alfred, copriti gli occhi e conta fino a dieci-sussurrò glaciale ad America, che s’affrettò ad ubbidire.
Poi, s’avvicinò senza perdere l’espressione sadica.
–you know, so un paio di tecniche di tortura che utilizzavo quando cavalcavo le onde dell’Oceano Atlantico … credo che le rispolvererò.-disse malignamente.
–c-calmati, non è così grave.
–i’ll make you to beg me at my feet before cutting your legs one to one.
–pardon, non capisco  l’inglese …
–ooooh, don’t worry, it’ill be internacional.
–cosa-AAAAAH, LA CASACCA! FERMOOOO! NO-AUCH, BASTA-NO, NO, TI PREGO NOOOOOOOOOO!
Sileeeeeeenzio.
–…  ora puoi guardare.
Alfred si tolse lentamente le mani dalla faccia.
Inghilterra si puliva le mani soddisfatto, mentre un fagotto informe coperto di lividi-Francia-si muoveva ai suoi piedi.
–non vale infiocchettare gli avversari nei mantelli!-protestò il fagotto.
–non prendere allora i fratellini altrui per i tuoi perversi scopi-lo freddò gelido Inghilterra, prendendo per mano America.
–andiamo Al.
–eh?! Aspettate, non vorrete mica lasciarmi qui! Aiuto, qualcuno mi liberi!-urlò Francia mentre i due si allontanavano.
“inutile,non mi troveranno fino a domani mattina … “
Che tipo quell’inglese, tanto freddo con tutti tranne con la sua adorata colonia americana. Tanto protettivo da correre in suo aiuto senza pensarci un attimo, mentre con le altre Nazioni era sempre stato socialmente inutile.
“magari in futuro … potremmo avere delle sorprese … uhuhuh!”
–intanto adesso mi hanno abbandonato! Che tipi, proprio perfetti l’uno per l’altro!-borbottò sdegnato.
“qualcuno verrà a cercarmi vero? VERO?”
 
 
– Maestà, Francia non si vede da un pezzo. Non sarà meglio andare a cercarlo?-mormorò un valletto all’orecchio del re Sole.
Luigi quattordicesimo si grattò perplesso i riccioli scuri, per poi esplodere in una sonora risata.
–non preoccupiamoci! Sarà con una delle dame, lo disturberemmo! Continuiamo a divertirci!
–come desidera, Vostra Maestà.
  
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