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Autore: gunslinger_    19/06/2013    1 recensioni
“Non lascerei mai un ragazzino tutto solo in uno studio di registrazione buio e ormai desolato.”
Matt rise di gusto alla sua stessa battuta, il buonumore era palpabile e questo fece incurvare anche le labbra del batterista. Non se ne poteva fare a meno, soprattutto anche quando quei grandi occhi verdi erano attraversati da una particolare luce.
“Ecco fatto.” disse Arin, il sorriso ancora sulle labbra e lo zaino in spalla. Non rispose alla battuta dell'altro ragazzo, ormai aveva iniziato a farci l'abitudine. “Dopo la registrazione del mio primo album con gli Avenged Sevenfold credo di meritarmi un po' di riposo... prima del tour ovviamente.”
Fece per avviarsi verso la porta della stanza, convinto che Matt stesse per seguirlo, ma questo gli afferrò un polso trascinandolo indietro, verso di lui.
“È rimasto dello champagne, ti va di finirlo?”
|Arin/Matt|
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Arin Ilejay, Matthew Shadows
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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This is the man I call home
Finally you found me










“Ehi, ma sono andati via tutti?” chiese Matt, apparendo alle spalle di Arin. Questo si voltò prima di alzarsi in piedi, era alle prese con la zip del suo zaino.

“Sì, Johnny è stato l'ultimo. A dir la verità ero convinto di essere rimasto da solo...”
“Ho impiegato secoli per raccattare tutta la mia roba sparsa in giro.” disse il cantante con un largo sorriso, mostrando il borsone che stringeva nella mano destra. “Ti aspetto, così andiamo via insieme.”
Arin a quel punto tornò a piegarsi sulle ginocchia, aveva bisogno di concentrazione per non rischiare di rompere la zip, da quando era entrato a far parte degli Avenged Sevenfold aveva rotto più zaini che altro; una volta aveva fatto fuori anche il preferito di Brian, sorbendosi poi una settimana di musi lunghi.
“Non ti preoccupare tanto ho finito anch'io.”
“Non lascerei mai un ragazzino tutto solo in uno studio di registrazione buio e ormai desolato.”
Matt rise di gusto alla sua stessa battuta, il buonumore era palpabile e questo fece incurvare anche le labbra del batterista. Non se ne poteva fare a meno, soprattutto anche quando quei grandi occhi verdi erano attraversati da una particolare luce.
“Ecco fatto.” disse Arin, il sorriso ancora sulle labbra e lo zaino in spalla. Non rispose alla battuta dell'altro ragazzo, ormai aveva iniziato a farci l'abitudine. “Dopo la registrazione del mio primo album con gli Avenged Sevenfold credo di meritarmi un po' di riposo... prima del tour ovviamente.”
Fece per avviarsi verso la porta della stanza, convinto che Matt stesse per seguirlo, ma questo gli afferrò un polso trascinandolo indietro, verso di lui.
“È rimasto dello champagne, ti va di finirlo?”
I denti di Matt mordicchiavano il labbro inferiore mentre le dita attorno al braccio di Arin iniziavano quasi a far male.
“E va bene, ma solo un bicchiere.”
Detto questo il cantante scattò verso il frigo, estraendone una bottiglia ghiacciata che poco tempo prima Zacky aveva accolto urlando champagne con il peggior accento francese.
A cosa brindiamo?”
Al tuo splendido talento, Arin?”
Il ragazzo scoppiò a ridere scuotendo la testa.
Se proprio ci tieni...”
I loro bicchieri si incontrarono con un tintinnìo facendo ondeggiare il liquido ambrato all'interno che, in un solo sorso, diede sollievo ai corpi stanchi e sudati dei due ragazzi. Il batterista non fece neanche in tempo ad alzare lo sguardo dal bicchiere che si ritrovò premuto contro il corpo di Matt senza sapere nemmeno come ci era arrivato. Liberò il bicchiere da quell'abbraccio per non rischiare di romperlo e poi, come faceva sempre, appoggiò una guancia sul petto muscoloso del cantante.
Sin dal primo concerto, Matt l'aveva abbracciato; arrivava sempre quel momento in cui lui scendeva dalla batteria e l'altro gli andava incontro, stringendolo forte. Non si erano mai detti niente e mai, al di fuori del palco, avevano parlato di quei contatti che sera dopo sera si erano quasi trasformati in un rito post-concerto. Dopo l'abbraccio, gli prendeva la mano e la alzava verso l'alto come se volesse presentarlo a milioni di fan che lo vedevano per la prima volta, che erano curiosi di osservarlo un po' più da vicino. I loro bacini si sfioravano in quei momenti quando, fianco a fianco, cercavano di mettere a fuoco tutte quelle facce in visibilio solo per loro.
Arin quasi spariva tra quelle braccia, ma era felice di essere avvolto completamente da quel ragazzone dal sorriso dolce.
Auguri Ilejay, questo è il vero inizio del viaggio.” gli sussurrò in un orecchio, stringendolo ancora più forte. A quel punto però Matt fece qualcosa di inaspettato, qualcosa che in tutti quegli abbracci non era mai accaduto; prima di aumentare la distanza tra i loro visi, gli diede un bacio sulla guancia, leggero, ma che provocò un brivido all'altro ragazzo che gli percorse tutta la schiena.
Non allontanarti, pensò, aggrappandosi con le dita alla stoffa della camicia.
Avevano passato momenti duri, entrambi, c'erano stati giorni in cui Arin desiderava solo fare le valigie e tornarsene a casa: la tensione tra i ragazzi, il ricordo di Jimmy ogni qualvolta si giravano verso la batteria, alcuni fan che proprio non riuscivano a guardare oltre, perché infondo lui non aveva nessuna colpa. Eppure aveva stretto i denti ed aveva continuato, per poi ritrovarsi tutte le sere tra le braccia di Matt e sentirsi meglio. Per questo non voleva che quella vicinanza terminasse, aveva bisogno di quella sensazione ancora per un po'.
Matt gli passò entrambe le mani tra i capelli castani; Arin chiuse gli occhi, ma l'altro non se ne accorse per colpa del viso contro il suo torace, poi lo costrinse ad allontanarsi e, con quelle dita ancora serrate intorno alla testa, sentì le labbra carnose del cantante sfiorare le sue una volta, due volte, poi finalmente si fermarono ed entrambi poterono abbandonarsi a quello che ormai non era più un semplice contatto.
Si baciarono tanto, si baciarono a lungo, nessuno dei due poteva constatare per quanto erano rimasti in quella posizione a cercarsi reciprocamente, sapevano solo che ne avevano avuto sempre bisogno solo che l'avevano forse capito tardi.
Avevano gli occhi chiusi, ma Arin sapeva che Matt stava sorridendo, proprio sulle sue labbra, mentre nel frattempo cercava di farlo impazzire.
Ho una paura fottuta, Matt. Ci sarai?”
Ci sarò.” rispose solo, mentre un paio di fossette gli addolcivano il viso.






Note: vi ringrazio infinitamente per essere giunti fin qui, sperando che questa breve one-shot vi sia piaciuta. Per la prima volta mi sono buttata su questo particolare pairing Arin/Matt; spero che la dolcezza che ho provato mentre scrivevo, abbia raggiunto voi durante la lettura. Un bacio e a presto!
   
 
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