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Autore: Tiva_Giuly96    19/06/2013    0 recensioni
5 canzoni fantastiche per una coppia fantastica.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GANG BANG - Madonna

Like a bitch out of order
Like a bat out of hell
Like a fish out of water
I’m scared, can’t you tell
Bang Bang Bang Bang
I thought you were good
But you painted me bad
Compared to the others
You’re the best thing I had
Bang Bang, shot you dead
Bang Bang, shot you dead

 
 
 
Tony stava sistemando le ultime cose dalla sua scrivania, quando notò un foglietto sulla scrivania di Ziva, decise di andare a controllare, il solito curioso, non faceva altro che spiare la collega da giorni.
Proprio in quel momento, Ziva uscì dall'ascensore tutta sorridente, era veramente felice, aveva un sorriso a trentadue denti, fino a quando non vide Tony che curiosava alla sua scrivania e si arrabbiò.
 < che ci fai qui alla mia scrivania, Tony?! >
Il ragazzo si allontanò subito dalla postazione di Ziva appena la vide.
< niente! >.
< non ti credo per niente > Ziva fece una delle sue solite occhiatacce < che stavi guardando? > gli chiese con un tono introverso.
Tony prese il biglietto dalla scrivania della collega e glielo porse.
< questo! Che cos'è? > le chiese.
< non sono affari tuoi, DiNozzo! > gli strappò con foga il biglietto tra le mani.
< e dai! > la guardava incuriosito.
< no no e no! sono affari miei! > andò dietro alla scrivania, aprì il primo cassetto e ce lo mise dentro per poi chiuderlo a chiave.
Tony continuava a guardarla e a osservare il gesto che aveva appena fatto, era strano, Ziva non aveva mai chiuso qualcosa in un cassetto.
< allontanati di qui o ti cavo un occhio! > gli disse minacciosa e infastidita.
La guardava, era strana, diversa. Decise di tornare alla sua scrivania.
< non ti libererai facilmente di me >.
< purtroppo lo so, sei insistente ficcanaso e MALEDUCATO! > scandì bene l’ultima parola.
< addirittura? >.
< si, ce ti sembra normale andare a ficcanasare nelle scrivanie altrui? sei un maleducato! >.
< è la tua scrivania... >.
< appunto! È… MIA cose non ti è chiaro in questo?! >.
< tutto… >  la guardò < e dai! Siamo colleghi! >
Alzò gli occhi al cielo in segno di irritazione e tornò a guardarlo.
< mi dai sui nervi quando fai così! I colleghi, non ficcano il naso negli affari degli altri senza il loro permesso! >.
< Ziva, devi lasciarti andare... >
< perchè dovrei?! >
< perchè sei una mia amica e una mia collega! >
< mi hai stancata, come sempre! Hai quest'abilità nell'annoiare le persone con le tue scuse banali! >
La guardava non convinto < Ziva... sto scherzando! >
Ziva s’innervosì di più e incominciò a parlare ebraico. Probabilmente smadonnava dietro a Tony.
 
Cercò di capire ma invano < che? >.
< meglio che non capisci! Rimarresti sconvolto >
Si alzò e andò davanti alla sua scrivania… di nuovo.
< te lo chiedo più gentilmente, che cos'è? >.
< è un mio affare! Vai via da qui… >
< e sarebbe? > era sempre più curioso.
Ziva alzò e gli prese il colletto della camicia e lo tirò a se con rabbia < vai via te lo ripeto per l'ultima volta! >
< profumi di vaniglia, ma il tuo alito... uuuf > trattenne il respiro.
La ragazza s’incavolò e gli tirò un pugno dritto in pieno petto.
Quel pugno lo fece star male, faceva fatica a respirare, Ziva non scherzava, gli aveva tirato un bel pugno in pieno petto. Si massaggiò il petto ma continuava a fargli male. Cadde a terra dolorante.
Ziva alzò un momento gli occhi e non vide Tony, si sporse e lo vide a terra. Si alzò e gli si avvicinò. < hey, Tony! Svegliati! Non è il momento di fare un riposino! > lo guardava.
Era ancora a terra, faceva dei respiri profondi < fottiti, Ziva, sei una stronza! > Si alzò e cominciò a tossire.
< hey! Ma come ti permetti maleducato! La prossima volta ti uccido direttamente! > quella parola l’aveva fatta ancora di più arrabbiare, non se l’aspettava da Tony.
Tony la guardava dal basso verso l’alto sofferente e con un'aria arrabbiata.
< tanto non sarei l'unico che tu uccidi, o no? >
< che vuoi dire?! Che stai insinuando?! >
< che non faresti fatica a uccidere un uomo a sangue freddo! >
< non ti sopporto! Io non ammazzo innocenti! >
< lo stavi per fare! >
< tu sei innocente?! Non mi sembra… >
< si, ok, ho ucciso anche io delle persone! Ma perchè avevo un motivo valido, non come te che uccidi solo perchè... hanno ucciso tuo padre! > cominciava ad alterarsi.
Ziva lo guardò ferita, quella frase l'aveva colpita.
 < questo è troppo Tony… > lo guardò.
Si rese subito conto di quello che aveva detto < scusa... non volevo dirlo, mi è scappato... >
< se mi volevi ferire, ci sei riuscito alla grande… bel amico e collega che ho! >
< Ziva, scusami, non volevo > si alzò, con fatica e si avvicinò alla scrivania del collega.
< no, le cose che si dicono quando si è arrabbiati sono quelle vere… basta, con te, Tony, ho chiuso… >
Chiuse gli occhi, era consapevole di quello che aveva detto, aveva fatto un errore madornale e sapeva che non poteva rimediare in nessun modo.
Ziva rimase a fissarlo per qualche secondo, poi decise di sedersi per cercare di calmarsi, guardava fisso lo schermo mentre le parole di Tony gli risuonavano nella mente.
Tony notò che Ziva non lo guardava, neanche di strisco, decise di tornare alla sua scrivania, continuava a pensare alle parole orrende che le aveva appena detto. Era mortificato.
Lei era ferita profondamente e non solo per le parole che le aveva detto ma soprattutto perchè era stato proprio lui, Tony, una delle persone più importanti, ha farle questo.
< come posso farmi perdonare? > le chiese con un filo di voce.
< sparendo! > gli disse gelida.
Annuì < va bene. Hai ragione tu, sono un ficcanaso, un rompiscatole e un maleducato, ma credimi, quello che ti ho detto, non era nelle mie intenzioni >
< finalmente lo ammetti! Mi hai fatto più male tu con queste parole, che tutte le pallottole che ho preso nella mia vita… >
< lo so, mi dispiace un sacco > si alzò, prese la sua giacca e se ne andò come gli aveva chiesto Ziva.
Lei non lo guardò nemmeno andarsene tanto era arrabbiata e delusa da quelle parole.
 
Tony prese l'ascensore e uscì dall'NCIS per poi dirigersi a casa sua.
< mi dispiace, Ziva, mi dispiace… sono un idiota… > disse prima di entrare in casa e chiudere definitivamente con la collega.

 
 
P.S.: ringrazio la mia amica Laura per avermi aiutata in questa storia.
  
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