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Autore: EverySingleMoment_    19/06/2013    3 recensioni
Fabbery Week - Day 4 - Historical AU - Romeo and Juliet
L'amore è come la fiamma di una candela. Qualcosa potrà sempre spegnerla ma se la fiamma è luminosa ci sarà sempre qualcos'altro a riaccenderla per farla brillare.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Love is like a candle.
 
L'amore è come la fiamma di una candela. Qualcosa potrà sempre spegnerla ma se la fiamma è luminosa ci sarà sempre qualcos'altro a riaccenderla per farla brillare.
 
 
<< Rachel..? >> sussurrai, una volta chiuso il portone di legno alle mie spalle, e sperando anche se scioccamente, di ottenere una risposta o anche solo un segno di vita. Ma tutto taceva, e fu il silenzio ad accogliermi.
 
La cripta era vuota - a quell'ora della notte non poteva essere altrimenti - e nella penombra, sentivo i miei passi risuonare tutto intorno mentre procedevo lenta in avanti, avvicinandomi alla distesa bianca davanti a me.
 
Era come se ogni secondo fosse scandito dal battito del mio cuore tormentato e angosciato.
 
Fiori, a centinaia, veli e drappi bianchi erano sistemati ovunque e circondavano l'altare di marmo chiaro che si ereggeva dinanzi a me; decine e decine di candele erano state posizionate tutt'intorno, su alti candelabri, in tutte le fessure e ai piedi dell'altare, come ad illuminare in modo quasi divino l'angelica figura distesa sulla pietra.
 
Era ancora più bella di quanto ricordassi.
Con i lunghi capelli castani a coronarle il volto perfetto, sciolti sulle spalle e decorati con tanti piccoli fiori bianchi e azzurri; il corpo snello e sinuoso era avvolto in un abito color del cielo...
 
 
<< Il cielo. >>
<< Cosa? >>
<< E' quello il mio colore preferito, >> 
disse indicato la distesa azzurra sopra di noi,
 << il colore del cielo. >>
 
 
Le lacrime che scendevano libere sul mio viso non sembravano più tanto amare a ricordo dei giorni felici... 
 
Non riuscivo più a muovere un passo, sentivo le ginocchia tremare per poi cedere sul duro marmo del gradino davanti all'altare. E con me, mi crollò addosso tutto il mondo.
 
Perché non avrei mai più rivisto quegli occhi brillanti fissi nei miei, tanto limpidi e fieri, nè sentito più le sue braccia stringermi a se come se ne valesse della nostra vita.
Non avrei mai più sentito il suo cuore battere forte quando mi era vicina e il suo respiro unirsi al mio sotto le lenzuola bianche.
Non avrei mai più avuto niente di tutto questo. Lei non sarebbe mai più tornata. 
 
E quell'ultimo pensiero, così fortemente impresso nella mia testa, come se fosse stato marchiato a fuoco, mi colpì con una forza devastante.
 
Pugnalata al cuore.
Ecco come mi sentivo.
Ma ormai nulla aveva più importanza.
Presto quello squarcio che mi logorava il petto sarebbe sparito. Presto l'avrei raggiunta tra gli angeli.
 
Mi alzai a fatica dalla mia pozza di dolore, avvicinandomi ancora di più alla ragazza distesa sul marmo.
 
E' così bella, pensai, nemmeno la morte avrebbe mai potuto privarla della sua bellezza.
Le accarezzai tremant il volto chiaro, privo del suo naturale rossore, passando le dita a contornarle le labbra morbile, schiuse come per un ultimo bacio..
 
Avvicinai il mio volto al suo e il mio sguardo, se pur sfocato dalle lacrime, venne catturato da un luccichio sul petto di Rachel.
Era una collanina, e agganciata ad essa vi era un ciondolo che avrei riconosciuto tra mille. Perché era quello che le avevo donato io quel mattino all' alba, prima di scappare lontano. L'ultima volta in cui l'ho vista.. viva.
 
 
<< Prendi questa, >> le dissi all'improvviso, 
<< e comunque vada, per quanto la sorte possa essere contro di noi,
 sarò sempre con te. >>
La guardai negli occhi, sollevando il viso,
mentre sganciavo la catenina dal mio collo e l'agganciavo al suo.
Lei non disse nulla,
semplicemente prese a guardare il ciondolo
e a rigirarselo tra le dita.
<< Grazie. >> disse solo,
tenendo stretto il ciondolo con una mano
e accarezzando la mia schiena nuda con l'altra.
Sotto quelle lenzuola c'era il nostro paradiso.

 
Perché la vita è così crudele? Perché ti porta sempre via quelle poche gioie che ti rimangono?
Ma stavolta non avrebbe vinto, stavolta sarei stata io a decidere del mio destino. E non vedevo altro futuro per me se non con la mia Rachel.
 
<< Sto arrivando angelo. >> sussurrai a quel corpo senza vita di fronte a me, ma più che altro a me stessa.
 
Ripercorsi con le dita la figura di Rachel, del suo corpo tanto perfetto, per imprimerne in mente ogni singolo centimentro e ogni sua sfumatura e la spostai leggeremente, con cura, come si fa con un bambino addormentato in un sonno profondo. Mi sdraiai accanto a lei, distesa su un fianco, accarezzandole i lunghi capelli morbidi.
 
Un ultimo abbraccio, da corpo a corpo, perché mi rimanesse vivo nell'animo.
Un ultimo bacio, per coronare quel sogno - o forse incubo, per come era andata a finire - distrutto ma pronto a risorgere dove nessuno avrebbe più potuto toccarlo.
 
Mi asciugai le lacrime, non dovevo più buttarne via altre, e presi quella boccetta di liquido mortale dalla mia tasca, buttandone in terra la chiusura.
Eccola. La mia strada verso la morte. La mia strada verso Rachel.
 
Le presi una mano, intrecciando le mie dita alle sue, bianche ma stranamente calde, e stringendola forte. Avvicinai il vetro alle labbra, un unico lungo sorso e sentii il respiro mancare e la bottiglietta cadare in frantumi sul pavimento.
Mi accasciai accanto alla mia amata, la testa sul suo petto, e fu allora che mi accorsi di due iridi cioccolato che conoscevo fin troppo bene.
 
Le labbra aperte dalla sopresa, lo sguardo terrorizzato, parlava, scuotendomi il viso tra le sue mani, ma non riuscivo a capire cosa stesse dicendo. Tutto ad un tratto la vista si era sfocata, l'udito andava a mancare completamente e gli arti s'irrigidivano.
Era vero ciò che stavo vivendo? Ma come poteva esserlo? Come poteva la mia Rachel essere ancora viva?
 
Così mi lasciai abbandonare all'idea che quello fosse solo il suo bellissimo angelo venuto a prendermi per portarmi con lei, mentre due dolci labbra si posavano sulle mie e la sua lingua ne esplorava ogni centimetro come alla ricerca di qualcosa. E chiusi gli occhi, convinta che, al mio risveglio se così potevo dire,  mi sarei ritrovata con il mio angelo, la mia Rach, in paradiso.
<< Così muoio, con un bacio. >>
 
 
Rachel
Vita e Morte sono contrapposte. L'ho sempre saputo.
Ma mai, mai fino a quel momento avevo davvero capito quanto vera quella frase potesse essere nella realtà. Quanto la Vita fosse soggezionata dalla Morte e viceversa. Quanto l'una segua l'altra in un circolo eterno.
 
La vita era tornata a me mentre la morte prendeva la mia Quinn. E lei finendo quel veleno, non mi aveva neanche lascito modo di seguirla. 
Perché per quanto fossi apparentemente viva, dentro di me mi sentivo più morta di tutti i cadaveri sepolti in quella cripta.
 
La mia unica ragione di vita stava salendo al cielo tra gli angeli, quindi che senso aveva più la mia esistenza se non potevo condividerla con lei?
Assolutamente nessuna.
 
Sentivo il cuore disfarsi in pezzi, come tagliato, strappato e pugnalato nel suo centro da una lama d'argento.
E all'improvviso quel pensiero mi colpì come un fulmine; perché avevo ancora un modo per raggiungere la mia Quinn, adesso e in fretta.
 
Mi asciugai le lacrime e mi alzai pian piano, spostando Quinn leggermente e notando il suo viso ancora umido di lacrime. Chissà quante pene aveva subito per colpa mia!
Asciugai le lacrime anche dal suo volto e le alzai la tunica per scoprirle il bordo dei pantaloni. 
Ed eccolo lì, quello che cercavo.
 
Ero sicura l'avesse con se, d'altronde non se ne separava mai. Non si sa mai, mi si disse, la prima volta che notai quello strano oggetto nella sua fodera attaccato ai pantaloni.
Afferrai tra le dita il manico lavorato e lo tirai fuori fino a scoprire la lama d'acciaio, affilata e lucente. Riuscivo quasi a specchiarmici, a vedere il mio volto distrutto e scavato dal dolore e dalle lacrime; la disperazione emergeva nei miei occhi.
 
Alzai il pugnale, puntandomelo al petto. 
 
Presto l'avrei raggiunta, avrei raggiunto il mio angelo biondo e mi sarei unita alla sua anima, lasciando i nostri corpi a decomporsi insieme, in una vita terrena.
La mia sposa, il mio eterno amore; nemmeno la morte ci avrebbe mai separato.
Strinsi le dita attorno al manico, chiusi gli occhi e liberai la mente da tutto il resto lasciando solo l'immagine viva  radiosa di Quinn ad occuparla e spinsi la lama verso il cuore.
 
E caddi sanguinante sul petto di mia moglie.
 
 
 
Una boccata di vento entrò da una piccola finestra aperta in fondo alla cripta e una candela lì vicino si spense.







Angolo scrittrice:
Eccomi di nuovo qui! Che dire..ho scritto una Crisscolfer, una Klaine e ora una Faberry! Beh, inizio dicendo che questa OS è per la Faberry Week che oggi trattava l'Historical AU e io non ho potuto fare a meno di scriverci qualcosa su.
La parte più difficile è stata sicuramente decidere i ruoli, nel senso di a chi far interpretare Romeo e a chi Giulietta.. e anche scrivere del suicidio perché far morire, anche se per finta, due dei miei personaggi preferiti è stato un dolore enorme, non vi dico quanto.
E..nulla spero vi sia piaciuta, davvero, e graziegraziegrazie a chi lascia una recensione brutta o bella che sia perché sono sempre gradite per me.
Un bacione enorme,
Ary <3
   
 
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