La verità è che era stato tutto un terribile incidente.
O quasi, per lo meno.
In verità Thresh non avrebbe mai voluto uccidere Clove, come non avrebbe mai voluto uccidere nessun'altro, ma aveva dovuto per ragioni più che ovvie.
Aveva una famiglia, dei fratelli a casa che lo stavano aspettando.
Ma non era neanche questo il vero motivo per cui l'aveva uccisa.
Era sempre stato attratto da quella ragazzina mora con le lentiggini, si chiedeva come qualcuno di così giovane potesse essere tanto bravo a maneggiare i coltelli. La osservava durante gli allenamenti, di sottecchi, quando nessuno se ne accorgeva e quando si assicurava che Rue non si facesse male, anche se quest'ultima era impossibile perché sapeva quanto la dodicenne sapesse badare a sé stessa, forse anche più di lui.
E forse era proprio per questo che uccise Clove.
Il sol pronunciare il suo nome lo fece rabbrividire di rabbia, quella confessione sadica sussurrata a cielo aperto, come una sfida.
Una sfida che le era costata la vita.
La libertà del Dodici la pagò con la vita di Clove, ma non era così che Thresh aveva sognato che sarebbero andate le cose.
Se solo la ragazza del 2 non fosse stata com'era stata, se solo non avesse fatto ciò che aveva fatto, allora... allora magari ci sarebbe stata una speranza, per loro due.
|