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Autore: MusicAddicted    20/06/2013    11 recensioni
eBay, sogni insensati e Muse (ok, due su tre) sono un mix micidiale, dalle conseguenze devastanti: questa storiella. E a farne le spese sono Matthew e Dominic! ;P
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sì, sono di nuovo io, sì lo so che ho cose in corso , ma non me ne dimentico, mi sembra di avervelo dimostrato… … XD
 
vabbè, scusate l’ennesima intrusione e l’ennesimo intasamento di roba delirante che scrivo, … ma avevo questa ‘cosa ‘ in mente da un po’ , prendetevela con la mia fase REM!
 
doveva essere una cosa prevalentemente demente ... invece mi è uscita pure un po’ di introspezione *O* chiedo scusa, non è da me XDD
 
 
Setting: T2L Era
 
Pairing: BellDom , che altro? <3

Disclaimer: non è mai successo niente del genere, Matthew e Dominic non sono certo miei, ma si appartengono fra loro <3 e ... l'oggetto su cui è incentrata la storia nemmeno esiste! XD
 
Riassunto: eBay, sogni insensati e Muse (ok, due su tre) sono un mix micidiale, dalle conseguenze devastanti: questa storiella.


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Place Bid
 
 
 
 
 
Matthew stava tornando dall’aeroporto.
Certo, gli sarebbe mancato da morire Bing, ora che Kate se l’era portato via con sé, per due settimane, ma a prevalere era la sensazione di totale libertà: nessuna celebrità Hollywoodiana da incontrare, nessuna serata di gala, niente paparazzi.
Due settimane per essere nuovamente, finalmente solo Matthew Bellamy e non il fidanzato di Kate Hudson, l’etichetta che tutti i rotocalchi preferivano appliccargli.
 
Una volta tornato a casa, il frontman dei Muse si precipitò ad accendere il suo fedele laptop, ma non era per lavorare a una canzone o a un testo o a un nuovo concept per il futuro album, tantomeno doveva preoccuparsi delle scalette, non era periodo di tour.
Niente di tutto questo.
 
C’era un oggetto che aveva messo in vendita a un’asta on-line, proprio su quel chiacchieratissimo eBay, decantato da tutti. Voleva testarne l’effettiva efficacia, per questo si era iscritto anche lui, in forma anonima, ovviamente!
Matthew era partito dal minimo storico, un penny d’offerta e in quel momento, dopo quattro giorni, voleva controllarne l’andamento.
 
- Chissà se almeno a una sterlina quello stupido affare c’è arrivato.- ponderò fra sé, mentre effettuava il log-in.
 
Non appena riuscì a mettere a fuoco la schermata, ringraziò la sua buona stella di non star bevendo in quel frangente, perché avrebbe finito con lo sputare tutto.
 
“Quindici sterline, quindici maledette sterline! E trenta offerte ... per questo?!” inveì meravigliato contro lo schermo, aprendo un cassetto per estrarne  proprio quell’oggetto di cui, a breve, stando a quanto vedeva, si sarebbe più che felicemente sbarazzato.
 
“Non credo che Dom abbia sborsato più di dieci dollari per prenderlo ... e adesso questi lo vogliono per quindici sterline. E mancano ancora più di quattro ore alla fine dell’asta. Ma che avrai di tanto speciale?” fece le sue considerazioni ad alta voce, rigirandosi fra le mani quel bizzarro accendigas, a forme di proiettile.
 
-Può esistere un gadget più assurdo e inutile?- continuò a chiedersi, senza soffermarsi a pensare nemmeno per un attimo a una certa band Inglese di sua conoscenza che annovera nel suo merchandising decorazioni natalizie, tovagliette per il tè e sottobicchieri!
 
Forse lo si può già immaginare, ma il gadget che il pianista continuava a rigirarsi fra le mani, scoperchiandone la punta per accendere e spegnere la fiammella, era proveniente dal merchandising di una band che Matthew non aveva decisamente a cuore.
A differenza di Dominic, che ai tempi in cui avevano aperto il tour ai My Chemical Romance, appunto, prima che loro facessero da supporter a una delle due serate degli epici primi due concerti al Wembley; una sera, a fine concerto, aveva fatto incetta di articoli del loro merchandising ufficiale, ritenendo doveroso pensare anche al suo amatissimo migliore amico.
 
E, ovviamente, una volta aperto quel regalo, Matthew non era stato capace di manifestare il suo disgusto, non con Dom che continuava a guardarlo con quella luce soddisfatta e compiaciuta nello sguardo.
Per quante note mentali si fosse appuntato per sbarazzarsene e per quante bugie avesse detto a Dom per giustificare l’assenza di quell’oggetto fra i più esposti del suo arredamento, puntualmente accadeva qualcosa che sabotava quest’eventualità e dopo più di sei anni quel coso bizzarro gironzolava ancora fra le sue cianfrusaglie, per la precisione, lo rivedeva ad ogni trasloco.
Per questo eBay gli sembrava la soluzione più ottimale: non lo avrebbe barbaramente gettato fra i rifiuti, ma avrebbe fatto felice un’altra persona, che avrebbe rivolto a quel gadget molte più cure di quanto avesse fatto lui, non che ci volesse molto a superarle.
 
E ormai non gli restava molto tempo, giusto quattro ore, quattro abbondanti manciate di minuti, prima di proclamare il vincitore di quel, a quanto pare, ambitissimo premio.
 
******************************  (Contemporaneamente)
 
Era sempre così.
Dominic i primi periodi post tour li amava,felice di potersi godere un po’ di relax e aver più tempo per tutti i suoi interessi.
Ma quella fase durava ben poco, poi a farla da padrone era la noia, mista ad apatia.
I programmi o film in TV diventavano tutti uguali, non sembrava esserci nessuna canzone accattivante che passasse per radio, il cibo aveva sempre lo stesso sapore e persino suonare con energia e vigore la sua inseparabile batteria non gli dava più lo stesso brivido.
Va detto, il motivo che sta alla base di tutta questa sua improvvisa perdita di entusiasmo per la vita in quel momento se ne stava a Los Angeles, a migliaia e migliaia di chilometri di distanza da lui.
Non era solo la distanza fisica a separarli, ma anche quella temporale: a Londra erano quasi le sei del pomeriggio, il che significa che a Los Angeles erano appena le dieci di mattina e,conoscendo Matthew e quanto amasse le lunghe e pigre dormite, probabilmente doveva essere ancora a letto.
 
- A letto con Kate. – precisò a se stesso, con atteggiamento autolesionista.
 
Certo, avrebbe potuto trovare una scusa qualsiasi e prendere il primo volo per l’America, per far visita al suo compagno di band, nonché di vita.
Ma a che scopo? Dopo tutto quel tempo Kate cominciava a mangiare la foglia, e forse complice tutto quello che girava sui due musicisti Inglesi in Internet, il chiacchiericcio delle fan, certe immagini ritoccate o, ancora più preoccupante, certe foto che non lo erano affatto, dove quei due si guardavano molto più che come semplici amici, l’attrice Americana si era ormai messa sulla difensiva e nel malaugurato caso che quel batterista le si presentasse a casa sua, nonostante non avesse nessun motivo professionale per trascorrere del tempo con il cantante; lei li trattava come due sorvegliati a vista.
Matthew trovava la cosa alquanto eccitante e la vedeva come una sfida riuscire ad isolarsi con Dominic, sfida che molto spesso, grazie a delle strategie machiavelliche, riusciva anche a vincere.
A Dom invece sembrava di essere stato catapultato proprio dentro il libro che forse Matthew più amava fra tutti.
Il punto è che non era affatto divertente, tantomeno piacevole. Non ne valeva la pena.
Tuttavia, ogni volta che vedeva quel frugoletto di Bing capiva perché era giusto che Matthew rimanesse dove aveva scelto di rimanere.
Del resto, anche Dominic stesso andava pazzo per quell’adorabile bimbo dall’espressione quasi sempre imbronciata e l'avergli regalato sia un set di mini-bacchette che una magliettina di SpiderMan lo stava facendo rapidamente diventare lo zio prediletto.
Ma era inutile pensarci, non avrebbe rivisto Bing e soprattutto non avrebbe rivisto Matthew.
 
Restava ancora qualcosa che dava a Dominic una qualche gioia, seppur effimera: lo shopping.
Quel giorno però la sua Londra presentava temperature glacialmente ostili e il pensiero di lasciare il confortevole bel calduccio di casa sua non gli andava troppo a genio.
 
- Buon per me che esiste sempre lo shopping on line!- ponderò, accendendo il suo pc.
 
Dopo essersi comprato una quantità sufficiente di camicie e magliette dalle fantasie più improbabili e l’ennesimo modello della sua cintura preferita, per assicurarsi di non restarne mai sprovvisto, il tutto nel giro di venti minuti, non ancora pago, Dominic decise di fare un salto anche su ebay, curiosando fra la merce riguardante le band.
Cominciò proprio dai Muse, ma la quantità di pagine che gli si presentarono davanti agli occhi, ricolme di qualsiasi genere di articolo, lo fecero arrendere alla fine della terza pagina.
Dopodiché, per curiosità, effettuò una ricerca anche per l’altra sua band, ma fu un po’ abbacchiato nel riscontrare che non c’era nulla salvo alcune copie del CD dei Vicky Cryer messe in vendita.
Proseguì, sbirciando fra alcune delle sue band preferite, ma quanto arrivò ai My Chemical Romance, qualcosa che campeggiava proprio in cima alla prima pagina catturò la sua attenzione.
 
- Per l’Inferno! Quell’accendino è identico a quello che ho regalato qualche anno fa a Matt. Mi ricordo ancora com’era giù di corda quando l’ha perso!- sussultò Dom, cliccando per vederne i dettagli.
 
“Luogo in cui si trova l’oggetto: Los Angeles.” lesse Dominic ad alta voce, emettendo una risatina nervosa.
A volte il Fato amava farsi beffe di lui.
“Spedizione in tutto il mondo.” continuò a leggere, sollevato.
 
In cuor suo era già grato a quell’individuo dal nick impronunciabile.
 
Quello che lo allarmò un po’ di più fu constatare che non era l’unico interessato a impossessarsi di quell’oggetto ormai più unico che raro.
L’asta aveva già ricevuto trentasei offerte, arrivando a diciotto sterline e mancavano oltre tre ore e un quarto.
 
- Quell’oggetto deve essere mio, ad ogni costo!- si impose il biondo, per poi farsi perplesso.
 
Quella sera aveva già organizzato una cena a casa sua, con alcuni suoi amici, il che significava avere gente intorno, il che significava non poter isolarsi per accedere al suo PC, il che significava non poter tenere sotto controllo quell’importantissima asta.
 
A meno che...
 
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Dominic non la finiva più di complimentarsi con se stesso.
Scaricare l’app di ebay sul suo iPhone era stata una mossa vincente, in questo modo poteva estrarre con disinvoltura il cellulare e fingere di essere impegnato a messaggiare con qualcuno.
“Hey, Dom, da’ un po’ di tregua a tutte le tue amanti, sciupa femmine che non sei altro!” lo canzonò allegramente uno dei suoi amici di vecchia data.
“Mi conoscete, no?” fece spallucce lui, sorridendo, mentre riponeva il telefonino in tasca.
Se la stava cavando egregiamente, era un perfetto ospite di casa e nessuno sospettava nulla.
Forse comportò una perdita di stile, ma dovette fingere di aver bisogno del bagno quando si avvicinò l’ora X: le ventidue e tre minuti, l’asta sarebbe scaduta dopo altri due.
Dom preferì non guardare l’incremento di numero di offerte, ma nei venti secondi rimanenti, con sangue freddo e aplomb tipico Inglese, si limitò a fare la sua offerta, qualcosa che avrebbe scoraggiato tutti gli altri partecipanti, anche perché rimanevano solo sette secondi per controbattere.
 
7,6,5,4,3,2,1..
 
“Ti sei aggiudicato quest’asta!” lesse Dom, trionfante, pagando subito e tornando dai suoi amici.
 
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Matthew ricontrollò l’orologio: le quattordici e sette minuti, ormai l’asta era terminata.
Tornò fremente al suo PC, ma stavolta sfortuna volle che stesse bevendo e quando approdò alla pagina con l’esito dell’asta, finì per strozzarsi con il suo milk-shake.
 
“Stupida bevanda Americana!” borbottò, riprendendosi, gettando via il bicchiere cartonato e tornando a fissare lo schermo, basito.
 
- Per l’inferno! Cento dannate sterline per quel pezzo di ferraglia? Non ci credo. Chi è l’idiota che è disposto a pagare tanto?-  si domandò.
 
 
Ovviamente non è questo il messaggio che scrisse al suo alquanto sconsiderato acquirente, un tale LondonGuy5.
 
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La cena stava quasi giungendo al termine, ormai avevano spazzolato anche il dessert.
Per scrupolo, Dom controllò le mail tramite l’iPhone e fu una mossa saggia, perché aveva già ricevuto un messaggio dal suo provvidenziale venditore.
 
- “‘Ciao, ti ringrazio per il tuo acquisto. Non potevo crederci quando ho visto a che cifra sei arrivato per aggiudicarti il mio oggetto.  Ora fammi solo sapere se hai preferenze per la spedizione.” -
 
Dom ci riflettè sopra, in effetti non era prudente chiedere la consegna direttamente a casa sua, sia per una questione di privacy, sia perché  a casa, fatta eccezione per quel giorno, non c’era quasi mai.
Gli venne in mente il posto perfetto dove farselo recapitare, preparandosi a chiamare i gestori di quel locali, suoi buoni amici, dato che era un assiduo frequentatore.
 
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“Ciao, ti ringrazio per avermelo chiesto. In effetti, per mille e più motivi, preferirei evitare casa mia, ma ecco un posto dove puoi farmi arrivare il pacchetto.. “ cominciò a leggere Matthew.
 
-Il Famous Cock? Questo tizio mi sta già simpatico! Oltre al fatto di avermi arricchito di cento sterline!- ridacchiò Matt, digitando un rapido “Consideralo già fatto! :) “.
 
 
Matt era felice di poter fare cose da persona normali, come occuparsi di commisioni quali andare in posta.
Del resto l’ufficio sarebbe stato aperto per ancora due ore e distava a pochi isolati da casa sua, sarebbe stato un venditore preciso e puntuale.
Kate avrebbe insistito per incaricare un fattorino o qualcosa del genere, anzi, forse Kate non avrebbe nemmeno voluto che lui si perdesse in scemenze come le bacheche di acquisti on line, ma Kate non c’era. Questo significava che Matt poteva fare quello che gli pareva.
 
- Matt Bellamy: 1 . Hollywood: 0- sogghignò, prendendo l’accendigas e uscendo di casa.
 
 
Ovviamente, essere libero di fare ciò che voleva, non significava solo andare in posta.
Uscito dall’ufficio postale, conservando con cura il cedolino, Matt fece un rapido calcolo del fuso: ormai a Londra era già l’una di notte e sapeva che Dom quella sera avrebbe avuto ospiti.
Per la precisione, persone che erano anche suoi amici e dei quali sentiva un po’ la mancanza.
Ma quello non era il momento di essere nostalgici.
 
“Matt, ciao!” trillò felice Dominic, rispondendo al terzo squillo.
 
“Disturbo?” tentennò Matthew, tamburellando nervosamente le lunghe dita affusolate su un muretto.
 
“Tu non disturbi mai.” replicò Dom, con un tono che rischiò di sciogliere Matt come neve al sole.
 
“No. Intendevo... la tua cena, hai ancora gente?”
 
“No, già spariti tutti. E tu? Sei momentaneamente sfuggito alle grinfie di Kate?” ridacchiò il biondo.
 
“Anche più che momentaneamente. Kate è via per lavoro, è partita oggi con Bing per incontrare il suo agente che le deve far valutare alcune offerte... più un’altra cosa che m’ha detto e non ricordo.” borbottò Matt, senza dare importanza alla cosa. “Il punto è che ho casa libera per due settimane.”
“Ma è fantastico! Salgo sul primo volo che riesco a trovare!” rispose il batterista, trionfante di gioia, questo prima che gli venisse in mente che quella poteva essere l’occasione perfetta per dargli il suo regalo. “Che non sarà subito, come minimo mi ci vorranno tre giorni..” si corresse.
“Non riesci prima di 3 giorni?” aggrottò le sopracciglia Matt.
“Anche quattro, dipende..” rispose impassibile Dominic.
 
- Da quanto sono veloci le poste!-
 
“Mi vuoi dire che non riesci a trovare un volo libero che parta prima?” domandò Matthew, piuttosto insistente.
“Eh sì, sai com’è ... non hai sentito dell’incredibile ripresa economica del settore del Turismo? Soprattutto qui a Londra, c’è un tale boom di turisti che.. “ cominciò a sproloquiare il biondo, arrampicandosi sugli specchi.
“Dom! Non credo a una sola dannata parola di quello che hai detto. La verità è che non ti va di vederci, aspetteremo che ricominci il tour... “ si imbronciò Matt.
“No, Matthew, non dirlo neanche per scherzo! Io muoio dalla voglia di vederti, partirei anche subito ma... prima devo registrare un pezzo coi ragazzi!” si salvò in corner Dom.
‘Tu e la tua stupida seconda band!” agì da  finto offeso Matt, facendolo sorridere. “Bene, ma vedi di non metterci troppo e di mettere le tue succulente chiappe sul primo volo che riesci a trovare fra quattro giorni!”
“Succulente?” ripeté Dom, intrigato.
“Sì, ma vedi di non montarti la testa. A presto!” riattaccò Matt.
 
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Fortunatamente, il pacchetto arrivò davvero nei tempi previsti e, dopo averlo ritirato al pub alla terza sera, il mattino dopo , di buon ‘ora, Dom era già in volo verso una città che amava quando li ricongiungeva e odiava quando li separa: Los Angeles.
 
Arrivò a casa di Matt in tarda mattinata, consegnandogli gioioso il regalo per lui.
Piacevolmente sorpreso Matt lo scartò impaziente, ricorrendo ad arti recitative degne di un premio Oscar quando scoprì il contenuto del pacchetto.
Aveva capito tutto.
 
“Oh, Dom , ma... non ho parole! Me l’hai ritrovato, io non so davvero come ringraziarti!” gli buttò le braccia al collo, felice.
 
“Lo sapevo che ne saresti stato contento!” lo abbracciò in risposta Dom, scroccandogli anche un piccolo bacio.
 
Matt lo fece accomodare in casa, mettendo quell’odiato accendigas in bella mostra su una mensola e prendendo qualche stuzzichino dalla cucina per il suo tanto desiderato ospite.
Mentre lo aspettava, dopo aver appoggiato il suo trolley a un muro, Dominic stava gironzolando per il salotto, attirato da alcuni fogli impilati su un tavolo, dove scorse le stampe delle notifiche, dei pagamenti, il cedolino della spedizione di un determinato articolo e tutto gli si fece amaramente più chiaro.
 
“Sei contento che ne ho ritrovato un altro?” gli sorrise languido il batterista, avvicinandoglisi e prendendo una tartina dal vassoio. “Allora vedi di non perderlo più ... utente su eBay dal nome impronunciabile!” sbottò, rimettendola sul vassoio con disprezzo e allontanandosi.
Matthew appoggiò il vassoio su un tavolino, onde evitare di fargli fare una brutta fine e si preparò ad affrontare l’inevitabile.
 
“Allora l’hai capito!”
“Adesso sì, e come minimo rivoglio indietro le mie cento sterline! Ma poi che razza di nome ti sei scelto?” lo interrogò Dominic.
“Ero indeciso e ho premuto le prime lettere a caso sulla tastiera. E comunque gedxuvcgfgfv non è difficile da ricordare!” fece spallucce l’altro.
“Dimentico che tu sei quello che riesce a dire l’alfabeto alla rovescia.” scosse la testa Dom, prima di ricordarsi il motivo del suo malumore. “Hey, non provare a cambiare argomento!” lo accusò.
“Ma se sei stato tu a chiedermi del mio nick?” gli fece notare confuso Matt, valutando se fosse una mossa saggia o meno avvicinarsi.
“Beh, tu avresti dovuto ricordarmi che stavamo litigando!” inveì il biondo, riprendendo la discussione, che assunse toni accesi.
 
“Hey, se c’è uno arrabbiato qui, quello dovrei essere io. Ricordi il messaggio che ti ho mandato a spedizione effettuata? Beh , tu mi hai risposto ‘Spero che tu non sia così veloce in tutto ‘ , con tanto di faccina ammiccante! Insomma, tu hai flirtato con un perfetto sconosciuto!” lo accusò Matthew, prendendo il foglio stampato come testimonianza.
“Oh certo, e tu non hai esitato a rispondere subito dopo ‘Vuoi scoprirlo?’ con la mia stessa faccina ammiccante!” ribatté Dom, indicandogli il foglio.
“Volevo solo stare al gioco!” si difese Matthew.
“Balle! E poi tu sei il padre di famiglia con una vita esemplare. Io sono quello single che non deve rendere conto a nessuno!” asserì Dom, piccato.
“E me lo dici pure?!” sfuriò Matt, prima che entrambi si calmassero.
 
 
“Il punto è che io non mi sono mai sbarazzato di qualcosa che mi hai regalato tu.” mormorò Dominic, con tono dimesso, dopo qualche minuto di silenzio.
In un primo momento Matt gli credé, mortificato, poi registrò meglio quell’informazione e lo sguardo gli cadde sul suo Mac,già aperto, mentre un ghigno furbetto gli illuminava il volto.
‘Questo lo possiamo verificare anche subito!” dichiarò con un atteggiamento di sfida, mentre si avvicinava al suo computer.
Dom lo seguì, confuso.
“A noi due, LondonGuy5!” sogghignò il moro, andando sulla pagina eBay. “A proposito,perché 5?”
“‘LondonGuy’ era già preso e in quel momento eravamo al quinto album in studio.” spiegò Dom. “Ma che hai in mente?”si accigliò.
“Voglio solo vedere se sei anche venditore e quali oggetti hai messo in vendita...”
Allarmato, Dom ebbe la più normale delle reazioni, vale a dire buttarsi contro il portatile di Matt, richiudendogli lo schermo.
Fu una reazione dettata dall’istinto, non certo dalla furbizia, perché agendo così altro non fece che  metterlo in stand-by e a Matthew bastò riaprirlo, per riposizionarsi dov’era, vale a dire il link che portava alla vetrina degli oggetti messi in vendita da Dominic.
“Suvvia, cos’hai da temere?” fece spallucce il moro, con finta indifferenza.
“Matteh, no, se mi ami, non cliccare su quel link!” lo scongiurò il biondo.
Matthew lo tirò a sé per un bacio rapido, ma intenso.
“Io ti amo, Dommeh...” mormorò il cantante, subito prima di cliccare il suddetto link. “Ma non abbastanza!” aggiunse spietato.
Ci volle giusto il tempo che la pagina richiesta si caricasse del tutto e sullo schermo si avvicendarono un sacco di oggetti, suppellettili e idee regalo che erano tristemente familiari al bel frontman.
“Non ci credo, Dom, tu sei anche peggio di me! Il sale e pepe con i due alieni... mi hai detto che l’avevi rotto!’ cominciò il suo elenco. “Il termos a forma di banana, quello che avevi perso.. “
“Tu sei l’ultima persona che può venire a parlarmi di cose perdute!” sbottò Dom.
‘Touchè.’ ammise Matt prima che, facendo scorrere il cursore, giungesse alla scoperta più devastante.
“Stai vendendo il copriletto rosso glitterato! Allora ce l’hai ancora, mi hai detto che te l’avevano rubato!” strillò, quasi con la lacrime agli occhi.
‘Certo che anche tu, Matt, non ti facevo così credulone, ti pare che dei ladri possano rubare un copriletto?” cercò di farlo ragionare il più grande.
“Beh, quand’è così bello sì!” si imbronciò il più piccolo. “E poi era così bello far l’amore con te lì sopra... avrei tanta voglia di rifarlo... “ confessò il pianista.
“Davvero? Beh, alla luce di questi fatti mi sa che non lo vendo più!” garantì Dominic, prima che Matthew lo tirasse a sé per un bacio lungo e appassionato.
 
“Hey, Matteh, lo sai cosa sarebbe spassoso?” disse Dom, separandosi. “Fare un bello scherzo a Kate, magari mettendo in vendita quei ridicoli vestiti che ti ha regalato.
“Per quanto non sopporti quegli abiti, sai che non lo farò.” commentò serio Matthew, ma Dominic non si abbatté affatto.
“Beh, potrei sempre farlo io, entrando nel tuo account. Tanto scommetto che la password è ‘DomDom!’.” affermò con spavalderia.
Matthew ridacchiò.
“Illuso. Credi che il mondo ruoti attorno a te?” lo sbeffeggiò, con tutta la nonchalance possibile.
“Beh, sarebbe stato carino.” ribatté un po’ stizzito Dom, prima di andare al bagno a darsi una rinfrescata.
 
Non appena si allontanò dal suo raggio visivo, Matthew corse nuovamente al suo Mac.
 
- Devo cambiare quella maledetta passowrd finché sono ancora in tempo!-
 
--
 
THE END
 
 
 
In sostanza, qualche mese fa, ho sognato di trovare su ebay per l’appunto questo famigerato accendigas dei MCR (perché poi? Vallo a capire il mio subconscio XD ) e non riscordo se lo acquistavo o meno, ma ricordo che, non so come, era risutato che il venditore fosse proprio Matthew...
e da qui.. la mia folle , follissima (??) mente ha fatto tutto il resto.
Io non sto bene.
Dovrei smetterla di passare così tanto tempo su eBay
Dovrei smetterla di scrivere su questi due.
O più semplicemente, dovrei smetterla di scrivere XD
 
Spero comunque di avervi strappato un sorriso.
 
Bye.
   
 
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