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Autore: _Nightingale_    20/06/2013    4 recensioni
Sai quando ti ho detto che odiavo l'odore di tabacco? Ho mentito. Mi piace, mi piace da morire.
Mi piace perchè la tua camicia ne era intrisa mentre ballavamo il lento al ballo,
mi piace perchè è il tuo odore e ormai non riesco più a farne a meno, del tuo tabacco ma soprattutto di te...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cinny


Uscii di casa all'alba con le mie all star distrutte e una sigaretta già pronta in mano.
Nessun pensiero, solo quello di fuggire dal caos domestico che di lì a poco si sarebbe scatenato.
Quattro fratelli, che casino. Non mi ero preoccupato di lasciare bisglietti, ormai i miei erano abituati a non trovarmi nel letto al risveglio e avevano smesso di chiedersi dove fossi.
L'aria era ancora fresca benchè il sole ormai stesse sorgendo. L'afa torrida sarebbe giunta di lì a poco scoraggiando le persone che ancora non erano riuscite a rifugiarsi al mare o in montagna ad uscire dalle loro abitazioni.
Chiusi la porta cercando di non fare rumore e con il cuore leggero cominciai a camminare senza meta.
Quegli stronzi dei professori mi avevano ammesso alla maturità quando ormai avevo già pianificato le vacanze con gli amici però in fondo mi avevano fatto un favore. Finalmente dopo cinque anni d'inferno avevano messo fine a quella seccatura. La scuola era solo una rottura di coglioni e non mi ero mai degnato di aprire i libri prima dell'ultima settimana di maggio, giusto per evitare di essere bocciato.
Accesi la sigaretta e riempii la bocca di fumo lasciando che gli avvenimenti di quelle ultime settimane mi investissero.

Accanto allo stress dello studio c'era sempre stata una voce pronta a farmi forza, una speranza per un futuro di cui ancora non avevo trovato il sentiero.
Era due anni che la guardavo da lontano e scrivevo il suo nome sulle liste immaginarie delle ragazze più attraenti. Non la conoscevo quasi per niente sebbene avessimo fatto un anno di danza insieme, l'avevo sempre creduta irraggiungibile.
Nessuno di noi sapeva perchè volesse rimanere nel nostro gruppo di principianti, si ricordava tutti i passi ed era brava, io e Matteo l'avevamo avvicinata solo perchè copiavamo da lei più o meno tutto il balletto e spesso le chiedevamo aiuto per i passi più difficili. Era riservata e introversa però aveva qualcosa di inspiegabilmente irresistibile.
Senza neache capire come, l'avevo invitata al ballo della scuola. Era stata una bella serata durante la quale mi aveva confidato di aver lasciato il ragazzo il pomeriggio stesso, era un ingenuo a quanto diceva.
Lei era venuta a sentirci suonare qualche giorno dopo il saggio e la sua presenza mi aveva fatto piacere anche se probabilmente non glie l'avevo fatto capire molto bene.
Ero troppo chiuso e quando mi capitava qualcosa di bello e di prezioso tra le mani riuscivo sempre a rovinare tutto.
Diedi un altro tiro sovrappensiero.
Mi aveva scritto negli ultimi giorni facendomi gli auguri per gli esami e io le chiedevo della della sua vacanza con le amiche, era in terza superiore ed essendo uscita senza esami si poteva permettere di divertirsi, sarebbe tornata a giorni.
Si era fatta sentire anche la sera prima e come al solito avevo ucciso la conversazione rispondendo a monosillabi, non ce la facevo, era più forte di me, speravo solo non ci fosse rimasta male.
- Sono un cretino - Dissi a voce alta portando di nuovo la sigaretta alla bocca.
Alzando lo sguardo dalla strada una macchia di colore più viva attirò la mia attenzione.
Su una panchina era stata attaccata con un po' di scotch una fotografia che assomigliava tanto alla mia foto profilo di Facebook.
Era
la mia foto profilo.
La staccai e la voltai.

Due anni fa, è stato quando ti ho visto la prima volta.
Sono entrata dalla porta della palestra e tu eri lì, in un angolo, con una maglietta celeste, come i tuoi occhi.
Sono uscita dal camerino e mi hai guardata come non ero mai stata guardata da nessuno e sono arrossita, per la prima volta nella mia vita ...

Alzai lo sguardo senza sapere cosa fare e dove andare.
Quel giorno di cui aveva scritto me lo ricordavo benissimo, i suoi ricci, i suoi occhi mi erano entranti nella mente senza riuscire ad uscirci.
Poi notai un'altra foto appesa su un cestino poco distante. Mi ritraeva in una sottospecie di passo di danza e mi sfuggì un sorriso, ero davvero un pezzo di legno.

Sapere di avere i tuoi occhi addosso e di essere per te una guida nel balletto mi ha sempre riempito di vergogna e di imbarazzo e quando la Anto ha voluto che facessimo la presa insieme ho sentito il battito del cuore accelerare per poi fermarsi di colpo quando le tue braccia hanno circondato i miei fianchi.
Non hai idea di quanto mi abbia reso felice poter parlare con te e poter avere la tua attenzione anche solo per un secondo.


Ero veramente senza parole, in due anni possibile che non mi fossi reso conto di nulla? E i miei sentimenti non erano poi molto diversi dai suoi...
La sigaretta si era ormai consumata senza che la potessi fumare, ero troppo occupato a pensare a quello che stava accadendo senza veramente capire.
Avanzai sperando di trovare un'altra immagine. Guardai quelle che già stringevo tra le mani e mi accorsi che stavo tremando, nonostante il caldo stavo tremando.
Mi guardai intorno e scorsi esattamente quello che volevo vedere.
La terza fotografia ritraeva lei con l'abito usato quell'anno nel balletto di Madonna.

Ho capito di non essere innamorata del mio ragazzo per "colpa" tua.
All'Epifania mi stavo lamentando di me stessa, come al solito, e tu guardandomi negli occhi mi hai detto che non era vero, che non avevo nessun diritto di lamentarmi di me stessa e fatto sentire come la più dignitosa e bella ragazza della palestra in cui ci stavamo esibendo, anche se bella proprio non lo sono.
Da quel giorno non ho più smesso di pensare a te e alle tue parole.


Presi la fotografia e dopo averla osservata in tutti i suoi dettagli la infilai tra le pagine del raccoglitore in cui tenevo le canzoni da studiare, una delle cose a cui tenevo di più al mondo.
Il mio cuore era impazzito, non riuscivo più a ragionare lucidamente. Mi passai una mano tra i capelli incredulo. Le sue parole mi stavano facendo capire che tenevo a lei più di quanto non avevo mai voluto bene ad una ragazza.
Era entrata dalla porta del mio cuore in silenzio e solo in quel momendo mi resi conto che non era solo un'interesse passeggero o una semplice cotta, ero innamorato di lei.
La quarta foto rischiai di calpestarla perchè era caduta dal ramo di un albero. Era stata immortalata durante le prove mentre tentava di fare una spaccata.

Quando mi hai invitata a venire con te alla festa della scuola non ho potuto guardare il tuo balletto perchè ho cominciato ad urlare come un'isterica, troppo felice per parlare, troppo emozionata per poter anche solo pensare. Era il mio sogno e mi hai aiutato a realizzarlo in tutti i suoi dettagli: il ballo, le musiche romantiche, il punch e soprattutto il ragazzo di cui sono innamorata.

La testa cominciò a girarmi vorticosamente, volevo prenderla, stringerla tra le braccia e sapere che sarebbe stata mia.
L'immagine successiva era attaccata ad un palo della luce e ritraeva me con l'abito che avevo indossato per il prom, me l'aveva scattata mio fratello a tradimento. Mi chiesi come l'avesse avuta e la voltai.


Sai quando ti ho detto che odiavo l'odore di tabacco? Ho mentito.  Mi piace, mi piace da morire.
Mi piace perchè la tua camicia ne era intrisa mentre ballavamo il lento al ballo,
mi piace perchè è il tuo odore e ormai non riesco più a farne a meno, del tuo tabacco ma soprattutto di te...


Non sapevo più cosa fare, dove guardare. Stavo impazzendo... Avevo bisogno di lei, dei suoi occhi, dei suoi ricci, delle sue labbra a forma di cuore, della sua timidezza, della sua bontà, della sua dolcezza, ma anche del suo vedersi sempre brutta per farle capire ogni giorno quanto in realtà fosse meravigliosa, della sua eleganza nella danza perchè ormai non potevo più fare a meno di vederla ballare e di tutti i suoi difetti che ancora non conoscevo ma che, ne ero sicuro, avrei imparato ad amare pur di averla accanto.
Le macchine che passavano probabilmente pensavano fossi un tossicodipendente ma non mi importava anche perchè le sue parole erano effettivamente come una droga per me e in quel momento volevo solo trovare la foto successiva.
Con la coda dell'occhio scorsi un movimento vicino alla quercia secolare che sovrastava una panchina di legno intarsiato, il mio angolo di paese preferito.
Corsi in quella direzione ma quando arrivai c'era solo un'altra foto. La guardai e rimasi senza fiato.
Ricordavo con una nitidezza e una chiarezza spaventosa quel momento. Durante lo spettacolo eravamo rimasti dietro le quinte a chiacchierare per conoscerci meglio e probabilmente qualcuno dall'altro lato del palco ci aveva fotografati. In quell'istante i nostri volti erano particolarmente, spaventosamente vicini.
Rivedere quei momenti con la freddezza e il distacco di uno spettatore mi colpì, avevo la pelle d'oca perchè il nostro sentimento era qualcosa di veramente grande e straordinario e noi neanche ce ne rendevamo conto.
La girai trattenendo il respiro.


Bella foto vero? Ne sono rimasta incantata, i nostri volti sono così vicini e le nostre emozioni così grandi...
Credo di non avere mai scritto in maniera così confusa ma quando penso a te non riesco a ragionare lucidamente. I frammenti dei momenti che abbiamo trascorso insieme riaffiorano con un'intensità che mi travolge e rende tutto così irrazionale, tutto così pieno di te.
Nella musica c'è la tua voce, nella gente c'è il tuo sorriso, nei gesti quotidiani le tue mani, nei miei sogni il tuo volto e i tuoi baci.
Mi rendo conto di non avere mai tenuto ad una persona quanto tengo a te e a pensare al mio futuro senza sentire l'eco delle tue risate, la sincerità dei tuoi occhi  e il tuo inconfondibile e adorabile profumo di tabacco mi sento morire.
Ti vorrei accanto a me.
Sara


Rilessi quelle righe almeno dieci volte finchè la sua voce tremante non mi fece alzare lo sguardo di scatto. Era lì in piedi davanti a me, nella sua canottiera blu e nei pantalocini bianchi che ne facevano risaltare l'abbronzatura.
- So ... so che tu probabilmente non ricambi i miei sentimenti ma.. avevo bisogno di farti sapere quello che succede dentro di me, avevo bisogno di farti capire quanto ti amo -
La mia risposta fu il silenzio.
Lasciai cadere a terra tutto quello che avevo in mano, compresa la borsa che mi pendeva al fianco, le presi il volto tra le mani e la baciai.
Le sue labbra mi sembrarono il riparo più dolce e la migliore medicina per guarire le bruciature del passato.
Il muro che avevo costruito dopo l'enorme delusione che l'unica ragazza di cui mi ero fidato mi aveva causato si sbriciolò.
Ogni bacio acuiva il bisogno di altri baci, di altre carezze,il bisogno di noi, insieme.
Le sue dita disegnavano scie di fuoco sulla mia mascella e sulle guancie.
Senza lasciare la presa sui suoi fianchi dolci le diedi un bacio più leggero e mi feci forza per allontanare il mio viso dal suo.
Le accarezzai una guancia,  tinta di porpora per l'emozione. Il suo sorriso era a dir poco smagliante e gli occhioni brillavano come stelle.
- Sarai stupida.. come faccio io a lasciarti scappare? Come pensi sia anche solo possibile una cosa del genere? -
- Non lo so io... -
La baciai di nuovo.
- Perdonami, perdona i miei silenzi, la mia lontananza, la mia freddezza. La ragazza di prima mi aveva ucciso, con te ... ho ricominciato a vivere - Le confidai
Mi accarezzò e un brivido mi percorse la schiena.
- Ho ricominciato ad amare ... -
Mi sorrise di nuovo e giurai a me stesso che avrei fatto di tutto per non farglielo mai mancare quel sorriso meraviglioso.
- Aspetta ... - Disse chiudendo gli occhi
- Tutto bene? -
Annuì.
- Profumi di tabacco - Rispose dandomi un tenero bacio a fior di labbra.


   
 
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