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Autore: Rico da Fe    20/06/2013    6 recensioni
Il timido e docile Lituania, dopo anni e anni passati a sbavare per Bielorussia, finalmente (con il beneplacito di Russia) ha la possibilità di tentare la conquista della gelida nazione slava... ma per uno che le donne le vede solo con il cannocchiale l'impresa potrebbe risultare difficile! E allora chi, se non il nostro latin lover preferito, l'italiano che conquistò il Belgio, può aiutare il povero Lituania a coronare il suo sogno d'amore? Sono gradite recensioni, grazie! XDXD
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belgio, Bielorussia/Natalia Arlovskaya, Lituania/Toris Lorinaitis, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era una tiepida mattina di luglio.
I raggi del torrido sole italiano fecero delicatamente capolino nella stanza, filtrando dalle persiane accostate.
Romano sbatté le palpebre.
Ci mise qualche minuto buono a capire che doveva svegliarsi, quindi si tirò su lentamente, poggiò i piedi scalzi per terra e (in mutande) si alzò e uscì dalla camera.
Sorrise pregustando la magnifica giornata che lo attendeva: niente fratellino rompicoglioni in giro per casa, niente crucco bastardo tra le palle, niente riunioni... Solo lui, la magnifica giornata d'estate che sorrideva raggiante dalla finestra del bagno e Belgio.
'Aaaah... Fosse così tutti i gior...'
DLIN DLON!!!
"Ma che PALLE!!!" sbottò l'italiano, sciacquandosi rapidamente la faccia.
Fece per mettersi una maglietta addosso, quando lo colse un dubbio: che Belgio fosse in anticipo?
Eccitato, mandò affanculo la maglietta e si precipitò giù per le scale, preparando la sua migliore faccia da macho.
Aprì la porta e...
"AAAAAARGH!!! Copriti subito!!!"
"AAAAAARGH!!! L... Lituania?!?"
Il lituano lo guardava stralunato sulla porta, indugiando involontariamente sul fisico robusto e muscoloso di Romano.
L'italiano acchiappò il giubbotto di pelle dall'attaccapanni e se lo mise addosso.
"Ma perché non sei Belgio... Sob... Vabbè, entra..." farfugliò Romano, scansandosi e invitando lo slavo ad entrare.
Lituania entrò, e mentre Romano correva di sopra a mettersi addosso qualcos'altro oltre le mutande e il giubbotto, si guardò intorno.
Il Sud Italia aveva davvero una gran bella casa: le ceramiche di Caltagirone occhieggiavano da ogni angolo, le pareti di tufo bianco ospitavano oltre ai quadri anche piatti in ceramica, stampe antiche, scimitarre saracene e bizzarri ed esotici strumenti musicali.
Alle finestre, leggere tende di lino bianco celavano alla vista lo splendido panorama che tutte le altre nazioni invidiavano all'italiano: un mare luminoso e azzurro, accarezzato dal vento e dalle strida dei gabbiani...
Lituania sospirò. Avrebbe tanto voluto affacciarsi anche lui sul Mediterraneo abbracciato dal sole... Invece gli toccava il gelido Baltico.
"Eccomi qua!"
Romano entrò nel soggiorno, con indosso un paio di jeans e una maglietta rossa e gialla con al centro la Trinacria.
"Hai davvero una bellissima casa..." mormorò malinconico Lituania, guardando l'italiano con espressione cordiale.
"Grazie! Però... Non credo tu sia venuto fin qui da Vilnius per farmi i complimenti sulla casa, o sbaglio?" chiese Romano avvicinandosi.
"No, infatti... Sono qui perché ho un problema, e... Credo che tu possa aiutarmi..." rispose Lituania, torcendosi le mani e guardando speranzoso l'italiano.
"Ah sì? Beh... Parliamone davanti a una colazione... Non so tu ma io ho fame!" disse Romano sorridendogli rassicurante e guidandolo in cucina.
Fece accomodare l'ospite e iniziò ad apparecchiare, tirando fuori ogni sorta di leccornia: cannoli, cassate, brioches, babbà, ricce, una pastiera avanzata dalla sera prima, qualche diplomatica e una grossa fruttiera traboccante di arance, limoni di Sorrento, melegrane, fichi...
"Caspita! Ma... A colazione mangi tutta questa roba?!?" chiese Lituania sbarrando gli occhi davanti a tutto quel ben di Dio.
"Poco, eh? Infatti a pranzo dopo ho ancora fame..." rispose Romano sedendosi e porgendo a Lituania il suo espresso.
"Di cosa volevi parlarmi?"
"Ecco..." cominciò il lituano, schiarendosi la gola. "Come ben sai, io... Cioè... Mi piace Bielorussia..."
"La sorella sciroccata di Russia?" chiese Romano, aggrottando le sopracciglia. Certo che Lituania era davvero masochista...
"Ma no... Non è più sciroccata! È rinsavita! Non corre più dietro al fratello, da quando le hanno spiegato che rischia di scomparire se si unisce a lui come dice lei!" si affrettò ad aggiungere lo slavo.
"Ah... Beh, allora hai campo libero... O Russia fa il geloso?"
"No... Non è Russia il problema, lui mi ha detto che è d'accordo..."
"DAVVERO???"
"Incredibile, eh?" fece Lituania, sorridendo all'espressione incredula di Romano. Addentò il suo cannolo, gustandoselo fino all'ultima briciola, poi proseguì.
"Il problema... È che non so come fare per conquistarla! Bielorussia è sempre così distante... Così ho pensato, visto il tuo successo con Belgio... E il successo di tuo fratello con Monaco..."
"Vuoi che ti aiuti a conquistare la gelida manina (e non solo) della fanciulla ex-sovietica?" completò Romano alzando un sopracciglio.
Era strano sentirsi chiedere consigli sull'amore, specie se l'esperto di innamoramenti vari era da tutti considerato Francia.
"In sostanza... Sì!" annuì Lituania imbarazzato: lui e Romano si erano incrociati giusto un paio di volte durante le riunioni, e non erano mai andati oltre un semplice 'buon giorno' o 'buona sera'... E adesso gli piombava in casa esponendogli i suoi problemi di cuore e chiedendogli di aiutarlo a risolverli, nonostante si conoscessero appena!
"Beh... D'accordo!" fece Romano, sorridendo allo slavo con aria esperta.
"Mi aiuterai?" chiese Lituania, alzando gli occhi su di lui.
"Ma sicuro! Accomodati in soggiorno!" rispose Romano, sparecchiando e badando bene di non farsi vedere mentre sogghignava trionfante.
'Alla faccia tua, Francia dei miei stivali!' esultò mentalmente Romano: Lituania che chiedeva A LUI consigli su come conquistare una ragazza...
 
 
 
DRIIIINNN!!!
Belgio si alzò dal divano, poggiò il piatto con la tarte au maton sul bracciolo e andò ad aprire.
"Bonjour... Oh! Ciao... Bielorussia!"
La belga salutò la nazione slava, in piedi davanti alla porta, con un espressione perplessa.
E da quando la fredda (e psicopatica) Bielorussia veniva a farle visita a Bruxelles?
"Ehm... Ciao..." cominciò l'altra, tormentandosi una ciocca di capelli: era visibilmente a disagio.
"Mi fai entrare? Ti... Dovrei parlare..."
"Mais oui! Accomodati!" rispose Belgio, scansandosi e facendola entrare, dandosi mentalmente della cretina: di certo Bielorussia non era venuta apposta dall'altro capo d'Europa per chiederle lo zucchero...
La fece accomodare in soggiorno, dove la TV trasmetteva un animato e piuttosto ridicolo talk-show, e le offrì dei waffle e qualcosa da bere.
"Grazie..." disse la bielorussa, ora un po' più a suo agio.
"Figurati! Dunque... In che posso esserti utile?" chiese Belgio, sorridendo amichevole alla sua ospite. Bielorussia abbassò lo sguardo e riprese ad attorcigliarsi la ciocca di capelli biondi.
"Beh... Ecco... Io... So che non ci siamo mai nemmeno guardate in faccia prima d'ora..." cominciò la slava, poi prese un bel respiro e parlò in maniera un po' più sciolta.
"Ho bisogno di... Aiuto... In campo amoroso!"
"In campo amoroso?" chiese la belga alzando un sopracciglio e guardandola perplessa. Che ci azzeccava lei... Tra Bielorussia e Russia?
"Sì... Credo di provare qualcosa per..."
"Russia?"
"Ma no! Per... Lituania!"
"Eh?"
Belgio sbatté le palpebre: questa cosa se l'era persa... Da quando la psicopatica non correva più dietro allo psicopatico slavo?
"Quindi... Sei venuta qui perché ti piace Lituania... Ma non sai come dichiararti... E vuoi che io ti dia qualche consiglio?"
"Se per te non è un problema... Insomma, mi sono resa conto che i miei metodi con Russia erano... Ehm, poco ortodossi... E così, vedendo il tuo successo con gli uomini, ho pensato che forse avresti potuto..."
"Mia cara... Ma certo che ti aiuto!" esclamò Belgio, accostandosi di più all'altra e mettendole una mano sulla spalla.
"Davvero?" chiese speranzosa Bielorussia.
"Bien sûr! Vedrai, prima di domani sera riuscirò a procurarti l'invito a cena di Lituania su un piatto d'argento... E poi tu farai il resto! Ti insegnerò tutto quello che posso insegnarti!"
"Io... Non so cosa dire..." balbettò la bielorussa al colmo della felicità "... Grazie, grazie davvero... E scusa se magari mi sono comportata male con te..."
"Ma figurati! Chissà... Magari diventiamo anche amiche!" disse la belga, prendendo i piatti vuoti e alzandosi dal divano.
Lasciò cadere lo sguardo sul vestito blu con grembiule di Bielorussia, e sospirò: forse non sarebbe stato così facile...
 
 
 
  
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