20/06/2013
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Un regalo per Sherlock Holmes
Erano ormai un paio d'ore che Sherlock camminava avanti e indietro per il salone del 221b di Baker Street. La vestaglia blu che aveva indosso contribuiva a rendere la sua figura ancora più teatrale mentre si aggirava senza posa per la stanza. Si sedeva sul divano, si sdraiava, restava lì per due secondi per poi rialzarsi freneticamente. Non riusciva a darsi pace... o meglio, era il suo cervello a non dargli pace.
Si stava annoiando terribilmente, come sempre dopo aver portato a termine un caso. Ma ormai erano passati giorni senza una chiamata di Lestrade, e lui stava impazzendo. Si sentiva come se il suo cervello stesse per surriscaldarsi ed esplodere, soprattutto quando John non era lì con lui a fargli il tè, o cercare (inutilmente) di intrattenerlo, o a urlargli contro per via dei resti biologici nel frigo. Ormai deciso ad aggiungere un paio di buchi al muro, iniziò a mettere a soqquadro tutta la sala nel tentativo di cercare la pistola di John. Una buona mezz'ora dopo, dell'arma continuava a non esserci neanche l'ombra: evidentemente John aveva cambiato nascondiglio, o se l'era portata con sé in clinica.
Seccante.
Seccante.
Spazientito, lasciò perdere la pistola e andò in cerca delle sigarette... ma non riuscì a trovare neppure quelle. Il suo coinquilino doveva averle buttate, e aveva anche scovato la sua scorta segreta nel camino.
Lasciando perdere ogni tentativo di ricerca, si lasciò cadere con poca grazia sulla poltrona. Contorcendosi per trovare una posizione comoda, cominciò a tamburellare le dita sui braccioli in un modo che avrebbe fatto saltare i nervi a chiunque.
Ancora tre ore al ritorno di John.
Tre ore e trentasette minuti più tardi, John aprì la porta dell'appartamento.
Sherlock si voltò di scatto, ancora seduto sulla poltrona nella stessa posizione di diverse ore prima:
<< Finalmen- >> cominciò prima di bloccarsi, incredulo: << John... perché hai un cane in braccio?>>.
<< Finalmen- >> cominciò prima di bloccarsi, incredulo: << John... perché hai un cane in braccio?>>.
Ancora fermo sull'uscio, l'ex medico militare lo guardava sorridente: << L'ho preso per te!>>. Sapeva che regalare un cane a Sherlock era una scelta azzardata, considerando come si scordasse di compiere azioni basilari come mangiare, bere o dormire, ma di certo un cagnolino gli avrebbe potuto tenere compagnia, e magari anche tenerlo occupato, senza che il tutto si concludesse con la morte dell'animale. O almeno John lo sperava.
D'altro canto, il detective sembrava essere di un'opinione diversa: << No! >> irruppe, alzandosi in fretta dalla poltrona e dirigendosi verso la cucina.
<< No?! >> L'amico lo guardò confuso, seguendolo in cucina.
Sherlock sbuffò: << Sai che odio ripetermi, e mi hai sentito bene la prima volta. Ho detto di no. Non voglio... quello qui! >>.
<< Come no? Ma guarda che carino! >> insistette John, chinandosi e lasciando andare il cucciolo. Una volta libero dalla sua stretta, il cagnolino si precipitò scodinzolando verso Sherlock, che dal canto suo sembrava essere molto vicino a una crisi isterica: << Sciò, via! John, levamelo di dosso! >> esclamò in tono lamentoso, guardando male il suo migliore amico.
Cinque minuti dopo, Sherlock aveva la schiena attaccata al frigo a forza di indietreggiare per evitare l'assalto del cucciolo, ma questo non aveva scoraggiato il cagnolino, che, avendolo probabilmente preso in simpatia, continuava a saltellargli intorno in cerca di coccole.
All'inevitabile scoppio di risa di John, Sherlock fulminò l'amico con lo sguardo.
<< Beh... almeno non ti annoierai più! >> concluse John, continuando a ridere.