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Autore: Cara_Sconosciuta    04/01/2008    7 recensioni
Sharpay ha tutto: una bella casa, gioielli, macchine, soldi...eppure, ne giorno del suo compleanno, non riesce ad essere felice...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sharpay Evans, Zeke Baylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storiella breve, non tra le mie migliori, nata in montagna mentre mi ibernavo…

Storiella breve, non tra le mie migliori, nata in montagna mentre mi ibernavo…. Ho voluto provare a scrivere dal punto di vista di un nuovo personaggio e ho deciso di scegliere quello più diverso da me, motivo per cui magari Sharpay risulterà un po’ OOC…

Inutile dire che la colonna sonora è “Fabulous” da High Schhol Musical 2.

Un bacio a tutti e grazie in anticipo a chi commenterà.

Ringrazio anche chi ha commentato “The piano duet”….e nemmeno a me piace leggere le drabble, ma mi pace scriverle, perché credo esprimano i sentimenti molto meglio di una fic lunga.

Temperance

 

*Fabulous*

“Iced tea imported from England,
Lifeguards imported from Spain,
Towels imported from Turkey,
Turkey imported from Maine.”

 

Oggi Sharpay Evans, ossia la sottoscritta,  compie diciotto anni.

Hip Hip Hurrà!

Oggi arriverà a casa mia un mare di gente che viene alla mia festa solo perché io sono io e non perché mi vogliono bene.

Hip Hip Hurrà!

Oggi riceverò un sacco di regali che costano tanto ma non hanno nessun valore.

Hip Hip Hurrà!

Oggi mio fratello, l’unica persona a cui tengo davvero, non sarà qui, ma a un concerto con la sua ragazza a festeggiare il suo compleanno in maniera decente, perché lui una vita ce l’ha.

Hip Hip Hurrà!

Oggi io sono qui, spalmata sul grande freddo divano della mia grande fredda casa, sperando che questa giornata passi alla velocità della luce, perché non ho nessuna voglia di recitare anche nel week-end la parte che mi sono cucita addosso a scuola.

E pensare che c’è anche chi mi invidia, perché io ho tutto.

Sì, tutto, come no…

Vorrei solo un amico sincero, uno che mi faccia un regalo scelto con cura, o anche che non me ne faccia nessuno, perché non ne ha trovato uno adatto a me.

Vorrei quello che Ryan quest’estate ha trovato in Chad e Kelsi: una persona con cui divertirsi e una con cui imparare ad amare.

Vorrei semplicemente di più di ciò che ho…

 

“I want more!”

 

Tutto questo, però, sembra così lontano da me, dalla famosa e temuta Regina di Ghiaccio della East High.

Un sogno, ecco cos’è.

Un favoloso, bellissimo, irrealizzabile sogno che tale rimarrà finché, come dice Ryan, non tirerò fuori le palle e non mi mostrerò a tutti per come sono veramente.

Facile a dirsi per lui che non ha paura di niente, che veste come vuole, che fa quello che vuole e che non pensa al giudizio degli altri.

Ironico come, fino a pochi mesi fa, tutti fossero convinti che fossi io la più forte tra noi due.

Questo dimostra che quasi nessuno sa andare davvero oltre le apparenze.

Suona il campanello…che il supplizio cominci!

Forse faccio ancora in tempo a darmi malata… tanto so già che quello che desidero davvero non entrerà da quella porta.

 

“I want fabulous

This is my simple request”

 

Apro, pronta a lasciar passare la solita folla che a malapena mi salute e che, evidentemente, aveva di meglio da fare, perché qui fuori c’è solo Zeke, con in mano una scodella Bianca e un pacchetto dorato e un mega sorriso stampato in faccia.

“Ciao, Pay..Posso chiamarti Pay, vero? Sono in ritardo?”

“No… gli altri?” Sono troppo stupita per aggiungere qualsiasi altra cosa, persino per indossare la mia maschera.

“Oh… sai, oggi c’era una partita…giocavano i Wildcats e…”

E loro hanno preferito andare là, piuttosto che trascorrere un pomeriggio a casa di una che nessuno sopporta.

La domanda è: perché Zeke invece è qui?

Ho capito… vieni.”

Mi sforzo di sorridere, la maschera diventata di colpo troppo pesante per poter essere sollevata. Sono più sola di quanto pensassi….

“Come mai tu non sei alla partita?”

“preferivo stare un po’ con te.. Attenta, quella si rovescia!” Mi avvisa, mentre prelevo i miei doni dalle sue braccia e li appoggio sul tavolo, apparecchiato con stuzzichini e bibite per un minimo di cento persone.

“Oh…grazie…”

“Lo scorso anno hai detto che ti piaceva la crême bruleé …e così te ne ho preparata un po’. Sei…sei contenta?” Mentre lo dice mi sorride e io non so cosa rispondere.

Ha pensato di preparare un dolce per me… wow…

“Grazie.”

“Forza, apri il regalo!” Sembra un bambino davanti all’albero di Natale… non avevo mai notato che fosse così…così cosa?

Che accidenti ho pensato?!

Non posso aver davvero pensato che lui è….carino….

Comunque, chissà perché, ma ho il sospetto che qui dentro non ci sia uno di quei noiosissimi bracciali Swarowsky che ricevo di solito…

Strappo velocemente la carta dorata e trovo un bastoncino dello stesso colore, cavo, con una sferetta di vetro colorato all’estremità. (io ce l’ho davvero! N.d.Tempe)

Zeke è… è… cos’è?” Chiedo, sconsolata.

Che figura…

“È un caleidoscopio.” Risponde lui. Se è offeso dalla mia ignoranza, non lo dà a vedere. “Li fa mia madre… sai, lei lavora il vetro.

“Grazie… e come funziona?”

“Devi guardarci dentro, mentre lo punti verso la luce e muovere la pallina.

Beh, non so se mi piace… ma c’è da dire che una cosa del genere non l’avevo mai ricevuta… proviamo…

Accosto il tubetto all’occhio destro, chiudendo l’altro… e una miriade di colori e forme diverse appare improvvisamente, mentre la voce di Zeke risuona nelle mie orecchie.

“Non so se ti piace, ma ho pensato che fosse adatto a te perché…beh, insomma…perché ti assomiglia…perché tu sei sempre diversa…ma sempre bellissima.

E poi i colori spariscono, mentre appoggio il caleidocoso sul tavolo e getto le braccia al collo di Zeke, piangendo come una stupida.

CosaPay, tutto bene? Non… non ti piace il regalo?”

Alzo la testa dalla sua spalla, le guance ancora rigate di lacrime e mascara…. È davvero carino….

“No, no… ah, ma guardami… devo essere orribile, altro che bellissima!”

“Ma figurati!” Esclama, asciugando le decisamente poco eleganti righe nere sulla mia faccia con il pollice.

Poi, piano piano, inclina il capo verso di me e mi bacia. Dura un secondo, non è niente di più che uno sfiorarsi di labbra incerto ma basta a farmi capire che forse poi così sola non sono.

Non avrei potuto chiedere di meglio per il mio compleanno…

"Zeke?” Chiamo, gli occhi ancora socchiusi.

“Dimmi.”

“Il tuo regalo… è favoloso.”

 

 

   
 
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