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Autore: Tamar10    20/06/2013    3 recensioni
Short introspettiva su Capitan America.
Si rifugia sulle Alpi in cerca di pace per riflettere e per ritrovare ciò che ha perso durante il suo letargo, ma ovviamente riceva la visita inaspettata di un Tony di nostra conoscenza...
NO slash!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LOST

 

Mi sveglio e mi dicono che abbiamo vinto, ma non che cosa abbiamo perso.
-Capitan America
 
Le cime innevate incombevano imponenti davanti a lui. Nonostante l'aria pungente della notte l'uomo aveva la maglietta bagnata di sudore e il respiro affannato, dovuto alle molte ore di camminata in salita.
Steve Rogers aveva imparato subito ad amare le Alpi. Amava il loro silenzio, la loro maestosità, i loro boschi ombrosi, le loro strade tortuose e più di tutto amava i paesaggi che poteva ammirare raggiunte le vette.
Non importava che fosse una mattina luminosa o la notte più buia, freddo o caldo, sole o pioggia, Steve non si faceva problemi. Camminava semplicemente fino ad arrivare nel punto più alto, poi si piazzava di fianco alla croce, presente sulla cima di ogni monte, e domandava.
Si sentiva un po' come quei ragazzi che, ad esempio, non trovano i vestiti, persi nel disordine della propria stanza, e chiedono aiuto alla mamma. Lei arriva e come per magia trova ogni cosa, anche nel bel mezzo di tutta quella confusione.
Così lui, stremato per la salita, chiedeva, inginocchiato davanti alla croce, di ritrovare ciò che aveva perso. Ma le montagne tacevano, lo guardavano dall'alto ed accoglievano silenziosamente le domande di Steve.
Il buio della notte iniziava a rischiararsi, mentre una lieve penombra iniziava a delimitare i contorni dei ciottoli sul sentiero. Accelerò il passo, contava di riuscire a salire sulla cima in tempo per vedere l'alba.
Quando riuscì quasi ad intravedere la croce, la quiete fu interrotta da un rumore di motori. Steve alzò gli occhi al cielo.
Qualcosa si stava avvicinando rapidamente, a giudicare dalle dimensioni probabilmente si trattava di un mini jet. Poi i primi raggi del sole colpirono quello oggetto non identificato e l'americano vide risplendere dei riflessi rossi e oro.
Nel giro di pochi secondi Ironman atterrò in uno spiazzo d'erba poco distante da lui.
-Ah, Capitano! Siamo nostalgici, vedo.- disse togliendosi il casco e avvicinandosi ad un piccolo monumento in marmo.
Non era molto più che una pietra con su incisi i nomi dei soldati caduti fra quei monti durante la seconda guerra mondiale.
-In effetti rifugiarsi fra delle pallosissime montagne è la classica cosa da vecchi, perfettamente nel tuo stile.- continuò con voce irritante.
Steve serrò la mascella assumendo un'espressione scontrosa.
-Davvero credevi che non ti avremmo trovato, nascosto qui sopra?- chiese Tony canzonatorio.
-Speravo avreste avuto il buon senso di lasciarmi in pace, Stark. Se me ne sono andato era perché volevo stare da solo.-
-Davvero?!- sbottò Ironman arrabbiato, -Ti è venuta una crisi di mezza età e sei venuto a fare la piccola Heidi in mezzo ai monti? Non hai pensato che qualcuno aveva bisogno di te?-
Steve chinò la testa, mentre Tony riprendeva fiato dopo la sfuriata.
-Il mondo ha bisogno di Capitan America.- sussurrò con dolore.
Per un attimo nella mente di Steve si creò la folle immagine di Tony, inginocchiato vicino a una croce, cercare Capitan America proprio come lui aveva cercato una risposta alle sue domande. Scacciò il pensiero con uno sbuffo, Tony era una persona troppo razionale per credere in Dio.
-Stai cercando nel posto sbagliato.- rispose il biondo, -Io non sono Capitan America, non più ormai.-
Girò le spalle al suo interlocutore e camminò nervosamente sul prato fresco di rugiada. Ormai i raggi del sole sbucavano dalle cime dei monti, investendo l'aria fresca con il primo calore del giorno.
Steve sentiva lo sguardo del compagno puntato sulla sua schiena e provò l'inspiegabile desiderio di raccontarsi. Con Bucky spesso parlava dei suoi sentimenti, delle sue paure, dei suoi sogni. Era stato il suo migliore amico, ma ormai era morto ed lui si era abituato a tenere tutto dentro.
Mai avrebbe immaginato di fare quel genere di confessioni a Tony Stark l'arrogante, insopportabile, insubordinato miliardario.
-Non è così semplice...ero disposto a morire. Ero morto in un certo senso, invece vengo scongelato settant'anni dopo...come un gelato rimasto in freezer troppo a lungo. È stata una grazia, eppure...-
Si interruppe puntando i suoi azzurri occhi lucidi in quelli del compagno.
-Eppure ci sono giorni in cui vorrei esser morto. Ibernato fra i ghiacci del polo per salvare la patria come un eroe. Molti hanno pianto Capitan America, ma nessuno ha mai sentito la mancanza del timido e gracile Steve Rogers. Era quello che ho sempre voluto: una morte gloriosa, ma a quanto pare non potevo neanche scegliere come morire.-
Stark si rigirava nervosamente fra le mani il casco della sua armatura. Il suo imbarazzo era quasi esilerante, si vedeva che non era abituato a trattare con le persone.
-Io non faccio parte di questo mondo.- continuò Steve, -Tutto è cambiato. È trascorsa una vita, letteralmente, e certe cose non si possono semplicemente recuperare. Delle persone che conoscevo...delle persone che amavo non è rimasta che una tomba bianca o un nome inciso su qualche monumento.- disse accennando alla pietra in marmo lì di fianco.
-Andiamo tu sei Capitan America!- esclamò Tony cercando di provocare in lui qualche reazione, -Sei la Leggenda, l'eroe della Seconda Guerra Mondiale! Non puoi semplicemente dire “grazie tante, ma penso andrò in pensione”. Anche se l'età pensionabile ce l'hai tutta...-
Steve non sembrò apprezzare il sarcasmo.
-Tu non puoi capire. Io non ho perso solo settant'anni di vita, ho perso la mia casa, i miei amici, le mie convinzioni, la mia famiglia. Mi sono schiantato negli anni 40' convinto di essere l'eroico Capitan America, mi risveglio adesso e non so più chi sono. Ho perso me stesso, Uomo di Metallo, e prima di qualsiasi altra cosa voglio ritrovarmi.-
-Fra queste montagne?- domandò Stark.
-Qui sento il richiamo della vita. Nel silenzio di questi monti riesco ad udire l'eco di chi li ha creati e vivo seguendo la bellezza di ogni nuovo giorno. Ho capito che devo partire dall'essenziale per ritrovare ciò che ero.-
Tony lo studiò a lungo sorpreso, come se si fosse accorto solo in quel momento che nascosto sotto quei capelli biondi ci fosse un cervello in grado di elaborare certi profondi pensieri.
Poi sembrò prendere una decisione e il suo volto si aprì in uno dei suoi tipici ghigni.
-Beh, buona ricerca Capitano.- disse rimettendosi il casco.
Steve annuì serio, girandosi verso il sole che ormai era alto sopra le montagne.
-Ah!- lo richiamò Ironman, -Io so chi sei in realtà.-
Il soldato lo guardò con entrambe le sopracciglia alzate, aspettando una risposta.
-Solo un semplice ragazzo di Brooklyn.-








Note:
Eccomi di nuovo qui!
L'ispirazione per questa storia mi è nata ovviamente durante una mini-vacanza sulle Alpi (la Thuille per la precisione) della serie viva la fantasia.
Spero di essere riuscita a rendere bene l'idea del paesaggio senza appesantire eccessivamente le descrizioni.
Steve mi sembra molto adatto a fare l'alpinista, ha uno spirito molto riflessivo e dedito alla natura. Insomma una brava persona.
Ho anche insistito sull'idea delle croci perché PERSONALMENTE sono una delle cose che preferisco delle gite in montagna: un posto dove sfogare la meraviglia che si prova davanti a quei paesaggi mozzafiato. Steve sembra abbastanza religioso (grazie anche al fatto di essere nato neglia anni 30') mi è sembrato naturale che si sfogasse davanti a una croce.
Io sono cristiana quindi la vedo così, poi ovviamente ognuno può pensare quello che gli pare.
Grazie a chiunque recensirà/leggerà o qualsiasi altra cosa ^^
Un bacio a tutti,
Tam :)
  
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