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Autore: keyless    20/06/2013    0 recensioni
ANGST. Ma del resto non può non essere Angst quando si parla di Mickey e Ian.
(spoiler 3x12)
Forse avrei dovuto comportarmi più da ragazzo con lui, quando ne avevo la possibilità. Forse avrei dovuto portargli dei fiori o un caffè, anche rubati, non importa, sono sicuro che avrebbe apprezzato il gesto lo stesso. Lui è fatto così. Forse avrei dovuto dargli baci più spesso e ricordargli ogni ora quanto fosse bellissimo e tenerlo per mano qualche volta. Forse così gli sarebbe andata a genio la faccenda del matrimonio e ora non saremmo arrivati a questo punto.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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don't2
Don't.






Non appena sento la porta aprirsi, qualcosa in me si accende, come ogni fottuta volta. Deve essere lui, già è sicuramente lui. Ed è strano come riesca a percepire la sua presenza anche da lontano, ma mi piace questo fatto.
Sento Mandy parlottare di qualche cavolata e non appena dice che deve andare a prendere qualcosa nella sua stanza, esco fuori dalla mia e lo invito ad entrare.
Dio, è sempre così bello. Mi sta tenendo il muso, ma non si rende conto di essere ancora più affascinante così.
" Vieni, ti faccio vedere una cosa. " - gli dico con il sorriso in faccia. Lui mi segue, anche se controvoglia. Non entra del tutto nella mia stanza, come se volesse mettere una certa distanza tra noi e ciò mi fa insospettire un pochino.
Gli comunico che ho dovuto togliere tutta la mia roba nazista perchè a Svetlana non piaceva. Quella la è davvero strana forte, qualche volta non capisco quello che gli passa per la testa, con Ian invece è sempre così facile capirci.
Lui sorride mestamente, sempre appoggiato allo stipite della porta. Lo squadro da capo a piedi, accendendo una sigaretta e aspirando lentamente.
" Comunque, lei domani sera lavora. " - comincio a parlare avvicinandomi un po' a lui, - " Perchè non riprendiamo il discorso dell'altra volta? Scommetto che lei sarà a scoparsi altri uomini, perchè non posso farlo anche io? " - gli chiedo sorridendo leggermente.
Ian fa cenno di no con la testa e per un momento mi sembra di vacillare leggermente sul posto, perchè è la prima volta che mi dice di no. E' sempre stato più che disponibile nei miei confronti, anche quando stavo male e finivo per arrabbiarmi con lui, Ian c'era sempre per me. Che cos'è cambiato?
" No, grazie. " - risponde, sempre con quella velata gentilezza che da sempre lo caratterizza. Quella gentilezza che ho sempre un po' odiato, ma che è anche una delle caratteristiche che più preferisco e invidio a Ian. Io non riesco ad essere gentile con nessuno, anche se ci provo, finisco per rispondere male a tutti , persino alle persone alle quali tengo.
" Se fai il prezioso, me lo fai venire duro, Gallagher. " - la butto sul ridere. Ma la verità è che lui me lo fa venire duro anche quando sorride semplicemente.
Non riesco davvero a capire come può pensare che io preferisca quella prostituta russa a lui. Insomma lui è così perfetto in tutto. Qualche volta mi chiedo cosa ho fatto perchè mi capitasse una persone così speciale come Ian, anche solo come conoscente. Lui ha sempre sopportato tutte le cazzate che ho fatto: a partire da quella volta che ho cercato di uccidere suo padre, a finire con il calcio che l'altro giorno gli ho tirato in bocca. E mi è stato vicino, ha preferito uno come me a molti altri ragazzi, che avrebbe potuto benissimo avere. Ha scelto me.
" Lascio la città. " - un altro brivido mi sale lungo la spina dorsale e questa volta non è per l'eccitazione, al contrario per paura.
Lascia la città? E per cosa?
" Una manifestazione per i diritti dei froci? " - non riesco proprio a parlare civilmente con lui, sfortunatamente il sangue Milkovich scorre nelle mie vene.
" Esercito. " - risponde monotono, sorriso tirato in faccia. Mi allontano leggermente da lui, la sigaretta sempre in mano, prendo in mano la lattina di Diet Coke dal mio comodino e ne bevo un sorso.
" Ah, certo. " - sorrido leggermente a questa sua affermazione. Ha sempre avuto la fissa di proteggere la sua patria e andare a combattere in qualche paese che finisce per 'stan', ma non ha mai realmente messo in pratica il suo desiderio, non credo che lo farà nemmeno questa volta, inoltre non ne ha ancora l'età, - " Devi avere diciotto anni. "
Gioca un po' con il bordo della sciarpa a righe, poi alza lo sguardo e scrolla le spalle, - " Ho trovato il modo per aggirare l'ostacolo. "
Resto un attimo titubante: non riesco a capire se sta dicendo seriamente o se sta scherzando. Spero di non averlo davvero fatto incazzare con tutta quella questione del matrimonio, ma che si aspettava che facessi? Mio padre mi avrebbe ucciso se non avessi sposato quella ragazza.
" Fai sul serio? Vuoi arruolarti? " - chiedo quindi, posando la lattina sul comodino, cercando di sembrare il più possibile rilassato, quando il mio cuore sta per scoppiare.
Non può davvero arruolarsi.
Ma a quanto pare può perchè, sempre giocando con quella dannata sciarpa, annuisce dicendo:
" Domani mattina. " - e la cosa che fa più male è che non sembra minimamente dispiaciuto. Sembra che non gli importi più niente, non ha nemmeno paura di rimetterci la vita. E tutto è solo colpa mia, perchè sono io che non riesco ad ammettere ciò che sono, nemmeno in mente, non riesco ad ammettere i miei sentimenti per quel ragazzo.
" E' una mossa davvero stupida, cazzo. " - dico, avvicinandomi nuovamente a lui, - " Per quanto tempo? " - chiedo poi, ma le mie orecchie non vogliono davvero sentire la risposta. Un mese, due mesi, un anno, qualunque porzione di tempo sarebbe troppa passata senza di lui.
Così quando finalmente risponde, sempre disinvolto, sfidandomi con gli occhi e scrollando le spalle, resto un attimo senza voce. Il mio cuore smette di pompare sangue per qualche secondo credo, perchè non riesco più a percepire niente.
Avevo detto che un anno sarebbe stato troppo tempo senza di lui e allora quattro anni come saranno? Quattro fottuti anni? Se sopravviverà, certo, se no è per sempre. E solo il pensiero di non rivederlo mai più mi massacra dentro. Il suo sorriso, gli occhi dal colore indefinito, le braccia forti, le lentiggini sparse sul viso magro... non credo che riuscirò a sopravvivere all'idea di non vederli mai più.
E anche il sesso mi mancherà. No anzi, non il sesso, perchè da un po' di tempo non è più sesso, è amore. Forse è sempre stato amore, dalla prima volta, proprio in questo schifo di stanza e io non ho mai avuto le palle per ammettere che non mi piaceva solo il fatto di farmi scopare da qualcuno, ma farmi scopare da lui.
Mi accorgo di essere stato zitto per troppo tempo quando gli occhi di Ian sono ben fissi sulla mia figura, indagadrici e provocatori. Non l'ho mai visto così menefreghista sinceramente, ma non pesso di avere la possibilità di lamentarmi, perchè se è così è solo per colpa mia.
" Che cosa speri che ti dica, di non andare? Che ti corra dietro come una troietta? " - e sinceramente lo farei, Dio, lo pregherei anche in ginocchio. Ma la mia maschera da duro non mi abbandona nemmeno per un secondo, così finisco anche per rovinare l'unica possibilità che avevo di farlo restare.
Forse avrei dovuto comportarmi più da ragazzo con lui, quando ne avevo la possibilità. Forse avrei dovuto portargli dei fiori o un caffè, anche rubati, non importa, sono sicuro che avrebbe apprezzato il gesto lo stesso. Lui è fatto così. Forse avrei dovuto dargli baci più spesso e ricordargli ogni ora quanto fosse bellissimo e tenerlo per mano qualche volta. Forse così gli sarebbe andata a genio la faccenda del matrimonio e ora non saremmo arrivati a questo punto.
" Non sono venuto per te. " - si volta e fa per andarsene. E' solo il fatto che non posso davvero lasciarlo andare senza lottare nemmeno un po' per averlo a far aprire la mia bocca e farmi abbassare lo sguardo.
" Non farlo... " - è quasi un sussurro quello che esce dalle mie labbra, ma per fortuna Ian pare sentirlo e si volta nuovamente nella mia direzione.
" Non fare cosa? " - chiede come se non lo sapesse. Certo che lo sa, vuole solo che glielo dica io. E infondo so che non è così difficile, sono solo due parole.
Ti amo. Ti amo. Ti amo. Non andare. Non andare. Non andare. Ti prego. Ti prego. Ti prego. Non ce la faccio senza di te, Ian.
Ora un bel respiro e glielo dici, okay? Ti amo, non è poi così difficile.
" Solo... " - e tutti i miei buoni propositi vanno a rotoli perchè la mia voce si rifiuta di uscire e l'aria sembra mancare per qualche secondo.
Sono un codardo, un fottuto codardo senza palle.
Faccio un leggero movimento con la testa, cercando di fargli capire così che non voglio che se ne vada, ne ora, ne mai. Ma lui sorride, sempre mestamente, ed esce definitivamente dalla mia stanza e probabilmente dalla mia vita, per sempre.
Sento mia sorella chiedergli qualcosa e poi dirgli di aspettarla fuori. Mi siedo sul letto e provo a non pensare al fatto che probabilmente ho appena mandato a puttane la cosa più bella che mi sia mai capitata in vita mia.
Tornerà, okay? Dice sempre di volersi arruolare, ma poi tanto non lo fa mai.
Una lacrima mi scivola sulla guancia e subito l'asciugo. Non c'è bisogno di piangere, tanto tornerà, no?
Sento mia sorella entrare in stanza e guardarmi in modo accusatorio, come se già sentirmi un completo coglione non bastasse.
" E tu che cazzo vuoi? " - urlo, cercando di farle capire che non mi serve una sua predica su quanto io sia idiota e tutto, già so di esserlo.
" Davvero? E' questo tutto quello che hai da dirgli? " - chiede con tono critico. Anche se sono di schiena, posso sentire il suo sguardo freddo su di me.
" Sei una fighetta del cazzo! " - e fa male anche questo. Essere chiamato fighetta dalla tua stessa sorella e non poterti nemmeno incazzare con lei, perchè è la pura verità. E' così che si definiscono le persone che hanno paura di combattere per quello in cui credono, per quello che amano, fighette.
E Dio, vorrei che fosse davvero così facile come sembra dire 'Ti amo' ad una persona, no dire 'Ti amo' ad Ian, ma non lo è.
" Fanculo. " - sospiro e mi copro gli occhi pieni di lacrime con le mani.
Ti amo, Ian. Dio solo sa quanto ti amo. Ma ho bisogno di tempo per riuscire a capirlo, non sono proprio abituato a provare questo genere di sentimenti. Buffo perchè il tempo è tutto quello che non abbiamo in questo momento. Tu te ne andrai domani mattina, nel migliore dei casi ritornerai e sposerai un uomo che ti merita, nel peggiore i tuoi resti verranno spediti ai tuoi famigliari e Dio solo saprà se sono veramente tuoi o di qualche altro ragazzino coraggioso, morto per la patria. In tutti e due i casi io ci starò di merda comunque, ma me lo merito del resto.
Io, Mickie Milkovich, sono niente che una fighetta del cazzo e lo rimarrò fino alla fine della mia fottuta vita.




Angolo dell'Autrice:

Okay non so che dire, solo che mi si spezza il cuore ogni volta che scrivo di questi due, ma non riesco a smettere di farlo.
E niente, grazie per aver letto :)
<3
  
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