Capitolo Dodicesimo - Presentatori Immortali, Televendite Pro-Depressione & Ciclisti Inutili
Salve a tutti lettori che ancora vi ostinate a leggere questa... ehm storia? Guardate che nessuno vi tiene legati e vi costringe a fare niente (o almeno credo).
Comunque sia, sono peni vostri. Oggi vorrei iniziare con un argomento molto toccante. Toccante non perché è triste... ma perché si tocca molto, ovvero la graziosissima e vecchia di trent’anni... pubblicità della Emin-Flex.
Cioè... ma vi pare che da trenta lunghi fottuti anni trasmettano sempre la stessa pubblicità? E il “presentatore” non invecchia mai... perché? Mio Dio, ci sono due spiegazioni: O il presentatore è Matusalemme oppure è Benjamin Button. Vi rendete conto che pubblicità inutili? Mi giocherei l’intera gamba destra che non hanno ricevuto nemmeno uno straccio di telefonata in quei trent’anni, eccetto quelle della mamma del presentatore che voleva avvertirlo di muoversi perché altrimenti la pasta col formaggino si sarebbe raffreddata. Sapete quante cose si possono fare in trent’anni? Trovare un lavoro, farsi una famiglia... guardare un video di YouTube dove non c’è il pulsante Salta Annuncio. Ma la cosa che più mi urta di questa pubblicità, sono quelle “vallette” (sempre da virgolette ovviamente) che non fanno altro che toccare, accarezzare e strusciarsi contro quei materassi manco fossero delle gatte in calore.
Ma vi assicuro che le televendite più trivellamaroni, non sono quelle di Emin-Flex bensì quelle di Media-Shopping. Perché? Analizziamole fase per fase.
1. La televendita dura non meno di dieci minuti (e questo ha fatto cadere in depressione qualcosa come... mezza Italia), però, in questo lasso di tempo, non è che continuano a sponsorizzare cose diverse... NO! Ripetono all’infinito le caratteristiche di uno stesso prodotto almeno quattro volte. Avrò detto anche molte cazzate nei primi 12 capitoli, ma questa è la verità più sconcertante che potessi scrivervi. Fateci caso voi stessi (ma attenti a non cadere in depressione anche voi).
2.La “presentatrice” della televendita, ovvero quella tettona, bionda, palestrata con l’accento slovacco, oppure quel presentatore dal fisico scolpito nella pietra, capelli disordinati e sexy, occhi penetranti e sempre accento slovacco, non fanno altro che intervistare PALESEMENTE degli attori che leggono chiaramente cosa devono dire su un globo montato in lontananza. L’occhio più acuto potrebbe anche vedere e pupille che si muovono man mano che legge quello che deve dire. Le frasi più ricorrente sono queste: Odiavo andare in palestra, ma con AB Rocket mi bastano solo pochi minuti al giorno per avere un fisico da leoni; Fare gli addominali non è mai stato più divertente... basta parlare di attori che non sanno recitare, sento che la depressione sta catturando anche me.
3.I prezzi. Adesso vi chiederete: cosa c’entrano i prezzi? Ve lo spiego subito. Quando per la PRIMISSIMA e dico PRIMISSIMA volta, un prodotto Media-Shopping appare in TV... è già scontato. Se è la prima volta che quel prodotto appare in TV, come fate a mettere già uno sconto? Faccio un esempio: Mazza Trivellamaroni Multiuso, invece di 120.000, la trovate a 100.000. Affrettatevi (che poi alla fine non c’è nemmeno bisogno di affrettarsi, tanto quei prodotti faranno la stessa fine di Emin-Flex)! Non so se avete afferrato quello che voglio dirvi. In parole ancora più semplici: Mettono gli sconti ancor prima di mettere il prodotto in vendita. E questa è una palesissima strategia di marketing. La cara vecchia signora di 60 anni che guarda la televendita dovrebbe pensare: “Oh acciderbolina, il frullapatate è scontato di 20 euro, devo affrettarmi a comprarlo.”
Comunque sia... basta parlare di televendite. Non preoccupatevi, non sono così cattivo da concludere il capitolo così, non voglio lasciarvi mica con l’amaro in bocca. Allora parlo brevemente della vecchia pubblicità dell’Esta-thè. Ma si, quella dove tutti quei ciclisti mandano a fanculo l’intera gara per seguire un camion di esta-thè, per poi svaligiarlo come dei terroristi. Tra quella mandria di teste bacate, c’è almeno un idiota che se ne frega del tè (per quanto sia buono) e continua a correre vincendo la gara? NO? Bé, non mi sorprende, dopotutto siamo in una pubblicità, dove il quoziente intellettivo di ogni attore è 10.
E per oggi era tutto... si, mi fa male il fegato. Per uno come me che odia le pubblicità, mettersi a parlare di queste, è davvero doloroso. Quindi apprezzate o vi faccio sprofondare nel più recondito e doloroso girone dell’inferno... ah, e buona estate c:
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Adesso scusate, partecipo al Giro D’Italia. Sapete... ho finito il tè.