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Autore: maple    21/06/2013    3 recensioni
Dragoon Lake è uno splendido lago, situato nel mezzo di un bosco. Un tempo vi sorgeva un campeggio, ma per motivi di sicurezza è stato spostato di un paio di chilometri.
Ora nessuno frequenta più il lago, ad eccezione di Taylor e Clay
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dragoon Lake


Era un giorno come tanti di Luglio. Taylor camminava spedita tra i sentieri fangosi del bosco. Conosceva a memoria quelle piccole stradine circondate da imponenti alberi. Come ogni anno i genitori avevano insistito per mandarla al Dragoon Camp, un campeggio pullolante di quattordicenni in preda agi ormoni che non facevano altro che importunarla.
Aveva diciassette anni all'epoca e i genitori continuavano a spedirla in quello stupido campeggio tutte le estati. Non c'erano ragazzi della sua età, quindi inizialmente l'idea di continuare a frequentare quel campeggio la disgustava, ma poi scoprì Dragoon Lake. Il lago dove un tempo sorgeva il campeggio. Ormai non restava altro che baracche diroccate, canoe rovinate poggiate vicino la riva e un cartello di legno con scritto a caratteri cubitali il nome del lago che cadeva letteralmente a pezzi.
Una ventina d'anni prima un campeggiatore aveva rischiato di affogare nelle acque del lago, quindi la direzione era stata obbligata a spostare il campeggio qualche chilometro a sud e far cadere quella meravigliosa distesa d'acqua nel dimenticatoio.
Taylor l'aveva scoperta due mesi prima, era scappata cercando di evitare gli stupidi giochi di gruppo organizzati dagli animatri e si era ritrovata lì.
Da quel giorno ogni mattina si incamminava verso il lago e ci passava tutto il giorno. Aveva rimediato anche una vecchia amaca e l'aveva appesa tra due querce, visto che di lettini o luoghi per sdraiarsi non ce n'era neanche l'ombra.
Non era un posto curato e splendente, ma quando era lì si sentiva bene. Era come isolata dal mondo, poteva rilassarsi, senza nessuna preoccupazione.
Credeva di essere l'unica a conoscenza di quel posto ormai, ma si sbagliava.
Come ogni giorno si avvicinò alla grande amaca rattoppata, ma quando arrivò lì davanti trovò una spiacevole sorpresa ad attenderla.
Un ragazzo si era addormentato sulla sua amaca. E per di più russava rumorosamente, distruggendo l'atmosfera rilassante. Qualcuno che non fosse lei aveva scoperto il suo rifugio.
"Scusami" Disse Taylor picchiettando delicatamente sulla spalla de ragazzo, che però continuava imperterrito a dormire. Taylor continuò a lungo, ma si accorse che così non avrebbe ottenuto niente.
"Sveglia!" Urlò nell'orecchio del ragazzo che si svegliò di soprassalto.
" Ma sei matta?" Chiese il ragazzo sistemandosi il ciuffo nero, che avrebbe dovuto essere sparato in aria, ma che ricadeva sulla sua fronte " Mi hai fatto spaventare" Continuò il ragazzo chiudendo gli occhi verdi, probabilmente intento di riprendere il suo sonnellino. La bionda sbuffò rumorosamente incrociando le braccia al petto.
" E' la mia amaca." Disse indicando dove era sdraiato il ragazzo "Come lo è l'albero, il lago, le canoe e tutto ciò che c'è qui" Aggiunse. In realtà sapeva che quel posto non le apparteneva, ma non voleva che la permanenza di quel ragazzo durasse ancora a lungo.
" Il lago non appartiene a nessuno; è stato abbandonato anni fa, solo perché nessuno lo conosci da più tempo non vuol dire che sia di tua proprieta " Rispose il ragazzo alzandosi in piedi e stiracchiandosi per bene. Taylor ammutolì, non sapeva cosa dire. "Quindi, se hai intenzione di continuare a venire qui dovrai dovrai sopportarmi" Aggiunse il moro.
"Ok" Rispose Taylor, in fondo il c'era molto spazio e loro erano solo due. Avrebbero potuto continuare ad andare lì entrambi senza neanche incontrarsi.
"Posso sapere il tuo nome?" Chiese il nuovo "coininquilino" di Taylor.
" Taylor Swift"
" Clay Clums " Rispose il ragazzo prendendole la mano.

Contrariamente a quello che si può pensare, in poco tempo, Clay e Taylor divennero amici, grandi amici.
Quell'estate, tra scherzi,risate e chi più ne ha più ne metta, finì in fretta, ma ci fu un giorno, che spinse Taylor a pensare che quella che si fosse instaurata tra loro fosse più di una semplice amicizia estiva, di quelle che in inverno sono già state dimenticate.
" Taylor! "Urlò Clay quel giorno vedendola arrivare. Era appena uscito dall'acqua e, come ogni stupido amico che si rispetti, le era corso incontro, in modo da poterla bagnare completamente.
Sul volto della ragazza era comparsa un espressione tra la collera e lo shock, ma subito dopo era stata sostituita da un sorriso beffardo, quando aveva spinto Clay, facendolo rovinosamente cadere e cospargere di terra.
Tra scherzi del genere e battute la mattinata era trascorsa velocemente.
I due ragazzi ora si ritrovavano immersi nel lago, intenti a rilassarsi.
"Sai " Inizio Clay titubante, come se volesse dire qualcosa di serio. Taylor, sentendo l'amico parlare, si voltò verso di lui e alzò i giganteschi occhiali da sole in modo da poterlo guardare negli occhi. " Oggi è l'ultimo giorno che passiamo qui " Continuò il ragazzo. Questo pensiero non aveva minimamente sfiorato la mente di Taylor. A quelle parole entrambi si rattristiscono; avevano giurato entrambi molte volte che l'anno successivo si sarebbero rivisti, ma sapevano che non avrebbero mantenuto la promessa.
Clay prese coraggio. Doveva riuscire a dire a Taylor la verità. Doveva dirle che quella mattina aveva occupato la sua amaca solo per poter attirare la sua attenzione e conoscerla, che gli anni precedenti l'aveva sempre osservata da lontano; doveva dirgli che si era innamorato di lei. Avrebbe dovuto farlo molto tempo prima, ma c'era sempre qualcosa che lo fermava.
Intanto la bionda, che aspettava quelle fatidiche parole da mesi, restava impassibile, aspettando che Clay si decidesse a parlare.
" Credo di essermi innamorato di te " Disse Clay all'improvviso, strizzando gli occhi, come quando da bambino i tuoi scoprono che hai combinato l'ennesimo disastro e, mentre ti rimproverano, aspetti in silenzio la sberla che sta per arrivare.
Ma la reazione dell'altra fu completamente diversa da quella che aveva immaginato. Un semplice bacio a stampo. Non molto, ma il necessario per capire che il sentimento era ricambiato. Non servivano grandi parole come 'Ti amo'; si conoscevano da troppo poco, quella frase avrebbe perso il suo significato.
Un semplice bacio prima di uscire dall'acqua, raccattare le proprie cose e addentrarsi nel bosco, sapendo che non l'avrebbe più rivista.



Lunga vita agli umpa lumpa


Vi avviso, neanche io so da dove mi è uscita questa minuscola OS.
Volevo cambiare senzione nella quale scrivere e quella di Taylor mi è sembrata la più adatta a me; ammetto di non essere una Swifties, ma amo le sue canzoni.
Quindi questa più che altro è una prova.
Se avete cinque minuti di tempo recensite, giusto per dire a una pazza isterica che scrive malissimo e che deve tornarsene strisciando nella sezione One Direction.

  
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