Mi guardai attorno. Vidi una stanza piena di ricordi, ma allo stesso tempo vuota. Quei ricordi ormai non significavano piu' niente, avevo perso l'essenziale.
''Sono veramente un idiota'' , pensai , dopo che lei andò via. Uno dei tanti litigi, che messi assieme ci hanno divisi.
Non volevo perderla, era ormai un mese che non la vedevo più, un mese in cui mi sembrava di non aver vissuto.
Decisi di prendere in mano la situazione. Apri il vecchio cassetto, della scrivania dove di solito scrivo alcuni versi. Presi quella scatola, dentro la quale c'era l'anello di mia madre. Un anello molto fine, adatto a delle dita molto affusolate.
Sali' sul mio camioncino, e a tutta velocità andai a casa di Spencer.
Il campanello era rotto, quindi decisi di chiamarla, gridando il suo nome. Spencer scese abbastanza in fretta.
Appenà la vidi, sul mio viso era apparso un sorriso. Mi inginocchiai:
-Spencer, so di non essere il ragazzo perfetto, so di non essere quello che tu da piccola sognavi, e so di avere i miei difetti, ma so anche che ti amo, come non ho mai amato nessuno.
Apri la scatola, e le chiesi se avrebbe voluto passare il resto della vita con me.
Lei senza dire niente, con una lacrima che scendeva sulla guancia, mi baciò, e quel bacio fu infinito.