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Autore: Kirara    05/01/2008    13 recensioni
Una missione, così la considerava all’inizio, quando ancora era troppo preso nell’eseguire gli ordini venuti dall’alto. Quando ancora la sua mente di ragazzo dal passato oscuro, era offuscata dalle armi e dal suo compito. Ma con lo scorrere del tempo, trascorrendo ogni giorno ad osservarla, ad ascoltare la sua voce, il suo respiro, sentendola piangere spaventata nascondere il viso fra le sue braccia e correre di fretta nel suo appartamento alla ricerca di protezione, il Sergente Sosuke Sagara, dovette ricredersi e cominciò a fare i conti con sensazioni mai provate prima.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sousuke Sagara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Avvertenze per coloro che leggeranno. In questa OneShot-SongFic, vengono fatti alcuni riferimenti alla terza serie di FullMetal Panic, ovvero FMP-the second reid. Questa serie non è ancora stata trasmessa su Mtv e di conseguenza ci sono alcuni spoiler per chi non l’ha mai vista. Io l’ho scaricata in Japponese con i sottotitoli.

Bene, ora ke vi ho avvisati, buona lettura!*

 

 

*§*§*§*§

 

 

…Everytime we touch…

…Tutte le volte che ci sfioriamo…

 

È davvero brutto aver trascorso parte della vita reprimendo i propri sentimenti, o meglio senza sapere cosa significasse provarne.

Lui si era sempre e solo limitato ad eseguire gli ordini dei suoi superiori e le uniche parole piene di significato che conosceva, erano “Affermativo” e “Negativo”, il resto era solo un contorno.

Pensava di dover finire i suoi giorni combattendo per quell’organizzazione che l’aveva accolto quando era solo un ragazzino e che senza farsi troppi scrupoli, gli aveva messo fin da subito un fucile in mano.

Pensava che gli unici amici che avrebbe avuto, sarebbero stati Kurz Weber e Melissa Mao, persone con le quali oltre al campo militare, non trovavi altro argomento per parlare; non che la cosa gli dispiacesse, visto che lui stesso era un Genio a riguardo.

Ma si sbagliava, Sosuke Sagara si sbagliava.

Conobbe lei, Kaname Chidori, la nuova Whispered da proteggere.

Una fra le ragazze più popolari del liceo.

Infinitamente bella, con un carattere che spesso si avvicinava a quello di un folle assassino, ma comunque bellissima e sorridente.

Una missione, così la considerava all’inizio, quando ancora era troppo preso nell’eseguire gli ordini venuti dall’alto. Quando ancora la sua mente di ragazzo dal passato oscuro, era offuscata dalle armi e dal suo compito.

Ma con lo scorrere del tempo, trascorrendo ogni giorno ad osservarla, ad ascoltare la sua voce, il suo respiro, sentendola piangere spaventata nascondere il viso fra le sue braccia e correre di fretta nel suo appartamento alla ricerca di protezione, il Sergente Sosuke Sagara, dovette ricredersi e cominciò a fare i conti con sensazioni mai provate prima.

Quella ragazza non era solo una missione, bensì tutto ciò di più caro e bello che avesse sulla terra e fu proprio per questo motivo che quel giorno, quando Teletha Testarossa gli chiese se era davvero convinto della scelta fatta, Sagara rispose “Affermativo, voglio proseguire come un semplice studente.”.

Perché già una volta la Mithrill gli aveva ordinato di rientrare alla base di Merida e di lasciare Kaname sotto la custodia segreta di un altro agente e si era reso conto che LUI senza Kaname, non era nessuno.

Non voleva più trascorrere la sua giovinezza imbracciando fucili e sparando alla gente, aveva appena 17 anni e davanti a lui un’intera vita, così con una sicurezza tale mai avuta neppure durante un combattimento, lasciò il suo incarico di Soldato della Mithrill per poter stare accanto a lei.

Accanto a quella ragazza che aveva pianto, urlato e corso solo per lui, solo per poterlo rivedere.

Ma come già detto, esprimere certi sentimenti è difficile quando non sei abituato e ancora una volta, quella mattina, quando Kaname gli si era gettata al petto, dicendo che non l’avrebbe mai perdonato per averla lasciata sola, Sosuke non riuscì a lasciarsi andare, non riuscì ad abbracciarla. Avrebbe voluto stringere a sé quel corpo fragile di ragazza, stringerla e farle capire che mai più sarebbe stata sola, mai più l’avrebbe abbandonata, ma non ci riuscì, solo un banale “Stai tranquilla…” uscì dalle sue labbra.

 

***

 

 

I still hear your voice when you sleep next to me
I still feel your touch in my dreams
Forgive me my weakness but I don’t know why
Without you it’s hard to survive


Si trovavano nello stesso letto, a casa di lui. Kaname trascorreva sempre più tempo nell’appartamento dell’ex-soldato.

“Ho paura di svegliarmi una mattina e nell’aprire la porta di casa tua, scoprire che te ne sei andato ancora una volta…” continuava a ripetergli.

Si girò nel letto molto lentamente, facendo attenzione a non svegliare colei che così beatamente gli dormiva accanto; accadeva spesso che durante la notte, o per un motivo o per un altro, i piedi di Kaname finissero attorcigliati a quelli di Sosuke, oppure lei, rigirandosi, abbracciasse inconsciamente il giovane, posando il viso sulla sua spalla, causando il lui un enorme imbarazzo.

Era tremendamente difficile dover convivere con quei sentimenti, difficile cercare di allontanarla dal suo cuore, cercando di mantenere la sua solita freddezza.

Ma ogni volta che lei per caso lo sfiorava, ogni volta che si gettava fra le sue braccia, spaventata anche solo per una sciocchezza come poteva essere un film horror, Sosuke provava una strana sensazione di sollievo, come se solo il tuo tocco potesse lavar via la sua costante inquietudine. Solo lei.

Faceva caldo, troppo caldo e le bianche lenzuola così delicatamente appoggiate sul corpo di Kaname, risaltavano ancora di più le sue forme; i fianchi, la schiena, le spalle, le gambe.

Sosuke scosse il capo.

Un piccolo rivolo di sudore scese piano sulla fronte.

No, quella notte era impossibile dormire, proprio non ce la faceva, decise quindi di sgattaiolare silenziosamente fuori dalla stanza ed andare in cucina a bere qualcosa.

Appoggiò le mani sul lavello, godendo per qualche secondo del freddo dell’acciaio.

Alzò la testa ed allungando il braccio sinistro aprì il frigo, afferrando una bottiglia d’acqua; se la passò lentamente dietro al collo e sulla testa, cercando di lenire quella strana sensazione di malessere.

Svitando il tappo di plastica, prese ad osservare fuori dalla finestra le mille luci della via in cui abitava e fu solo nel preciso istante in cui posò le labbra sul cono della bottiglia, che vide un’immagine familiare riflessa nel vetro.

“Chi-Chidori…-balbettò rigirandosi- è tardi, perché non sei a letto?” le chiese.

La giovane avanzò di qualche passo.

“Ti ho sentito mentre stavi uscendo dalla camera…mi sono spaventata, pensavo ci fosse qualche problema…”

“Negativo, scusami se ti ho svegliata è che avevo caldo…”

Lei annuì.

“Si, hai ragione, fa molto caldo…”

Legò indietro i capelli e con la sua solita aria sicura, si avvicinò a Sagara.

“Ho sete, posso bere anche io?” domandò afferrando la bottiglia.

Le loro mani si sfiorarono.

 

 

‘cuz everytime we touch,
I get this feeling,
and everytime we kiss,
I swear I could fly,
Can’t you feel my heart beat fast,
I want this to last,
Need you by my side.
‘Cause every time we touch,
I feel this static,
And every time we kiss,
I reach for the sky,
Can’t you feel my heart beat so,
I can’t let you go,
Want you in my life.


“S-s-si…tieni…”

Sosuke si spostò lateralmente, ancora una volta quel contatto l’aveva turbato.

Perché diavolo in quel periodo stare accanto a Kaname gli provocava certe reazioni? Non era da lui, lui che sempre aveva avuto ogni situazione sotto controllo.

Kaname appoggiò la bottiglia sul tavolo.

“A dire il vero…mi sono svegliata perché…perché per un attimo ho temuto volessi andartene via…” confessò abbassando il capo.

“Andarmene via? Chidori no…te l’ho detto non accadrà più. Ormai lavoro solo marginalmente per la Mithril, sanno che voglio essere un comune studente e che ho deciso di continuare a proteggerti…”

Lei sorrise, fece qualche passo in avanti e si lasciò andare contro il petto dell’ex-sergente.

Ancora. Ancora confusione e smarrimento.

“Scusami se ti sembro assillante, scusami se non faccio altro che ripetertelo, ma quella volta, quando sono venuta qui a cercarti e ho trovato tutto vuoto, io beh…io mi sono sentita come fossi già morta. Ero paralizzata dal terrore e ad ogni minimo rumore, pensavo fosse qualcuno pronto ad uccidermi…io…io non voglio mai più sentirmi così…voglio solo te.”

Sentì il cuore di Sosuke aumentare velocemente i battiti, sembrava un treno in folle corsa.

Alzò la testa.

“Sagara…il tuo cuore…”

“Le parole che mi hai detto, sono…sono molto belle. Grazie Chidori…” cercò di giustificare quell’improvviso cambiamento di battito cardiaco.

Divenne ancora più caldo di prima.

Sosuke cominciò a sudare, le sue mani tremavano come foglie e per un attimo si sentì del tutto indifeso.

“Per favore Sosuke, abbracciami, ho bisogno di sentirti vicino…è l’unica cosa che ti chiedo…voglio solo sentire il tuo corpo contro il mio, per rendermi conto che questo non è solo un sogno…e che quando domani mi sveglierò, tu sarai accanto a me…”

 

 

Your arms are my castle
Your heart is my sky
They wipe away tears that I cry
The good and the bad times
We’ve been through them all
You make me rise when I fall



“Chidori io…”

Alzò le braccia sfiorando delicatamente la maglietta della giovane, le accarezzò i capelli; quanto era difficile per lui lasciarsi andare.

La ragazza si aggrappò alla canottiera di Sosuke aspettando di sentire le sue braccia attorno alla schiena. Sospirò.

“Sai, Sagara, ricordi quando quel giorno a scuola dissi che avevo una cosa molto importante da dirti?” domandò posando nuovamente la testa contro il suo petto.

“Affermativo…” rispose lui.

Kaname tirò un nuovo lungo respiro e questa volta, fu il suo cuore ad intraprendere una corsa veloce.

“Io…io…volevo dirti davvero una cosa importante…”

“Ti ascolto.”

Un lungo ed interminabile silenzio, trascorso l’uno contro l’altro, seguendo i propri respiri.

“Ti amo…” bisbigliò Kaname.

In quel preciso istante, nel momento in cui lei terminò di pronunciare quelle due semplici parole, per Sosuke il riflesso fu incondizionato, agì senza rendersene conto; strinse a sé la giovane, la strinse fortissimo come per paura che qualcuno potesse strappargliela via.

La sensazione che provò in quel momento fu bellissima.

Sentì dentro di lui generarsi una nuova forza e per un attimo ebbe l’impressione di volare.

Dunque era questo quello che si provava nel tenere stretta a sé la persona alla quale si tiene più di ogni altra cosa sulla terra. È questo il sentimento che scaturisce nel capire che solo lei è in grado di renderti felice.

 

 

'Cuz every time we touch,
I get this feeling,
and every time we kiss,
I swear i can fly,
Can't you feel my heart beat fa
st,
I want this to last,
need you by my side
'Cuz every time we touch,
I feel this static,
And every time we kiss,
I reach for the sky,
Can't you fell my heart beat so,
I can't let you go,
want you in my life,

Kaname alzò la testa ed incontrò gli occhi freddi di Sosuke, li sentì scrutare dentro i suoi. Si distaccò dall’abbraccio del ragazzo e fece un passo indietro.

“Perdonami, che stupida che sono…non avrei dovuto dirti quello che provavo per te, sicuramente non hai tempo per certe cose e forse neanche ti interessava saperlo…io…io…forse è meglio che ritorni nel mio appartamento…”

Fece per voltarsi, ma Sagara la bloccò, afferrandola per le spalle e tirandola a sé.

“Adesso sei tu quella che non deve andarsene e lasciarmi solo…”

Mise una mano sotto il mento di lei, costringendola ad alzare il viso.

“Ma io…veramente…”

Non le diede neppure il tempo di formulare una risposta sensata, non le diede il tempo per divincolarsi o controbattere; Kaname sentì le labbra di Sosuke premute con sicurezza sulle sue, sentì il suo sapore e il suo profumo inconfondibile, sentì le grandi mani di lui accarezzarle la schiena con estrema dolcezza.

“Ti amo anche io Kaname… -la prima volta che forse l’aveva chiamata per nome- infinitamente…” concluse baciandola ancora.

Una lacrima scese lenta sul giovane viso della ragazza e si lasciò andare a quel lungo bacio.

Era questo che teneva dentro da tanto, il suo grande amore per Chidori e forse già da tempo avrebbe dovuto rendersi conto dei suoi sentimenti, ma ora non era più importante, perché erano insieme, erano l’uno la forza dell’altro.

Si amavano, si erano sempre amati. Sarebbe stato per sempre.

 

 

'Cause every time we touch,
I get this feeling,
And every time we kiss,
I swear I could fly,
Can't you feel my heart beat fast,
I want this to last,
Need you by my side.



 

 

*Cascada-Everytime we touch.

Fate sapere se vi è piaciuta capito? Ci tengo! Un bacio…Aly.

   
 
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