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Autore: _SamanthadettaSam_    22/06/2013    5 recensioni
"Gli Otherkin sono persone che sentono il proprio spirito legato a quello di alcuni animali..."
Da questa piccola frase letta in una pagina di Wikipedia è nata questa long Fantasy. Vi ho incuriosito?
Bhè che aspettate a leggere!
Buona lettura a tutti ^^
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Otherkin - Capitolo 23

La mattina portò una fresca nevicata che ricoprì le ceneri di Campo Omega completamente, ridipingendo il panorama di bianco. Dawn aprì i suoi occhioni blu cobalto, trovandosi davanti il soffitto grigio della grotta. Si alzò a sedere faticosamente, reggendosi la testa con la mano.
Quella notte l’aveva passata insonne, subito dopo l’incubo.

*Inizio incubo*

Si trovava in un’immensa sala di un castello di cristallo, intorno a lei i corpi senza vita di tutti gli Otherkin che aveva conosciuto. Il suo viso era rigato da grandi lacrime e agitava la sua spada nell’aria, come se stesse combattendo con qualcuno. All’improvviso venne circondata dalle fiamme; il calore era insopportabile e la ragazza faticava a restare in piedi. Due grandi iridi scarlatte e un mostruoso ruggito furono le ultime cose che vide e che sentì prima di cadere a terra, stremata dal calore e dalla profonda ferita allo stomaco.

*Fine incubo*

Più ci pensava e più la sua paura aumentava. Cominciò a lisciarsi i capelli con le mani, per rassicurarsi. Quando però prese una ciocca in particolare si fermò: si era impigliata in qualcosa.
Si girò e con sua grande sorpresa vide quella ciocca stretta tra le dita di Scott, ancora dormiente.
Un dolce sorriso comparve sul suo volto osservando il ragazzo. Era la prima volta che lo vedeva dormire così profondamente. Prima sul suo volto c’era sempre un’ombra d’inquietudine ma in quel momento, l’ombra era scomparsa.
Questo voleva dire che il medaglione aveva fatto il suo dovere.
Si avvicinò a lui, liberò i capelli dalla sua presa, gli donò un piccolo bacio sul naso e si alzò. Cominciò a indossare la sua armatura facendo molta attenzione a non svegliare gli altri, dato che era l’unica ad essersi alzata a quell’ora. Si legò in vita la spada e si mise in spalla l’arco e la fenetra.
All’improvviso due mani dietro di lei cominciarono a legarle i capelli.
Non c’era bisogno di girarsi per capire che era Sierra e infatti la conferma di questo arrivò subito con la sua voce.
- Nervosa? –
- Un po’. Ho paura di non farcela. – Era la prima volta che esternava questa sua preoccupazione, ma aveva bisogno di dirlo a qualcuno.
Sierra finì di legarle i capelli, la guardò negli occhi, la sorrise e l’abbracciò.
- Ti guarderò le spalle io, tranquilla. Dov’è il tuo medaglione? – Le chiese stranita, non trovando il monile al collo della bionda.
La Prescelta volse il capo verso Scott che sbadigliava, alzando le braccia al cielo per sgranchirsi.
- Il medaglione lo ha protetto da altri attacchi nel sonno da parte della strega. – Spiegò brevemente.
La ragazza la guardò per un po’, poi le sorrise e andò a raccogliere le sue armi.
La bionda si concesse qualche minuto per osservare la coda di cavallo che le aveva fatto l’amica. Non era abituata ad avere capelli così lunghi, ma doveva ammetterlo che le stavano bene.
I suoi pensieri furono interrotti dalle grandi mani del rosso che le stavano annodando il medaglione al collo.
- Ha funzionato, adesso vedi di non togliertelo. Ti serve per trasformarti. – Fece giusto in tempo a finire la frase, che Dawn si era già tolta la collana e gliela stava porgendo.
- Serve più a te che a me. –
- Fammi indovinare, te l’ha detto la tua parte guerriera eh? – Chiese ironico il ragazzo passandosi una mano tra i capelli, esasperato dalla testardaggine della Prescelta.
- Si, sembra che ci tenga molto a te… - Disse con un filo di voce Raggio di luna, abbassando la testa.
Anche se non lo vedeva, sapeva che sul volto della Iena era comparso un ghigno grande quanto la sua testa. Non ebbe però il tempo di ribattere perché Alejandro li chiamò a raccolta. Il latino spiegò nei minimi particolari le difficoltà che avrebbero affrontato entrando in quel castello.
- … Ricordatevi: appena entreremo nelle segrete avrete davanti uno spettacolo dei più orribili in assoluto. Nessun Otherkin ancora in vita là dentro dovrà essere lasciato indietro. Solo dopo che avremo portato fuori da lì tutti i prigionieri, potremo occuparci della strega. – E detto questo, il gruppo si incamminò verso il castello.
Rimasero nascosti grazie ai cumuli di neve sparsi qua e là, finché non arrivarono davanti alle mura del castello. Alejandro aprì la mappa di Owen, la osservò per un po’ prima di condurre gli Otherkin verso il passaggio segreto più vicino.
Per loro sfortuna, l’ingresso era sorvegliato da una guardia di ghiaccio. Lo stesso spettacolo si ripeté per tutti gli altri passaggi e la pazienza del latino stava cominciando a diminuire velocemente.
- Maledizione! E ora come entriamo? - Disse, calciando la neve e digrignando i denti.
Lo sconforto si stava allargando sopra le teste di tutti.
- Seguitemi. – La voce di Scott si elevò dal gruppo, che non esitò a seguirlo. Camminarono lungo il perimetro delle mura, finché non arrivarono ad un cespuglio di more, completamente bianco a causa della recente nevicata. Il rosso lo scostò rivelando un lungo tunnel.
- Scommetto che questo non era segnato sulla mappa. – Sghignazzò verso il moro.
- Come facevi a… -
- Semplice. Questo tunnel l’ho scavato io, per questo non c’è nella mappa. Ho provveduto a nasconderlo per bene. – Mormorò entrando nel passaggio segreto.

Dawn notò nella sua voce un filo di tristezza.

Gli Otherkin attraversarono il passaggio nel più completo silenzio. Ad ogni passo che faceva, Raggio di luna sentiva sempre più aure sofferenti. Per lei era una visione insopportabile, ma resistette all’impulso di urlare, anche perché il peggio doveva ancora arrivare.
Ed infatti quello che si trovarono davanti appena usciti dal tunnel, fu davvero peggio di quello che avevano immaginato. In ogni angolo c’erano mucchi di cadaveri, nelle celle donne e uomini in condizioni pessime che si lamentavano e chiedevano disperatamente aiuto. Alcuni di loro erano addirittura appesi ai muri, in attesa di essere torturati davanti agli occhi dei loro cari. Dovunque c’era odore di sangue e morte.
Il gruppo non ci pensò due volte: cominciarono velocemente ad scassinare le porte di ogni cella e a portare verso il tunnel e la loro libertà tutti i prigionieri ancora in vita lì dentro. Dawn era quella più determinata di tutti; vedere quello spettacolo le aveva dato una forza immane e voleva portare via da quell’incubo più gente possibile.
Anche Scott sembrava avere la stessa tenacia della ragazza. Apriva più porte contemporaneamente, in modo da liberare velocemente più Otherkin ma, appena aprì una cella in particolare, si fermò di colpo. Davanti a lui c’era il corpo di una ragazza dai capelli neri e la pelle ambrata. Si chiamava Katie ed era stata una delle prime che lo avevano difeso appena arrivato a Campo Otherkin. Lui però non l’aveva mai ringraziata, neanche quando litigava col suo ragazzo, che lo considerava più pericoloso del padre.
Si avvicinò al corpo esaminando le ferite che aveva dappertutto. Troppo profonde per poter sopravvivere.
- Non la toccare. – Si sentì dire da una vocina dietro di sé. Si girò immediatamente, trovandosi davanti una bambina. Aveva la pelle ambrata, piena di lividi e bruciature. Il tratti delicati del viso erano nascosti da una massa di lunghi capelli neri, sporchi probabilmente di sangue. Sembrava la protagonista di un film dell’orrore. I suoi occhi erano la cosa più viva che avesse visto là dentro, avevano un bel taglio e il color ossidiana delle iridi mostrava perfettamente le emozioni che stava provando la piccoletta in quel preciso istante.
- E tu chi saresti? – Chiese il rosso, non ricordandosi di averla mai vista al campo prima d’allora.
- Sono sua sorella quindi non toccarla. – Rispose, indicando il corpo della povera Katie con il dito indice.
Il ragazzo senza dire niente la prese in braccio e la portò via da quella cella, dato che si stava avvicinando Noah.
La portò via dallo spettacolo penoso che avrebbe dato il ragazzo di sua sorella e le tappò le orecchie per non farle sentire tutte le maledizioni e le bestemmie che l’indiano stava lanciando alla strega, alla vista del cadavere di Katie.
Si stupì di tutti quei gesti amorevoli verso di lei.
- Guarda che ci sento comunque, ho un udito molto sviluppato. – Disse la bambina, incrociando le braccia la petto e alzando gli occhi al cielo.
- Come ti chiami? – Le chiese il rosso.
- Susie –
- E dove sono i tuoi genitori Susie? –
La bambina indicò un cumulo di cadaveri abbastanza alto.
Il rosso la osservò attentamente: aveva appena perso tutta la sua famiglia, eppure quella creaturina non sembrava per niente triste, o molto probabilmente non voleva farlo vedere ad uno sconosciuto come il ragazzo.
Gli ricordava molto lui da bambino, solo contro tutti con cucita addosso una faccia da schiaffi. Portò Susie fino al tunnel, e la diede alle cure di una Gwen abbastanza malconcia e zoppicante, ma ancora in piedi.
- Fammi un favore Scott: uccidila anche da parte mia. – Quelle parole erano più adatte ad un guerriero, non ad uno scricciolo di sei anni, con un paio di denti da latte traballanti.
- Come fai a sapere il mio nome? –
- Sei il bambino che è evaso da qui. Tutti ti conoscono. Buona fortuna. – Lo salutò la mora, agitando la manina e sorridendogli, mostrandogli la sua piccola dentatura canina.
Egli era rimasto scioccato da come quella bimbetta lo aveva trattato, disarmato di fronte all’evidenza che lei e lui erano completamente uguali. Anche se Scott ancora non lo sapeva, la piccoletta era già entrata nel suo cuore, nuovo a tutte queste emozioni.
Scosse la testa e ricominciò a darsi da fare, aiutando Alejandro a trasportare Brigette via dalla cella dove si trovava la sua cara amica Leshawna, aiutati anche da suo marito Geoff.
Ogni cella corrispondeva ad un Otherkin morto, il rosso segnava tutti i loro nomi nella mente.
C’era chi l’aveva insultato e additato come traditore, chi invece l’aveva difeso ed erano sempre stati dalla sua parte e c’erano molti, TROPPI bambini in quella lista.
Si fermò nel trascrivere mentalmente i caduti di quella guerra, quando si trovò davanti a Duncan, più morto che vivo, che respirava a fatica. Il moro era completamente ricoperto da ferite e da sangue secco, mentre penzolava su una pozza di sangue abbastanza grande. Aveva una grossa cicatrice all’altezza dell’incavo del sedere, e Scott capì subito con orrore che fine aveva fatto la sua coda. Lo liberò dalle catene che lo tenevano appeso al muro e se lo caricò in spalla.
- Era ora che arrivaste… - Rantolò il Punk, sorridendo appena, per poi accasciarsi sul corpo del rosso. Duncan era il suo primo ed anche unico amico, il fatto di averlo trovato vivo, gli aveva tolto un macigno dallo stomaco. Lo trascinò da Courtney che, riempiendolo d’insulti, con le lacrime agli occhi per il sollievo se lo caricò in spalla a sua volta e lo portò via.
Quando anche l’ultimo Otherkin fu portato al sicuro, il gruppo si incamminò velocemente e silenziosamente verso le stanze della strega.
Sierra e Courtney erano andate con i prigionieri, per aiutarli ad uscire e per curare i più gravi, aiutati dagli tutti gli Otherkin che riuscivano ancora a reggersi in piedi.
Tutti gli altri salirono le scale che conducevano ad una porta d’ossidiana, trovandosi del corridoio principale del castello. Era dal soffitto altissimo, da cui scendevano lampadari che davano un po’ di luce e di calore lì dentro. Un lungo brivido su tutta la spina dorsale colpì la Prescelta alla vista di quel luogo. Gli Otherkin cominciarono ad avanzare verso la sala est. Girarono per i corridoi per un tempo indefinito, stranamente trovando solo poche guardie qua e là, opportunamente aggirate senza combatterle, per non allarmare la strega della loro presenza. Dawn guardava sempre il medaglione, ora al collo di Scott, dato che era contornato da un bagliore rosso, segno di grande pericolo. Appena svoltarono a destra dopo un’armatura d’argento posta come decorazione, si trovarono davanti un’immensa porta. Era in ferro finemente decorato, completamente ricoperto da vari ghirigori sottili ed eleganti. Alejandro si avvicinò alla porta, afferrando il pomello d’oro.
Istintivamente Raggio di luna strinse la mano del rosso, alla ricerca di un po’ di coraggio che sfortunatamente la stava abbandonando. Il ragazzo rispose alla stretta guardandola dritta negli occhi.
- Tu pensa solo a trasformarti e a non farti uccidere, al resto ci pensiamo noi. – Era la prima volta che la Iena rassicurava qualcuno, ed infatti la bionda si stupì di quelle parole ma non ci pensò molto.
Il latino aveva appena aperto la porta.

Non c’era tempo per pensare.

Tutto il gruppo fu scaraventato all’interno da una forza invisibile, ritrovandosi al centro della sala. La porta si chiuse con un forte rumore, e il suono di una sadica e divertita risata risuonò nell’aria. Una nube di ghiaccio e neve adagiò davanti a loro la snella e malvagia figura di una donna dagli occhi color del cielo, i capelli biondi e un sorriso da ammaliatrice sul volto.

Blaineley.

Non si sa il perché, ma la ragazza, appena la vide, avvertì una sensazione di odio e disprezzo verso di lei, che le fece colorare le iridi di bianco all’istante.
La sua parte guerriera si stava lentamente svegliando.
Il primo a partire all’attacco fu Trent, ma sfortunatamente fu scaraventato sul muro alla sua sinistra grazie alla magia della strega. La donna volse un sorriso a Dawn prima che, con un fluido e lungo movimento di braccia, creasse un campo di forza.

Con all’interno solo loro due.

- E quindi questa è la famosa Prescelta? – Rise la donna. La ragazza cercò di colpirla con la spada, infilzando solo una nube biancastra.
- Sai ti immaginavo meno minuta… - La voce proveniva da dietro le spalle di Raggio di luna che prontamente si girò e scoccò una freccia nella direzione dove l’aveva sentita, colpendo ancora una volta la stessa nube.
Poi, un dolore tremendo. Come se dei sottili ma lunghi aghi roventi le stessero trapassando ogni poro della pelle. Aveva gli occhi e la bocca spalancati, da cui sembrava non entrare neanche un filo d’aria.
Quando il dolore finì, la ragazza si accasciò a terra, tossendo e riempiendo d’aria il più possibile i polmoni.
La risata di Blaineley risuonò dappertutto ma di lei non c’era traccia. Dopo minuti interminabili di silenzio, la sua snella figura ricomparve, mentre all’esterno del campo di forza gli Otherkin stavano fronteggiando un esercito di soldati di ghiaccio.
- Sai ti osservo da molto e ancora mi chiedo come tanto potere sia contenuto in un corpo così piccolo. – La strega si avvicinò a lei, e le assestò un bel pugno allo stomaco.
La bionda tossì ancora più forte, questa volta sputando qualche goccia di sangue.
- Adesso giochiamo un po’ – Dopo aver pronunciato tale frase, la strega si allontanò da Dawn, mentre con la sua magia la sollevò da terra. La sbatté contro il muro ripetutamente mentre le parlava tranquillamente.
- Quello che hai dentro é il potere di controllare e usare a tuo vantaggio le abilità di ciascun Otherkin con cui vieni in contatto. Sapevo che Chef non aveva possibilità contro di te. Chris è stato un problema. Stava per capire il mio piano, ma per fortuna sono riuscita a eliminarlo. Quello che avete ucciso voi era solo una semplice copia fatta da me, meno potente dell’originale. Sai perché ho fatto tutto questo? – Disse, prima di scaraventarla a terra facendola sprofondare per un paio di metri. Le diede un paio di minuti per respirare. La ragazza si stupì del fatto di essere ancora viva.
Niente ossa rotte, ma tanti tagli e ferite profonde su tutto il corpo.
La donna si avvicinò al suo orecchio. – Perché mi servivi che arrivassi viva qui. Scott doveva addormentarti col il pugnale avvelenato e portarti qui ma purtroppo, il mio piano ha preso una deviazione. Poco male. – La risollevò e di nuovo la sensazione di dolore circondò il corpo della Prescelta, che cominciò a contorcersi per liberarsi.
- Vorrà dire che mi divertirò prima di risucchiare la tua linfa. –
Dawn sentiva solo dolore e desiderava con tutto il cuore che tutto avesse fine.

Desiderava morire.

All’improvviso una scarica elettrica colpì la donna. Essa mollò la presa su Dawn, che cadde a terra stremata ma ancora viva.
Aprì lentamente gli occhi, trovandosi davanti un duello di magia degno di quel nome.
Scott era venuto in suo aiuto e, con una strana luce negli occhi, lanciava magie ad una velocità impressionante . La strega le respingeva con troppa facilità, ma altrettanto faceva il ragazzo. Sembrava un combattimento destinato a durare per sempre, dato che nessuno dei due aveva la meglio su l’altro. Una cosa attirò l’attenzione della ragazza. Un uomo, da quello che aveva visto era il capitano dell’esercito, era entrato dalla stessa piccola crepa da cui era entrato il rosso. Indossava un’armatura nera brillante, l’elmo mostrava solo i suoi occhi rossi, di cui il sinistro era attraversato da una cicatrice. Si avvicinò lentamente alla Iena con una mazza in mano, incurante di chi avesse alle spalle. Raggio di luna tento di urlare, ma non uscì niente dalle sue labbra.

Era troppo debole persino per parlare.

L’uomo colpì Scott, che cadde a terra con una ferita alla testa.
- Pensaci tu a questo. – Disse gelida la strega, lasciando il ragazzo alle percosse del soldato e avvicinandosi alla Prescelta. La prese per i capelli, avvicinando il suo viso a quello della ragazza.
- Adesso ci divertiamo. – Con un deciso schiocco di dita l’uomo si fermò e il suo elmo sparì, rivelando la sua faccia.
Assomigliava incredibilmente a Scott.

Forse anche troppo.

La bionda vide l’espressione incredula e terrificata del ragazzo e in quel momento capì.

Non poteva essere…

- Jerry… uccidi tuo figlio. – Come risvegliato da una secchiata d’acqua gelida, il generale cominciò a combattere contro il rosso, che schivava come poteva i colpi sferratagli dal padre.
- Credo che tu abbia capito tutta la situazione qui, dopotutto sei una bimbetta intelligente. Vedremo se sopravvivrà il figlio o il padre. – La strega la teneva ferma, costringendola a guardare quello spettacolo. Il combattimento durò moltissimo, Scott non aveva il coraggio di uccidere il padre, l’unico brandello rimasto in vita della sua famiglia.
Ma non poteva continuare così all’infinito. Ad un certo punto, Jerry si fermò. Le sue iridi ritornarono all’istante del loro colore naturale, mentre si guardava spaesato in giro, come se si fosse risvegliato da un lungo coma.
- Se continuate così mi farete addormentare. Deciderò io il vincitore. – Dichiarò Blaineley, prima di lanciare una gigantesca palla di fuoco verso l’uomo. Scott vide il padre urlare dal dolore e bruciare vivo davanti ai suoi occhi.
Era una visione orribile, ma allo stesso tempo rimase a fissare il suo corpo, finché non fu del tutto carbonizzato.
- Ed infine, mia cara Prescelta, che ne dici se gioco con il tuo piccolo amichetto qui? – Non aspettò una risposta da Dawn. La lasciò e concentrò tutte le sue attenzioni verso il rosso. Delle catene comparvero dal muro e l’avvolsero, costringendola a vedere tutto quello che la strega stava infliggendo al ragazzo senza intervenire. Le urla della Iena erano strazianti e le lacerarono l’anima, mentre la donna continuava a parlare.
- Credevi davvero che saresti riuscita a sconfiggermi Prescelta? Ti dico io come finirà: prosciugherò ogni Otherkin che si trova qui e dopo farai la stessa fine. E così io diverrò invincibile – Sibilò lasciando Scott, ormai allo stremo delle forze. Non voleva che morisse, non così presto.
- E cominceremo con farti assistere alla morte del tuo ragazzo – Blaineley prese il rosso per le spalle e lentamente cominciò a risucchiargli la linfa, senza successo però.

Il medaglione lo stava ancora difendendo.

Dawn cominciò a divincolarsi, ma le catene l’avvolsero di più. Lei però continuò imperterrita, anche perché una forza immane, dormiente per tutto quel tempo era pronta ad uscire fuori.
Chiuse gli occhi, mentre tutte le immagini di quel lungo ed estenuante viaggio le comparvero nella mente.

Campo Otherkin
L’attacco dei rospi
Il ritrovamento di Courtney
La battaglia contro Chef
La prima notte senza incubi con Scott
La battaglia contro Chris
La corsa contro il tempo per salvare Brick
Campo Omega
La morte di Owen
Scott ipnotizzato
Tutti i cadaveri di Otherkin nelle segrete…

Tutto quello era stato architettato da una sola persona, solo ed esclusivamente per una smania di potere.
Infischiandosi di tutto il dolore e la morte che ha creato dietro di sé.

“ Ora basta”

- Lascialo andare… - La strega si fermò di colpo nel sentire la voce di Raggio di luna. Lasciò andare il ragazzo che si accasciò a terra.
Quello che si trovò davanti la Iena era impressionante:
Dawn aveva appena spezzato le catene che la imprigionavano a mani nude. Era circondata da un alone di luce bianca e i suoi capelli le vorticavano attorno, mentre una forza misteriosa la sollevava da terra e la rinchiudeva dentro un bozzolo bianco come la neve. La sua voglia a forma di testa di volpe cominciò a brillare e, guardandosi intorno, la stessa cosa stava succedendo agli altri Otherkin.
La strega fissava quel bozzolo immobile, mentre intorno a loro la battaglia continuava senza interruzioni.
“Di sicuro nessuno si sarà accorto di niente” Pensò il rosso. Il suo sguardo color cenere cadde sul medaglione, facendo una grande scoperta:

Si era colorato di blu cobalto.

“Il colore dei suoi occhi!”

Appena realizzò cosa volesse dire, il medaglione sparì dal suo collo, mentre il bozzolo veniva distrutto dall’interno dalla spada della bionda.
La Prescelta atterrò delicatamente a terra, ormai trasformata del tutto. Era diventata più alta e i suoi capelli avevano un taglio molto corto. Indossava un top giallo e un pantaloncino blu cobalto, molto aderenti. Dalla sua voglia a forma di spada partivano un sacco di ramificazioni argentate che percorrevano tutta la sua pelle lattea, escludendo la pancia e il viso.
Il medaglione era apparso al suo collo. Dawn aprì finalmente gli occhi, chiusi fino a quel momento.
Scott era impressionato: non aveva mai visto quella fiamma nei suoi occhi.

Quella non era la sua Raggio di luna, piccola e indifesa.
Quella era la Guerriera.

- Ho detto lascialo stare! – Ringhiò la bionda, correndo verso la strega e colpendola in pieno viso con un pugno ben calibrato.
Il colpo fu talmente forte, da far uscire il sangue dal naso della donna, che rise malignamente appena esso raggiunse l’angolo destro della sua bocca.
- Ora si gioca sul serio. – Quella frase pronunciata dalla Guerriera, scatenò una furiosa lotta tra le due.
Entrambe combattevano a mani nude.
Dopo un tempo indefinito, si fermarono. Blaineley aveva il corpo dolorante e il viso pieno di sangue. Dawn aveva il corpo pieno di graffi, da cui piccole goccioline di sangue cadevano a terra, seguite anche dal rivolo di liquido scarlatto che fuoriusciva dalla bocca della ragazza.
Le due si guardarono negli occhi, maledicendosi a vicenda.

All’improvviso, la terra tremò.

La Prescelta barcollò leggermente, prima di capire cosa realmente stava succedendo. La strega davanti a lei non c’era più, al suo posto, un grande drago bianco e dagli occhi rossi le ringhiava contro.
In un attimo, venne circondata dalle fiamme.
Raccolse immediatamente la spada, mentre studiava un piano per poterla uccidere.
Ed ecco che, come un fulmine a ciel sereno, l’idea arrivò.
Il drago sferrava i suoi attacchi e la Guerriera li schivava elegantemente, mentre si concentrava su Noah.

Aveva bisogno di volare.

Ed infatti due grandi ali bianche le spuntarono librandola in volo, giusto in tempo per schivare una raffica di fiamme. La strega si librò in aria a sua volta.

Quello fu uno sbaglio imperdonabile.

Dawn ebbe tutto il tempo di concentrarsi sugli affilati artigli di Jo, ed infatti la sua spada si era trasformata in due giganteschi pugnali.
Li lanciò e, con una precisione micidiale, entrambi colpirono le ali del drago, trapassandole. I pugnali si andarono a conficcare sul pavimento di marmo della sala, intrappolando la donna schiena a terra.
La Prescelta atterrò su di lei, intrappolando le zampe con altri quattro pugnali e tranciandole di netto la coda con la spada.
La lama argentata della sua fedele arma penetrò nella pelle del collo del drago. Ignorando i ruggiti di dolore della bestia, la bionda cominciò ad aprirle l’addome, tagliando la pelle come burro.
Si ritrovò davanti tutti gli organi interni del drago. Volse la testa leggermente verso destra, e un grande ghigno comparve sul suo volto.

Aveva trovato il cuore.

Si guardò intorno e appena trovò Scott, guardandolo negli occhi, gli disse:
- Una promessa è pur sempre una promessa. – E velocemente, dato che il ragazzo riusciva a malapena a reggersi in piedi, lo trasportò sopra la strega.
Entrambi impugnarono la spada e puntarono la punta verso in cuore della strega.
Il rosso chiuse gli occhi, pensando a quante vite a lui care avrebbe vendicato con quel gesto.

Suo padre
Sua madre
Susie

L’urlo agghiacciante del drago risuonò nella stanza, mentre il suo corpo scompariva in migliaia di fiocchi di neve, lasciando sul pavimento una grande pozza di sangue.

La guerra era finita.

L’esercito della strega si sciolse come neve al sole e tutti gli Otherkin si abbracciarono e festeggiarono per la vittoria.
Dawn e Scott si guardarono negli occhi.
Il rosso le asciugò la faccia dal sangue, mentre la ragazza gli gettava le braccia al collo, ghignando leggermente.
Il ragazzo la strinse a lui, tenendole la vita con un braccio. Erano entrambi felici di aver vinto quella battaglia, ma ancora di più di averla vinta senza perdere né l’uno né l’altra.
Il mento della bionda fu intrappolato dalle dita della Iena, mentre entrambi si avvicinavo sempre di più.
- Ghignare è compito mio, ricordatelo. – Disse sulle sue labbra, prima di coinvolgerla in un dolce bacio. Il contatto era casto, quasi timido, ma ben presto si trasformò in una morsa di passione e di bisogno l’uno dell’altra.
Le loro lingue si cercavano, si stringevano, saggiavano il loro sapore, mischiato un po’ al sangue.
Quando si staccarono per riprendere fiato, Raggio di luna era ritornata al suo aspetto normale e sorrideva. Si appoggiarono fronte a fronte, sempre abbracciati, felici.
Si sciolsero da quell’abbraccio e guardarono il gruppo davanti a loro.
Noah si premeva la ferita al braccio sinistro.
Jo era di fianco a Brick, ancora trasformato in un possente bisonte dal manto nero.
DJ sorreggeva Alejandro.
Tutti la guardavano sorridendole, mentre stringeva la mano di Scott e un pensiero nacque nella sua mente:

finalmente, la pace.

Angolo dell'Autrice:

Non guardatemi male, non è colpa mia se questo capitolo è arrivato così tardi...
é tutta colpa della scuola, della mia ispirazione che mi ha mandata a fanculo e di YouTube che, ogni volta iniziavo a scrivere, mi chiamava e io cadevo in tentazione.
Be' di sicuro, con oltre 8 pagine di capitolo, mi sono fatta perdonare vero?

VERO?

Questo non è l'ultimo capitolo, c'è ancora l'epilogo quindi mi avrete tra i piedi ancora per un po'.
Ed ecco qui una piccola sorpresa:

Image and video
hosting by TinyPic

Questa è una piccola fan art fatta dalla mia carissima amica, che poi è l'artista che d'ora in poi disegnerà le mie storie.
Questo vuol dire che vedrete i suoi fantastici disegni in altre mie storie.
Qui il link del suo profilo di DeviantART:

http://dawnstregadellaluna.deviantart.com/

vi consiglio di andarlo a vedere.

E qui c'è il link di Drago-Flame, l'artista che, senza saperlo, mi ha fornito le immagini della mia storia e con esse mi ha aiutato a svilupparla:

http://drago-flame.deviantart.com/

E con questo vi lascio, alla prossima con l'epilogo!

Un bacione:^.^:
Sammy
P.S: Per le recensioni che non ho ancora risposto, non preoccupatevi, le risponderò a breve. :)
   
 
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