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Autore: demiswrists    22/06/2013    4 recensioni
Lei è una di quelle persone "difficili". Una di quelle che hanno tanto amore dentro, da dare, da far uscire fuori, ma da non mostrare a tutti. Quelle distanti dal mondo, un po' disastrate, distrutte, interrotte. Una di quelle che passa per ragazza acida, depressa, antipatica e che non le importa di niente e di nessuno. Le persone si fermano lì, a quello che lei decide di mostrare. Difficile, per gli altri, capire che aspetta soltanto di essere "letta dentro". Lo si legge nei suoi occhi che non aspetta altro che trovare qualcuno che la spogli da tutte le sue paure. Ma, dalle persone difficili come lei, vanno via tutti.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' l'ultimo giorno di scuola, siamo all'ultima ora. Mancano solo 20 fottuti minuti che questo inferno finisca e chi li rivede più questi qui? Anni di sofferenze, anni di prese in giro, anni di botte. Loro mi facevano soffire, loro mi prendevano in giro, loro mi picchiavano. Io ero la vittima, la vittima che subiva ogni loro momento di rabbia. Anche se non ero io la causa, mi picchiavano. Ero tipo il sacco da boxe. Sei incazzato? Allora picchia me, con tutti questi lividi neanche lo sento più il dolore. 
10 minuti.
9 minuti.
8 minuti.
7 min.. "signorina Lawrence, che ne dice di venire qui alla lavagna a spiegare quello che ho appena detto?" La prof fu interrotta dalla bidella che le portò il telefono della scuola, c'era il preside al telefono. Passarono ben cinque minuti, due minuti e la campanella mi avrebbe salvato proprio come la bidella ci fece sprecare tempo. Di che mi preoccupavo? Gli scrutinii erano fatti, la scuola finiva fra due minuti. Sarei stata libera per tre interi mesi! 
La prof rientrò, "allora Lawrence?" e la campanella mi salvò. "Mi dispiace prof, sarà per Settembre."    
"Io queste cose me le ricordo!" non si ricorda neanche cos'ha mangiato stamattina  colazione, si figuri se si ricorda fino a settembre.
Presi i miei libri e mi diressi al mio armadietto, misi il codice e appena l'armadietto si aprì levai tutte le cose da dentro buttandole nello zaino aperto. Qualcuno mi spinse facendomi cadere tutto da mano e facendomi persino sbattere la guancia vicino all'armadietto, faceva male.
"Allora, Lawrence. Dove passerai l'estate?"   
"Cosa te ne frega Annie?" risposi io raccogliendo tutta la roba tenendo una mano sulla guancia tanto dal dolore.
"L'ultimo graffio dell'anno, eh Lawrence? L'ultimo graffio, fatto da me." mi disse alzandomi le maniche della felpa.  "Stai ferma!" dissi levandole le mani dai miei polsi e spingendola.
"Oh, che succede Lawrence? Ti dà fastidio?" disse riprendendo i miei polsi.
"Lasciala in pace!" disse Julie, la mia migliore amica avvicinandosi.
"E' arrivata la tua salvatrice, eh Lawrence?"
"Ho capito che il suo cognome sia bello, Annie, ma ha un nome." disse lei, mettendosi davanti a me a mo' di scudo.
"Preferisco il suo cognome, al nome di merda che si ritrova." disse lei, allontanandosi con le sue due pecore che la seguivano.
Julie mi aiuta sempre, c'è sempre nel momento del bisogno. Ci conosciamo da quando eravamo davvero piccole, le nostre mamme si conoscono anche da prima. Anche loro erano migliori amiche. Ora mia mamma non c'è più, è morta quando avevo l'età di 4 anni. Non so come sia morta, ma un giorno lo scoprirò. Ora vivo con Julie e la sua famiglia, mio padre è in carcere per aver fatto uso di droghe. Non ho fratelli, quindi per ora la madre di Julie ha solo me come rompipalle. Julie per me è come una sorella, ormai vivo con loro da molto ormai, da ben otto anni. Julie sa tutto di me, di quello che mi succede a scuola e di quello che faccio a casa. Non ne ha mai fatto parola con nessuno, neanche con i suoi genitori. 

**

"Ragazze, è pronto a tavola!" urla la mamma di Julie dal piano di sotto.
"Si arriviamo!" scendiamo le scale e ci precipitiamo a tavola. 
"Spaghetti con il sugo, buonissimi! Sopratutto come li fai tu Francesca!"
La madre di Julie ha origini italiane, mentre il padre è Inglese. Si sono conosciuti qui in America per lavoro, dove anche Francesca ha incontrato mia madre.

Non spiccico parola per tutto il pranzo, Julie ha raccontato tutto quello che le è successo oggi, tranne l'ultimo pezzo.
"E tu, valerie, che racconti di oggi? Com'è andata a scuola?" guardo Julie, poi schiudendo e chiudendo le labbra mi decido a parlare.
"Agli ultimi 10 minuti la professoressa mi aveva chiamata alla lavagna, ma è entrata la bidella con il telefono perché c'era il preside al telefono, abbiamo perso tutti quei minuti, e alla fine non mi ha interrogata più!" 
"Che fortuna, a me una volta la Johnson mi ha tenuta in classe per l'interrogazione!"


Dopo pranzo aiuto Francesca a lavare i piatti mentre Julie e il padre sono sul divano a guardarsi i Simpson.
"Francesca, volevo chiederti una cosa.." 
"Dimmi Val."
"Com'è morta mia mamma?"




SPAZIO AUTRICE.
Ciao ragazze dhhgkl
allora, questa è la mia seconda ff. 
Ho avuto lo spunto di iniziarla perché ho trovato il testo della trama su internet, e volevo che facesse parte di una storia qui su efp. 
Dato che domani parto per la toscana e torno sabato sera non so quando aggionero', ma almeno avrete tutto il tempo di leggere e recensire osdfj.
Ci tengo molto, percui): 

-passate anche sull'altra mia ff. 
continuo a tre recensioni.

baci,kat xx
  
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