Juliet si svegliò presto quella mattina. 
Non avrebbe potuto fare altrimenti: quello era il suo primo giorno di scuola superiore e tutto le appariva tremendamente eccitante. Vi aveva fantasticato a lungo. Chi avrebbe incontrato fra i banchi? Come avrebbe passato quei nove mesi? Sarebbe stata felice? Certo, lei era sempre felice. Aveva sempre avuto una vita facile. Era sempre piaciuta a tutti quanti. Perché era una bella persona.
Fantasticante, si stiracchiò. 

Appena alzata, corse allo specchio della camera. Rimirò i suoi fianchi sottili e le sue gambe lunghe. Slegò i suoi biondi riccioli e ribelli e guardò il proprio riflesso per parecchio tempo. 
Spesso le era stato consigliato di fare la modella; nonostante avesse solo quattordici anni aveva un fisico molto invidiabile. In particolare le piaceva il suo sedere sodo, e sapeva che piaceva anche ai ragazzi. Amava ancheggiare con malizia mentre camminava davanti loro, indossando una gonna troppo corta o dei jeans troppo stretti. Tutti si giravano sempre a guardarla, spesso rivolgendole apprezzamenti ad alta voce.
Anche il suo viso era bello. Le sue gote rosee e le lentiggini appena accennate sul naso all'insù, nonostante il fisico e l'aria matura, lasciavano intendere una vaga infantilità. Le labbra invece erano chiare e carnose. Il sorriso smagliante e sicuro. 
Ma la cosa che più amava di sè erano gli occhi, di un verde magnetico. Ci si perdeva a guardarli: un pozzo profondo di sentimenti e positività. Si notavano subito, quando sprizzavano curiosi di quà e di là, con il loro colore abbagliante.
Era una specie di paradosso; nella sua innocente figura era assolutamente sensuale, e questo agli altri non sfuggiva. Nella sua vita aveva ricevuto mari di complimenti da chiunque. E come dare loro torto?

Anche se non l'avrebbe mai ammesso apertamente, Juliet sapeva di essere bellissima.




NON LO SO CONTINUA AAAAAAH