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Autore: Yusei Fudo    22/06/2013    8 recensioni
Salve a tutti... Cavoli, che nervosismo, questo è il mio primo 'parto' su EFP e sono dannatamente agitata...
Ok, ciancio alle bande... Iniziamo con uno Sharkbaitshipping! In questa One shot ho voluto far uscire il lato Kawaii di Yuma che è diventato ''magicamente'' un fagottino (?) ok, non del tutto ''fagottino' ma...(scusate, sono tanto nervosa che mi tremano le mani mentre scrivo parole del tutto inutili hehehe...che...idiota...ok...basta...no, davvero, basta.)
Scusate per la noia ^^'' Vaaaa beh. Suppongo...di dovervi augurare una -spero- buona lettura!
(ah, temo che l'ultima parte dovrà essre riletta più volte per essere capita...non so, la pazzia dell'ispirazione...?)
Essendo la prima volta che carico spero che recensirete...accetto critiche, voglio migliorare, eh! Quiiindi andateci pure pesanti! (dimenticavo di ringraziarvi -se recensirete-)
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryoga/Shark, Yuma/Yuma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ryoga-san?”

…Ecco, ci risiamo. Sei già abbastanza stanco e ti tocca pure sopportare quella dannata vocina. Tanto dolce quanto sottile e fastidiosa, chiama te.

“Che c’è…?” schiudi gli occhi dopo un sospiro seguito dalla domanda dal tono svogliato, seccato, sei stanco, vorresti solamente dormire. “Cosa c’è ancora…?” Abbassi lo sguardo e lo vedi, sembra un fagottino fra le tue braccia, oseresti dire che è terribilmente adorabile –oseresti- ma non lo fai, forse non hai bisogno di rendere pubblici i tuoi pensieri –o forse sei troppo orgoglioso per farlo-, cerchi il suo sguardo nella penombra finché non riesci ad immergerti nei suoi occhi cremisi.

“I-io…” Lui ti stringe un po’ facendosi ancor più piccolo fra le tue braccia, il fagottino comincia ad irritarti, è già tanto permettergli di starti abbracciato.

“Yuma, è tardi, vorrei dormire. Cosa c’è?”

“Io…volevo farti una…domanda. Posso…farti una domanda?”

No, questo è troppo. Stai aspettando da almeno mezz’ora che il fagotto parli e lui ti chiede se può parlare. Adesso inizi davvero ad innervosirti…ma non agitarti. Sospiri ritrovando la calma e rispondi con un seccato e risoluto “ce la fai entro domattina?”.

Lui sembra farsi ancor più piccino, non pensavi potesse essere così carin- NO. Scaccia i "brutti" pensieri.

“…avanti parla, ti ascolto.”

“Ryoga…t-tu…n-nulla.”

…Aspetta un attimo. Stavi per parlare e ti fermi così? Inizi a veder le stelle, cercavi di dormire, sono le tre di notte! Ti metti a sedere facendolo alzare istintivamente insieme a te, dopotutto lo stavi stringen- tronchiamo questo scempio.

“Non pensare di uscirne così. Adesso me lo dici.”
“I-io…era una stupidaggine.”

Gli sollevi il mento che intanto si era rivolto verso il basso insieme al viso del fagottino, scorgi una lieve tristezza nel suo sguardo. No, non è tristezza…è paura. Stringi gli occhi come per vedere meglio, le guance del fagottino ragazzino si colorano di rosso. E pensare che il rosso gli dona… Perfetto, ti si stai friggendo il cervello, cosa diavolo vai a pensare?
Provi a rassicurarlo con un tono più tenue, almeno ti dirà cosa vuole, non che te ne importi –forse.
“Avanti, mica ti mangio. Cosa ti prende?”

Lui nega con la testolina, abbassa lievemente il viso poggiandosi a te. Senti il suo calore, istintivamente fai per abbracciarlo, tanto tenero e indifeso come appare. Ma qualcosa ti blocca, l’orgoglio, forse.

Sei sempre stato così, sin da piccolo hai anteposto la tua immagine, il tuo valore, persino ai tuoi più stretti rapporti affettivi. Non puoi abbassarti al livello degli ‘altri’. Tu sei forte, devi esserlo, non hai bisogno di nessuno. Cosa ti sta succedendo? Adesso sei tu a farti domande. Lo vuole Yuma o hai bisogno tu, di quell’abbraccio?
Tutto ciò è paradossale, come sei finito per pensare a queste cose? Questo fagottino inizia davvero a stressare.

“Sh-shar-k…tu…tieni a me?”

Non fai in tempo a contare le parole che compongono quella domanda che ti si stringe un nodo in gola. Perché mai avrebbe dovuto chiederti una cosa simile? Non lo sa che tu non tieni a nessuno? Come dice il proverbio, ‘meglio soli, che male accompagnati’. Tu non hai bisogno di nessuno, nessuno, nessuno.

E mentre nella tua testa il caos ha già preso il sopravvento, il ragazzino sussulta. Le tue braccia lo hanno avvolto esitanti in un tenero e caldo abbraccio, uno dei pochi, forse, tra quelli che hai osato regalare a qualcuno. Detesti ammetterlo, ma quel dannato, fastidioso e indifeso fagottino riesce sempre a smontare le tue difese. E come un soldato che attende la morte contro un intero esercito, si gode gli ultimi attimi della sua vita, tu cedi alla dolcezza dell’unica persona che riesce a strapparti, seppur per pochi minuti i sentimenti dai più remoti angoli del tuo cuore, facendoti godere di quegli inestimabili attimi di dolcezza, che, anche se non lo ammetterai mai, hai paura di non poter vivere più.

Perché lo sai, non è solo lui ad aver bisogno di quell’abbraccio.
  
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