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Autore: Holy    22/06/2013    2 recensioni
Suona ancora Lay, suona la melodia che mi hai dedicato.
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Ti ricordi quando, una volta, ti dissi di non saper piangere?
Bene, mentivo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kris, Kris, Lay, Lay
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo ancora perfettamente il tuo profumo, quasi come se a stessi continuando a stringerti a me.
La tua figura è sempre lì; indelebile nella mia mente facendo si che la mia ragione svanisca attimo dopo attimo rendendomi per giunta un pazzo, un folle, uno squilibrato.
Possibile che, dopo tanti anni trascorsi dalla tua scomparsa, io non mi sia rassegnato?
Non riesco più ad andare avanti.

Credo che il tempo si sia fermato in quel giorno in cui per l'ultima volta ti vidi.
Eri li, disteso a terra, completamente agonizzante, in preda alle lacrime; le tue splendide labbra rosse, divenivano ogni minuto che passava sempre più fredde e violacee.
Mi domando perchè. Mi domando perchè il destino è stato così infausto con noi.
Ti ha strappato via dalle mie braccia troppo presto, amore mio, e adesso la vita sembra essersi completamente fermata.

 

Dove sei?
Fuori è buio, la strada è bagnata, sferza una triste pioggia gelata.

Non voglio uscire.
In realtà non lo faccio più da settimane. I manager non fanno altro che telefonarmi preoccupati, ma io continuo a riattaccare le chiamate.
Non voglio sentire nessuno, se non la tua voce che ormai non potrò più udire.
Tesoro mio, spero che nel luogo in cui ti trovi adesso sia tutto migliore, più splendente e roseo.
Avrei voluto vederti sorridere per un ultima volta, eppure le parole che ci siamo detti quella sera non furono i nostri soliti discorsi adornati da parole tenere e dolci.
I litigi in una coppia ci sono sempre stati, non trovi? Eppure io ero convinto che, anche quella volta, avremmo chiarito.


« Vattene via Lay ! Non voglio più vederti. »
« A si ? Benissimo, non mi rivedrai mai più tranquillo. Il mio muso sparisce. »
« Era ora, non fai altro che lamentarti. »
« Sei tu a non apprezzarmi. »

 

Sono state le ultime parole che le nostre labbra dissero.
Dopo un ora esatta una chiamata; la voce tremante di un uomo m'implorava di stare calmo. Le urla in sottofondo e i suoni delle sirene, erano tutto ciò che percepivo oltre le parole di quella persona che stava chiamando dal tuo cellulare.

E fu allora che, per la prima volta, il mio cuore perse dei battiti; sentì il sangue gelare, le mani divenire completamente tremolanti così come le gambe.
Il respiro divenne forzato, e la mia vista si appannò da lacrime amare.

Non riesco ancora a ricordare a quanto correvo quella sera per raggiungerti.
Bastarono una manciata di minuti e mi ritrovai li, davanti a te.
Stavi steso a terra, mentre una striscia bianca e rossa segnava il confine da non oltrepassare; la tua macchina completamente distrutta, i vetri sparsi vicino a te, per terra e la polizia che analizzava il tutto.

E fu li che, per la prima volta piansi.
Ti ricordi quando, una volta, ti dissi di non saper piangere?
Bene, mentivo.
Non appena ti vidi lì, su quella strada, completamente pallido, il sangue sparso sui tuoi vestiti chiari e la gente che si accalcava per oltrepassare la linea, le lacrime presero a scendere silenziose.
Il poliziotto posizionò una mano sulla mia spalla, sospirando lentamente, sussurrandomi che, adesso, avresti vissuto per sempre, stando in un mondo migliore che non è questo in cui vivo io.
Il giorno che tu ti spegnesti pioveva, Lay, pioveva tanto, forse pure troppo.
La pioggia bagnava la tua figura, quasi come se volesse ripulirti da quel sangue che sporcava i tuoi vestiti.


Perchè?
Perchè abbiamo litigato?
Ancora oggi sento un nodo in gola tutte le volte che la pioggia scende lentamente sulla città.

Ti porto sempre nel cuore, sebbene tu, ormai, non ci sei più.
La solitudine mi affligge, mi fa sentire una misera persona, mi schiaccia letteralmente. Sarei dovuto esserci io, quel giorno, in quell'incidente, e non tu.
A quest'ora, saremmo stesi sul prato verde del parco; tu avresti portato la tua chitarra e avresti cominciando a suonare quella dolce melodia che anche in quella sera, prima della litigata, lasciati scorrere.

Sai Lay, tutte le volte che il vento soffia, sento quasi una strana sensazione.
E' come se tu mi stessi parlando. E' forse così?
Ti prego, se così è realmente, dammene conferma.
Nonostante siano passati ben cinque anni dalla tua scomparsa, ricordo ogni singolo istante passato con te. Ricordo tutto di te, dal tuo splendido sorriso al tuo modo buffo e divertente di preparare la colazione.
I fiori che mettevi sul tavolo e la tua assurda ossessione di dimagrire.
Eri perfetto Lay, eri l'uomo migliore che la terra avesse potuto far vivere.

 

Evidentemente il cielo ha capito quanto valessi e, pertanto, ti ha strappato dalle mie mani.
Da quando ti sei spento, non ho più stretto nessuno tra le mie braccia, nel mio petto non si è posato alcun viso, le mie dita non hanno asciugato lacrime di altri, e le mie parole non hanno confortato l'animo di un secondo compagno.
Sono solo amore mio, sono estremamente solo; ogni notte guardo il cielo, sperando di scorgerti da qualche parte, sperando di notare il tuo sorriso tra le stelle, il tuo candore della pelle fra il luccicar delle stelle, le tua voce nei rumori della notte che, dolcemente, accompagnano il sonno.
Ed ogni singola notte mi addormento nella speranza che Morfeo non mi faccia più svegliare, facendo si che possa venire con te.
Eppure, ancora oggi sono qui; triste, spento, vuoto, demotivato.

 

Lay, ascolta.
Se mai un giorno i miei occhi ti potranno rincontrare, le mie mani sfiorare, e le mie labbra baciare, vorrei tanto dirti che non pensavo quelle cose, in quella sera d'Autunno.
Volevo dirti che ti ho sempre amato, e che da quando mi hai lasciato ho desiderato la morte ogni giorno della mia vita.
Perchè credimi amore mio, nulla ha senso se tu non sei qui con me.

 

Suona ancora Lay, suona la melodia che mi hai dedicato.
Suonala incessantemente dall'alto paradiso in cui ti ritrovi; non smettere di farlo perchè so che, questo dolce fruscio delle foglie, questo nobile cinguettar degli uccelli, quel candore dalle luna, quei sorrisi della gente, sono tutti alimentati dalla tua splendida melodia che solo le tue mani sapevano produrre.
Mi manchi tesoro mio, mi manchi come non mai.
Anche oggi la notte sta calando, ti prego, vieni a prendermi, luce dei miei occhi, portami via con te, per far si che ti possa dire quel “ti amo” che quella sera non ti dissi.



Vittima di una melodia troppo triste, sono stata spinta a scivere questa One Shot sulla " Kray ".
A volte mi chiedo perchè sono così masochista. Ho pianto come una stupida mentre la scrivero. ; A ; 
Spero che, almeno, vi sia piaciuta e mi piacerebbe molto un vostro parere.
Inoltre vi ringrazio per tutte le volte che leggete e leggerete i miei scritti, ne sono sempre grata. m ( _ _ ) m
Holy.

  
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