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Autore: MakieyoMela    23/06/2013    4 recensioni
«Ti piace?» Sentì dire a pochi metri da lui. Con uno scatto veloce del collo, girò la testa verso la voce e si ritrovò una delle più belle creature che avesse mai visto in vita sua. Dei capelli biondo chiaro contornavano il suo viso pallido e senza imperfezioni. Due occhi felini che lo stavano scrutando, lo fecero sobbalzare quasi. E vogliamo parlare di quel sorriso? Bianco come la luna quella notte. Perfetto come le stelle.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quei modi di fare 
A nobilitare 
Ogni tuo comportamento 
Che sono le sei di mattina 
Ma è di mattina che soffia il vento 
Io sono qui a scrivere ancora 
A ridere ancora di me, mentre 
Un raggio di sole ti sfiora 
Con le lenzuola poggiate sul ventre.

-Sei di mattina, Briga.}

 
 



Abituarsi al nuovo posto gli risultava molto difficile. Erano già due notti che non chiudeva occhio e le grossi borse sotto a questi ultimi ne erano la prova. Quella era una terza notte. Con le mani incrociate sul proprio addome scoperto e nudo, fissava il soffitto scuro, illuminato a tratti dalle fessura della tapparella della finestra a poco dal suo letto.
I piedi incrociati che dondolava a tempo della musica che si stava creando nella sua testa. Diede un piccolo sospiro, a guance piene, mente voltava lo sguardo verso il suo compagno di stanza, Choi Minho, che dormiva beato e senza pensieri. Lo invidiava. A causa della sua insonnia non era quasi mai riuscito a dormire così tranquillamente. Era come se la notte lo spaventasse. Chiudere gli occhi e venire invaso da tutto quel buio.
Più volte aveva parlato di questa cosa con amici, parenti e medici. Nessuno aveva mai capito di cosa si trattasse per davvero.  Quella terza notte, Kim Jonghyun, rimaneva a fissare il suo compagno di stanza dai capelli corti e sbarazzini, di un tenero nero non molto scuro. Ma non bastava. Voleva vedere tante cose quella notte. Non voleva soffermarsi a fissarne solo una.
Così che, con un gesto meccanico del corpo, si mise ai piedi del letto cercando con lo sguardo le sue scarpe poste sotto al letto. Si piegò di poco e le cacciò fuori infilandosele senza nemmeno mettere i calzini. Con il suo ridicolo pantalone di pigiama a quadroni azzurri e bianchi, si alzò dal suo posto prendendo di fretta la sua felpa nera a maniche lunghe e uscì dalla camera sperando di non fare molto rumore.
Percorse velocemente tutto il corridoio che lo divideva dalla grande vetrata e rallentò solo quando l'enorme foresta apparve dinanzi ai suoi occhi. Puro spettacolo.  Jonghyun aveva sempre amato la natura e trovare un college di musica proprio in questa zona era stata la cosa più fortunata che potesse capitargli.
Un sorriso apparve sul suo volto. Era notte e non poteva vedersi granché, salvo quelle poche cose illuminate dai fari fuori la scuola. Aprì la porta della grande vetrinata e uscì fuori al balcone venendo investito dal fresco venticello di mezzo giugno.
Rabbrividì appena e chiuse la porta finestra alle sue spalle prima di prendere posto di fianco a questa, seduto sul pavimento ricoperto di piastrine grigie.
Alzò il viso verso il cielo poco stellato e coperto da qualche nuvola, di lì a poco sarebbe sorta l'alba e Kim Jonghyun, per prima di tutto, amava l'alba. Amava vedere quella palla infuocata innalzarsi lentamente davanti ai suoi occhi. Queste per lui erano le cose belle della vita.
Schioccò la lingua al palato e non smise di sorridere per un secondo, troppo preso dalla natura che lo circondava.
«Ti piace?» Sentì dire a pochi metri da lui. Con uno scatto veloce del collo, girò la testa verso la voce e si ritrovò una delle più belle creature che avesse mai visto in vita sua. Dei capelli biondo chiaro contornavano il suo viso pallido e senza imperfezioni. Due occhi felini che lo stavano scrutando, lo fecero sobbalzare quasi. E vogliamo parlare di quel sorriso? Bianco come la luna quella notte. Perfetto come le stelle.
Deglutì e si ritrovò ad annuire come un deficiente «Si, ovvio. Amo la natura.» Borbottò qualcosa a caso e si tirò su dal pavimento un po' freddo. Lo guardò e fece un leggero inchino, squadrandolo da capo a piedi. Una volta tirato su, ritorna a guardare i suoi occhi felini, questa volta con confusione. «Cosa ci fai a quest'ora qui?»
«Potrei chiederti la stessa cosa. » Porse gentilmente la sua mano avvicinandosi di qualche passo, con il suo solito sorriso sul volto. Era come una creatura mitologica. Anche se erano le cinque del mattino, c'era un'aura di perfezione che lo contornava magnificamente.
Alzò il braccio e strinse la sua mano, grande quasi quanto la sua, e sorrise appena, senza distogliere gli occhi da quelli dell'altro. "Come se non lo sapessi"
«Vieni spesso qui?» Disse con la sua voce al dir poco melodiosa prima di sedersi al posto dove prima Jong era intento a fissare le stelle. Il biondo platino guardò il cielo prima di rispondere e notò quel celeste scuro aver ormai preso posto tra le stelle, ormai alcune sparite del tutto, e la luna che diventava sempre di più chiara e trasparente.
«Mi sono trasferito in questo college da poco, quindi no. Soffro di insonnia e stasera avevo voglia di vedere le stelle»
«Penso tu sia uscito troppo in ritardo, ormai c'è l'alba»
Constatò il biondo spostando anche lui lo sguardo all'orizzonte, dove piccoli raggi fuoriuscivano dai grandi alberi di pino e altro. Su entrambi i volti si aprì un altro sorriso. Possibile che tutta quell'aria fresca e quella visione mettessero così tanto buon umore?
Jong prese posto al fianco del ragazzo e non distolse gli occhi dal sole che lentamente stava avanzando verso il cielo, sempre più lentamente. Si sentivano, non molto in lontananza, dei cinguettii e qualche gallo avvisare il nuovo giorno. Sarà stata anche l'ennesima notte insonne per Jong, ma a parer suo fu una delle più belle. Non appena il sole fu abbastanza alto da far capire che ormai era ora di rientrare, Jong spostò lo sguardo verso il ragazzo al suo fianco senza trovar nessuno. Era come se si fosse dileguato in una piccola nuvoletta bianca.
Sbatté per poco le palpebre prima di alzarsi dal suo posto e guardarsi intorno spaesato. Per quanto tempo era rimasto a fissare il paesaggio? Tanto da non rendersi conto che una perfezione come Key se ne andasse senza dire nulla? Arricciò il naso e tornò in camera sua a piccoli passi, capendo man mano ciò che era successa quella notte.
«Hai sentito? Si dice che in questo college ci sia un fantasma e che ogni ragazzo che riceve la sua visita sarà fortunato a vita.» Sentì dire in lontananza. Con un piccolo sorriso rientrò in camera sua e tornò sul suo letto, tornando a guardare il soffitto. Erano le sette. Come di routine.  Lui spariva sempre a quell'ora. Se solo la gente sapesse che è innamorato di un fantasma che non ricorda mai la sua esistenza..

  
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