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Autore: Cabiria Minerva    23/06/2013    1 recensioni
Donna Noble aveva sempre l'impressione che mancasse qualcosa. Quando camminava per strada, a volte, si voltava a cercarlo, questo qualcosa, ma non lo trovava mai.
Partecipa all'iniziativa Summer Writing Day
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sulla punta della lingua


Arriverà l’estate anche per te,

è solo una questione di stagioni e di tempo.

O di persone.


 

Omero, Odissea

 

 


 

Donna Noble aveva sempre la sensazione che mancasse qualcosa. A volte, quando camminava per strada, si voltava all'improvviso, come se si aspettasse di scorgere qualcosa in fondo alla strada, qualcosa di particolare che le permettesse di dare un senso a quella strana sensazione. Ma la strada era sempre normale, e normali erano le persone che vi camminavano ai lati. Così cercava, inutilmente, di scrollarsi di dosso quella sensazione e continuava per la sua strada. Ma l'idea che qualcosa mancasse non la lasciava mai. E allora si sentiva triste. Ma non triste come quando era piccola e chiedeva a sua madre dov'è papà?, no, era più una tristezza invernale, come quella che ti coglie all'ennesimo giorno di freddo e nubi e neve e, malgrado le luci natalizie, l'odore di cannella e i pupazzi di neve per strada, non si scioglie fino alla primavera. Nemmeno lei ne sapeva il motivo, a dire il vero. Perché mai avrebbe dovuto sentirsi triste nel vedere che non c'era nulla di anormale o di particolarmente strano? Eppure... eppure non riusciva a non provare quella sorta di delusione ogniqualvolta, voltandosi, non notava assolutamente nulla fuori posto.

Così passarono gli anni, per Donna Noble. Lei e Shaun Temple si sposarono, come previsto, e non passarono che tre anni prima della nascita del loro primo figlio, David. Il secondo, Wilfred, nato poche settimane dopo la scomparsa di quello che sarebbe stato il suo bisnonno, arrivò che David andava già all'asilo. Malgrado la morte di Wilfred – «Non essere triste! Ho vissuto a lungo e ho visto cose che...» Aveva sorriso. «È stata una bella vita, in fondo.» Una carezza, addii silenziosi. Poi si era addormentato e non si era più svegliato – la vita di Donna era piuttosto soddisfacente. Se solo fosse riuscita a scrollarsi di dosso quella continua sensazione di avere qualcosa sulla punta della lingua ma di non riuscire a dirla... Sì, gli anni erano passati ma Donna Noble ancora sentiva che mancava qualcosa. A volte le sembrava di vedere degli stralci di blu e si voltava di scatto, come se si aspettasse di vedere qualcosa in fondo alla strada, accanto al cancello di casa sua, dietro lo scaffale del latte.

Non vide mai niente. Altri anni passarono, a David e Wilfred si aggiunse anche Sasha. Le scuole dell'obbligo passarono in un lampo e, pian piano, la casa cominciò a vuotarsi. Quella strana, fredda tristezza era sempre lì, un po' messa da parte, nascosta dietro al lavoro, agli impegni, al calcio la domenica. Ma mai dimenticata.

Poi Donna si ammalò. I suoi capelli erano grigi già da tempo, i suoi figli erano ormai degli uomini e si erano creati delle famiglie. Ormai passava le sue giornate sul portico, in attesa. Una coperta sulle gambe e una tazza di tè a portata di mano, Donna sedeva ed aspettava. Ogni tanto i suoi occhi cercavano qualcosa dietro agli alberi, vicino alle auto parcheggiate per strada, e Donna si stringeva un poco la coperta addosso, improvvisamente infreddolita.

Un giorno, finalmente, qualcosa accadde. Stava leggendo un romanzetto rosa quando aveva sentito il cigolare del cancello. Aveva alzato lo sguardo, un poco sorpresa – Shaun era andato a visitare sua sorella e i suoi figli in settimana lavoravano. A pochi metri da lei stava un uomo, di forse 30 anni, i capelli spettinati e un sorriso strano.

«Ciao, Donna Noble.»

Donna aggrottò la fronte. Malgrado lo sconosciuto sembrasse conoscerla, lei non era sicura di sapere chi fosse. Un amico di uno dei suoi figli? No, non un loro amico... Non l'avrebbe salutata così. Decisamente non lo conosceva. Anche se... Per un istante la tristezza l'avvolse, lasciandola quasi senza fiato. Se solo fosse riuscita a ricordarsi che cosa sembrava aver dimenticato...

«Non volevo che te ne andassi senza sapere che sei una persona molto, molto importante.» Lo sconosciuto allungò una mano, come a volerla accarezzare, ma poi sembrò cambiare idea e la fece ricadere lungo i fianchi.

«Ti conosco, giovanotto?» La sensazione di avere qualcosa di estremamente importante sulla punta della lingua tornò, più forte che mai. Sentì un po' di freddo.

Lo sconosciuto allungò nuovamente la mano, questa volta con più sicurezza. «Io sono il Dottore,» sorrise. «ed è stato un piacere conoscerti, Donna Noble.»

Donna gli strinse la mano, e il freddo svanì. Colori, rumori, ricordi. La nascita e la morte di tutto. Sbatté gli occhi, il respiro corto. Finalmente tutto aveva un senso. Una lacrima, calda, le scorse sul viso. Donna Noble sorrise, un piacevole tepore che s'impossessava del suo corpo. Chiuse gli occhi con un sospiro tremante.

«La donna più importante dell'universo.» Il Dottore si chinò su di lei e le diede un bacio leggero sulla fronte ormai rilassata.
 



Questa storia partecipa all'iniziativa Summer Writing Day ed è, purtroppo, ispirata all'unico prompt per cui sono riuscita a scrivere qualcosa prima della scadenza... :(
Casualmente, è anche la mia prima storia su Doctor Who. Grande festa in tutto il regno! Anche se mi dispiace non esser riuscita a far qualcosa di allegro (come semi-promesso a Duedicoppe.. Mi spiace, giuro che mi impegnerò di più!)

Chiedo venia per ev. errori nella storia, ma sono già in ritardo (mattinata impegnativa.. ho finito la storia.. qualche minuto fa.. ci ho provato a consegnarla in tempo, ma no.. non riesco proprio..)

A presto!
Cabiria Minerva

 

   
 
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