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Autore: Phoenixstein    23/06/2013    7 recensioni
«Gallagher! Mi avevi detto che oggi eri solo, no? Ho aspettato che i tuoi fratelli uscissero.» esclamò quello, agitandogli sotto al naso due lattine di Krombacher prima di sistemarle in frigo.
«Uno per uno? Wow, hai avuto pazienza!» sorrise l’altro. «Ora mi puoi aiutare. Vedi quelle tre teglie laggiù? Lavati le mani, prendi quel pennello, bagnalo e…»
«…lo passo sulla teglia e poi ci metto sopra la carta da forno. So come si preparano dei biscotti.» concluse l’altro. Ops. «Cioè, perché ho visto come li fa Mandy.»
/// GALLAVICH WEEK - Day 1: I LIKE 'EM SWEET/// aka Ian, Mickey, i biscotti e... il burro.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Gallavich Week - Giugno 2013'
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Salve, gente :)

Inizia oggi la Gallavich Week! Annuncio che per rinfoltire un po’ questa sezione (perché di Ian e Mickey non ce n’è mai abbastanza u.u) sono riuscita a scrivere tutte e sette le one-shot previste.

Certo, forse i risultati lasceranno un tantino a desiderare, ma ciò non mi toglie l’immensa gioia con cui prendo parte a questa iniziativa.

Ecco, fatto il mio prologo vi lascio alla prima fic.

Siate clementi, ho scritto tutto sotto esami! Argh, la maturità… (e ancora ci sono dentro, sssssob)

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Day 1 (June 23rd) - I like ‘em sweet

(this can be taken literally, with Ian and Mickey cooking and/or eating something sweet, or metaphorically, with a sweet and fluffy fic).

 

Un ringraziamento speciale alla Cecibella. 

Senza di lei non sarei riuscita a scrivere nulla per questo giorno.

Che poi è la mia compagna di scleri e fra hashtag e “rosari cinesi”

credo che abbiam perso un po’ di salute mentale.

Ma, cosa ancora più importante, abbiamo deciso di collaborare per questa

iniziativa della week. Ad ogni mia ff si accompagnerà la sua cover di una canzone 

correlata a quello che ho scritto. E lei è così brava che mi fa piangere ç__ç

Pronti, allora? Oggi si parte con Candy di Paolo Nutini...

 

 

 

Butter

 

 

 [I fatti vanno a collocarsi teoricamente dopo il bacio ma... 

parlo di inizio dell'estate, quindi facciamo che dei

riferimenti cronologici sballati non si accorge nessuno, shhh u.u]

A casa Gallagher, si sa, non si finiva mai di racimolare denaro. Quella famiglia era un perpetuo corso di sopravvivenza e ognuno lì dentro contava sulla propria svariata sequela di tecniche speciali.

L’estate si era acciambellata sui tetti di Chicago e, col Kash & Grab chiuso, Ian non riusciva a tirar su quel centone di cui c’era bisogno. Fortunatamente esisteva un vecchio metodo sempre funzionante: fatta una proficua spesa, dunque, aveva pensato di impastare un discreto quantitativo di biscotti e farli poi vendere da Debbie e Carl.

Era uno dei rarissimi momenti in cui la casa si svuotava delle api industriose che l’abitavano e iniziava il breve regno del silenzio, cosa che un animo contemplativo come quello di Ian tutto sommato apprezzava. Erano trascorsi quanto? Tre minuti scarsi? Suonarono già alla porta. «Avanti!» urlò Ian, che chiunque si sarebbe aspettato di veder fare capolino tranne Mickey.

«Gallagher! Mi avevi detto che oggi eri solo, no? Ho aspettato che i tuoi fratelli uscissero.» esclamò quello, agitandogli sotto al naso due lattine di Krombacher prima di sistemarle in frigo.

«Uno per uno? Wow, hai avuto pazienza!» sorrise l’altro.«Ora mi puoi aiutare. Vedi quelle tre teglie laggiù? Lavati le mani, prendi quel pennello, bagnalo e…»

«…lo passo sulla teglia e poi ci metto sopra la carta da forno. So come si preparano dei biscotti.» concluse l’altro. Ops. «Cioè, perché ho visto come li fa Mandy.»

Ian alzò le sopracciglia, poco propenso a prestare attenzione alla rettifica. «Certo, Cookin’ Mama. Vai a lavarti le mani.»

«Mi stai dando ordini?»

«Ti faccio solo notare che se mi dai una mano finisco prima. E se finisco prima… beh.»

Mickey sembrò valutare la proposta e infine, senza aggiungere altro, fece tappa in bagno. Tornò in cucina che Ian stava tagliando il burro in una terrina. Seduto al tavolo, eseguì l’operazione che lui gli aveva richiesto poco prima e poi, a braccia incrociate, si avvicinò al piano di lavoro. Il rosso impiegò un po’ di tempo per ammorbidire il burro con un cucchiaio di legno, finché non si tramutò in una crema di consistenza vellutata.

«Mickey, setacciami lo zucchero qui dentro.»

E quello, armandosi di pazienza, zucchero e setaccio, obbedì. Non senza prendersi comunque la soddisfazione di gettarne un pizzico in faccia ad Ian. Il Gallagher spalancò la bocca e fece per pestargli il piede, che Mickey levò fulmineo. Cominciarono a ridere come pazzi. La battaglia aveva inizio!

«Ora sai di zucchero vanigliato, non ti lamentare.» sghignazzò il bruno, rincorso dall’altro in tondo per la cucina. Quando Ian lo raggiunse, Mickey si sentì schiantare con la schiena contro il muro. Eccitato dai respiri affannosi che esalavano, si sporse in avanti e gli mordicchiò la guancia imbiancata; gli leccò la pelle, la succhiò, la mangiò in un bacio. «L’ho fatto solo per questo…» si giustificò, guardandolo con uno sguardo furbo e provocante che era tutto un programma.

«Prima i biscotti!» rise Ian, beccandosi uno schiaffo sul culo. Dannato Milkovich. Se lo sarebbe sbattuto eccome, anche subito, ma nella sua coscienza era insito il motto “Prima il dovere, poi il piacere”.

«Prima i cazzo di biscotti, ricevuto…» ripeté l’altro, sbuffando.

Tornarono a darsi da fare, in due su una terrina. Mickey aggiungeva gli ingredienti mentre Ian li mescolava allegramente. Fra farina volante, qualche spintone e battutina stupida, riempirono il sac à poche di impasto al cacao e stamparono una trentina di biscotti su ogni teglia.

«Via in forno!» esclamò Ian, facendo sparire le sue creaturine al caldo. «Dio… hahahah, sei l’uomo che vive nella farina.» rise, ammirando l’altro e compiacendosi della sua vendetta.

Mickey si strusciò la mano in faccia alla ricerca della farina ma non si dichiarò sconfitto. «Guardati allo specchio, amico, ti assicuro che sei ridotto male anche tu!»

«Voglio la rivincita!» ululò Ian, munendosi del sacchetto semi-vuoto che era avanzato.

«Questa guerra non la vinci, soldato!» dichiarò l’altro, arraffando la ciotola nella quale erano rimasti i residui dell’impasto. Insomma, cioccolato! Un’arma decisamente più temibile di un po’ di polvere bianca.

«Non oserai…» Ian scosse il capo, incredulo, stritolando il sacchetto fra le mani.

«Come no?» le mosse di Mickey furono precise, veloci e spiazzanti. Passò la mano sulla parete della terrina e poi la spiaccicò sulla faccia di Ian, lasciandogli un’impronta appiccicaticcia al cioccolato. Il Gallagher, rimasto di stucco per qualche istante, non gli concesse il beneficio della risata solitaria e gli ficcò in testa il sacchetto di farina. Pari. Più o meno.

Non ce la facevano più a trattenersi, a far finta che tutta quella storia non li accendesse dalla vita in giù. Con un gran fracasso, si avvilupparono in un bacio che trascinò per terra ciotola, cucchiaio, la confezione vuota delle uova ed altro… Scontroso, profumato di biscotti, irriverente: e quel bacio non era che l’inizio. Mickey si calò jeans e intimo con uno strattone deciso e scostò con un gesto irrequieto del braccio tutto quello ch’era rimasto sul piano della cucina. Tutto, meno il burro che si stava sciogliendo nella confezione. Ian teneva il ragazzo fermo per la nuca, schiacciandogli il torace contro il ripiano in un modo che eccitava l’altro fino al midollo. «Prov-provalo.» ansimò Mickey, la mano che vacillava e indicava la confezione aperta.

Ian soffiò un «Perché no?» ungendosi le dita con una noce di burro prima di usarle nel corpo stretto, caldo e voglioso di Mickey Milkovich.

   
 
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