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Autore: Mikky    23/06/2013    2 recensioni
Ha deciso di tornare a casa, in quel appartamento che ha cominciato a chiamare così nemmeno quattro mesi fa, quando pensava che la sua vita fosse finita.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Felton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si può tornare indietro…

Il Taxi si addentra nella Londra trafficata che la maggior parte dei film non fanno vedere.
Ha deciso di tornare a casa, in quel appartamento che ha cominciato a chiamare così nemmeno quattro mesi fa, quando pensava che la sua vita fosse finita. Quando non c’era più nessuna certezza. Il taxista chiede distrattamente l’indirizzo, il ragazzo risponde velocemente e con sicurezza.

Appoggiò il borsone e aprì l’armadio dell’entrata per prendere il suo giubbotto quando sentì alcuni passi piuttosto lievi dietro di lui. Si girò e si trovò davanti la padrona di casa.
“Dove stai andando?” chiese la ragazza passandosi una mano tra i capelli arruffati.
“Vado a cercarmi un posto dove dormire, non voglio crearti altro disturbo”. Controllò di avere tutto, portafogli, chiavi e cellulare, e si avviò alla porta.
“Non stai dando disturbo, anzi! Dray è felice di averti qui…e anch’io”.
Si girò e la vide sorridere timidamente, come faceva ogni volta che diceva qualcosa di troppo personale. “Se vuoi” disse la ragazza” alzando leggermente lo sguardo “puoi rimanere finche Jey non si è presa tutta la sua roba”.
Anche a lui piaceva stare là con lei e il quel cagnolino spelacchiato, ma, ormai erano due settimane che non ritornava in quel monolocale che aveva preso con la sua ragazza, che ormai era da considerarsi ex. Sincerante chi glielo faceva di ritornare lì e magari sentire ancora le urla di quel arpia?
“Resto” disse alla fine “Ma solo per un'altra settimana”.

Rumore di clacson e di motori riempiono l’aria. Ora di punta, tutti vogliono tornare a casa dalle proprie famiglie. Sotto alcuni punti di vista anche lui lo sta facendo: sta tornando dalla sua piccola famiglia, da chi gli vuole veramente bene.

A lavoro le cose erano andate malissimo. Si lasciò cadere sul divano e la guardò entrare e appoggiare le sue cose sul mobile d’entrata. Anche lei era stanca, anche la sua giornata non era andata così bene, però continuava a sorridere. Prese tra le braccia il piccolo Dray e si andò a sedersi di fianco a lui.
Lui posò una mano sulla testina del cagnolino distrattamente e cominciò ad osservare il soffitto, ripensando a tutti i rimproveri che gli erano stati rivolti. Aveva perso il tocco magico, non era nemmeno più bravo nel suo lavoro…Si sentiva terribilmente frustrato!
“Ci stai ancora pensando?” chiese la giovane.
Lui annuì cupo.
La ragazza appoggiò sul pavimento il cagnolino e tirò verso di sé il ragazzo. Lo fece appoggiare sul suo petto e prese ad accarezzargli i capelli. “Non mi importa quello che ha detto quel idiota, tu sei il mio uomo!” disse dolcemente.

Un dubbio lo assale. Prende il cellulare, però non trova nessun messaggio, solo il sorriso di una giovane donna. Quanto può far male lo sfondo di un cellulare? Una foto scattata mesi fa può riaprire ferite appena rimarginiate.
Il Taxi esce dall’ingorgo e accelera, finalmente libero di correre, come la mente del ragazzo.

Di solito era lei a svegliarsi per prima e preparare la colazione, ma per quel giorno sarebbe stato lui ad occuparsi di lei.
Preparò il caffè, lo mise nelle tazze e sistemò i cornetti, che era andato poco prima a prendere, sul piattino. Mise tutto sopra il vassoio e andò in camera.
Tra le lenzuola candide c’era lei, ancora addormentata. Si accucciò vicino al letto e le spostò i capelli dolcemente dal viso. Sembrava un angioletto… No, anche da sveglia era un angelo…
Prese il cellulare e le scattò una foto, per immortalare la dolcezza di quel viso. In quel momento la ragazza aprì gli occhi.
“Ehi, che stai facendo?” chiese con la voce impastata dal sonno.
“Niente” infilò il cellulare in tasca e sorrise, scoccandole un bacio leggero sulla fronte “Buongiorno, principessa”.
La giovane si beò di quel veloce contatto, chiuse gli occhi nuovamente e si morse il labbro inferiore. Vuoleva dire qualcosa ma rimase zitta, così lui glielo chiese “Cosa c’è?”.
“E’ tanto strano se ti chiedo di farmi le coccole?”.

Il taxi si ferma, ma questa volta non perché c’è traffico, ma perché è arrivato a destinazione.
Il ragazzo paga e scende velocemente dall’auto, l’unica cosa che gli preme è raggiungere la cima delle scale il più velocemente possibile, suonare il campanello e vederla. Chiarire tutto.
Si fionda dentro il palazzo, ma poi si ferma. Dodici ore prima aveva sceso quelle stesse scale, urlandole contro ogni cosa…

“Non puoi comportarti così, come se non ti importasse nulla di me!” urlò la ragazza in lacrime.
“Pensi che mi importi, veramente, di una ragazzina che ha sette anni in meno di me? Non sono né tuo padre né tuo fratello, non ho nessun obbligo nei tuoi confronti!”.
Dray si andò a nascondere sotto il mobile della TV, spaventato, nell’aria c’erano rabbia, dolore, frustrazione, ma soprattutto tanto stress per la situazione che si era andata a creare per uno stupido malinteso.
Ma lui era troppo testardo per ammettere che aveva sbagliato, che non voleva ferirla.
Altre lacrime bagnarono le guance di lei “Io pensavo…”.
“Sam, seriamente, evita di pensare ti fa solo male!” fu la sua risposta.
Allora la giovane si raddrizzò, bella e forte come sapeva essere solo lei e come le aveva insegnato lui “Bene, Tom, esci da casa mia!”.
Non se lo fece ripetere due volte. Prese il suo cappotto e se ne andò, ma non di sicuro in silenzio…

È davanti alla porta. Si passa le mani sui jeans più volte prima di aprirla, con le sue chiavi.
Appena varca la soglia, si trova davanti ad uno spettacolo pietoso. Fazzoletti ovunque, un barattolo di gelato mezzo sciolto sul tavolino e poi un ammasso di coperte sul divano, che ogni tanto trema. Da quella cosa informe esce un piccolo West Highland Terrier che gli va incontro e comincia a scodinzolare felice.
“Buono, Draco, buono!” gli ordina dandogli delle piccole carezze sulla testa. Si avvicina al divano e si siede vicino al mucchio di coperte. “Samantha”.
Il viso della ragazza spunta, ha gli occhi gonfi e rossi per le lacrime che ha versato probabilmente da quando lui era uscito di casa. “Sei venuto a prendere le tue cose?” chiese quasi tremando.
Lui scuote la testa “No, sono qui per chiederti se possiamo fare pace, se c’è un modo per risolvere questo problema”.
Samantha butta le coperte da una parte e, con il polso, si asciuga gli occhi “Ridimi quello che mi hai detto il mese scorso”.
“Ma che…”.
“Ti prego, Tom”.
Così prende fiato e con esso anche un po’ di coraggio “Amo questo ruolo perché posso amarti senza preoccuparmi dei paparazzi o dei giornali di gossip, di quello che penserà la gente sulla differenza d’età…”.
“L’età è davvero un così grande problema per te?” chiede Sam mordendosi le labbra.
“Ma guardami, mi comporto come un ragazzino di dodici anni a volte, ho ancora la collezione delle figurine dei supereroi e le macchinine telecomandate…Sam, gli anni di differenza che abbiamo non mi interessano. Io voglio che tu sia felice”.
“E allora perché sei stato con Simo?”.
“Ho bevuto troppo e…lo sai com’è, quando bevo:perdo il controllo!”.
I loro occhi si incontrano e la ragazza vede che quello che le è stato detto è la verità. È l’unica che riesce a vedere oltre l’azzurro ghiaccio di quello sguardo che le ha mozzato il respiro miliardi di volte, è l’unica che vede oltre la superficie. Nemmeno Jade c’era riuscita dopo due anni, a Sam erano serviti solo pochi giorni.
Si sporge verso di lui e appoggia le labbra sulle sue, un contatto casto e puro, ma allo stesso tempo intenso che lo fa tremare.
“Sei proprio impossibile Tom Felton, te l’hanno mai detto?” chiede con un sorriso divertito la ragazza, allontanandosi.
Tom ride e la tira di nuovo a sé per un nuovo bacio. Ora ci credeva! Si può tornare indietro, ripercorrere i propri passi e risolvere i problemi che si sono creati. Si può ammettere un errore, non finisce nessun mondo o quant’altro, anzi, alcune volte porta all’ inizio di qualcosa…


Un angolino tutto mio

Questa storia l’ho scritta una marea di tempo fa e oggi l’ho ritrovata. In teoria questa doveva essere il riassunto di una storia che avevo in mente, che però non ho mai scritto. Bè….Spero che vi piaccia XD
  
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