never more

Guardai rapita, sbalordita le sue un tempo nere ali,
ora rosse di liquido sangue che sgorgava ancor da esse,
e udii la voce esclamar tali parole che agghiacciar mi si fecero,
never more, never more.
Tal parole di cosi tristo addio al tempo passato risuonarono nella silente strada,
come campane a lutto.
Riguardai il mio fedele compagno di mille avventure,
mille lotte e di mille danze che nel ciel facea ,
per mostrar a me il suo spirto guerrier,
fiero e libero di volteggiar nell'aere,
che ora giacea a terra avvinto da quella feroce sconfitta,
e allora di nuovo la voce,
quell'ossessiva, e adesso flebile voce,
torno.
Never more never more.
Piansi lagrime d'amar gusto e vidi che le stesse sgorgavano,
dagli occhi neri, gonfi de lagrime e colpi presi,
ed esse scendeano lungo il becco rotto e rosso,
come fosse ebbro di vino,
per poi cader sulla strada,
e la voce ormai un sussurro ancor disse,
never more never more.
Decisa a non lasciar perir cosi,
il mio compagno,
risolsi de farli dispetto senza arrecargli danno,
e con far lesto,
pria che esso l'ultimo spiro esalasse,
lo toccai con la scura pietra,
ed egli sussurrò,
never more never more.
Per poi de candida luce accendersi,
una pura luce lo avvolse,
e quando essa di dissolse,
al suo posto s'ergea un magnifico angelo,
che guardandomi sussurro,
never more never more.
E volò via con l'anima del mio Murkrow.