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Autore: mikchan    23/06/2013    2 recensioni
TRATTO DALLA MIA STORIA "LIKE A PHOENIX"
Emily e Steve. Una coppia tanto improbabile quanto affiatata. Ma, si sa, "il lupo perde il pelo ma non il vizio", e questa volta Emily non è disposta a chiudere nemmeno un occhio. Eppure il suo cuore li ha chiusi entrambi ormai da tempo, ed è disposto a perdonare per provare di nuovo quell'emozione che solo una scimmia addomesticata come Steve sa procurargli.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
- Questa storia fa parte della serie 'Like a Phoenix'
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collocato tra il capitolo 28 e il 30

DI SCIMMIE E DI FIDUCIA: QUANDO PER SUPERARE LE DIFFICOLTA' BISOGNA IMPARARE A DONDOLARSI A TESTA IN GIU'.


Pov Emily


Innamorarsi è facile.
Imparare a fidarsi è più difficile.
Sono una la conseguenza dell'altra: quando due persone si fidano, allora possono innamorarsi sul serio, innamorarsi di quell'amore forte e duraturo che quasi più nessuno considera, ma che è quello più vero. Forse sono troppo romantica e, come mi ripete spesso mia madre, vivo troppo nei romanzi che leggo, ma questo è quello che quelle storie mi hanno insegnato e io non ci trovo nulla di sbagliato.
Eppure è la società stessa in cui vivo che smentisce ogni mia parola. Ormai la maggior parte dei rapporti sono basati su sentimenti deboli e promesse luccicanti, distrutti dalla mancanza di fiducia e di stima nel proprio compagno. Ma non mi piace generalizzare e so bene che non tutti sono così, che molte persone imparano con il tempo, che esistono ancora quelle coppie che fanno affidamento sulla propria forza per superare le difficoltà. E io sogno di avere una vita così: sognavo di incontrare il principe azzurro, magari di una galassia lontana, visto che nella nostra ormai si sono estinti.
E invece ho incontrato uno scimmione. Una stupida, imbecille e affascinante scimmia che mi ha rubato il cuore. E la domanda mi è sorta spontanea: i principi azzurri possono essere anche uomini delle caverne?
Non lo sapevo e, sinceramente, in quel momento non mi interessava neanche più scoprirlo.
Perché, se fino a qualche minuto prima ero convinta che anche le scimmie potessero mantenere le promesse ed essere umane, ora sono sicura che quella da me incontrata è un'eccezione anche per la sua razza. Non so come si comportano le scimmie nelle loro vite a penzoloni sugli alberi, ma sono abbastanza sicura nell'affermare che quando scelgono una compagna poi non ne vanno a cercare un'altra, nemmeno da ubriache.
Sbuffo pensantemente, uscendo dalla casa a passi svelti e rendendomi conto di come certi pensieri siano stupidi e del tutto fuori luogo. Eppure la prima immagine che mi era balzata in mente quando Amanda aveva pronunciato quella frase era una scimmia che veniva schiacciata dalle ruote di un tir, da una balena e da una montagna, per poi essere utilizzata come decorazione su un muro. E chissà perché quella scimmia aveva la stessa faccia di quel ragazzo che mi sta rincorrendo, urlando come un forsennato il mio nome.
"Emily", grida di nuovo, nonostante ormai sia a due passi da me.
"Non sono sorda, idiota", sbotto alzando gli occhi al cielo e fermandomi.
"Senti, voglio spiegarti", dice ignorando il mio tono tagliente.
"E se io non volessi sentire?", chiedo acida e sempre più incazzata.
"Dai, cavolo, non può finire tutto per una stupidata come questa", esclama alzando la voce. Alcune persone si voltano verso di noi ma non ci faccio caso.
"Finire cosa, Steve? Non si può finire una cosa mai iniziata", dico abbassando lo sguardo, sapendo di mentire più a me stessa che a lui.
"Emily", dice di nuovo, esasperato, prendendomi per un braccio e costringendomi a guardarlo negli occhi. Proprio quello che non volevo fare e me ne rendo conto quando incontro le sue iridi castane.
"No, Steve", rispondo staccandomi dalla sua mano con uno strattone. "Niente 'Emily'. Non più".
Non più. Come fanno male quelle parole! Non sono per niente conosolatorie, assomigliano di più a mille spine che si conficcano sempre più a fondo nel mio cuore. Eppure le ho dette io e per questo sono ancora più distruttive.
"Porca puttana, Emily", sbotta. "Sono un essere umano, maledizione! Non puoi pretendere che io non sbagli mai".
"E infatti non ho detto questo, stupida scimmia senza peli!", urlo dandogli un pugno sul petto, facendolo arretrare. "Ma, se permetti, sono umana anch'io e nemmeno tu puoi pretendere che le tue scelte non abbiano una conseguenza!".
"Non volevo ferirti e nemmeno usarti", risponde addolcendo il tono.
Distolgo lo sguardo, colpita da quelle parole. "Può darsi", sussurro."Ma io non sono un distributore di fiducia, Steve e tu hai decisamente finito le monetine".
"Odio quando fai certi paragoni", borbotta sbuffando.
"Se vuoi uso un linguaggio più semplice", sputo cattiva. "Abbiamo chiuso".
Un colpo di cannone.
"Ma...".
La scimmia cade dall'albero.
"Niente ma. Credevo che ci tenessi a me, almeno un po', ma a quanto pare mi sono sbagliata".
"No, accidenti, no!", esclama scuotendo la testa. "Io ci tengo a te".
"Lo diceva anche Lui", sussurro e me ne pento subito quando lo vedo irrigidirsi, capendo al volo il paragone con il mio ex.
"Non sono così", dice stringendo i pugni. "Io non ti farei mai del male".
Mi lascio sfuggire un sorriso amaro. "Lo hai già fatto, Steve".
"No, io...".
"Tu hai ucciso la mia fiducia nei tuoi confronti", ribatto guardandolo dritto negli occhi. "Lui ha fatto lo stesso".
"Sai che puoi contare su di me", sussurra e le sue parole mi sembrano quasi una preghiera. Ma non posso farmi sopraffarre. Non devo. Non ho abbastanza forza per ricostruire di nuovo il mio cuore e non posso permettergli di distruggermelo del tutto. Perché so già che me lo riducerà in frantumi, che presto mi ritroverò a raccogliere cocci sanguinanti e non posso permettermelo. Mi sono affezionata troppo a lui, al suo sorriso contagioso e ai suoi occhi e fa male pensare che per lui non è evidentemente la stessa cosa.
"Non posso, Steve", rispondo allungando una mano per accarezzargli una guancia.
Una sola volta. L'ultima.
Mi alzo in punta di piedi e gli lascio un leggero bacio a stampo, senza staccare gli occhi dai suoi. "Troverai qualcuno che saprà amarti, Steve", gli sussurro nell'orecchio, per poi voltarmi velocemente e andarmene.
Un ultimo cedimento, ora devo mettere la parola fine.



Chiunque creda che troncare una relazione sia una cosa semplice è davvero un grande stolto.
Perché non basta la forza di volontà per dimenticare, perché per ogni ricordo che riaffiora ne risalgono altri dieci, uno più bello e doloroso dell'altro ed è impossibile non provare nostalgia per quei momenti.
Dopo giorni passati a cercare di convincermi che mollare quella stupida scimmia penzolante è stata la scelta migliore, la consapevolezza di quello che è successo mi sta pesando sempre di più sulle spalle.
Mi sono chiesta il perché del comportamento di Steve migliaia di volte: davvero per lui valgo così poco? È difficile rispondere, soprattutto perché ogni volta che ci penso mi ritornano in mente i bei momenti passati in sua compagnia. Una persona non può mentire a tal punto e non riesco a credere che tutto sia stato solo un gioco.
Per questo ho iniziato a pensare. E mi sono resa conto che, forse, la causa potevo essere anche io. Certo, razionalmente parlando è stupido, ma conosco Steve da quattro anni, pur non avendoci mai parlato più di tanto prima dell'inizio della quarta e ho sempre saputo del suo lato libertino e... aperto a 'nuove esperienze'. E non sono riuscita a non pensare che i miei continui rifiuti lo abbiano portato a cercarsi divertimento altrove.
Mi sento male all'idea e questa consapevolezza non mi aiuta di certo a perdonarlo. Si sono scambiati solo un bacio, lo so, ma è stato il suo silenzio a complicare tutto. Perché Steve non si è fidato di me, pur sapendo che, in fondo, avrei perdonato quel "tradimento".
Vorrei essere capace di chiudere gli occhi e fare finta di niente, tornare all'inizio di quest'anno e ignorarlo come avevo sempre fatto. Eppure non ne sono in grado e, sinceramente, non ne ho né la forza né la volontà.
Sbuffo, alzando lo sguardo dal quaderno e accorgendomi che i miei appunti si sono fermati a circa dieci minuti prima di spiegazione, come succede praticamente ogni ora in questi ultimi gorni. È inutile, non riesco proprio a concentrarmi.
La campanella dell'intervallo suona e, passandomi una mano sugli occhi, mi alzo stancamente dalla sedia. Prima di uscire dalla classe, lancio un'occhiata ai due che, in fondo alla classe, stanno intrattenendo i nostri compagni con uno dei loro soliti teatrini.
Esco, leggermente infastidita e mi ritrovo a girare per i corridoi. Devo ammettere che un po' li invidio, Amanda e Adam. Loro si sono trovati e hanno imparato a convivere l'uno con l'altro, legandosi sempre di più ad ogni scaramuccia. Da quella famosa festa, poi, ogni volta che sono assieme si crea inorno a loro una tensione pazzesca e gli sguardi che si lanciano farebbero sentire di troppo anche il pavimento su cui camminano.
Invece io non parlo con Steve da giorni, ormai, e ho troppa paura per ammettere a me stessa di avere esagerato. Certo, lui non avrebbe dovuto fare quello che ha fatto, ma nemmeno io mi sono fidata delle sue parole, prendendo per buono quello che i mie occhi avevano visto.
Ed ecco che ritorna, la questione della fiducia. Mi lamento tanto perché Steve non si fida abbastanza di me quando gli dico che, in fondo, anche le scimmie hanno un cuore e dei sentimenti e che non devono avere paura di esprimerli, ma anch'io ho peccato nel momento in cui non ho saputo mettere da parte l'orgogio ferito e ascoltare le sue spiegazioni. Non mi sono fidata di lui, nonostante tutto, e questa consapevolezza è la cosa che mi fa più male.
Passo di nuovo davanti alla classe, decisa a rintanarmi dentro e smettere di pensare, ma mi accorgo subito di Adam che, seduto al suo posto, dà energiche testate al banco e mugugna qualcosa di incomprensibile. Con la coda dell'occhio vedo Amanda infilarsi in bagno e decido di seguirla.
La trovo che si guarda allo specchio, scossa quanto il fidanzato e non ci metto molto a capire che tutta quella tensione erotica sta schiacciando pure loro.
Eppure non riesco a pensarci, non in quel momento, non con la testa piena di rimproveri verso me stessa e verso la mia codardia, che non mi permette di parlare seriamente con Steve. E poi c'è quel tarlo che si è insinuato nel mio cervello e non mi lascia respirare. Per questo prendo coraggio e le chiedo un consiglio, sperando che parlando con un'altra donna i miei pensieri si potessero chiarire.
"Ma cosa dici!", è la sua risposta sorpresa quando le espongo i miei dubbi in merito. Sinceramente, non capisco tutta questa meraviglia da parte sua: non è così improbabile ciò che il mio cervello ha partorito, ma sotto il suo sguardo dolce sento ogni problema farsi più leggero. Davvero è convinta che io sia così bella da attirare un tipo come Steve? In fondo, penso, è uscito solo con me per mesi e mi sono fidata di lui quando affermava con vigore che voleva fare le cose con calma. "Solo che è un po' stupido e deve ancora imparare a fare il fidanzato", mi spiega poi con un sorriso e non posso fare a meno di imitarla.
"Non so bene cos'è successo, alla festa", mi dice poi, "ma so per certo che Steve non si è stancato di te, altrimenti non passerebbe le ore a fissarti la schiena invece che stare attento".
La guardo sorpresa. "Davvero?", mormoro confusa. Io sono al primo banco e Steve è seduto di due file dietro di me, quindi non posso sapere cosa fa durante le lezioni. Però Amanda è all'ultimo banco e, dal fondo della classe, vede tutto quello che succede. I suoi occhi non mentono e mi fido delle sue parole, che hanno riacceso un fuoco dentro il mio cuore.
È stato tutto un grande malinteso, qualcosa che avrei potuto sistemare subito se non mi fossi fatta abbindolare dalle mie paure e da supposizioni infondate.
"Dici che dovrei parlarci?".
"Dipende se sei pronta a perdonarlo".
Sono disposta a perdonarlo? Perdonare cosa, poi? La verità è che non mi importa nulla di quel bacio e me ne sono resa conto quando, una volta arrivata a casa dopo aver litigato alla festa, non riuscivo a togliermi dalla mente il suo sguardo ferito. No, quel malinteso non avrebbe ostacolato quello che stavo cercando di creare con lui e non avrebbe ucciso tutti i miei tentativi di convincerlo che era capace di amare, nonostante fosse una stupida scimmia.
Forte di questa consapevolezza, passo il resto dell'intervallo a parlare con Amanda e saperla così insicura nel suo rapporto con Adam mi aiuta, in qualche modo, a recuperare la forza che avevo perso.
Appena entrata in classe il mio sguardo cade sul gruppo di ragazzi che ride e scherza in un angolo e si ferma sulla schiena di Steve. Sorride con i suoi compagni, ma i suoi occhi sono spenti e stamattina si è dimenticato di farsi la barba.
Non riuscendo a reprimere un sorriso, mi avvicino e, d'istinto, lo bacio senza chiudere gli occhi, fissandomi nelle sue iridi e cancellando con quel contatto tutto quello che era successo. Quando mi stacco, i suoi occhi brillano e la sua mano forte sul mio fianco urla la sua felicità.
"Ho riacquistato la tua fiducia?", mi chiede accarezzandomi una guancia mentre usciamo dall'istituto. Abbiamo passato le tre ore precedenti a lanciarci sguardi lontani e ad aspettare il momento di uscire e chiarirci.
"In un certo senso", ammetto.
"Mi farò perdonare", mi promette, stringendomi forte la mano.
"Non ne hai bisogno", lo rassicuro.
"E ti prometto che non succederà più", continua ignorandomi. "Non voglio più vederti piangere per colpa mia".
"Mi fido", dico solo, allargando il mio sorriso.
Steve si abbassa e mi bacia con passione, ignorando le persone che ci camminano accanto sul marciapiede.
"Solo una cosa", riprendo staccandomi da lui. "Se ti vedo con i miei occhi baciare in questo modo qualcuna che non sia io, sta tranquillo che passerai il resto della tua vita a penzolare da un albero attaccato per il tuo amichetto".
Steve scoppia a ridere, stringendomi le spalle con un braccio. "Ti adoro quando mi minacci in questo modo", afferma, baciandomi di nuovo.
E io non posso fare a meno di attaccarmi a lui e godermi quel bacio, ormai convinta che per andare d'accordo con lui il modo migliore fosse comportarsi come lui, ovvero come una scimmia.
Chissà se bacia così bene anche a testa in giù...




Salve gente!
Un po' in ritardo perché ho avuto problemi con il computer. Comunque finalmente riesco a pubblicare anche questa one-shot con Pov Emily e incentrata proprio sulla sua relazione con Steve. Ci tevevo a raccontare anche un pezzetto della loro storia, come forse farò per Liz e Charlie perché, anche se non sono i protagonisti di questo racconto, fanno sempre parte delle loro avventure.
Detto questo non credo ci sia molto da aggiungere sulla storia. Ah, non ho una fissazione con gli animali (tra lupi e scimmie qui creerò uno zoo, prima o poi!), ma mentre la scrivevo avevo appena finito di leggere una storia su Dragonball, dove Bulma continuava a chiamare Vegeta Scimmione e il paragone è venuto naturale.
Bah, spero vi sia piaciuta comunque.
Vi ricordo che questa storia fa parte di "Like a phoenix" (che potete trovare nel mio profilo) e non credo che si capisca poi molto senza averla letta!
Altro annuncio: mercoledì parto, ma non so se riesco a pubblicare prima. Spero proprio di sì.
a presto
Mikchan
 
  
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