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Autore: Fred Halliwell    23/06/2013    7 recensioni
In un mondo di pace e luce esiste sempre l'oscurità, ed è tra quelle ombre che sempre più agguerrito e vendicativo vive Pitch Black.
Si è armato, con nuovi trucchi, molto più potenti di prima, che neanche il bastone magico di Jack riese a fermare. Come faranno i Guardiani a sopravvivere? A chi chiederanno aiuto?
Mgari a qualcuno come loro!
Ma esistono altri spiriti come loro? Ci avete mai pensato?
Avete mai provato ad immaginare cosa succederebbe se, oltre ai 5 Guardiani, l'Uomo della Luna ne avesse scelto un sesto, molto prima di tutti gli altri. Un Guardiano ormai tanto antico da essere stato dimenticato, confuso con un mito, scambaito per qualcun'altro. Un Guadiano vissuto così tanto tempo fà che persino lui ha dimentico il suo scopo.
Beh, io SI! XD
E se questo spirito perduto venisse richiamato a combattere? A lottare in una guerra che non gli appartiene più, per sconfiggere un vecchio nemico e ripristinare l'ordine nel mondo e salvare gli altri Guardiani.
Lo farà?
Chi sarà mai questo Guardiano che vaga per il mondo senza più una meta? E deciderà di unirsi ai Guardiani o a Pitch per portare avanti la sua vendetta?
Buona lettura!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Jarida's Universe'
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CAPITOLO VENTITRE
Il Principe Bianco

 
Erano passate quasi due settimane da quel fatidico giorno in cui Merida aveva rincontrato i Guardiani, si era riunita a loro, aveva scoperto il suo vero scopo e insieme avevano sconfitto Pitch. Da quel momento la vita di Cupido era completamente cambiata e ci aveva messo un bel po’ per abituarsi alla cosa, ma pian piano quel nuovo stile di vita aveva cominciato a piacerle.
Ora aveva di nuovo i suoi fratelli, che l’aiutavano a diffondere l’amore nel mondo, proteggendo il suo centro: il coraggio. Con loro era tutto più facile e meno faticoso, anche se inizialmente aveva parecchio sudato per insegnare a quei tre teppisti come fare il loro lavoro; alla fine, però, aveva ottenuto un magnifico risultato. Tre meravigliosi puttini che la rendevano orgogliosa ogni giorno di più. Quel minimo di famiglia che aveva ritrovato poteva bastarle (anche perché ora la sua nuova famiglia erano i Guardiani), ma ai tre i loro genitori mancavano.
Era stato duro spiegar loro cosa era successo, ma fortunatamente North e gli altri l’avevano aiutata. In particolar modo Jack si era dimostrato utile, portando ogni tanto i ter gemellini con sé in giro per il mondo e facendoli divertire come non mai. Un modo come un altro per non farli pensare. Tra quei quattro era stato amore a prima vista e così Merida aveva qualche ore di tempo da passare tranquilla in camera sua.
Già, perché ora aveva anche una casa! North l’aveva invitata a vivere da lui, dando una stanza a lei e ai suoi fratelli. Non solo doveva lavorare di meno, ma aveva una fissa dimore dove andare a riposarsi. C’era qualcosa di più da desiderare?
Da quando avevano sconfitto Pitch la sua vita era divenuta molto più tranquilla a rilassante. Certo, sulla slitta aveva subito il terzo grado su ciò che era successo nel regno di Manny, soprattutto Sandy e Toothiana si erano dimostrati interessati alla cosa, ma tralasciando questi particolari poteva giurare di non essere più stressata. La sua vita movimentata un po’ le mancava, ma di certo il suo collo ringraziava che lei non dormisse più sulle pietre.
Mise a posto l’ultimo libro sullo scaffale e si avvicinò alla porta camminando all’indietro, per poter osservare soddisfatta il suo duro lavoro di arredatrice. L’aveva allestita personalmente, quella stanza, quindi non poteva non adorarla. North l’aveva fatta costruire (sotto le sue direttive) in modo che somigliasse il più possibile alla camera che aveva quando era umana e viveva nel suo castello, poi lei stessa aveva pensato al mobilio. Spinto contro la parete c’era un letto a baldacchino e due piazze, con coperte e tendine verde petrolio. Faceva un bel contrasto con le pareti di roccia grigia decorate con legno intarsiato. Il letto e le decorazioni erano scure (anche se non sapeva a che albero appartenessero), come tutti gli altri mobili, composti da nient’altro che una cassapanca, due comodini, un tavolino con due sedie e una libreria. Vicino al letto, sulla destra, c’era un’ampia finestra e di fronte un camino, mentre dall’altro lato della finestra c’era la porta, fatta anch’essa di legno scuro. In realtà c’era anche una poltrona, ma quella non era di semplice legno, bensì era imbottita, rivestita di un morbidissimo tessuto a fantasia scozzese e posizionata vicino al camino. Su di esso ci aveva appeso l’arazzo di sua madre, in modo che potesse vederlo ogni volta prima di addormentarsi. Sulle pareti non c’era appeso nient’altro, tranne che per dei drappeggi di tessuto lucido e verde petrolio, come quelli del baldacchino.
Non c’era che dire, la sua camera era venuta proprio bene!
Merida si era molto divertita anche a sistemare la cameretta dei fratellini, ricreando, come aveva fatto nella sua, la loro camera al castello. Erano molto simili, ma i toni usati per i tre pestiferi gemelli erano sull’arancione, mentre il legno era più chiaro.
Essendo lei l’unica donna della casa, North aveva insistito per darle una stanza tutta sua, compreso un bagno personale (anch’esso sui toni del grigio e del verde), da cui si accedeva da una porticina tra il letto e il finestrone, e lei aveva accettato senza troppe storie. Aveva voluto, però, che la stanza dei suoi fratellini fosse proprio accanto alla sua e che non fosse molto distante da quelle degli altri. Babbo Natale ne era stato felicissimo e l’aveva messa allo stesso piano suo e di Jack. Precisamente mentre a sinistra aveva i suoi fratelli, di fronte aveva l’albino.
Questo la metteva un po’ a disagio.
Era da quel fatidico bacio che non si rivolgevano la parola e il clima tra i due era diventato sempre più pesante. Lui le era stato molto utile nel gestire Hamish, Harry e Hubert, ma a parte questo non si erano detti altro. Se per caso si incrociavano in corridoio, entrambi distoglievano lo sguardo o si nascondevano dietro una colonna. La situazione era tragica e nemmeno quel chiacchierone di North riusciva a farli parlare.
Un leggero bussare vicino alla porta la distrasse dai suoi pensieri << Avanti >> disse solo, aspettandosi di veder entrare il sopracitato padrone di casa, che spesso l’andava a trovare per vedere come procedevano i lavori << La porta è aperta >> a quelle parole seguì lo scricchiolare del legno e il delicato rumore di passi sul pavimento.
Già questo la mise in allarme: North non era così silenzioso!
            << Ti sei sistemata bene vedo >> le disse una voce.
Parlando del diavolo spuntano le corna e il cuore di Merida perse un battito.
Perché la voce di Jack le faceva sempre questo effetto?
<< Jack >>mormorò emozionata << Non ti aspettavo, credevo tu fossi in giro a portare neve >>
Quello si lasciò sfuggire un sorriso << Conciato in questo modo? >>
Solo a quel punto la rossa notò qualcosa di anomalo nella figura del Guardiano. Non nella pelle pallida o nei soliti capelli bianchi, ma nell’abbigliamento. La sua abituale felpa blu era stata sostituita da una candida e leggera camicia bianca, abbottonata quasi del tutto, con i primi due bottoni aperti che lasciavano intravedere parte della serica pelle del collo. Era aderente, ma non tanto da non scendere morbida sui fianchi magri del ragazzo. Merida si sentì avvampare: mai lo aveva visto tanto bello e desiderabile, anche se doveva ammettere che con quella camicia addosso non sembrava neanche Jack Frost, era completamente diverso << Come mai questo cambio di look, Jack? >> chiese dopo qualche attimo di ritardo, visto che era rimasta abbagliata dalla sua bellezza.
L’albino rise << Colpa degli stupidi elfi di North. Mi hanno sporcato di caffè bollente mentre lo portavano al loro padrone, così lui mi ha dato questa >> si tirò un lembo della camicia mostrandola meglio << Ma non chiedermi perché North abbia degli indumenti della mia taglia, non lo so neanche io … E non chiedermi neanche perché io abbia messo proprio questa camicia, ti dico solo che era il capo d’abbigliamento più normale che ho trovato! >>
Quella frase la fece ridere. Di certo non si poteva dire che North non fosse un tipo eccentrico, anche nel vestire, e non si rendeva conto che non tutti potevano pensarla come lui. In realtà questo era un suo problema in molti campi, come ad esempio sua insana convinzione che “viaggiare” chiusi in un sacco fosse divertente. Probabilmente perché nessuno ci aveva mai chiuso lui, in un sacco!
Restava il fatto che se si comportava così era perché voleva che tutti si sentissero a loro agio. Babbo Natale era esagerato nei suoi modi, ma era solo molto affettuoso e dimostrava così il suo affetto. Jack per lui era come un figlio, quindi era normale che avesse creato un guardaroba tutto per lui. Merida scosse leggermente la testa immaginandosi gli orrori che potessero esserci in quell’armadio. Questo pensiero la fece riflettere: presumibilmente North aveva già confezionato qualcosa anche per lei, anche se si era trasferita al Polo Nord solo da pochi giorni. Si voltò verso la cassapanca. Possibile che ci fosse sul serio qualcosa per lei lì dentro?
La sua spasmodica curiosità le diceva di andare a controllare, ma il suo buonsenso le fermò. Aveva un ospite e non un ospite qualunque, ma Jack!
Improvvisamente si ricordò che erano quasi due settimane che non lo vedeva. Tra mobili, fratelli e cuori spezzati non aveva avuto il tempo per lui, o meglio, non l’aveva voluto trovare!
Lo aveva semplicemente … evitato, nascondendosi dietro qualcosa quando lo vedeva o non alzando lo sguardo dal piatto durante i pasti, per paura di incrociare il suo. Era troppo imbarazzata anche solo per guardarlo negli occhi. Dopo quel bacio si era ripromessa di parlarne con lui, di chiarire, ma poi non era successo e ora la situazione era diventata critica. Cosa dirgli arrivati a questo punto? E questo a cosa avrebbe portato? A quel pensiero la paura prese di nuovo il sopravvento e cominciò ad agitarsi.
Jack si mise a fare avanti e indietro per la stanza, avvicinandosi di più a lei << Hai anche appeso l’arazzo di tua madre >> le disse e lei si limitò ad annuire, così lui continuò << Almeno posso vederti lì sopra visto che hai deciso di ignorarmi >> lo disse con calma ma nell’inflessione della voce si notava una certa tristezza.
Merida lo guardò, colpita sul fatto << Non ti sto ignorando >> rispose provando a mentire, ma non convinse neanche lei stessa.
Lui le sorrise ma nei suoi occhi si capiva che non ci era cascato << Ne sei sicura? Mi stai evitando allora? >> colpita e affondata. A quella domanda Merida si limitò a mordersi un labbro e non rispose, così Jack fece qualche altro passo toccando qualcosa qua e là << Lo ami ancora? >> chiese poi, a bruciapelo.
La rossa rialzò gli occhi e rispose scandalizzata << Pitch? No! >> si mosse sul posto, nervosa<< Come puoi anche solo pensarlo? >>
            << Forse perché ci siamo baciati, o meglio, ti ho baciata, e tu non mi hai detto nulla? >>rispose quello cominciando ad innervosirsi << Era il tuo primo bacio vero? Forse ti ho offesa, te l’ho … rubato? >> calcò leggermente la voce sul verbo usato, come a volerle implicitamente chiedere se era quello giusto<< Mi rendo conto che l’ho fatto senza il tuo permesso, ma stavi morendo e non sapevo come fare a svegliarti. In quel momento mi era sembrata una buona idea! >> lo disse tutto d’un fiato, lasciando finalmente trapelare parte del suo immenso imbarazzo.
Merida sorrise: << Si, era il mio primo bacio … ma mi è piaciuto e sono contenta che me lo abbia dato tu, che tu sia stato il primo >> si rese conto di quanto fosse imbarazzante la sua confessione solo quando vide lo sguardo malandrino sul volto del ragazzo. A quel punto arrossì di botto e strepitò << E smettila di sorridere come uno stupido! >>  infondo non sarebbe cambiata mai, anche nei momenti più imbarazzanti lei sarebbe rimasta sempre la solita, testarda Merida.
Uno sgradevole silenzio piombò tra i due, finché Jack non riprese la parola << Merida … >> cominciò attirando la sua attenzione<< Io ti piaccio almeno un po’? >>
La rossa avvampò diventando de medesimo colore dei suoi capelli << Ma ti sembrano domande da fare?! >> chiese parlando a scatti quasi fosse un robot e guardando altrove. Improvvisamente la parete di roccia divenne estremamente interessante.
            << Si >> rispose lui con decisione arrossendo a sua volta. Nonostante l’imbarazzo, però, si fece forza e continuò a parlare << Cerco solo di capire >> prese un profondo respiro<< Tu mi piaci Merida e mi interesserebbe sapere se tu provi lo stesso >>
Lei ridacchiò, sempre più nervosa, imbarazzata e onorata al tempo stesso per la sua confessione << Ci conosciamo da troppo poco tempo >> disse infine con maggior decisione di prima.
Jack accusò il colpo senza lasciar trasparire nulla e si concesse una risatina sarcastica << Dopo tutto quello che è successo in quei tre giorni, due settimane fa … anche tra di noi … >> disse le ultime parole con tono più basso e con quella precisazione sicuramente si riferiva al loro bacio. Quel ricordo la fece arrossire furiosamente … cioè, più di prima se fosse possibile, così Jack ne approfittò per continuare << … Credo che siamo giunti ad un punto in cui di conosciamo abbastanza, non credi Merida? >> La ragazza sprofondò nel silenzio più assoluto. L’albino scosse il capo, infastidito dal mutismo di lei: ormai il suo era diventato un monologo e con questi discorsi non ci sapeva proprio fare!<< E’ successo tutto molto in fretta, te lo concedo, ma questo … >> si prese una pausa per trovare il coraggio per esprimersi correttamente e farle capire cosa provava. Per lui non era mai stato facile parlare, di solito agiva direttamente, e soprattutto non aveva mai affrontato situazioni così intime. L’aveva evitata per troppo tempo aspettando il momento giusto ed ora non poteva più attendere. Quello che provava per Merida era così bello che non poteva lasciar correre per paura di affrontare la cosa, doveva dirle tutto, spiegarle nel modo più semplice e chiaro che poteva ciò che provava per lei. Quello che stava per fare era un passo importante e decisivo: << Questo non cambia ciò che provo per te, Merida >> si posò una mano sul petto << Qui sento battere come un tamburo ogni volta che ti vedo, è come se il mio cuore volesse uscirmi dal petto e sento una morsa dolorosa alla bocca dello stomaco, che mi toglie il respiro. Tu sulle faccende d’amore sei più esperta di me … ti sembra normale? >>
Il cuore della giovane sembrò bloccarsi. Jack le si stava forse … dichiarando?
Si, lo stava facendo!
Un’emozione folle cominciò a farsi strada nel suo petto, mentre nel suo stomaco sembrava essere entrato uno stormo di farfalle. Si sentiva esattamente come lui. L’albino, dall’altro canto, stava morendo per la vergogna. Era sempre stato un tipo orgoglioso, e aprirsi in quel modo era contrario alla sua natura, ma doveva farlo. Prese un profondo respiro e poi parlò << Io credo di amarti Merida Love McCupid … >>
Ecco, lo aveva detto!
Si era preparato quel discorso per ore, forse giorni. Erano secoli che glielo voleva dire e finalmente, raccolto il coraggio e due mani, ce l’aveva fatta. Per un imbranatone come lui non era stato per niente facile, ma ce l’aveva fatta! Più volte il suo orgoglio lo aveva fermato. Erano due settimane che attraversava il corridoio, arrivava davanti alla porta di Merida, andava per bussare e il pugno si fermava a mezz’aria. A quel punto sbuffava stizzito e ritornava in camera sua, demoralizzato. Aveva dovuto darsi molta a forza per fare una cosa del genere, per non nascondersi per l’ennesima volta dietro una colonna quando la vedeva passeggiare nel corridoio.
Merida, intanto, non sapeva come reagire. Lo amava anche lei, e molto anche, ma la sua confessione l’aveva pietrificata.
Quando lo vide avvicinarsi andò nel panico: come rispondergli? Ma soprattutto, cosa voleva fare Jack?
Inconsciamente fece un passo indietro e portò una mano avanti, come a volerlo fermare. << Lo credo anche io >> ammise infine << … Di amarti intendo >> precisò facendolo sorridere << Ma è assurdo! >> scosse il capo e cominciò a parlare più velocemente<< Ci conosciamo da pochissimo ed io non ho mai creduto nel colpo di fulmine, né al principe azzurro che prima o poi sarebbe dovuto venire a salvarmi >> sorrise, ma con tristezza << Sarò anche Cupido ma non faccio innamorare le perone da un momento all’altro, non lo credo naturale e non mi piace >> fece una pausa respirando affannosamente per lo sforzo del suo parlare concitato.
Jack le si avvicinò ancora e prese quella mano ancora sollevate in un delle sue, ormai i loro petti quasi si toccavano << Io non sono un principe >> le disse con voce dolce accarezzandole il volto con la mano libera << Tutt’altro … e non sono neanche azzurro, semmai sarò bianco >> e si indicò i vestiti e i capelli facendola ridere << Ma vorrei comunque che tu fossi la mia principessa e se anche tu mi ami non vedo dove sia il problema >>
            << A te ci tengo Jack, quando sto con te mi sembra di stare in paradiso. Non solo mi piaci, ma ti considero mio amico, la mia anima gemella … tu mi completi Jack >>mormorò quest’ultima frase con voce tremante << Ma se andasse male come farei senza averti neanche come amico? Se non funzionasse, se ci lasciassimo io … >> il ragazzo la zittì posandole un dito sulle labbra.
            << Con i se non si va avanti >> le disse con voce stranamente seria per un tipo come lui << Io sono il Guardiano del Divertimento e tu la Guardiana del Coraggio … perché non fare ciò che ci riesce meglio? >>
A quelle parole, anche Merida sorrise, finalmente rilassata e convinta della cosa e bastò quel poco perché Merida si desse mentalmente della stupida. Come poteva non amare Jack Frost? Come poteva anche solo lontanamente pensare di poter vivere senza di lui, di rifiutare l’amore che lui le stava offrendo?
Era la personificazione di tutto ciò che aveva sempre desiderato: era bello (molto bello), nobile di cuore (un vero re), coraggioso (come un valoroso cavaliere) e intelligente (anche se non sempre lo dimostrava), soprattutto, però, sapeva farla ridere come nessuno, gli bastava solo una frase o una strana espressione del viso. Jack era perfetto … perfetto per lei
Perché non provarci? Infondo si amavano … o per lo meno si piacevano … perché non farlo?
Quando stava con Jack si sentiva bene e felice, completa, come non lo era da quando era umana e si stringeva nell’abbraccio di sua madre. Come le era mancata quella tenue sensazione di calore e protezione, che paradossalmente provava solo Jack. Lui era l’unico capace di riscaldarle il cuore, l’unico in grado di proteggerla, sia dal mondo che da se stessa …
Quando si accorse che si era rilassata, Jack le posò le mani sui fianchi, avvicinandola a sé ancora di più, schiacciandola contro il suo petto. Merida era calda, e morbida, troppo bella da stringere e da sentire vicino a sé. Il profumò dei suoi capelli gli inebriò la mente, facendogli sentire di nuovo quella strana sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco. Il suo corpo era piacevole vicino al suo sempre freddo, un contrasto a cui ormai si era abituato ma a cui non avrebbe mai rinunciato.
Anche lei si lasciò andare tra quelle braccia gelide, così fresche vicino la sua pelle che in quel momento stava bollendo per l’imbarazzo. Non si era mai trovata in una situazione del genere e non sapeva neanche dove mettere le mani, così si limitò e posarle delicatamente sulle spalle del ragazzo, poco sotto il colletto sbottonato della camicia. Non aveva mai sofferto il freddo, ecco perché andava in giro in minigonna anche in inverno, ergo stare vicino a Jack non sarebbe stato un problema neanche da questo punto di vista.
Erano fatti per stare insieme, complementari anche per via della loro temperature corporee.
            << Posso? >> domandò l’albino gentilmente, sorridendole con dolcezza.
Lei arrossi << Puoi tutto >> rispose sorridendo con malizia<< E poi lo hai già fatto no? >>
Jack non se lo fece ripetere due volte e con un enorme sorriso si piegò per baciarla delicatamente sulle labbra. Nuovamente esse combaciarono perfettamente con le sue, come se fossero state fatte appositamente per quello, ma sta volta risposero al bacio e si schiusero per far incontrare le loro lingue. Entrambi sorrisero contro le loro labbra: quello si che era un bacio!
Un primo vero bacio!
Da lento e dolce quel bacio divenne forte e passionale. Jack la strinse maggiormente e sé, facendo risalire una mano sulla sua schiena, mentre Merida spostava le mani dalle sue spalle ai suoi capelli, passandoci una mano dentro e trovandoli freddi e morbidi. Aveva sempre desiderato passarci una mano dentro: credeva fossero setosi e delicati come neve, come aveva ragione!
Quando il bacio finì appoggiarono l’uno la fronte su quella dell’altra rimanendo con gli occhi chiusi e respirando a vicenda il proprio profumo << Direi che ti piaccio almeno un po’ >> a quella frase di Jack risero entrambi, felici come mai lo erano stati.
            << Come potrebbe non piacermi il mio principe? >> argomentò lei ridacchiando e stringendo il tessuto della sua camicia tra le dita, in un inconscio gesto per accertarsi che fosse tutto vero, che lui fosse lì e che non sarebbe scomparso.
Lui la guardò scettico << Avevi detto di non credere nel principe azzurro >>
            << E tu hai detto di essere bianco, non azzurro, giusto? >>alzò lo sguardo guardandolo in quegli occhi color ghiaccio che da subito l’avevano colpita << Il mio principe bianco >> detto questo si sporse in avanti dandogli un nuovo bacio a fior di labbra.
Quando si fu staccata Jack riprese in mano la situazione posandole una mano sulla nuca riavvicinandola, quasi con violenza, al suo viso, e coinvolgendola in un nuovo passionale bacio. Aveva sentito il sapore delle sue labbra solo due volte, ma già non poteva più farne a meno. Era diventata come l’aria. Quando si staccarono risero felici.
<< Non mi lascerai mai, vero? >>domandò lei sorridendogli a fior di labbra.
<< Mai >>rispose lui prima di baciarla di nuovo.
Dopo anni di solitudine finalmente entrambi avevano trovato qualcuno, un’anima gemella che li avrebbe capiti per sempre! Avrebbero viaggiato insieme e non sarebbero mai più rimasti soli, erano semplicemente … completi








Ed eccomi arrivata all’ultimo capitolo gente ç.ç
Allora? Cosa ve n’è parso? Sono certa che gli amanti del romanticismo lo avranno amato XD, quelli che odiano le scena sdolcinate, invece, lo odieranno ma non potevo non metterlo, non dedicare almeno un capitolo alla magnifica storia d’amore che si è creata tra Jack e Merida.
A dispetto di ciò che molto possono pensare io rimango fermamente convinta che questi due siano fatti per stare insieme (credo che dal capitolo si sia anche notata vero? XD), l’unica cosa che mi dispiace è che siano stati creati da due universi diversi e quindi non potranno mai incontrarsi sul serio.
Avrete notato che in quest’ultimo capitolo compaiono solo loro due, beh l’ho fatto per concentrare tutte le mie (e le vostre) attenzioni solo sui loro sentimenti. Mentre scrivevo mi sono un po’ lasciata trasportare quindi temo di averli resi un po’ troppo OOC, sia a Jack che a Merida. Spero vivamente di sbagliarmi, ho, infatti, cercato di rendere comunque Jack deciso e Merida testarda, anche se, come ho già detto, temo di non esserci riuscita.
Mi farete sapere vero? XD
Come avevo già accennato nei capitoli precedenti la storia non è ancora finita e la settimana prossima dovrei (sottolineo dovrei) riuscire a pubblicare l’epilogo con tanto di ringraziamenti.
Si, ringraziamenti, a tutti voi che avete recensito, letto, messo tra i preferiti ecc …
Senza di voi probabilmente mi sarei bloccata capitoli fa e non avrei avuto la forza di continuare. Invece grazie a voi sono arrivata al mio record personale di 23 capitoli, più un prologo e un epilogo, e sempre grazie a voi ho collezionato ben 148 recensioni! XD
Solo a scrivere questo numero mi senso male hahaha, questo è ciò che rende una scrittrice orgogliosa del suo lavoro.
Spero che, considerando che questo è l’ultimo capitolo, anche chi non mi ha mai recensito, posso lasciarmi una sua opinione e dirmi cosa ne ha pensato di tutto questo mio lavoro.
Mi duole il cuore lasciarvi ç.ç ma per fortuna non sarà così ancora per molto, visto che devo mettere ancora il sopracitato epilogo e che prima di quello ho intenzione di cominciare a pubblicare la storia nella sezione di Harry Potter. Nel frattempo ho già cominciato a lasciare il mio “zampino”  in altri fandom, tra cui una one-shot nella sezione de “L’attacco dei Giganti”
Non so se qualcuno di voi è appassioanto di manga ed anime come me, ma se lo siete avrete sicurmente sentito nominare questa meravigliosa opera, se invece non so siete … beh in quel caso vi consiglio di vederlo/leggerlo, perché è veramente bello u.u
Intanto mi faccio, come al solito, un po’ di pubblicità e vi lascio il link, sia di questa mia one-shot (
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1930103&i=1) sia della mia solito one-shot ambientata sempre nell’universo Jarida, collocata dopo la fine (ormai giunta) di questa storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1728056&i=1). Se il mio stile vi piace almeno un po’ vi chiedo il solito favore di leggere e recensire, soprattutto quest’ultima che ha ricevuto solo 3 recensioni poverina ç.ç
Ora vi lascio sul serio e vi sbaciucchio tutti fino alla pubblicazione dell’epilogo ^^
Grazie di tutto!
 
Ps come al solito chiedo scusa per gli eventuali errori che mi sono sfuggiti ^^’’’
  
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