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Autore: hanaemi_    23/06/2013    3 recensioni
Liberamente ispirata alla canzone de "Les Misérables" "On my own", racconta i pensieri di Elizaveta dopo aver scoperto la relazione tra Gilbert e Vivenka (uno dei tanti nomi attribuiti a Fem!Austria).
"Si era illusa. Si era illusa di un amore impossibile, che era nato e si era sviluppato solo da parte sua, purtroppo."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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On my own



{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Hungary
Parole: 595 (grazie a:
http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)
Playing:
"On my own"- Les Misérables 2012--> https://www.youtube.com/watch?v=X4gUFUpZI0E  (ascolto consigliato durante la lettura della storia.)}



Eliza camminava nervosamente nella sua camera, con le mani affondate nei capelli. Quell'immagine era stampata a fuoco nella sua mente, non riusciva a liberarsene. Lui con lei, Gilbert e Vivenka, mano nella mano, che si baciavano davanti al portone della casa del ragazzo. Non l'avrebbe mai dimenticata, mai. Era rimasta....scioccata, a dir poco. Sapeva che sì, lui provava un certo interesse nei confronti della sorella di Roderich, ma credeva che lei non provasse niente per il prussiano, non se lo aspettava minimamente. Non era preparata psicologicamente a una scena del genere, così, senza saperlo. Eppure...eppure doveva rassegnarsi: Gilbert la considerava solo un'amica, una grande amica, di cui si fidava ciecamente sin dalla più tenera età, ma nient'altro che quello. Tra loro non si sarebbe mai potuto sviluppare qualcosa che andasse al di là dell'affetto e della profonda amicizia che li univa, lui era invaghito di Vivenka. Vivenka, tanto delicata e docile, che non avrebbe mai fatto male a una mosca, così diversa da Gilbert; tuttavia, com'è che si dice, "gli opposti si attraggono", no? E questa formula valeva anche per loro due, quindi non c'era storia. Liz smise di camminare e si sedette sul bordo del letto, prendendosi la testa tra le mani. Si era illusa. Si era illusa di un amore impossibile, che era nato e si era sviluppato solo da parte sua, purtroppo. Si era illusa che un giorno Gilbert si sarebbe presentato da lei, con un mazzo di fiori, dichiarandole i suoi veri sentimenti. Si era illusa che poi l'avrebbe baciata, stringendola forte tra le sue braccia, facendola sentire al sicuro, lontana dai pericoli e dalle preoccupazioni. Si era illusa che ci sarebbe stato un "noi", tra loro due. Lacrime silenziose cominciarono a rigarle il volto, senza che lei se ne accorgesse, gocciolandole giù per il mento e finendo a bagnarle la gonna del vestito. Un'altra ragazza occupava il suo cuore, ora. Un'altra ragazza avrebbe ricevuto la sua attenzione, i suoi baci, i suoi abbracci. Un'altra ragazza si sarebbe sentita al sicuro con lui, lontana dai pericoli e dalle preoccupazioni. Eliza ora...Eliza ora non contava più nulla. Gilbert avrebbe proseguito la sua vita con Vivenka, costruendo un qualcosa con lei, magari sposandola e dando alla luce anche un bambino; Eliza sarebbe pure potuta sparire, tanto non sarebbe cambiato granchè. Sospirò, alzandosi in piedi, e aprì il cassetto del comodino accanto al suo letto. Ne estrasse un quadernetto, rilegato in pelle rossa e con su scritto a lettere dorate "Eliza". Era il suo diario, quello. Non amava molto scrivere, di solito annotava solo poche righe, infatti le durava da abbastanza tempo. Cominciò a rileggere tutto ciò che vi aveva segnato, con un sorriso a metà tra l'amaro e il nostalgico. Una frase la colpì in particolare, risalente a qualche anno prima.

"Caro diario,
oggi Gilbert mi ha promesso che andremo in un posto speciale! Speciale, capisci? Spero che ciò che sto pensando si avveri."

E poi sotto, scritto la sera stessa:

"Caro diario,
Gilbert mi ha portato sì in un posto speciale, ma non è accaduto nulla di ciò che mi aspettavo, sfortunatamente."

Dunque lei aveva sempre finto. Finto di poter piacere a Gilbert, finto che i segnali che lui le inviava fossero sentimenti celati, non semplice affetto. Ora comprendeva. Ora le era tutto chiaro. Che sciocca che era stata! L'amore, quell'amore così incondizionato, l'aveva resa cieca davanti a una realtà così evidente. Recuperò la penna che teneva accanto al diario nel cassetto e si diresse alla scrivania.

Aprì una pagina a caso, completamente bianca, e al centro vi scrisse solo una frase:






 

«I love him...But only on my own... »

   
 
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