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Autore: sunshine_S    23/06/2013    2 recensioni
-Io.. non riesco.. a capire, in realtà.- balbettò, sbuffando poi nervosamente. Non si aspettava di risultare così patetico. -Ho trovato questo a casa di Lydia ieri sera.-
Il biglietto accartocciato, gli scarabocchi incisi sopra ed una grafia terribilmente familiare.
Harper si avvicinò per strapparglielo da mano ed ignorò il sarcastico “prego, fai pure” del ragazzo.
Riconosceva perfettamente quel bigliettino, come riconosceva la grafia incisa.
La sua confessione segreta.
Sono innamorata di Stilies Stilinski.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti :) 
Come potete notare sono nuova di questo fandom, diciamo. Seguo da poco la serie e sono in pochi giorni arrivata alla terza serie e, ovviamente, amo il personaggio di Stiles sopra ogni cosa.
Era necessario inserire questa nota prima della lettura, perchè devo specificare qualcosa riguardo il personaggio che ho inserito.
Diciamo che ho la "malsana" abitudine di far vagare un po' troppo la mente prima di addormentarmi, perciò eccomi qui.
Il personaggio femminile è un licantropo. Non è stata trasformata da Derek o qualcun'altro. Si è semplicemente trasferita in città ed era già un licantropo, poi è rientrata nel "branco" di Scott, Stiles, ecc.
Non ho in mente una storia be definitia, e ci vorrebbe veramente un bel po' di tempo e pazienza per progettarla, però ho avuto ispirazione per questa one-shot, ho scritto subito di getto ed è uscito questo.
Spero vi piaccia, nonostante non conosciate bene il personaggio femminile e il contesto.
Fatemi sapere cosa ne pensate :D 
Buona lettura!







-You're my humanity-

one shot.

 

L'orologio digitale della piccola camera brillava nella penombra segnando le sette e mezzo di sera. Harper sbuffò per l'ennesima volta rigirandosi tra le lenzuola del proprio letto, ma dopo appena cinque minuti si ricordò che sua madre non sarebbe tornata per cena a causa del lavoro e che, probabilmente, sarebbe anche rientrata a notte fonda. Morale della favola: cena fai da te.
In realtà avrebbe potuto tranquillamente passare tutto il resto della serata sotto le coperte, riaddormentarsi per poi alzarsi direttamente il mattino dopo per andare a scuola.
Scuola, pensò ancor più afflitta gettandosi con forza il cuscino sul viso. Avrebbe potuto auto-strozzarsi se solo ne avesse avuto realmente il coraggio, così almeno non sarebbe dovuta tornare a scuola, non avrebbe rivisto lui e tutti suoi problemi sarebbero finalmente finiti. Niente più nervosismi da luna piena, niente più lotte con gli Alpha.
Niente più Stiles.
Altro sbuffo, altri pensieri scomodi. Come avrebbe fatto dall'al di là a sopravvivere senza di lui? Senza le sue gote perennemente rosse per l'imbarazzo, senza la sua adorabile goffaggine, i suoi isterismi.
Stiles era la sua parte umana, era così difficile separarsene come conviverci e senza di lui sarebbe stata solo un'insensibile ed arida creatura sovrannaturale. Non sarebbe più stata Harper Smith senza di lui. Non sarebbe più stata una persona.
La testa ancora le faceva male per tutto quell'alcool che avevano bevuto a casa di Lydia. Non ricordava nemmeno cosa fosse accaduto con certezza. Aveva dei vaghi ricordi di Scott ed Allison che parlottavano fittamente, cercando in tutti i modi di non finire nella camera da letto della rossa. Ricordava la padrona di casa in atteggiamenti confidenziali con il gemello etero, mentre lei restava stesa sull'enorme divano blu di casa sua a sorseggiare diverse bottiglie di birra del supermercato dietro l'angolo. Non riusciva neanche a ricordare se Stiles fosse arrivato in tempo, se le avesse rivolto la parola.
Avevano fatto uno strano gioco, quello purtroppo lo ricordava perfettamente. Ognuno di loro aveva scritto una confessione su un foglietto, poi gli sbiaditi pezzi di carta si erano confusi all'interno di un'insalatiera verde. Alla fine il gioco non era più continuato e neanche sapeva perfettamente il perchè, però i biglietti erano rimasti a casa di Lydia, probabilmente ancora nell'insalatiera. Forse qualcuno aveva finito per mangiarli confondendoli con foglie di lattuga, o direttamente buttarli. Harper sperava vivamente che nessuno trovasse mai la sua confessione segreta, in quel biglietto a righi che aveva scarabocchiato e ripiegato prima di aggiungerlo agli altri.
Erano passati altri dieci minuti da quando si era risvegliata. Dieci minuti passati tra vaghi ricordi e i soliti e fastidiosi pensieri, domandandosi ancora una volta com'era potuto succedere che proprio lei, Harper Smith, famigerato e consolidato lupo mannaro, perdesse la testa per un ragazzo impacciato, fin troppo ironico, alcune volte snervante. Nessun paio di profondi occhi blu, nessuna capigliatura mozzafiato, nessun fisico scolpito. Stiles era gracile, dagli occhi banalmente scuri, i capelli corti che avevano cominciato da poco ad assumere una piega, anche se indefinita. Perlomeno non li portava più rasati, quello era già un gran passo, anche se Harper lo trovava stranamente irresistibile anche con quei capelli.
E gli occhi, quelli non li considerava affatto banali. Harper amava i suoi espressivi occhi nocciola, sempre attivi, pronti a cogliere ogni particolare, a scavarti dentro.
Stiles lo sapeva quando qualcosa non andava, specialmente con lei. Sapeva ricollegare ogni suo pensiero, ogni perplessità e certezza, eppure sembrava ancora non rendersi conto di quanto lei fosse perdutamente innamorata di lui.

-Harper, per piacere ascoltami! E' vero sono ubriaco, tremendamente ubriaco, e domattina probabilmente non ricorderò neanche una virgola di quello che ti sto dicendo, però tu mi piaci. E' vero, c'era anche Lydia e credevo che non sarei mai stato capace di non pensarla, però quando tu sei arrivata qui è cambiato tutto..-


Sette e quarantacinque. Lo stomaco iniziava a farle male, chissà se ancora per l'alcool della sera prima o per la cena che non si sbrigava a preparare. Chissà come avrebbe fatto, lei che non sapeva neanche azionare il forno. Se ci fosse stato Stiles avrebbe alzato gli occhi al cielo e le avrebbe preparato qualcosa di veloce, come faceva con suo padre. Stilies era molto più abituato di lei a cavarsela da solo.


-E tutto continuava a cambiare quando ti vedevo girare per i corridoi dalla scuola, quando ti sorprendevo a fissarmi divertita, quando saltavi le lezioni di Chimica perchè non sopportavi il professor Harris e anche quando ti sei trasformata davanti ai miei occhi, quando mi stavi per aggredire quella notte nel bosco. Lì ho pensato che avresti potuto farmi qualsiasi cosa, anche sbranarmi e fare di me solo della pappa per cani, ma mi saresti continuata a piacere. Io non so cosa sia precisamente, ma è un sentimento ed io lo provo solo per te Harper, solo per te.-

 

La ragazza cominciò a chiedersi cosa precisamente la portasse a ricordare quella notte del ballo di primavera, quando aveva visto Stiles seduto al bancone del punch. L'aveva visto bere senza sosta, poi aveva scoperto che qualcuno aveva corretto la bevanda analcolica con la vodka e per quel motivo Stiles aveva cominciato a traballare e saltellare euforico per tutta la sala, movimentato dalle risate di tutti e lei l'aveva dovuto sorreggere per portarlo nel cortile, quando aveva iniziato ad urlare di vomitare minacciando gli abiti eleganti di tutti i presenti.
Per mesi aveva ricordato ogni singola parola di quel discorso, che erano apparse quasi confuse per la fretta che aveva di terminare, la voce affaticata, gli occhi lucidi a causa del troppo alcool, la camicia bianca ricoperta da aloni di sudore e le labbra sottili e rosse, quasi consumate.
Avrebbe voluto registrare quel suo frettoloso discorso e risentirlo continuamente a ripetizione nel suo iPod. Non sapeva se sarebbe stato più bello riascoltare la sua voce o riprovare ancora una volta quell'appagante sensazione. Felicità, euforia, gioia. Non sapeva precisamente cosa fosse, ricordava solamente che il suo petto si era gonfiato di felicità e che sarebbe potuta scoppiare d'amore per lui da un momento all'altro. L'avrebbe baciato, abbracciato, tenuto stretto a se per chissà quanto tempo.
Invece lui aveva sorriso, si era voltato ed aveva cominciato a vomitare tutto il punch e la vodka che aveva ingerito, poi erano stati attaccati da un lupo e prima che Harper potesse scacciarlo definitivamente Stiles era già steso sanguinante sul prato del cortile. Il mattino dopo non ricordava veramente neanche una virgola di quello che era successo. Lei non gli aveva voluto ricordare nulla.
C'aveva ripensato giorni interi, aveva speso notti insonni, ma aveva capito che continuare a vivere nella spensieratezza non gli avrebbe fatto male, perchè loro due non sarebbero potuti stare insieme.
Lei era un lupo mannaro, un licantropo, una creatura sovrannaturale, un mostro. Stiles invece era la creatura più bella che Dio avesse potuto creare, non avrebbe permesso mai a nessuna orribile essere di macchiare la sua purezza, neanche a se stessa. Ed avevano continuato a vivere quell'amore, tormentato come quello di Romeo and Juliet. Così vicini, eppure così lontani, con “l'essere o non essere” e tutte quelle cose lì, mentre Stiles probabilmente continuava a credere di non aver mai rivelato i suoi sentimenti e progettava di farlo ben presto. Harper non aveva raccontato a nessuno di quel suo discorso, neanche ad Allison. Non voleva che Scott lo venisse a sapere, che lo raccontasse al diretto interessato e via dicendo.
Non voleva che la storia si ripetesse, non voleva che Stiles corresse di nuovo da lei a blaterare sconnesse parole d'amore.
Nascosta tra le propria lenzuola color panna si ritrovò ad asciugarsi un susseguirsi di lacrime amare, cercando di consolarsi mentalmente con l'immagine del sorriso di Stiles e delle dolci pieghe che prendevano le sue guance ogni qual volta che le sorrideva. Amava quel sorriso, amava quelle guance, quel suo modo di mettere a proprio agio le persone. Amava lui quanto la sua innocenza, quella che lei non gli avrebbe mai portato via.
Alle otto in punto il campanello di casa suonò insistente, frastornando la sua mente. Tutti quei pensieri su Stiles corsero via e si dissolsero con un “puf” e la realtà tornò ad abbracciarla. Lo stomaco non le faceva più male, la bocca sapeva ancora dell'amaro dell'alcool.
Quando si alzò la testa tornò a infastidirla leggermente e si chiese per quale motivo la sua forza da licantropo non fosse abbastanza soprannaturale da impedirle di soffrire dei postumi di una sbornia.
Il campanello tornò a richiamare la sua attenzione ed Harper sbuffò contro quell'insistente scocciatore. Si avviò con velocità al bagno per sciacquarsi la bocca e la faccia, per poi discendere con lentezza le scale mentre al campanello si erano aggiunti anche dei violenti “toc, toc”.
Forse doveva essere sua madre che aveva dimenticato la borsa, o suo padre che era finalmente tornato dai suoi viaggi di lavoro. Magari invece era solo qualche stupido e scocciante venditore ambulante di aspirapolvere, a quel punto sarebbe stata lieta di cacciarlo terrorizzandolo con i suoi enormi occhi giallognoli da licantropo. Almeno sarebbe stato divertente.
Quando invece fu pronta ad aprire la porta avvertì tutto il coraggio e la spavalderia da lupo dissolversi completamente e abbandonare il suo corpo. In quel momento sapeva che non sarebbe stata capace di cacciare alcuna zanna o artiglio, che non avrebbe avuto il coraggio di ringhiare e di saltare ovunque abilmente.
In quel momento non sarebbe stata capace di fare nulla, perchè Stiles Stilinski era proprio di fronte a lei, il fiatone che gli faceva alzare ripetutamente il torace su e giù, il volto smunto leggermente sudato, i capelli poco lunghi scompigliati, gli occhi scuri che guardavano solo e soltanto lei. Aveva un braccio poggiato allo stipite della porta, mentre l'altro giaceva lungo il corpo.

-Posso entrare?- sibilò dopo attimi che parvero eterni ed Harper non seppe neanche che espressione aveva assunto, perchè Stiles non ebbe nessuna reazione. La scansò ed entrò timidamente nel salotto, aspettando che la ragazza dietro di se chiudesse la porta e ritrovasse le parole giuste per affrontarlo, mentre lui si rigirava un foglietto tra le mani, guardandolo di tanto in tanto.

Harper non lo aveva neanche notato, troppo impegnata a chiedersi cosa ci facesse lui lì, perchè aveva corso così tanto per raggiungerla. Lei che invece non aveva avuto la forza di correre neanche un po' verso di lui, lei che l'aveva sempre evitato.
Chiusa definitivamente la porta, Harper si avvicinò verso le scale appoggiandosi con la schiena al corrimano lì vicino. Stilies invece aveva lo sguardo basso ed era più lontano da lei, nello stesso punto in cui si era fermato appena entrato e la ragazza si domandò cosa gli stesse passando per la testa, perchè non l'aveva ancora guardata.

Sospirò pesantemente, scostandosi una ciocca scura di capelli dal viso e intrecciando le braccia al petto, trovando finalmente la forza per poter parlare.

-Cosa ci fai qui, Stiles? E' successo qualcosa?-

Lui alzò lo sguardo dopo un tempo che parve immemore ed Harper credette di respirare ossigeno puro, come se solo in quel momento avesse capito come fare. Si stava sentendo viva.

-Nessun affare da lupo.- si limitò a dire lui. -Diciamo che questa cosa esclude Alpha, morsi e ossi da riprendere.-

Harper si lasciò scappare una risata divertita, mordendosi appena l'interno della guancia. Tempo fa si era ripromessa di non ridere a nessuna battuta sui licantropi fatta da Stilies. In realtà era una scommessa e l'aveva fatta proprio con lui, ma l'aveva già persa da chissà quanto tempo.
Non riusciva a non ridere con lui, di lui. Non riusciva ad essere indifferente a lui.

Anche Stilies sospirò, quella volta quasi amaramente ed Harper pensò che quello che avrebbe detto non le sarebbe piaciuto affatto.

-Io.. non riesco.. a capire, in realtà.- balbettò, sbuffando poi nervosamente. Non si aspettava di risultare così patetico. -Ho trovato questo a casa di Lydia ieri sera.-

Il biglietto accartocciato, gli scarabocchi incisi sopra ed una grafia terribilmente familiare. Harper si avvicinò per strapparglielo da mano ed ignorò il sarcastico “prego, fai pure” del ragazzo. Riconosceva perfettamente quel bigliettino, come riconosceva la grafia incisa.
La sua confessione segreta.


Sono innamorata di Stiles Stilinski.

 

Dalla sorpresa Harper fece cadere il bigliettino per terra, ma Stilies si affrettò immediatamente a riprenderlo. La ragazza si passò entrambe le mani tra i lunghi capelli scuri e cominciò a bestemmiare sommessamente.
Stiles invece era confuso, imbarazzato ed anche agitato. Avrebbe voluto trovare le parole giuste per chiederle come fosse stato possibile che una ragazza così bella ed affascinante perdesse la testa per lui, proprio per lui. Poteva innamorarsi di Derek, loro sarebbero stati una coppia perfetta e avrebbero potuto correre insieme al tramonto intrecciando romanticamente le loro code da licantropi.
Invece per uno strano, ma piacevole scherzo del destino Harper Smith si era innamorata proprio di lui.

-Io.. non so da dove cominciare.- riprese a parlare, schiarendosi appena la voce. -Però potrei iniziare dicendo che.. è un bel biglietto e grazie, poi.. Oh, insomma, tieni!-

Lo vide trafficare nervosamente nelle proprie tasche, ricacciandole entrambe completamente dai pantaloni, e mentre ancora sembrava litigare con loro Harper notò un altro bigliettino cadere a terra ed intuì che forse era proprio quello che il ragazzo stava cercando. Perciò lo afferrò con mani quasi tremanti e lo aprì, riconoscendo subito la precisa e minuscola grafia.

 

Credo di essermi innamorato di una ragazza che è in questa stanza.

ps. giuro che non ha i capelli biondo fragola.

 

L'unica cosa che Harper riuscì a fare non appena ripiegò il biglietto fu scoppiare a ridere. Stiles era strabiliante e divertente anche semplicemente tramite carta straccia.
L'espressione del ragazzo invece era un po' interdetta. Cominciò a credere che stesse ridendo ancora una volta di lui e che quella confessione segreta fosse stato solo un terribile sgambetto dell'alcool.
D'altronde doveva pensarci prima, no? Doveva risultargli assurdo che lei fosse innamorata di un semplice umano goffo ed impacciato e non di un possente ed intrigante licantropo. Persino Boyd aveva più possibilità di lui. Infondo Stiles non aveva da offrirle niente, se non qualche risata a causa del suo innato sarcasmo durante i momenti difficili. Cosa poteva darle lui oltre ad una sana e grossa risata?

-So perfettamente cosa vuoi dirmi Stiles.- iniziò a parlare Harper e il ragazzo sobbalzò quasi, troppo colto dai propri interrogativi.

Si schiarì un altro po' la voce, facendosi ancora coraggio. -Lo so perchè l'ho già vissuto. Al ballo di primavera me l'hai detto. Mi hai fatto un bellissimo discorso che ho ripetuto per giorni davanti allo specchio facendo finta di essere te e cercavo ogni volta di convincermi che fosse successo davvero. E lo era Stilies, era veramente accaduto solo che tu eri ubriaco, ti hanno aggredito, sei finito in ospedale per colpa di un licantropo e io non ho avuto il coraggio di dirti tutto.-

-Perchè?!- intervenne improvvisamente lui, quasi innervosito.

Non capiva, non ricordava. Voleva saperne di più, ma i suoi ricordi non glielo permettevano.

-Perchè io e te non possiamo stare insieme Stiles, è ovvio!- agitò le mani in aria, allontanandosi dal muro per avviarsi in cucina, ma il ragazzo continuò a seguirla e a chiederle di più.

Harper tornò a voltarsi verso di lui, gli occhi lacrimanti e le mani tremanti appoggiate al mobile della cucina dietro di lei.

-Non posso metterti in pericolo continuamente, lo capisci? Lì fuori c'è qualcuno che mi cerca, che vuole portarmi via, probabilmente farmi del suo branco o che, peggio, vuole uccidermi.-

Si sarebbe aspettata che Stiles avesse rabbrividito, o almeno qualcosa di simile, invece nulla. Era rimasto inerme ad ascoltarla, le mani poggiate ai fianchi e a quelle ultime prole aveva assunto un'espressione scocciata, ma che Harper non riuscì bene ad interpretare.

-Ti rendi conto di quello che rischi stando con me, Stiles? Potrebbero farti del male per arrivare a me. Potresti soffrire quando mi uccideranno o quando sarò costretta a lasciare la città. Io non..-

-Ok, sta calma. Va bene?-

Non si era neanche resa conto che Stiles aveva sciolto qualsiasi distanza tra loro due. Le aveva afferrato entrambe le mani bloccandogliele.

Aveva il respiro irregolare mentre gli occhi color nocciola di Stiles Stilinski erano intrappolati nei suoi dello stesso colore. Andò in iperventilazione quando notò le sue labbra muoversi appena, bloccandosi solo un attimo prima di parlare.

-Non accadrà niente di tutto questo Harper, devi stare tranquilla. Tu sei al sicuro. Beh, magari non con me perchè sono flaccido e non ho neanche la tartaruga, ma ci sono Derek, Scott, Isaac, Allison e gli altri...-

Harper si lasciò scappare una leggera risata insieme a lui e sentì la stretta farsi man, mano più debole, anche se quelle mani non sembravano voler minimamente abbandonare la sua pelle chiara.

-Può succede di tutto Stiles. Potrei farti del male.-

-Questa è solo una scusa, sai benissimo che non lo farai.-

La stava mettendo alla prova, con quei suoi occhi e lo sguardo severo. La stava indebolendo sempre di più.

-Chi te l'ha detto?- lo provocò ancora. -Se ti aggredissi, durante la luna piena magari..-

Uno sbuffo partì dalla sua bocca ed Harper dovette reprimere un feroce brivido.

Sempre più debole. Ogni secondo di più.

-Ti conosco Harper. So che sai controllarti durante la luna piena e che non hai mai attaccato nessuno, come Scott. Io mi fido di te.-

Quelle ultime parole l'avevano fatta sentire ancora più debole a lui. Sentì tutta la forza di volontà che aveva svenire e la resistenza del suo corpo si dissolse poco a poco. Quelle erano state le parole più belle che potesse rivolgerle.
Stiles invece continuava a tenerla inchiodata col suo sguardo, sebbene avesse mollato la presa ad entrambi i polsi. Continuava ad osservarla e pensare a quanto fosse splendida, anche con i capelli arruffati, il viso pallido e il trucco sbavato. Sembrava essersi appena risvegliata da un lungo sonno, o forse lui era arrivato semplicemente a risvegliarla dalla sua trance. Aveva messo in stand-by i propri sentimenti e Stiles era arrivato lì per azionarli. Non l'avrebbe lasciata andare facilmente, non dopo quelle loro confessioni.

Io mi fido di te.

-So che non mi farai mai del male, non te lo permetteresti.-

-Stiles, basta. Stai rendendo tutto ancora più difficile..- si lamentò la ragazza, trovando la forza di allontanarsi. Quella vicinanza rischiava di ucciderla ogni secondo di più.

Si chiedeva perchè lui non volesse capire, perchè non aprisse realmente gli occhi per analizzare la situazione. Eppure era intelligente, probabilmente il ragazzo più intelligente che avesse mai conosciuto. I suoi sentimenti stavano accecando la razionalità.

-E' già tutto difficile, Harper!- urlò, questa volta completamente spazientito. -Lo è diventato da quando Derek ha dato quel maledettissimo morso a Scott! Ci sono dentro fino al collo da quel giorno, ma tu.. tu sei diversa. Sei una delle poche cose che non cambierei di questo stranissimo mondo soprannaturale. Io non so come si sta con una persona, va bene? Non sono mai stato fidanzato, ho dato solo un bacio in vita mia e dopo la ragazza è anche morta! Non so cosa tu ci trovi in me, ma qualsiasi cosa va bene Harper, perchè sono innamorato di te anche io. Da quando sei arrivata tu ho dimenticato persino cosa provassi per Lydia. Noi abbiamo provato a costruire qualcosa, c'è stato qualcosa tra di noi e proprio ora vuoi scappare via da me?-

Aveva urlato ogni singola parola, facendo tremare le pareti della sicurezza che Harper aveva provato a costruirsi intorno, ma quelle non erano le uniche ad essere tremati. Le pareti del suo cuore, quelle erano completamente crollate.

-No Stiles, è ovvio che non voglio scappare via da te. Tu sei essenziale per me. Sei la mia umanità, l'unica persona capace di farmi provare qualcosa da quando sono diventata un licantropo..-

Per un attimo Harper fu convinta di aver intravisto un leggero luccichio negli occhi del ragazzo, ma non ebbe il tempo di soffermarsi più di tanto perchè altre parole avevano voglia di uscire dalla sua bocca e perforare il petto di Stiles.

-Neanche volevo venirci qui. Non mi piaceva l'idea di trasferirmi di nuovo, ma da quando ti ho conosciuto ho capito che venire a Beacon Hills è stata la scelta migliore della mia vita. Io non riesco a separarmi da te Stiles, dal nocciola dei tuoi occhi, dal tuo snervante sarcasmo, dalla tua sfacciataggine. Ogni giorno mi rendevo conto che più ti conoscevo e più avevo voglia di scoprirti, poi è nata la consapevolezza di tenerci a te, anche troppo, e di voler stare solo ed unicamente con te. Com'è successo? Non lo so neanche io, ma mi sono innamorata di te così facilmente che mi sono sentita quasi stupida. E invece non ero stupida, ero solo felice. Felice di provare un sentimento così grande, così meraviglioso e che mi tenesse lontano da quello che sono.-

-Vedi, tutte queste parole, i tuoi occhi che luccicano, che mi parlano.. Mi dici perchè dovrei rinunciare a provarci? Nessuno ha mai provato un'emozione così forte solo per me..-

Erano tornati di nuovo in contatto, ma questa volta Stiles aveva intrecciato entrambe le mani con le sue e il cuore di Harper aveva cominciato a battere forte, troppo forte e credette quasi che potesse cedere da un momento all'altro. Era realmente così l'amore? Faceva veramente quell'effetto, così forte da sentirsi morire?

-A quanto pare non c'è bisogno di essere un licantropo per capire quello che stai provando..- le sussurrò debolmente sulle labbra ed in quel momento Harper vide uno Stiles che non aveva mai visto, che non aveva neanche mai immaginato. La stava mettendo in difficoltà da quando aveva varcato quella porta.

Le aveva semplicemente messo di fronte i propri sentimenti e lui si era sentito sempre più sicuro di se, come mai in vita sua.

Lui era ancora lì, di fronte a lei, con le mani intrecciate e gli occhi nei suoi. Non aveva ancora mai avuto il coraggio di abbassarli verso le labbra della ragazza e quella cosa la fece sorridere. Era impacciato, come suo solito.

Involontariamente Harper appoggiò la propria fronte a quella di Stiles, come se fosse completamente stremata da quelle emozioni, dalle loro parole, dal suo sguardo.

Lui aveva annullato ogni sua convinzione e volontà con la forza del proprio amore e lei non sapeva più cosa fare, come reagire. Una leggerissima voce le sussurrava continuamente di lasciarsi andare, ma lei aveva ancora paura. Paura del futuro, di quello che c'era la fuori e di quello che c'era dentro di lei.

-Ho paura Stiles..- mormorò silenziosamente, gli occhi chiusi che reprimevano le lacrime.

Stiles, di tutta risposta, le prese improvvisamente il viso tra le mani facendola sobbalzare e ancora una volta Harper fu sorpresa da tanta decisione. L'amore cambiava veramente le persone, il loro modo di essere.

-Senti una volta in tv ho sentito una frase del genere “se hai paura va bene, ma abbi paura insieme a me”. Non so precisamente dove, ricordo che mio padre russava profondamente e perciò non riuscivo a capire tutte le altre battute, ma in un momento di silenzio ho sentito questa e credo sia decisamente adatta alla nostra situazione. Perciò.. ora dovrò ripetere la frase, credo..-

Harper scoppiò in una fragorosa risata mentre delle fugaci lacrime le scapparono da entrambi gli occhi, ma si sentiva felice insieme a lui nella sua cucina, mentre tentava di mettere insieme vari pezzi di telefilm per creare una giusta atmosfera romantica.
E fu in quel momento che Harper capì di non poter rinunciare a lui, alla sua vitalità, alla spensieratezza che le donava, a quell'amore così grande da farle paura.
Ma soprattutto Harper non poteva rinunciare alla sua umanità.
Senza dire nient'altro allungò anche lei le mani verso il visto di Stiles e lo avvicinò finalmente con decisione, premendo forte le proprie morbide labbra contro le sue.
Non riuscì a rendersi conto di tutte le emozioni che stava provando mentre lo baciava. Aveva sorriso quando Stiles era rimasto fermo e inerme per una manciata di secondi, con gli occhi aperti, e aveva dovuto reprimere un'immensa gioia quando aveva chiuso gli occhi e aveva preso a baciarle con un'innata dolcezza le labbra, aspettando con nobiltà che fosse lei per prima a schiudere le labbra per approfondire il bacio.
Aveva sentito le sue mani scendere verso i fianchi, afferrandoli poi con decisione per avvicinare ancora di più i loro corpi.
I suoi sensi erano completamente attivi, le orecchie le scoppiavano per il rumore prorompente dei loro battiti accelerati che si confondevano, per i respiri che si facevano un po' più irregolari e che li costringeva a separarsi appena durante il bacio.
Harper continuava a far scorrere le dita tra i lunghetti capelli del ragazzo e lui sembrava bearsi completamente del suo tocco. Non ne riusciva già a farne a meno.
Neanche lui ricordava di aver mai provato un'emozione così bella e forte. Probabilmente non l'aveva più provata da quando sua mamma era in vita, da quando lo faceva sentire il ragazzo più fortunato ed amato del mondo. Infondo era proprio così che lo faceva sentire Harper, fortunato di essere stato il ragazzo scelto per meritare il suo cuore.

Quando si separarono definitivamente Harper non la smetteva di sorridere, le braccia intrecciate dietro il collo di lui ed entrambi i nasi a sfiorarsi.

-Allora..- cominciò a parlare lui dopo un po' e dal tono di voce e l'espressione sorridente ciò che avrebbe detto non prometteva di certo nulla di buono, ma Harper cercò di restare seria e reprimere qualsiasi impulso di ridere.

-Sono un bravo baciatore, che dici?-

La ragazza gli mostrò un sorriso più che divertito e Stiles pensò di aver perso conoscenza per diversi attimi nel guardarla.

-Si, sei bravino, ma puoi migliorare.-

Anche Stiles nascose un sorriso divertito, stampandole un lungo bacio sulle labbra carnose.

-Ok, quando cominciamo?-

E le loro risate cominciarono a confondersi tra i rumori delle labbra che si scontrano, che si mordono, che si vogliono.
Avrebbero continuato a lungo così, per tutto il tempo che bastava per amarsi ogni giorno di più.

   
 
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