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Autore: kiyomizu    23/06/2013    1 recensioni
Una piccola One shot sulla mia OTP hetaliana, che spero possa piacervi e rilassarvi allo stesso tempo~ grazie per la lettura! ;^;)/ Ah, le critiche sono sempre apprezzate. Grazie!
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▶ Tipologia: shounen-ai.
▶ Pairing: AsaKiku/Iggypan.
▶ Contesto: Arthur è alle prese con la cultura tradizionale giapponese, in tutte le sue più particolari forme. A volte però dagli imprevisti nascono cose del tutto inaspettate...
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© kiyomizu.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Giappone/Kiku Honda, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Buon giorno a tutti
Dunque, spero che la mia storia sia di vostro gradimento; potrebbero esser presenti errori di vario genere, per questo mi scuso in anticipo.
La dedico a tutte le fan dell'Asakiku, che personalmente adoro. 
Buona lettura-! »
∞ - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 

W a r m t h.



Essere ospitato nella Terra del Sol Levante, per Arthur, non era una novità. Kiku era sempre così gentile ad invitare il britannico nel tempo libero: per entrambi bastava trascorrere i minuti davanti ad una semplice tazza di tè nella stagione fredda o assaporando una dissetante fetta d'anguria nella stagione estiva.
[…]
In quel momento, però, sorse una divergenza per l'inglese. Nella stagione primaverile, per mantenere un'alimentazione equilibrata dopo le scorpacciate dovute alle festività invernali, il giapponese era solito accontentarsi di una ciotola di riso. Arthur, che non voleva essere da meno, volle a tutti i costi adeguarsi alla dieta portata avanti dal nipponico, saziandosi con la stessa porzione di riso tiepido. Non era a conoscenza, tuttavia, del modo in cui si usassero le bacchette che gli orientali utilizzavano regolarmente.  

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“O-Ohi, Nihon.” Tentando in tutti i modi di afferrare un piccolo bocconcino di riso con le bacchette in una mano e la ciotola nell'altra, l'inglese si ritrovò in difficoltà. Cosa che non avrebbe mai dato a sapere, dato l'ineffabile orgoglio che possedeva; rivolgendosi a Kiku, tentò di chiedere aiuto, nonostante l'imbarazzo causato dal non saper destreggiarsi in una cosa tanto semplice.
Il giapponese, invece, posato e deciso come di consuetudine, stava già terminando la propria razione di cibo. All'appello di Arthur rispose alzando lo sguardo, con espressione curiosa ma disinvolta. Aveva compreso senza troppe spiegazioni dove sussisteva il problema.
“Ah, ti chiedo scusa, vado immediatamente a prendere delle posate.” Una dimenticanza del genere non era sicuramente da lui, proprio per questo senza aspettare un secondo di più, Kiku fece per alzarsi, avviandosi nella stanza adiacente. Tuttavia, come un fulmine, il britannico interruppe il movimento di quest'ultimo.
“No, non serve...” Prese i bastoncini di legno in una mano, poggiando poi la ciotola sul tavolino, porgendoli al ragazzo di fronte. “Ti spiacerebbe insegnarmi ad usarli?” Voltando successivamente lo sguardo in un punto vuoto della stanza, chiese gentilmente un aiuto da parte di Kiku. Non voleva infastidire maggiormente il nipponico, inoltre sarebbe stata una nuova esperienza.
Kiku, con un lieve sorriso, annuì alla richiesta inusuale di Arthur. Se questo era il suo desiderio non poteva far altro che accontentarlo. Con passo felpato raggiunse la postazione dell'inglese, chinandosi di fianco a lui, posando infine le ginocchia sul tatami.
“Permetti?” Con una mano afferrò le bacchette che nel frattempo Arthur teneva, con una delicatezza estrema. “Non è complicato, basta solo trovare la posizione più confortevole per le dita.”
Osservando i gesti minuziosi di Kiku, il britannico rimase assorto ad osservare la procedura. A quella distanza poteva comprendere ogni particolare. “Uhm.” Annuì, attento.
“Ora, dammi la mano.” Kiku, abbozzando un sorriso cordiale, indicò la mano destra di Arthur, poggiata sul tavolo. Inizialmente l'inglese sussultò alla richiesta improvvisa, poi decise di fidarsi del ragazzo di fianco. Sfiorando in principio le esili dita di Kiku, arrivò poi a poggiare il palmo della propria mano su quello del giapponese. Notò subito l'estrema morbidezza della cute di quest'ultimo inoltre, a ben vedere, quelle mani erano piuttosto minute in confronto alle proprie. Minute, ma che emanavo tepore. Una sensazione piacevole pervase l'inglese, il contatto con il nipponico lo metteva così a suo agio. Mentre l'altro posizionava correttamente i bastoncini tra le dita di Arthur, quest'ultimo si abbandonò a questo piacere. Qualcosa di rilassante, se così si può definire. Era incredibile come Kiku avesse la forza di farlo sentire a proprio agio in qualsiasi situazione. Un leggero colorito andò ad espandersi tra le gote, mentre lasciava cullare le proprie dita da quelle affusolate del nipponico.
“Ecco fatto, ora prova a far pressione con l'indice.” Quasi risvegliando l'inglese da quella beatitudine, Kiku lasciò temporaneamente le dita di Arthur. Quest'ultimo, provando ad eseguire l'ordine, riuscì a muovere di poco i bastoncini. Non durò molto però, perchè questi dopo due o tre volte scivolarono sul pavimento.
“Ah- diamine!” Ad Arthur scappò un piccola imprecazione, si sentiva talmente impacciato.
“Non preoccuparti, ci vuole l'allenamento adeguato.” Raccogliendo le bacchette, il giapponese poggiò poi queste sul tavolo. Arthur, nel frattempo, non fu in grado di distogliere lo sguardo da quelle esili mani. Avevano avuto un impatto talmente nuovo su di lui che avrebbe voluto stringerle, tenendole tutte per sé. Senza una motivazione dichiarata, quindi, afferrò agilmente le mani del nipponico, stringendole forte tra le proprie.
Kiku, che venne colto alla sprovvista, sussultò un istante al secondo contatto con l'inglese; un gesto che non era in grado di spiegarsi, da parte sua. Notando lo sguardo fermo di Arthur sulle proprie mani pensò che ci fosse qualcosa che non andasse, tanto che spostò lo sguardo sull'inglese.
Arthur, in preda a quella scarica di emozioni, rispose all'occhiata preoccupata di Kiku con uno sguardo carico...d'affetto? L'aggettivo giusto per descriverlo era difficile da trovare, l'unica cosa certa era che avrebbe voluto stringere a sé quelle docili mani per sempre. Gli occhi smeraldini, colmi di dolcezza, andarono a trafiggere in profondità quelli scuri del nipponico. Quest'ultimo mai prima aveva notato una tale espressione dipinta sul volto del britannico. Percependo un'intensa ed improvvisa agitazione, quindi, si chiuse tra le proprie spalle, spostando poi la visuale sulle proprie mani coperte da quelle più grandi di Arthur.
“Igirisu-san...c'è qualcosa che non va?” Le guance pallide di Kiku acquistarono una lieve tinta rosastra, mentre tentava di comprendere il motivo di tale gesto.
A quelle stesse parole, invece, Arthur riprese coscienza. Comprese il lieve disagio in cui si trovava Kiku, notando poi l'intensità con cui stringeva le mani calde del giapponese, molto più di prima. Con uno scatto felino abbandonò immediatamente il contatto, imbarazzato per un gesto troppo inusuale da parte sua. Contegno e autocontrollo erano venuti meno per qualche istante e per questo si imbarazzò a tal punto di maledirsi da solo. Paonazzo, ritrasse le mani, poggiandole ai lati delle ginocchia.
“No, io...scusami, non volevo.”
La frequenza cardiaca di entrambi era aumentata a dismisura, facendoli precipitare in un vortice sconosciuto di emozioni mai provate prima.
“N-Non è nulla. Vado a prendere delle posate, forse è ancora troppo presto...”
“Sì, ah...è meglio così. G-Grazie Nihon.”

Mentre Kiku riacquistando ossigeno si diresse in cucina, Arthur riflettè a fondo su quel che aveva appena combinato. Ricordando poi la propria azione, arrossì violentemente. Il proprio cuore non aveva mai battutto tanto prima.
Nell'altra stanza, invece, Kiku non riusciva a togliersi di dosso la sensazione di calore che aveva provato in quei pochi istanti. Le dita ancora tremanti, ne erano la prova.

 


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Ed ecco conclusa la prima di altre ff che scriverò su loro due, spero vi sia piaciuta.
A presto con le prossime. (*V*)/

  
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