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Autore: September_39    24/06/2013    2 recensioni
Blaine e Brittany condividono un appartamento a New York mentre entrambi frequentano l'università che hanno sempre sognato. Anche Sebastian vive con loro e a Kurt, impegnato nella sua nuova relazione con un affascinante ballerino, questa storia proprio non va giù.
Santana ha finalmente riconquistato la sua Brittany ma una vecchia fiamma dal passato sembra essere intenzionata a metterle i bastoni fra le ruote.
New York. Canto. Ballo. Amori. Amicizia. Passioni. Tradimenti.
Sarà troppo da sopportare per dei semplici ragazzi dell'Ohio?
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Brittany Pierce, Kurt Hummel, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Artie/Brittany, Blaine/Sebastian, Brittany/Santana
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Too Much'
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Capitolo 16: “Fix  you”

 

When you're too in love to let it go 

but If you never try you'll never know 

Just what your worth

-Coldplay

 

 

 

Come risaputo, oltre a feste, neve, canzoni gioiose e vacanze per tutti, l’inverno porta con sé anche freddo, brutto tempo e soprattutto malanni.

Blaine lo sapeva bene, per questo non si era sorpreso troppo del raffreddore che come ogni anno lo aveva colpito; aveva iniziato il suo ben collaudato rituale fatto di impacchi e tisane, aspettando che quel fastidio se ne andasse ma, invece di sparire dopo un paio di giorni come al solito, era peggiorato sempre più fino a ridurlo uno straccio.

Un vecchio straccio rotto e sgualcito, usato da anni e ormai da buttare.

Così si sentiva quella mattina, quando dirigendosi in cucina appena sveglio fu bloccato sulla porta dallo sguardo terrorizzato dei suoi coinquilini.

“Che succede?” chiese con voce nasale, smorzata dal sonno e dal mal di gola.

“B stai uno schifo”

Sebastian storse il naso pronunciando quelle parole con la tazza di caffè sollevata a mezz’aria: doveva essere davvero un brutto spettacolo per interrompere la sua colazione.

“‘Sì ‘Aine... Non hai per niente un bell’aspetto. Ti senti bene?” domandò Brittany un po’ più gentilmente, allungando il braccio per accarezzare la mano gelida dell’amico.

“Sei congelato” constato sbarrando gli occhi.

“E mi sento congelato. Ero venuto a farmi un tè caldo infatti” mormorò Blaine stringendo le braccia al petto in cerca di un po’ di calore in più oltre a quello della doppia maglia e della sua felpa della NYADA.

La bionda annuì comprensiva, concordando con chissà quale pensiero la sua mente aveva appena partorito, e si alzò per posare una mano in fronte a Blaine.

“Come immaginavo. Hai la febbre Blaine! Devi tornare subito a letto” sentenziò con fare esperto.

“Avrò qualche lineetta, niente di che. Ora bevo qualcosa e passa tutto”

Il moro provò a divincolarsi dalla presa dell’amica per prepararsi la colazione ma lei lo bloccò, nemmeno con troppa fatica, afferrandolo per un braccio.

“Non se ne parla signorino. Tu ora torni subito sotto le coperte e resti a letto! Ci pensiamo noi a te... Sebastian ti preparerà il tè mentre io scelgo qualche film da farti vedere. Ma tu vai subito in camera!”

Il tono di Brittany era serio e deciso, non ammetteva assolutamente repliche e quindi Blaine si limitò a mormorare il suo consenso e se ne tornò zitto zitto nella sua stanza aspettando nuove istruzioni.

“Avanti Sebastian, metti l’acqua a bollire” ordinò di nuovo la bionda senza nemmeno finire la sua colazione: aveva altro per la testa adesso.

“Senti Pierce solo perché tu hai deciso di passare il weekend a fare da infermiera, non vuol dire che io sia obbligatoriamente incluso nei tuoi piani”

Sebastian borbottò quelle parole con la sua solita aria saccente mentre finiva il suo caffè, senza aspettarsi la reazione della ragazza che gli si piazzò davanti sbattendo le mani sul tavolo e avvicinando il viso al suo.

“Blaine è malato Sebastian. Blaine: il tuo coinquilino, il tuo migliore amico, il ragazzo con cui vai a letto e di cui dici non ti importa nulla anche se entrambi sappiamo che non è v-...”

“Infatti non mi importa null-” provò ad interromperla lui con scarso successo.

Ho detto, sappiamo che non è vero! Comunque... Ora alzati da quella sedia e renditi utile se non vuoi essere cacciato fuori sotto la neve in pigiama!”

L’ex Warbler restò interdetto qualche istante a fissare quel lato autoritario di Brittany che ancora non aveva scoperto; era decisamente molto molto sorpreso. 

E anche se questo significava dover passare tutto il giorno al capezzale di Blaine a preparargli zuppe e sentirlo lamentarsi, doveva ammettere che la rispettava una volta tanto ed ammirava la sua presa di posizione. 

“Va bene hai vinto. Ma gli preparo solo il tè, niente di più”

 

Ma ovviamente, non fu solo un tè.

Circa una mezzora più tardi Sebastian fu spedito in farmacia a comprare qualche medicinale visto che ne erano completamente sprovvisti, e poi essendo Brittany troppo impegnata ad intrattenere Blaine con i suoi film sui dinosauri dovette occuparsi anche del pranzo.

Preparò delle croque-madame per lui e Brittany e della zuppa calda per Blaine, sfoderando le sue abilità culinarie sviluppate a Parigi; amava cucinare, ma solo quando non aveva nessuno intorno ad infastidirlo.

“Odio ammetterlo ma sei davvero bravo Sebastian” mormorò la bionda ingoiando soddisfatta l’ultimo boccone.

“Io ve l’ho detto, siete voi che non ci credevate!”

L’ex Warbler sbuffò annoiato mentre continuava a mangiare, prestando scarsa attenzione al cartone animato in tv; non era in vena per l’ennesimo episodio della Valle incantata, tanto Piedino riusciva sempre comunque a cavarsela.

“Ce ne sono ancora?” domandò Brittany alzandosi dalla sua posizione accanto a Blaine nel letto e dirigendosi in cucina ancora prima di aspettare la risposta.

“Sono in padella, non fare disordine!” strillò Sebastian prima di appoggiare il suo piatto sul comodino e scrutare il coinquilino che sorseggiava la sua zuppa.

“Come ti senti B?”

“Meglio, tutti gli antibiotici che mi avete fatto prendere credo stiano facendo effetto. E anche questa zuppa... che ci hai messo dentro?” domandò curioso bevendone un altro sorso. Era calda e dolce, la sentiva scivolare per la gola e lenire tutti quei malanni anche se solo in apparenza.

“Mi dispiace, segreto dello chef”

Sebastian ridacchiò prendendo anche il suo piatto vuoto e alzandosi dalla poltrona accanto al letto su cui Brittany l’aveva costretto a pranzare, vietando categoricamente di lasciare Blaine mangiare solo in camera; gli aveva anche fatto portare la tv nella sua stanza insieme ai videogiochi e i dvd, l’intero appartamento si era praticamente spostato in quella camera da letto.

“Spaccone” bofonchiò il moro prima di iniziare a tossire fino a diventare paonazzo.

“Ehi ehi calma tigre. Bevi un sorso e rimettiti giù... dovresti riposare”

Era strano vedere Sebastian così premuroso, troppo poco sé stesso per essere vero, ma Blaine non poteva negare che amava essere al centro di quelle dolci attenzioni; tutti erano carini e facevano il possibile per farlo sentire meglio, addirittura Lord Tubbington si era spontaneamente accovacciato a fondo letto scaldandogli i piedi.

Erano cose che da Brittany si aspettava, dolce e affettuosa come sempre, ma di certo non da Sebastian; e sì, sapeva benissimo che inizialmente era stato obbligato, ma la sua mente romantica non poteva non pensare che un pochino si stesse davvero preoccupando per lui.

Che cavolo, era malato! Poteva pensare quello che voleva.

“Era tanto che non mi chiamavi così” sorrise scivolando sotto le coperte che Sebastian stava tendendo sollevate prima di rimboccargliele fin sotto al mento.

Nonostante gli desse ormai le spalle, era certo stesse sorridendo nel prendere i piatti sporchi e riordinare.

“Dormi un po’ adesso. Devi essere in forma per le prove del musical... Sarebbe un peccato se ti sbattessero fuori per assenteismo e quel fondoschiena non fosse messo in mostra come merita”

Fine delle illusioni, Sebastian era tornato.

“Chiama se hai bisogno... tigre”

Blaine aveva già chiuso gli occhi quando sentì quelle ultime parole, preso da un’improvvisa stanchezza che era troppo debole per contrastare, eppure sorrise. 

Sì, si stava prendendo cura di lui, era deciso. Ed era assolutamente la cosa più adorabile che potesse fare.

 

***

 

Nell’appartamento di Bushwick era un sabato pomeriggio come tanti altri: Kurt guardava i vecchi episodi di ‘Una mamma per amica’ con il volume al massimo per non sentire Rachel che si esercitava facendo dei vocalizzi in camera sua e Santana era in bagno, stanza che da circa un mese ormai era diventata il suo luogo preferito dove starsene sola indisturbata. Forse perché tecnicamente

Il bussare alla porta fece sobbalzare tutti, sorpresi di quella visita inaspettata e Kurt mise in pausa il dvd per andare ad aprire pronto a vedere al di là di quel portone Brody che non viveva più ufficialmente con loro visto i precedenti con Santana, ma che comunque in un modo o nell’altro era sempre lì.

“Artie! Ch-che ci fai qui?” chiese con grande stupore quando aprendo si trovò davanti l’amico, un sorriso smagliante e il cappotto abbottonato fin sopra il mento; era sicuramente l’ultima persona che si aspettava di vedere

“Ehi ciao Kurt… posso entrare? Qui si congela”

Artie sfregò le mani coperte dai guanti fra loro aspettando una risposta mentre Kurt ancora lo guardava spaesato.

“Oh sì certo scusami entra pure!” disse tenendo la porta aperta al ragazzo per permettergli l’accesso mentre con un cenno lo invitava ad accomodarsi in salotto.

“Chi è Kurt? Se è Brody digli che… Oh Artie… ciao!” 

Rachel fece irruzione nella stanza con gli spartiti ancora fra le mani e la stessa espressione sorpresa di Kurt nel vedere l’amico, visti i precedenti con la coinquilina.

“Ciao Rachel! So che non aspettavate la mia visita ragazzi ma io avrei bisogno di parlare con Santana… è in casa?”

Esitò qualche istante prima di pronunciare quelle parole ma poi si fece forza: aveva attraversato la città affrontando il freddo e spendendo quasi la metà dei soldi dell’affitto per il taxi per arrivare lì, non sarebbe tornato indietro ormai.

“Cosa vuoi?” chiese l’ispanica con tono severo arrivando improvvisamente alle sue spalle.

“Ti devo parlare”

Il silenzio calò nella stanza fino a che Kurt si schiarì la gola e si avvicinò alla porta per prendere il suo cappotto e quello della bruna.

“Ok ragazzi… io e Rachel stavamo uscendo per… fare… una passeggiata…” 

“Ma sei impazzito? Sta nevicando! Non posso esporre la mia voce al-...“

“Zitta e muoviti!” la interruppe lui tirandola per un braccio e lanciandole uno sguardo assassino e decisamente eloquente.

“Allora noi andiamo… in bocca al l-… cioè… volevo dire, è stato bello vederti Artie!” continuò Kurt rivolgendosi al ragazzo con aria preoccupata, prima di lanciare una rapida occhiata a Santana per assicurarsi che non avesse intenzione di fare una strage.
Quando le sembrò abbastanza tranquilla, zittì i lamenti di Rachel di nuovo e la trascinò con sé fuori dall’appartamento lasciando quei due soli; sperava solo che in caso di lotte non ci finissero di mezzo i suoi cuscini e soprattutto la televisione.

“Se sei venuto a dirmi che ti dispiace sappi che le tue scuse non mi interessano” iniziò lei non appena i coinquilini furono usciti, le braccia strette al petto e un’espressione piuttosto annoiata dipinta in volto.

“Non sono venuto per quello. Volevo solo sapere come stai e soprattutto parlarti di Brittany. So che la stai ignorando…”

Artie si tolse i guanti e la sciarpa posandoseli in grembo mentre attendeva una risposta, ancora nervoso per quello che lo aspettava ma ben convinto che fosse la cosa giusta da fare.

“Vuoi davvero sapere come sto? Beh… alla grande ovviamente! E per quanto riguarda Brittany… direi che se lo merita non credi?”

“Le manchi molto Santana. Lei pensava che tu avessi accettato la situazione, lo sai che si sente persa senza di te”

“Oh sì... ho accettato la situazione infatti. Le sto semplicemente dando il suo tempo” 

La ragazza sorrise fra sé e sé osservandosi distrattamente le unghie con quell’aria compiaciuta che Artie aveva ben imparato a conoscere durante gli anni del liceo; stava tramando qualcosa ed era certo che lui ne avrebbe pagato le conseguenze.

“Dove vuoi arrivare?” domandò incerto senza staccarle gli occhi di dosso

“Credevi davvero che avessi rinunciato a lei?” rise la ragazza sedendosi sul divano, proprio di fronte a lui.

“Sai i primi giorni sono stati terribili, ero molto triste e depressa ma poi ho capito tutto… e ho avuto una delle mie solite idee geniali…”

Santana continuò a parlare con quel sorriso compiaciuto avvicinandosi di più ad Artie, sporgendosi sui gomiti.

“Lei crede di voler stare con te, ma sappiamo bene entrambi che sono io la persona più importante della sua vita”

“Non farlo Santana…” rispose lui immaginandosi già la fine di quella conversazione.

“Io non sto facendo proprio nulla! La ignorerò, lei capirà quanto le manco e allora tornerà da me”

La mora si passò una mano fra i capelli stringendosi nelle spalle come niente fosse, evidentemente fiera del suo piano che era certa non avrebbe fallito. Dopotutto conosceva Brittany meglio di chiunque altro, su questo non aveva dubbi.

“Santana lei ha scelto me! Vuole stare con me” replicò Artie alzando la voce, incapace di trattenere oltre la rabbia. 

Era buono e comprensivo, ma fino a un certo punto; non aveva certo intenzione di farsi trattare di nuovo come un idiota.

“Oh sì, starà con te fino a che non si ricorderà quanto è frustrante fare sesso con un disabile oppure doverti portare in giro come un bambino e allora avrà la necessità di tornare tra le mie braccia!”

“Come puoi essere così superficiale? Tu proprio non ci arrivi...Noi ci amiamo!”

“Anche io la amo!” urlò Santana alzandosi in piedi e perdendo il controllo.

“Ma lei non ti ama! Non riesci a vedere la realtà”

Artie sollevò lo sguardo per incrociare quello della ragazza, le pupille dilatate al limite della rabbia. Come poteva essere così cieca? 

Si aspettava negazione e faccia tosta da Santana ovviamente, ma non credeva potesse illudersi fino a quel punto.

“Non mi importa! È con me che deve stare che le piaccia o no! E troverò un modo per farla tornare da me… basterà una parola… in fondo sappiamo bene che lei è una credulona!”

“Non ti permetterò di farlo… non ancora Santana! La prima volta l’ho accettato perché malgrado la amassi con tutto me stesso credevo che lei volesse stare con te e sono sicuro che se tu non ti fossi intromessa noi non ci saremmo lasciati!”

“Vi siete lasciati perché tu le hai dato della stupida, è colpa tua!”

“Sai benissimo che il mio intento non era quello di offenderla… ero esasperato dalla situazione e tu ne hai approfittato!”

“Sono passati più di due anni! Perché Artie? Perché adesso? Perché sei venuto a New York a portarmela via? Dovevi stare lontano da lei!”

La ragazza scosse la testa frustrata guardando al cielo mentre sentiva le lacrime pungerle gli occhi al ricordo di tutto quanto; andava tutto bene fino a che Artie era tornato nelle loro vite. Bastava allontanarlo di nuovo.

“Con o senza di me la vostra relazione non sarebbe durata Santana… lo sai benissimo. Non raccontarti bugie”

I minuti che seguirono sembrarono interminabili. Sembrava di essere tornati alla guerra fredda: nessuno parlava ma entrambi erano pronti a difendersi.

Artie la guardò a lungo cercando il suo sguardo che Santana continuava abilmente ad evitare, impegnata a restare convinta delle sue idee.

“Sai cosa mi dispiace Santana?” disse finalmente lui rompendo quel silenzio assordante.

“Non credo di volerlo sapere!” replicò l’ispanica continuando a dargli le spalle.

“Mi dispiace per te perché sei una ragazza fantastica ma piuttosto che costruire la tua vita sul tuo talento e le tue qualità hai vissuto in funzione del tuo amore per Brittany sapendo che non sarebbe mai stato ricambiato…”

La voce di Artie non aveva un tono accusatorio ma piuttosto sembrava fosse davvero sinceramente dispiaciuto per la ragazza a cui voleva comunque molto bene, nonostante tutto.

Questa volta Santana accusò il colpo; quelle parole la trafissero perché piene di verità, lo sapeva bene nel profondo di sé stessa, ma come poteva ammetterlo?

Avrebbe fatto crollare tutto e lei odiava perdere.

“Vai via Artie! Non ti voglio più sentire né vedere” disse cercando di camuffare quel tremolio dovuto alle lacrime che avevano iniziato a scorrerle sul viso.

“Come vuoi… ma sappi che le mie parole sono sincere!”

“E tu sappi che non rinuncerò mai a lei!”

I due ragazzi si lanciarono una rapida ma intensa occhiata di sfida, prima che lui lasciasse l’appartamento.

Non sfuggirono ad Artie gli occhi rossi della ragazza, né la lacrima che scorreva 

sulla sua guancia ma non disse niente; il suo orgoglio era già stato ferito abbastanza.

 

 

“E voi che ci fate qui?” chiese Artie vedendo Rachel e Kurt dietro la porta di casa non appena la aprì per uscire.

“Oh beh noi… ecco… siamo tornati prima, sai… nevica!” balbettarono completando l’uno le parole dell’altra, guardandosi imbarazzati.

“Oh mio Dio! Siete rimasti qui ad origliare?”

“Cosa? No! Assolutamente no! Noi siamo davvero appena arrivati! Proprio adesso…”

Artie roteò gli occhi guardandoli sconcertato, palesemente non convinto da quelle assurde scuse. Non aveva voglia di prendersela con loro però, dopotutto si sarebbe sorpreso del contrario.

Li salutò con un cenno e se ne tornò nell’aria gelida di New York ad aspettare un taxi, con la certezza che non avrebbe dovuto mai raccontare a Brittany di quell’incontro.

 

***

 

“Blaine. Blaine aprì gli occhi...”

La voce di Sebastian lo svegliò in un modo inaspettatamente dolce, cullandolo in quel leggero dormiveglia.

Oddio quelle medicine dovevano essere davvero forti: da dove usciva tutta quella tenerezza quando si trattava di Sebastian?

Sbadigliando e stropicciando gli occhi, poco alla volta Blaine si mise seduto e guardò il coinquilino con aria interrogativa.

“Perché mi hai svegliato?”

“E’ l’ora di prendere l’antibiotico... Ogni otto ore ricordi? La dottoressa Pierce  prima di uscire mi ha minacciato pesantemente quindi non ho intenzione di trasgredire agli ordini” spiegò porgendogli una pastiglia ed un bicchiere d’acqua.

Blaine lo guardò sollevando un sopracciglio, incuriosito da quelle parole ma ancora troppo assonnato per riuscire ad estorcere quella informazione, così prese semplicemente la sua medicina e svuotò il bicchiere.

Poi si passò una mano fra i capelli, si stiracchiò un po’ e si appoggiò meglio allo schienale.

“Che ore sono?”

“Le cinque passate, hai dormito parecchio. Ti senti meglio?” gli chiese Sebastian mettendosi a sedere sul bordo del letto.

“Insomma... E’ come se mi avessero dato delle botte in testa per tutto il giorno. E poi senti la mia voce! Come farò a cantare lunedì alle prove? Mi sbatteranno fuori ancora prima di cominciare”

Preso da un improvviso sconforto, Blaine si rotolò su un fianco nascondendo la testa fra i cuscini e battendo debolmente il pugno sul materasso. Si sentiva così stanco, e più era stanco meno poteva fare, e meno poteva fare più era arrabbiato perché si sentiva inutile.

“Andiamo Killer non fare così... A tutti capita di ammalarsi. Ancora qualche ore di antibiotici e zuppe Smythe e tornerai a fischiettare Usignolo...”

Blaine mormorò qualcosa di incomprensibile, sicuramente un’altra lamentela, e Sebastian ridacchiò accarezzandogli istintivamente la schiena.

“Blainey. Dai, guardami. Non fare il bambino capriccioso adesso” continuò il ragazzo disegnandogli cerchi immaginari sopra la maglietta.

Di nuovo, Blaine disse qualcosa e Sebastian roteò gli occhi imponendosi di non perdere la pazienza.

“Non capisco niente se non ti togli quel cuscino dalla faccia” bofonchiò cercando di mascherare la scocciatura.

“Ho detto che ho freddo”

Blaine si rigirò sulla schiena, sistemandosi di nuovo sotto le coperte annoiato.

“Vuoi un pigiama più pesante?”

“Sono già tutti in valigia per partire... Non voglio tirarli fuori” spiegò Blaine stringendosi nelle spalle e Sebastian ovviamente lo guardò incredulo, stringendo le labbra per non rispondergli male.

Era così difficile non essere cattivo con lui! Ma Brittany lo teneva in pugno e aveva promesso di fare il carino...

“Ti prendo una felpa da mettere allora” disse alzandosi dal letto per avvicinarsi all’armadio, ma la voce di Blaine lo fermò ancora.

“Ho già quella dell’università. Non c’è più niente da fare, morirò congelato!”

Blaine nascose il viso sotto le coperte e sospirò sonoramente facendo ridere Sebastian che non riuscì più a trattenersi.

Senza dire niente uscì dalla stanza tornando poco più tardi con una delle sue vecchie felpe della Dalton, quelle della squadra di Lacrosse super pesanti che usavano d’inverno.

“Vieni qui regina del melodramma” disse abbassando il lenzuolo per incrociare gli occhi lucidi di Blaine e quell’adorabile faccino malato.

“Togli quella robaccia newyorkese e mettiti questa”

Blaine lo guardò perplesso qualche istante prima di riconoscere l’indumento e sorridere, arrossendo un po’ e grato di poter dare la colpa alla febbre: Sebastian che gli prestava qualcosa di suo, troppo dolce per essere vero. 

Alzò le braccia verso l’alto e fece un espressione stanca.

“Non so se ce la faccio da solo” mormorò guardando Sebastian, muovendo le mani nella sua direzione per fargli segno di aiutarlo.

Quella volta però Sebastian non sbuffò, né alzò gli occhi al cielo; semplicemente sorrise e scosse la testa divertito.

“Non abituarti troppo a questo servizio ok? Non sarai malato per sempre” mormorò mentre gli sfilava la leggera felpa della NYADA e la gettava a fondo letto. Poi prese la sua, la arrotolò sul collo e facendo attenzione la fece indossare a Blaine, poi lo aiutò ad infilare le braccia e gliela sistemò addosso sorridendo ad opera finita guardandolo.

“Ti sta enorme” constatò ovvio, incapace di trattenere una risata sottile.

“Non importa. E’ calda”

Blaine si strinse nelle spalle e si accoccolò su se stesso tornando a sdraiarsi, nascondendo le mani nella maniche troppo lunghe e abbracciandosi per tenersi caldo.

“E ha il tuo profumo” mormorò ancora socchiudendo gli occhi colto da un’improvvisa stanchezza.

Sebastian si sedette di nuovo accanto a lui e gli sistemò il lenzuolo sopra le spalle assicurandosi che fosse coperto prima di passargli una mano sulla fronte, constatando quanto ancora scottasse.

Sì, aveva sentito benissimo quel commento, ma non sapeva cosa rispondere: tutta quella dolcezza non era da lui e lo stava spiazzando, soprattutto perché non riusciva a spiegarsi quella strana sensazione che provava nel petto nell’accarezzare la pelle calda di Blaine e nel guardarlo indossare i suoi vestiti.

“Dormi adesso tigre, ti farà bene. Ti sveglio quando è pronta la cena” disse senza smettere di accarezzare i suoi ricci.

Blaine apprezzò il gesto e già mezzo addormentato mormorò qualcosa, gli occhi chiusi e il viso affondato nel cuscino.

“Che hai detto?”

“Con cosa ti ricatta Britt?” ripeté Blaine, sforzandosi di aprire un occhio.

“Ha promesso di lavare i piatti per un mese, tutto qui. Ora dormi”

Blaine sembrò soddisfatto e chiuse gli occhi con Sebastian al suo fianco che continuava distrattamente a coccolarlo, perso nei suoi pensieri.

“Bas..?” domandò di nuovo il moro dopo un po’, con gli occhi ancora chiusi.

“Sì B?”

“Mi canteresti la ninna nanna?”

Sebastian restò in silenzio qualche istante, incerto su cosa rispondere perché non era certo di aver capito bene; o almeno sperava di non averlo fatto.

“Come prego?” chiese in cerca di chiarezza.

Blaine si rigirò sulla schiena e aprì gli occhi già arrossati per il sonno e la febbre.

“Sì, la ninna nanna. Brittany stamattina mi ha cantato Soffice Kitty... Come fa Penny con Sheldon” spiegò come fosse la cosa più ovvia, con quell’aria da cucciolo indifeso che la voce bassa gli donava.

“Oddio, voi dovete smettere di guardare Big Bang Theory la mattina! Comunque scordatelo Anderson, ok essere carino ma non ti canterò una ninna nanna su uno stupido gatto immaginario... Se dovessi cantare di un gatto sarebbe su un vero gatto almeno! Un gatto figo... Tipo Lord Tubbington! Oh, che te ne pare di Soffice Tubby? Secondo me ci starebbe bene... Blaine? Dormi Blaine?”

Ma non ottenne risposta; Blaine dormiva già beatamente, con il viso illuminato da un sorriso divertito mentre Sebastian continuava a canticchiare fra sé e sé quella stupida canzoncina.

Tutto pur di non pensare ancora a quel calore improvviso che sentiva all’altezza del cuore nel solo guardarlo dormire.

 

***

 

Erano le sei passate quando Artie sentì bussare alla porta; si allontanò dal computer ed andò ad aprire sorprendendosi di trovare la sua ragazza sulla soglia.

“Brittany che ci fai qui?” 

“Mi fai entrare?” domandò lei con un sorriso, dondolando da un piede all’altro.

Il ragazzo le fece segno con la mano e chiuse la porta alle loro spalle, ancora stupito di trovarla lì.

“Ma non dovresti essere da Adrian per il ‘Just Dance Day’?” domandò curioso.

“Si infatti ero da lui…”

La bionda restò sul vago guardandosi intorno, evitando accuratamente lo sguardo di Artie e giocherellando nervosa con la tracolla della sua borsa, gesto che non passo inosservato al ragazzo.

“Tutto bene Britt?” 

“Ci sediamo?” replicò lei incerta, mordendosi un labbro nell’indicare il divano.

“Beh io sono già seduto… però certo accomodati pure”

Brittany stranamente non sorrise della battuta; andò semplicemente a sedersi guardando Artie posizionarsi di fronte a lei e prenderle le mani.

“Ehi…che succede? Mi stai facendo preoccupare”

“Mentre ero da Adrian ho ricevuto una telefonata”

“E..?” chiese lui incitandola a continuare.

“Era Rachel”

Ora tutto era chiaro, lei sapeva. Artie abbassò lo sguardo un istante prima di tornare a guardarla, incerto su cosa dire.

“E che cosa voleva?”

“Beh mi ha detto che qualcuno oggi è andato a parlare con Santana...” rispose la ragazza mentre lentamente le sue labbra si rilassavano e si piegavano in un sorriso.

“Ah sì? E chi?” provò lui a fare il vago ma ovviamente non funzionò; Brittany lo guardò alzando un sopracciglio piuttosto eloquentemente senza lasciare spazio ad ulteriori divagazioni.

“Ok… sì è vero! Ho parlato con Santana!” ammise Artie in un sospiro.

“E so che non volevi e ti arrabbierai però... Però sono ancora vivo ecco! È un buon segno no?”

La ragazza rise e si sporse verso di lui per abbracciarlo.

“Oh Artie!”

“Non sei arrabbiata?” domandò lui perplesso.

“Arrabbiata? Scherzi? Non sono per niente arrabbiata anzi… hai fatto un bel gesto… grazie!” disse la bionda accarezzandogli dolcemente il viso prima di sedersi sul suo grembo.

“Non devi ringraziarmi tesoro”

Artie finalmente si rilassò e le cinse la vita con le braccia, accarezzandole la schiena.

“E invece sì. Santana mi ha mandato un messaggio dicendomi che non è ancora pronta per recuperare la nostra amicizia… ma è già un passo avanti… Non ancora è un buon segno no? Niente di definitivo ”

Il ragazzo non sapeva se raccontare fino in fondo la verità a Brittany o se lasciarle vivere quel momento di felicità e tranquillità. Optò per la seconda opzione guardando quel sorriso, sperando che Santana potesse davvero cambiare idea ed accettare la cosa. Sperare dopotutto non costava nulla.

“Adesso torni alla festa di Adrian?” chiese di nuovo non appena le labbra di Brittany si separarono dalle sue.

“Oh no gli ho detto che Lord Tubbington ha fatto indigestione di uccellini e adesso la sua cacca è piena di piume e dovevo portarlo al pronto soccorso felino”

“E lui ci ha creduto?”

“No, non credo!” disse Brittany ridendo ripensando alla stupida scusa che aveva raccontato all’amico e ovviamente Artie si unì a lei, divertito come sempre dalla fantasia della bionda.

“Beh io dovrei vedermi con alcuni amici ma posso trovare una scusa anche io per non andare…” constatò il ragazzo con un sorriso.

“Potresti usare anche tu la storia di Lord Tubbington!”

“Non penso ci crederanno…. Gli dirò semplicemente che ho di meglio da fare…”  continuò dandole un altro bacio.

“Ordiniamo al messicano?” chiese lei speranzosa e affamata

“Che ne dici di una pizza?”

“La pizza va sempre bene… secondo te fanno anche la pizza messicana?”

 

***

 

Era ormai l’alba e Blaine continuava a girarsi e rigirarsi nel letto. La febbre era decisamente alta, nonostante gli antibiotici, le minestre francesi di Sebastian e le caramelle magiche di Brittany.

Il suo sonno era disturbato, continuava a lamentarsi e parlare da solo e Sebastian si svegliò più volte preoccupato, entrando nella sua stanza per assicurarsi che stesse bene.

Sentendolo mormorare qualcosa di incomprensibile e agitarsi scomposto, gli posò una mano sulla spalla scuotendolo appena per farlo svegliare da quello che probabilmente era un incubo.

“Blaine… ehi Blaine! Tutto bene?”

Il moro parlò di nuovo, ancora parole incomprensibili che suonavano infastidite.

“Cosa hai detto? Certo che riesci ad essere strano anche quando dormi eh!” sbuffò Sebastian troppo assonnato per essere divertito da quella situazione.

“Ho comprato un tirannosauro…” mormorò Blaine continuando però a dormire.

“Oh fantastico! Non farlo scappare. Possiamo sempre utilizzare la sua pelle per scarpe e borse”

Sebastian restò accanto a Blaine qualche minuto assicurandosi che tutto fosse tranquillo e tornò a dormire solo quando lo vide rilassarsi; ma Blaine continuava a sognare...

 

 

“Ragazzi! Sono tornato!”

“Blaine! Ma dove sei stato? Hai sentito le nostre chiamate?”

“Che chiamate? Io non ho sentito nulla!”

“Brittany… non ti avevo forse detto di chiamare Blaine?” disse Sebastian pronto a scatenare la sua ira contro la coinquilina.

“Oh si! Infatti l’ho chiamato più volte! Ho urlato ‘Blaine! Blaine!’… ma lui non ha risposto…”

“Santo cielo Brittany! Ma sei rimasta alla prima glaciazione? Ormai sono state inventate nuove techine per contattare le persone!! Mai sentito parlare del ‘megacorno’?”

Lo sguardo perso dei suoi coinquilini era una chiara risposta alla sua domanda.

“Oddio ma cosa ci sto a fare io con voi due! Dovreste aggiornarvi un po’ ragazzi… la tecnologica è nostra amica e può fare miracoli.

No beh… forse con voi non c’è speranza di miglioramento!”

“Bene adesso che mi hai insultata abbastanza direi che posso andare!” disse la bionda oltrepassando l’ingresso della loro caverna.

“Dove vai?” chiese un Blaine curioso seguendola con lo sguardo.

“Alla festa di compleanno del mio amico Adrian.”

“Ma… Adrian non era una ragazza?”

“Non credo… ma se vuoi posso controllare!”

“Oh no no! Va bene così”

“Britt aspetta usciamo anche noi, dovremmo pur mangiare qualcosa no? Visto che qui c’è qualcuno che non sembra interessato al sostentamento della sua “famiglia...” commentò indispettito Sebastian voltandosi a guardare Blaine con tono accusatorio e alludendo al fatto che la mattinata di caccia del moro era stata un completo disastro!

“Oh andiamo Bas! Però ho trovato un fantastico tirannosauro a metà prezzo”

“Brittany, dammi la clava!”

“Mi piace questa espressione! Potresti utilizzarla come titolo della tua autobiografia… magari poi ci faranno una serie TV o un cartone animato! Anzi ne sono sicura! E sapete come lo so?”

“Sì certo. Perché sei un genio blablabla ma adesso andiamo!” sbuffò Sebastian uscendo senza curarsi di aspettare gli altri.

“Andiamo con il mio nuovo tirannosauro! Prima di tornare alla caverna sono andato al distributore e ho fatto il pieno” disse Blaine fiero del suo nuovo mezzo di trasporto.

“Blaine nessuno si sposta più con i dinosauri ormai… non mi farò vedere in giro con quel coso! Piuttosto... i miei genitori mi hanno regalato una nuova cabriolet a pedali… siete abbastanza puliti da poterci salire questa volta”

Blaine e Brittany si guardarono con aria divertita: ormai vivevano con Sebastian da parecchio tempo e aveva imparato a non prendere troppo seriamente le sue frecciatine.

“Allora andiamo?”

 

 

“Questi capelli sono un disastro!”

“Oh no… sembra soltanto che tu abbia immerso una pecora nel catrame e te la sia messa in testa… ma sei comunque sexy! Forse è merito dei bellissimi boxer di pelle di tigre che ti ho regalato: catturano la mia attenzione sul tuo fantastico fondoschiena e non mi fanno notare il resto!”

“Sebastian non è il momento! Sono in piena crisi!”

“Ti avevo detto di lasciarli lunghi come i miei, ma non hai voluto! Volevi fare l’alternativo...”

Il tono di Sebastian era palesemente canzonatorio mentre guardava l’altro ragazzo con le mani nei ricci.

“I miei capelli non stanno sempre perfettamente in ordine come i tuoi… solo tu puoi permetterti di tenerli lunghi fino a sotto le spalle e non essere scambiato per una donna!”

“Oh Blainey così mi commuovo, non sono abituato a tutti questi complimenti! No aspetta... In realtà lo sono, ma dovresti comunque farmeli un po’ più spesso!”

“Ci vorrebbe qualcosa che li faccia stare fermi e nasconda questi ricci ribelli… come fa quell’Adrian ad averli sempre perfetti? Brittany non ha detto che usa della….. colla?”

“Più o meno… è una nuova porcheria, credo sia una miscela di olio vegetale e resina di pino! Ma non so come si chiama… sai io non ne ho bisogno!”

 

 

Svegliandosi improvvisamente dal suo sonno Blaine si mise a sedere di soprassalto, per poi scendere dal letto e correre verso il portatile sulla sua scrivania accendendolo furiosamente: doveva sapere. Se quel sogno fosse stato una rivelazione?

Non appena trovò le informazioni che gli servivano corse verso la camera dell’amica, inciampando più volte nei suoi piedi e facendo un gran baccano ma senza curarsene.

“Brittany!!” urlò con tono severo accendendo la luce.

“Lasciami dormire” mugugnò la ragazza rigirandosi nel letto e mettendosi il cuscino sopra la testa.

“Blaine che succede? Ti senti male?” chiese preoccupato Sebastian entrando in camera.

“Sono le quattro del mattino! Potete smettere di urlare?” si lamentò Brittany ancora con il viso nascosto.

“Sei una bugiarda Pierce!” continuò il moro ignorando completamente i coinquilini e salendo sul letto dell’amica.

A questo punto la ragazza si rassegnò e si mise a sedere strofinandosi gli occhi a causa della luce che la accecava.

“Ma di cosa stai parlando?”

“Hai bandito il gel dal ballo di fine anno dicendo che nella preistoria non era ancora stato inventato e mi hai fatto andare in giro come un idiota per tutta la sera… dovresti vergognarti!”

“Oddio… no… non sta accadendo davvero!” disse Sebastian sconvolto passandosi una mano sul viso.

“Blaine… stai delirando! Non avrai preso la droga di Lord Tubbington vero?” chiese Blaine preoccupata con gli occhi sbarrati.

“Un ricercatore irlandese ha trovato due uomini dell’età del ferro e uno di loro aveva la cresta! E sai come si tiene ferma una cresta Pierce? Con una quantità indefinita di gel per capelli!!” disse Blaine sventolando il foglio appena stampato che teneva tra le mani.

Sebastian e Brittany a quelle parole si guardarono intensamente, uno sguardo assonnato, divertito ma soprattutto decisamente preoccupato, poi tornarono a guardare Blaine.

“Mi hai davvero svegliata per questo?” chiese Brittany guardando Blaine, ancora seduto sul suo letto con i fogli fra le mani.

“Ok Blaine andiamo a dormire… adesso ti preparo anche una camomilla e magari prendi qualche dozzina di tranquillanti” disse Sebastian mentre tentava di portare via Blaine dalla camera di Brittany, costringendolo a rimettersi in piedi.

“Voi non mi credete!” si lamentò il moro agitandosi fra le braccia del più alto.

“Notte bambolina!” 

Sebastian strizzò l’occhio a Brittany e spense la luce, lasciandola tornare a dormire mentre trascinava Blaine in camera sua.

Lo lasciò solo qualche minuto, minacciandolo per farlo restare a letto mentre andava in cucina e fortunatamente quando tornò lo trovò ancora sotto le coperte dove lo aveva lasciato.

“Ok ecco la tua camomilla! Ma prima controlliamo la febbre”

“Mi prometti una cosa?” domandò Blaine guardandolo intensamente, senza badare ai suo gesti.

“Taci Anderson! E stai fermo altrimenti il termometro non riesce ad individuare la temperatura corretta”

“Sei decisamente insopportabile quando fai il premuroso... Ti preferivo stronzo”

“Tu mi preferisci sempre comunque” commentò Sebastian tra sé e sé prima di controllare il termometro.

“Hai le febbre altissima Blaine, ancora trentanove. Se domani mattina non è scesa chiamiamo il medico, che ti piaccia o no!”

“Va bene mamma!” si lamentò Blaine bevendo un sorso di camomilla prima di rimettersi sdraiato.

“Allora… che promessa dovrei farti?”

“Promettimi che non ti farai mai crescere i capelli… Stai davvero male… anzi… sei proprio brutto!”

“Non so come ti sia venuta in mente questa cosa… ma in ogni caso io sono sempre un gran figo Anderson! Cos’è? Hai fatto un sogno erotico in cui io ero una donna?”

“No… decisamente no… guidavi una cabriolet a pedali ed eri decisamente insopportabile… come sempre!”

“Oddio… cosa hai guardato ieri sera prima di addormentarti? Ancora la collezione di Brittany sui dinosauri?”

“Abbiamo visto i Flinstone…” mormorò il ragazzo leggermente imbarazzato.

“Adesso si spiegano tante cose…” disse Sebastian ripensando ai discorsi che lo aveva sentito fare nel sonno, su bisonti, lezioni di caccia e gonnellini di pelle.

Blaine inaspettatamente gli prese la mano e lo guardò intensamente con i suoi occhi da cucciolo.

“Resti a dormire con me? Tanto è già mattina…”

“Oh no! Assolutamente no! Tra qualche giorno dobbiamo partire per Lima e non posso assolutamente rischiare di ammalarmi anche io!”

“Andiamo Bas! Sei stato con me tutto il giorno… ormai avrai già inalato i miei germi” disse Blaine ridacchiando, continuando ad accarezzare la mano dell’altro fino a che Sebastian si alzò allontanandosi. 

“Buonanotte Tigre! E cerca di non incontrare altri uomini preistorici... Vorrei dormire”

Blaine mise il broncio guardandolo allontanarsi ma chiuse gli occhi non appena la luce si spense e tornò a sognare, fortunatamente lontano dagli uomini preistorici, ripensando solo a quel delizioso regalo che Sebastian gli aveva fatto.

Si lasciò cullare da quelle immagini e dal profumo di Sebastian che impregnava la felpa che ancora teneva addosso, così forte e intenso nonostante il raffreddore, fino a che non si addormentò profondamente.

 



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Mmmmmiiiiao gente!!!!!!

Scusateci per l'enorme imperdonabile assurdissimo ritardo! Purtroppo per noi l'estate non è sinonimo di vacanze, ma di esami e lavoro...
Speriamo di poterci far perdonare con questo capitolo <3

Purtroppo per un po' non possiamo assicurarvi più aggiornamenti fissi; cercheremo di non far passare troppo tra un aggiornamento e l'altro!!
Per quanto riguarda
Roommates (che è rimasta clamorosamente indietro, di nuovo perdono) anche lì nessuna certezza... 

Scusate Scusate Scusate

Perdooooono anche per l'assurdo ritardo nella risposta alle recensioni, prima o poi risonderemo a tutti promesso! Non è scortesia è che davvero in questi giorni il tempo è davvero scarso...

Dopo queste interminabili scuse, vi lascio!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :)

Solo una piiiiiccola parentesi: fatemi ringraziare la mia splendida co-autrice per la geniale parte del sogno (io la amo, senza dubbio) e per sopportare i miei incredibili ritardi <3 

Grazie da entrambe come sempre a tutti quanti, continuate a recensire perché GIURO che risponderemo presto!!!! <3

Tanta Tubbingtastian e buona settimana a tutti gente :D






* Titolo canzone: "Rimetterti in sesto"


quando sei troppo innamorato
per lasciar perdere
ma se non provi
non saprai mai quello che vali

 
  
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