Storia dedicata a Maria, per il suo compleanno ♥

Dreaming of the future

Bruce Banner sapeva che il futuro era incerto. Soprattutto se si lavorava per un’organizzazione segreta come la S.H.I.E.L.D. Soprattutto per lui. Eppure, non aveva mai perso la speranza.

Ogni volta che si fermava a guardare il viso diafano e senza espressioni dell’agente Romanoff, non poteva che pensare a un futuro con lei. Era giudicata come una donna insensibile, ma le loro notti erano piene di passione e calde, come il loro amore.

Non pensava di poter trovare una donna, dopo Betty, ma ringraziava qualunque dio per avergli concesso un’amica, una confidente, una compagna così straordinaria.

La sua figura era avvolta dalle candide coperte bianche di cotone e un braccio dell’uomo le circondava l’esile vita, stringendola maggiormente al suo corpo. Percepiva il suo calore e ne traeva conforto. Poggiò il mento sulla sua testa rossa e ne ispirò profondamente il suo profumo speziato.

«Cosa c’è?» domandò con tranquillità lei, mentre la sua piccola mano gli carezzava il petto nudo. Bruce gradiva molto quelle coccole e l’Altro sembrava acquietarsi in sua presenza.

«Non c’è niente che non va… Pensavo, solo questo,» rispose lui, stringendola ancora di più. La sua mano incominciò a percorrerle la schiena e Natasha sorrise, alzando il volto per guardarlo negli occhi. Occhi castani e caldi che la facevano sentire una donna, una vera donna.

«A che cosa stavi pensando?» chiese, posandogli un dolce bacio sulla mandibola. La barba ispida le pizzicò la pelle, ma adorava quella sensazione d’attrito tra i loro corpi.

«A te, a noi. Al nostro futuro,» rispose infine. Non poteva tenerle nascosto nulla e non voleva. Il loro rapporto si basava sulla fiducia e sulla sincerità e Banner lo apprezzava particolarmente. Dopo un’intera vita a scappare e a nascondersi, rimanendo nell’ombra, vedere la luce era come ritornare a respirare aria pulita.

«Con il lavoro che facciamo?» sospirò divertita contro il suo collo. Lo baciò con dolcezza e voglia. La sua mano scese lungo il petto, fino a fiorare la coperta che lo copriva dalla vita in giù.

«Sono un inguaribile romantico, agente Romanoff. Dovrebbe saperlo,» rispose circondandole le spalle con entrambe le braccia.

«E mi piace,» rispose lei.

Bruce le sollevò il mento e la baciò, con trasporto. Le loro lingue s’intrecciarono e danzavano insieme, mentre la donna lentamente scivolava sopra il corpo.

«Comunque mi piace,» disse Natasha in un sussurro, quasi temesse di spezzare quella magica atmosfera d’intimità che si era creata. «Mi piace che tu pensi ad un futuro, insieme a me.»

«Non potrei immaginarlo con nessun’altra,» disse, posandole una mano dietro le orecchie. Le sue dita s’incastonarono fra quei fili rossi e morbidi, che aveva imparato a riconoscere a chilometri di distanza.

«Sì, proprio romantico,» rispose contro le sue labbra.

Il dottore sorrise e posò l’altra mano sulla sua schiena e con uno sbalzo d’anche capovolse la posizione. L’agente rise di gusto e apprezzava con entusiasmo l’intraprendenza del suo uomo. Unì le loro labbra e passarono la notta ad amarsi. A pensare al loro futuro, insieme.