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Autore: kannuki    24/06/2013    1 recensioni
Non ha alcuna arma con se, non può difendersi e non può neppure replicare il giochetto che ha fatto con Rose a suo tempo. Ora che Katherine ha assunto la cura per l'immortalità, non è certa che torni indietro, una volta morta... ed è piena di verbena, fattore che rende nullo qualsiasi tentativo di salvarla! Resisterà, farà quello che ha sempre fatto con Klaus: ignorerà Marcel e scapperà alla prima occasione... e se proverà a morderla, avrà una bella sorpresa.
Comincia come la seconda parte di 'Meet EM at 2:00 pm', incrocia 'Hannibal' e Will Graham a Baltimora e prosegue con 'The Originals' a New Orleans. Nessun Elijah è stato pugnalato in questa storia. ^^
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Hayley, Katherine, Pierce, Klaus
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Backover'
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Seduta 3, Studio Dr.Lecter. Ore 19:37

Rovisto con la lingua in un angolo della bocca in cerca di un immaginario pezzo di vetro scampato a diciassette lavaggi e altrettanti risciacqui. Sento l'eco della risata sardonica di Klaus mentre la notizia viaggia di bocca in bocca fino a New Orleans e penso 'Elena Gilbert ha vinto anche stavolta'. “Quella puttanella” sibilo. Lo psicanalista mi guarda con aria imperturbabile, sebbene abbia udito la mia imprecazione. Ha tratti svedesi. E' troppo alto. Troppo ben vestito. Non mi piace. “Non mi mostra i fogli con le macchie?”

Vuole che gliele mostri?”

Ricordo il fiotto di sangue misto a saliva che ho sputato sul linoleum rigato del pavimento del liceo di Mystic Falls, quando mi sono svegliata dolorante e affamata.

Katherine?”

Voglio tornare vampiro e voglio Elena Gilbert morta. Sollevo lo sguardo sull'uomo. Non deve piacermi. Lo pago per ascoltarmi, non per sollazzarmi la vista. Lo psicanalista comprime i polpastrelli fra loro, sospira e tira su la gamba del pantalone.

A cosa sta pensando?”

Baltimora sembrava una buona idea. Il suo nome in cima alla lista dei migliori psichiatri del paese sembrava una buona idea. Ora mi chiedo cosa ci faccio qui.

Sto pensando...”

La voce si incrina, stringo le labbra e l'uomo non muove un muscolo. Ci guardiamo per un lungo momento negli occhi. Non leggo niente. Interesse, curiosità, impazienza. Niente. Non c'è niente. Un altro guscio vuoto come...

Katherine?”

Katerina” bisbiglio abbassando lo sguardo sulle sue mani. Dita lunghe e forti, fatte apposta per strappare arti e cuori. “Mi chiamo Katerina Petrova.”

Lo psicanalista apre la cartellina su cui ha annotato in bella grafia l'elenco dei pazienti. Cura maniacale dei dettagli. Mi piace sempre meno.

Katherine Pierce è il suo nome americanizzato?”

Un ricciolo scivola sulla guancia. Gli fisso il mento, le labbra ben disegnate e il taglio di capelli perfetto. Cosa ha che mi disturba tanto? Mi ricorda Elijah. Non hanno alcun tratto fisico in comune ma sono entrambi compassati e freddi. Elijah mi ha messo in secondo piano per correre dietro al fratello. Mi ha abbandonata. Risucchio il labbro inferiore e lo lascio andare. “Quanto tempo mi rimane?”

L'uomo non guarda l'orologio che ha al polso, ma sembra conoscere perfettamente l'ammontare di tempo passato fra un silenzio e l'altro. Non ho parlato molto. Non ho risposto a nessuna domanda. La mia espressione di dolore è eloquente. Lo sento da come si contraggono i muscoli del viso. Lo psicanalista chiude la cartellina e la posa accanto a se. Strofina il mento con l'indice e attende la mia risposta.

Preferisce che le fissi un appuntamento con una collega?”

Per sentirmi più a mio agio?”

Carico la domanda di sarcasmo, l'uomo sfiora di nuovo il labbro con il polpastrello.

E' a disagio, Katerina?”

Solo Elijah mi chiama Katerina. Dovevo dare un'occhiata anche a Craig's List prima di scegliermi il padre confessore. “Sono sospettosa di natura.”

Lei non è mai stata in psicanalisi.”

Ho conosciuto un paio di tizi appassionati alla materia, nell'ultima frazione di secolo. “Ho avuto una vita piena d'impegni, finora” mormoro guardando a sinistra il vaso di fiori freschi. Questo posto è enorme, aperto, ordinato. Il dottore fissa l'orologio volutamente. Appena apre l'agenda, sento il respiro fuoriuscire e le spalle abbassarsi. Mi guarda per un lungo attimo, ma non commenta.

Martedì, stessa ora?”

L'ultimo appuntamento della giornata. Non ha una moglie che lo aspetta a casa? Fisso la mano sinistra in cerca dell'anello, ma potrebbe essere uno di quelli che nasconde il proprio status alle pazienti. Lo guardo bene in viso. Lui attende con la penna in mano. Chiude di nuovo l'agenda e aggiusta la giacca. Altra stilettata sotto il diaframma. “Non è rimediabile.”

Il guscio vuoto di fronte a me sembra animarsi di una scintilla di curiosità. Lo fisso dritto negli occhi e le mie labbra si muovono da sole. “Ha mai ucciso un uomo, dottore?”

Ha ucciso un uomo, Katerina?”

Molti.”

Nessuno conosce il numero esatto, neppure io. Non sono mai stata eclatante da quel punto di vista. Non ho una stanza dei trofei come Stefan e Klaus. “Le sto facendo perdere tempo” borbotto muovendo un piede ben calzato. Punto le mani sul divano e quando mi alzo, mi sento goffa, sgraziata, debole e inutile. Lo psicanalista mi accompagna alla porta e nella camera d'attesa vuota, risuona il rumore dei miei tacchi a spillo. “Il tempo è bastardo, dottore” sussurro quando mi apre la porta. “Il tempo non guarisce il senso di colpa, non lo attenua. Il tempo scorre per ricordarci quella volta e quell'occasione persa. Il tempo non da sicurezza, tiene aperte tutte le ferite” sentenzio, fissando il suo fermacravatte d'acciaio. E' intelligente. L'oro può intimorire. “Annulli le prossime sedute” borbotto scivolando sul corridoio. Un uomo barbuto che sembra portare sulle spalle il peso del mondo, mi viene incontro con lo sguardo vacuo. Non sono l'ultimo appuntamento della sera, a quanto sembra. L'ascensore mi riporta al pianterreno e quando finalmente abbandono l'edificio, riprendo a respirare. Sento odore di morte, attorno a me. Addosso a me. Mi volto verso la finestra illuminata dell'appartamento dello psicanalista e in quel momento ronza il cellulare. Avevo dimenticato di averlo e la batteria è quasi scarica. Numero sconosciuto. Ci spero. Per tre secondi. “Sì?”

Il cuore mi batte nel petto con una tale violenza che credo di cadere svenuta da un momento all'altro. Il respiro. L'attesa. Quell'attesa...

Condoglianze, dolcezza.”

Scaravento il telefono a terra e il coperchio salta insieme alla batteria. La voce di Klaus è stata come una frustata improvvisa ad un nervo scoperto e infiammato. Me la sento nelle spalle e il formicolio arriva alla punta delle dita. Chiudo le mani a scatto e le riapro. Raccolgo i tre pezzi e li infilo nelle tasche del giubetto. Vorrei disfarmene, ma quel numero è l'unica cosa che mi è rimasta. L'unico contatto possibile fra me ed Elijah.

***

L'idea è difficile da attuare. Non conosco questa città e non sono in grado di rilevare la presenza di un vampiro. Tornare come prima è in cima alle priorità, ma devo anche mangiare e dormire. Un'infanzia difficile - al limite della miseria - mi ha insegnato a risparmiare: ho un discreto conto in banca che mi assicura una copertura totale. Non ho alcuna voglia di trovare lavoro come cameriera in una tavola calda. Sono sempre stata una di alto livello e gli uomini staccano sostanziosi assegni per un servizio di alto livello. Poso l'hamburger che sto mangiando e fisso l'uomo di fronte a me. Fa finta di leggere la rivista ma ho sentito i suoi occhi addosso per buona parte della serata. Non smetto di guardarlo e quando non ne può più, abbassa il giornale e ricambia l'occhiata. Analizzo i dettagli. L'orologio che porta al polso, le scarpe che indossa, la fattura dei vestiti. La mia mente risuona come una cassa automatica e mostra un prezzo troppo basso, per renderlo interessante. Finisco il grasso pasto e mentre torno a casa, odo un miagolio inconfondibile che mi fa sospirare. Mi fermo di fronte alla gelateria e alzo gli occhi al cielo. Devo accontentare la bambina interiore... e cominciare a mettermi a dieta. Sono qui da tre settimane e la bilancia digitale segna un peso diverso ogni giorno. Pago il gelato alla frutta e torno a passeggiare in direzione della villetta che ho preso in affitto. Mi piacciono anche gli open space, ma quando devi guardarti le spalle, tendi a preferire i luoghi raccolti e invisibili. Una goccia di gelato alla menta scivola sulla nocca, la lecco via e mentre frugo nella borsetta in cerca delle chiavi – con qualche difficoltà – inclino troppo il cono e la massa fruttata si schianta a terra. Osservo la poltiglia colorata e mugolo fra i denti. Ora mi tocca anche pulire. Entro in casa, accendo tutte le luci – altra vecchia abitudine – vado un cucina e strappo un paio di fogli di carta assorbente dal rotolone. Mi piace mangiare ma non so cucinare. Ho comprato un manuale e rifornito il frigo. Non ho idea di quanto durerà quella roba o di quanto impiegherà a marcire. Torno sul pianerottolo e mentre sono chinata a raccogliere la poltiglia che sta squagliandosi, non mi accorgo della presenza, del buco nero dell'universo. Non lo vedo finché non si avvicina, allora riconosco la misura delle scarpe e comincio a iperventilare.

Sempre difficile da rintracciare, Katerina.”

Ingoio la saliva, il cuore mi esce dalle orecchie e quando sollevo lo sguardo su di lui, le mani sporche di gelato e strette attorno alla carta assorbente, mi chiedo se è lì per ridere di me o per completare ciò che ha iniziato cinquecento anni fa. Ci fissiamo per un lungo istante negli occhi e il vecchio istinto di sopravvivenza mi fa arretrare dentro casa. Klaus osserva l'arco all'entrata e sospira. “Stai bene?”

Sono stata meglio” ammetto facendo un altro passo indietro. Vado in cucina e getto tutto nella spazzatura. Spio l'entrata. È ancora lì, con lo sguardo perso nel vuoto. “Sei passato per un saluto?”

Klaus muove la mandibola e stringe i denti, nervoso. “E' bella, questa città? Ti trovi bene?”

Sì e sì, paparino.”

Frecciata. Non ho potuto farne a meno. Klaus mormora qualcosa, pinzando la radice del naso e passando una mano sul viso. “Mi fai entrare?”

Vorrei dire no ma come spesso accade, in sua presenza, sento la volontà indebolirsi. Devo raccontarlo allo psicanalista, alla prossima seduta? “Se prometti di fare una cosa per me.”

Te ne devo una, comunque...” sospira socchiudendo gli occhi, esausto. “Che vuoi, spara!”

Voglio tornare come prima.”

Klaus mi scruta a lungo, in silenzio. “Si può fare.”

Si può fare ora?”




Note dell'Autore:
Sequel di 'Meet EM at 2:00 pm' + Stagione 4, puntate 4x20 e 4x24.
Personaggi di 'Hannibal' che compariranno nella storia: Will Graham, Bedelia Du Maurier, Hannibal Lecter.
Personaggi di 'The Vampire Diaries' che compariranno nella storia: Klaus Mikealson, Katherine Pierce.

  
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