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Autore: Vavi22    24/06/2013    0 recensioni
Un melodramma di un uomo e una donna cieca che non credono nell'amore. Matt Davidson è un orfano che dopo aver perso, il suo primo amore, dedica la sua vita al gioco d'azzardo e alla bella vita. Melissa Davdison è una ereditiera solitaria che dopo aver perso la vista non crede più a niente.
Matt, deve una grossa somma di soldi ad un boss mafioso e quale modo più facile per trovarli è quello di prendere il posto del fratello morto della bella Melissa?
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 1





Devo farlo, devo farlo per forza...non posso permettermi di continuare così.

Questo penso mentre lascio il mio piccolo di appena quattro mesi, sotto l'albero vicino l'orfanotrofio. So che i padri e le sorelle della chiesa se ne prenderanno cura, permettendogli di crescere...dandogli un futuro, cosa che io non posso fare.

Saluto il mio piccolo per l'ultima volta, lo copro per bene nella sua copertina sperando che non prenda troppo freddo, essendo circondati da un folto strato di neve.

Lo guardo per l'ultima volta, prima di voltarmi e correre via...ignorando le sue urla.

Le urla del mio bambino.




16 anni dopo.



Pov Matt



Dopo aver dato una leggera occhiata alle mie carte, alzo lo sguardo verso gli altri tre giocatori e decido di puntare tutto.

<< mossa coraggiosa, ma non del tutto giusta. Matt >>

<< sta a lei decidere come interpretarla, signor Taylor. >> mi guarda ridendo, è sicuro di aver vinto...così mostre le sue carte. Ha fatto poker.

<< mi spiace per te ragazzo >> mormora e afferra velocemente tutte le cash presenti sul tavolo, sicuro di se.

<< non così in fretta signor Taylor. >> mostro le mie carte di conseguenza. Scala Reale. Gli altri due ragazzi che mi stanno accantono ridono contenti. Uno dei due esclama << Matt, afferra i soldi e scappiamo! >> ci alziamo velocemente dal tavolo, afferrando la valigetta contenente oltre un milione di sterline. Quanto amo Las Vegas!

<< voi due, mi avete imbrogliato! Prendeteli >>

Cosa ci può essere di più bello del gioco d'azzardo? Tutta l'adrenalina che ti scorre nelle vene. Io e il mio amico Kyle, viviamo per questo, è facilissimo imbrogliare i ricconi sotto il loro naso. Tempo niente veniamo accerchiati dagli scagnozzi di Taylor.

<< Kyle, scappa con la valigetta! Ci penso io a loro. >>

<< te li lascio tutti per te >> e si dirige correndo verso l'ascensore del piano.

<< hei ragazzi, vi pare giusto? Dieci contro uno...non è un po' scorretto? >> dico loro. Inizio a prenderli a calci e pugni, mentre tutte le carte che ho nascosto ovunque nel mio completo Armani, cominciano a fuoriuscire. Dopo averne atterrato un paio, corro in direzione dell'ascensore dove vi trovo Kyle, che cerca di combattere altri due scagnozzi. Con quale difficoltà, riusciamo a fuggire. Come sempre del resto.

Ed anche questa sera abbiamo guadagnato oltre un milione di sterline. Che può esserci di più bello del vivere così? Questo penso, mentre ci dirigiamo nel nostro hotel di lusso.

Io, Kyle e Matt. Siamo tre orfani ritrovatici insieme dai misteri della vita. Diciamo che Matt, è quello buono ed onesto del gruppo. Abbiamo lo stesso nome e cognome, cosa assolutamente strana, eppure è così. Con lui e come poter vedere l'altra versione di me stesso, la versione buona.

Kyle, è il mio amico d'azzardo, se così si può definire. Con lui facciamo sempre le peggior cazzate in assoluto. Del gioco d'azzardo, abbiamo fatto il nostro lavoro, Matt non approva per niente quel che facciamo, eppure un modo per vivere dobbiamo procurarcelo.

<< ragazzi, ce l'ho quasi fatta! Sicuramente mi danno la licenza per aprire un ristorante in Italia, ma ci pensate! Finalmente posso trasferirmi in Italia. Devo assolutamente vedere mia sorella Melissa prima di partire. >> esclama contento Matt, mentre facciamo la nostra solita corsa mattutina.

<< ma Matt, non vedi tua sorella da quando avevate 7 anni. >>

<< vero, ma è colpa dei nostri genitori. Loro hanno divorziato e mia mamma mi ha preso portandomi con se, lasciando mia sorella a mio padre. Eppure devo rivederla, e chiederle un piccolo prestito... >>

<< prestito? Ancora con questa storia che sei l'erede del grandissimo gruppo N.A.D. international, mi spiace amico ma non ci crederò ne ora ne mai >> gli fa eco Kyle.

<< fai come vuoi, ma è vero! Solo l'erede, e se un giorno scoprirete che ho ragione non venite da me a chiedermi soldi. Perchè non vi presterò nemmeno un centesimo. >>

<< ahah Matt, se fosse realmente così...come mai tuo padre non si è mai messo in contatto con te? >> gli dico ridendo della sua grande cavolata.

<< suppongo che mio padre pensi che io viva ancora con la mamma. Non può saperlo che è morta quando avevo 14 anni. >>

<< ahahah se sei convinto tu. >>

<< hei, ovvio che ne sono convinto. E poi scusatemi, perchè dovrei dare ragione a voi due che siete delinquenti? >>

<< perchè noi guadagniamo un mucchio di soldi, al contrario di te. >>

<< ma i miei li guadagno onestamente! >>

<< ma non puoi permetterti vestiti di marca... >>

<< giusto, ma almeno posso dormire tranquillo la notte >>

Accelero il passo, lasciando quei due a battibeccare dietro di me. È incredibile quanto sanno essere immaturi delle volte. Dopo quasi due ore di corsa, ritorno nel mio albergo.

<< ciao amore, dove sei stato tutta la mattinata? >>

Che scocciatura, devo smetterla di permettere alle ragazze che mi faccio di dormire con me. Visto che poi si dimostrano appiccicose e si sentono autorizzate a prendersi certi diritti su di me. << primo, non sono l'amore di nessuno e secondo non sono affari tuoi. Intesi? >> me la scollo di dosso dirigendomi sotto la doccia, nella speranza che appena finisco non la trovi ancora in camera. Speranza inutile.

<< ancora qua? >> le sorrido da bastardo che in effetti sono.

<< perchè non mi vuoi? Ieri sera non la pensavi così...siamo stati bene, io...io mi sono innamorata di te >> mi urla contro, cominciando a piangere. Perfetto, ci mancava solo una piagnucolona...

<< senti simpaticona, ti conviene uscire di tua volontà dalla porta. >>

<< io, so che hai imbrogliato...ti denuncio, sappilo! >>

<< bene, vai e fallo...ora sono stanco, ho sonno. >> e mi dirigo nuovamente a letto, sprofondando nel meglio sonno.





Pov Melissa



Porto lentamente il rossetto alle mie labbra, passandolo lentamente...seguendone il contorno con il dito. Ok, posso farcela...devo solo sostenere una conferenza. Non è di certo la prima volta che lo faccio.

<< Melissa è ora di andare, vieni appoggiati a me cara. >>

<< segretaria Kenner, sono cieca. Non sono mica impedita. Riesco ancora a muovermi bene in casa mia. >>

<< come preferisci >>

<< mio padre come sta oggi? >>

<< stabile. Non si è ancora svegliato dal coma, dobbiamo attendere Melissa. >>

<< adesso andiamo >>

Mi faccio condurre al di fuori di casa mia, fino a raggiungere l'azienda del gruppo N.A.D international, la mia azienda. Azienda del quale, sono costretta a prendermene cura, poiché mio padre non può farlo...da quando la sua malattia si è aggravata.

Appoggio la mano sulla spalla della mia segretaria, come se fosse la mia ancora di salvezza...in un mondo che a me non è più permesso di vedere. Mi lascia davanti la postazione, in cui devo prendere parola ed esporre il progetto agli investitori. Chiudo gli occhi e tendo le orecchie, percepisco gli sguardi puntati su di me, le vibrazioni che ogni tanto mandano i microfoni. Davanti a me ho un computer, e tastandolo con calma con le dita, premo il tasto invio. Uno dei pochi tasti che so riconoscere senza la necessità di guardare. Sento una musica in sottofondo, segno che il video alle mie spalle è partito. Così mi decido di parlare.

<< Buon giorno a tutti, e vi ringrazio per essere venuti con così poco preavviso. Devo ammettere di essere fiduciosa nel progetto e per niente preoccupata, ma forse tutto ciò è dovuto al fatto che come ben sapete non posso vedervi. Quindi in questo momento è come se stessi provando da sola, il discorso in camera mia... >> questa mia battuta fa sghignazzare leggermente i presenti. << bene, allora alle mie spalle vedete il nuovo resort di abbigliamento del N.A.D. international. Il nuovo progetto consiste esattamente nel rendere quando più accogliente e rilassante possibile il centro. È stata prevista una zona bar, una zona bambini che permette alle mamme per così definire “disperate” di rilassarsi.... >> continuo a parlare, senza interrompermi e appena concludo. Non essendoci obbiezioni, presumo sia andata abbastanza bene. << vi ringrazio per avermi ascoltata, spero il progetto non vi abbia deluso. Grazie ancora. >> volgo loro un leggero inchino.

Dopo la conferenza, vengo accompagnata nel mio ufficio dalla segretaria Kenner e l'avvocato Slider. << sei stata brava Melissa, nessuno ha fatto obbiezioni. >>

<< nessuno ha osato contraddirmi solamente perchè sono cieca, e faccio pena. Tanto devono sopportarmi per altri tre mesi, poi il fidanzato scelto appositamente per me da mio padre, prenderà il mio posto. Per questo oggi è andata così bene. >>

<< non pensarla in questo modo, Melissa. >> risponde l'avvocato.

<< portatemi a casa, sono stanca. >>

<< si, andiamo Melissa. >>

Vengo accompagnata a casa mia, che più che una casa a me sembra una prigione. Pur essendo molto grande, con un giardino enorme...non posso fare nient'altro che stare a casa tutto il giorno. Non mi è permesso fare nient'altro. Così come sempre mi siedo in salotto, ascoltando il ticchettio dell'orologio e penso...

Penso a mio fratello, il quale non vedo da tantissimi anni, il quale non si è mai degnato di scrivermi nemmeno una sola volta. Il mio fratellino che non può sapere che io sia diventata cieca...

Suonano alla porta. E piano piano, vado ad aprire.

<< si, chi è? >>

<< ciao Melissa, sono Henry il postino. Ti ho portato nuovamente la lettere trimestrale da parte di tuo fratello. >>

<< come? Di mio fratello? >>

<< certo, la lettera che scrive tuo fratello per te, te ne invia una ogni tre mesi...da almeno dieci anni. >>

<< oh...certo, potresti darmela >>

<< si, tieni cara >> mi tremano le mani, quando mi da la lettera...mio fratello, mi ha scritta...perchè non ne ho mai saputo niente?

<< dov'è la segretaria Kenner? Di solito è lei a prendere le lettere >>

<< pens...penso sia in giardino. Henry, potrebbe chiamarmi un taxi immediatamente? >>

<< certo, come mai? >>

<< devo tornare in azienda...subito >>

sento la combinazione dei tasti e subito dopo chiede di mandare un taxi quanto prima possibile. << la ringrazio Henry >>

<< figurati piccola, ci vediamo >>

Rientro dentro casa salgo le scale dirigendomi in camera mia, prendo una borda dall'armadio e metto dentro la lettera. Afferro il bastone e riscendo in giardino, fermandomi davanti l'enorme cancello dell'entrata principale. Dopo all'incirca dieci minuti sento un colpo di clacson.

<< signorina, lei ha chiamato un taxi? >>

<< si >> con le mani tropo la maniglia dello sportello e lo apro, salendo sul taxi. << mi scusi, potrebbe portarmi all'indirizzo che è segnato su questa lettera? >> e gliela passo.

<< certamente, è un po' lontano come posto. >>

<< non fa niente, andiamo >>

Non ho la più pallida idea di quanto tempo passi. La voce vocale del mio telefono non smette di avvisarmi che la segretaria Kenner mi stia chiamando, ma continuo a staccarle le chiamate...perchè non mi ha mai dato le lettere di mio fratello? Perchè non mi ha mai permesso di vederlo?

<< signorina siamo arrivati, se prosegue sempre dritto trova l'entrata dell' hotel. >>

<< la ringrazio, arrivederci. >> apro lo sportello e dopo aver allungato il mio bastone, scendo dall'auto. Faccio come mi ha detto, proseguo sempre dritto, sbattendo leggermente il bastone sull'asfalto per controllare che non ci siano ostacoli davanti a me. Sento un leggero movimento davanti a me, come se qualcosa di pesante si spostasse e ritornasse al proprio posto. Devono essere porte scorrevoli, sono arrivata davanti l'hotel. Entro e mi fermo, non sapendo dove andare, aspetto...spero che qualcuno capisca che ho bisogno di aiuto.

<< signorina, ha bisogno di aiuto? >>

<< si, sto cercando Matt Davidson...alloggia nella camera 625. potrebbe accompagnarmi per favore, come vede non posso arrivarci da sola. >>

<< certo, andiamo. Si appoggi pure sulla mia spalla. >>

<< la ringrazio. >>

<< signorina, siamo arrivati. Davanti a lei c'è la camera 625. >>

<< grazie e scusi del disturbo. >>

<< si figuri. >>

con le mani individuo la porta, dove si trovi la maniglia...e sulla destra poco dopo trovo un campanello. Così inizio a suonare, ma nessuno risponde. Suono ripetutamente.

<< chi diavolo suona a quest'ora? >>

<< lei è Matt Davidson? >>

<< si, ma io non la conosco...può andarsene >>

<< sono tua sorella. Sono tua sorella Melissa, la stessa sorella a cui scrivi ogni tre mesi. >>
<< oh...stai cercando l'altro Matt. Scusa ma non è in casa adesso, sparisci ora. Torna verso le tre >>
Cosa? No...devo vederlo adesso...così inizio a suonare nuovamente, ma il campanello non suona più. Deve avergli messo il silenziatore...non può essere. Ma una cosa è certa, non mi arrenderò così facilmente!





Salve a tutte...ecco qui, una nuova mia storia. Spero di aver catturato la vostra attenzione col primo capitolo.

Fatemi sapere che ne pensate al riguardo.
Un bacio...Vavi22



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- Ce la faremo insieme
- The boundies of love

  
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