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Autore: Valsi_inkheart    24/06/2013    1 recensioni
- Potremmo provarci anche noi, sai… - sussurrò Sebastian, allontanandosi giusto il tempo di quelle parole dalle labbra dell’altro. La canzone cambiò, nel frattempo, ma sembrò che nessuno dei due se ne fosse accorto.
- A fare cosa, Smythe?
A Sebastian parve non piacere il fatto che Kurt avesse interrotto il bacio con la sua domanda, così tornò a baciarlo, dolcemente. Quando si accorse che l’altro era un po’ più teso, si allontanò dal suo viso e gli sorrise. L’altro sbuffò, certo che non avrebbe ottenuto alcuna risposta, e lo abbracciò di nuovo, continuando a muoversi leggermente, sulle note di una canzone di Ed Sheeran. Kurt poteva sentire il respiro dell’altro nell’orecchio, e il suo cuore battere e riempire con forza la parte destra del suo torace, quasi come se entrambi avessero due cuori: il proprio, e quello dell’altro. Il cuore di Sebastian, quella volta batteva come la batteria della canzone.
Kurt lo sentì inspirare forte contro il suo collo e poi avvicinare le labbra al suo orecchio.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Che fai, vieni a ballare con me o devo pregarti in ginocchio?

Kurt lo guardò, leggermente scocciato, con ancora le braccia incrociate e le gambe accavallate, poggiato con un fianco allo schienale della sedia.

- Ti sembra il caso di chiedermi di ballare in questo modo?

Sebastian sbuffò, porgendogli una mano affusolata e ben curata. Il polso era fasciato dal polsino della camicia bianca, e uno dei gemelli che proprio Kurt gli aveva regalato poco tempo prima scintillava alle luci azzurre che da poco si erano accese sul soffitto della grande sala.

- ‘Bastian, - si lasciò sfuggire Kurt, rivelando con il nomignolo il crollo della sua posizione di difesa, già evidente dalle gambe tornate entrambe per terra e le braccia lungo i fianchi. – Sono troppo pieno. Odio i matrimoni, davvero, si mangia troppo, ci metterò qualche settimana di palestra per smaltire tutto…

- Oh, Hummel, la prendo come un’offesa. Come fai a credere che con me nello stesso tuo letto avrai bisogno della palestra? Soprattutto dopo che non ci vediamo da così tanto tempo…

Kurt sorrise, nonostante quelle battutine continuassero ad infastidirlo. Prese la mano di Sebastian – nell’intimo, convinto dalle sue argomentazioni – e si diresse, condotto da lui, al centro della pista. Non si erano visti per due settimane a causa dei viaggi di lavoro di Sebastian e dei suoi impegni con la settimana della Moda, e ora averlo così vicino metteva quasi in secondo piano l’unione appena celebrata, quella di Santana e Brittany che, finalmente, avevano deciso di mettersi l’anello al dito e vivere assieme il resto della loro vita. Kurt ne era stato felice, aveva sempre saputo che Santana provava qualcosa di forte per l’altra: a volte, quando vivevano insieme a New York, quasi sei anni prima, la trovava a sfogliare vecchi diari pieni di foto di loro due, vestite da Cheerios, o mano nella mano… Santana ci si perdeva dentro, nelle foto c’era il suo mondo, o meglio: tutto ciò che ne rimaneva. Proprio come succedeva per lui, quando Sebastian se ne andava, anche se per poco tempo.

Ma ora eccolo, che lo abbracciava e il suo odore era ovunque, Kurt lo sentiva, Sebastian era fisicamente davanti a lui, attorno a lui, dovunque. E non aveva certo bisogno d’altro.

- Cosa c’è, mio dolce pinguino? – chiese Sebastian. Kurt si accorse troppo tardi del fatto che lo stesse guardando adorante da un po’, alzando leggermente gli occhi.

- Ti guardavo, - decise di rispondere semplicemente.

- E a cosa pensavi?

- Al fatto che tutte le canzoni che ascolto mi fanno pensare a te.

Sebastian lo guardò negli occhi, deciso, determinato, attento, concentrato. Kurt conosceva quello sguardo, Sebastian voleva sempre capire se  la persona che gli parlava gli stesse mentendo, perché aveva sentito troppe bugie nella sua vita, troppe persone di cui avrebbe dovuto fidarsi l’avevano guardato negli occhi e gli avevano detto che era importante per loro, lo era davvero, e poi l’avevano abbandonato, l’avevano tradito. Così lui aveva messo a punto quello sguardo, quello in cui il verde dei suoi occhi diventava smeraldo duro e freddo, e in un attimo soppesava le parole, cercando di capire se fossero state dette davvero con il cuore. Quelle di Kurt lo erano, da sempre. E Sebastian, in fondo, lo sapeva.

Gli sorrise, e si sporse a baciargli le labbra. Il sapore era lo stesso della prima volta in cui si erano baciati e avevano fatto sesso – l’amore, loro facevano l’amore – la prima volta, dopo una litigata che era finita a risate e gemiti. I palmi delle mani di Sebastian corsero ad accarezzare le guance di porcellana di Kurt, sorridendo nel bacio.  Proprio come la prima volta.

- Potremmo provarci anche noi, sai… - sussurrò Sebastian, allontanandosi giusto il tempo di quelle parole dalle labbra dell’altro. La canzone cambiò, nel frattempo, ma sembrò che nessuno dei due se ne fosse accorto.

- A fare cosa, Smythe?

A Sebastian parve non piacere il fatto che Kurt avesse interrotto il bacio con la sua domanda, così tornò a baciarlo, dolcemente. Quando si accorse che l’altro era un po’ più teso, si allontanò dal suo viso e gli sorrise. L’altro sbuffò, certo che non avrebbe ottenuto alcuna risposta, e lo abbracciò di nuovo, continuando a muoversi leggermente, sulle note di una canzone di Ed Sheeran. Kurt poteva sentire il respiro dell’altro nell’orecchio, e il suo cuore battere e riempire con forza la parte destra del suo torace, quasi come se entrambi avessero due cuori: il proprio, e quello dell’altro. Il cuore di Sebastian, quella volta batteva come la batteria della canzone.

Kurt lo sentì inspirare forte contro il suo collo e poi avvicinare le labbra al suo orecchio.

- Sposami, Kurt…

Il mondo, in quel momento, si fermò. Non credeva che Sebastian potesse fare delle domande del genere, lui non era quel tipo di uomo… eppure nemmeno credeva che l’avrebbe potuto amare come in effetti faceva, non avrebbe mai potuto vivere senza di lui. Le gambe si bloccarono, erano solo abbracciati, il respiro di Sebastian sempre più veloce e il battito del suo cuore sempre più agitato, frettoloso, traballante. Il silenzio perdurava da troppo. O forse no? Kurt non stava capendo nulla, non era quello che si aspettava ma in fondo era quello il bello di Sebastian, il mondo sembrava al contrario quando stavano assieme e tutto aveva una luce nuova: gli sembrava sempre di essere tornato bambino, ogni volta. Ma ora il panico si stava impossessando di lui e dare una risposta sensata a Sebastian sembrava molto difficile.

- Senti, Kurt… - cominciò l’altro. – i- io non ho bisogno di prometterti che ti sarò fedele sempre, o che mi prenderò cura di te, o che se tutto dovesse andare improvvisamente male le cose tra noi non cambieranno. Non ho bisogno di prometterlo, Kurt, perché  io lo so. Ti amo, Kurt, e ho solo bisogno… voglio sapere che resterai con me fino alla fine dei miei giorni, perché un solo istante senza di te mi ucciderebbe, non riesco nemmeno a pensare all’inferno che sarebbe. Perciò più che chiederti di sposarmi per prometterti queste cose, Kurt, te lo sto chiedendo come un favore. Resteresti con me per tutta la vita?

Kurt lo guardò. Tutto quello che desiderava era sentire l’uomo che aveva davanti, sentirlo dovunque, baciarlo. Perché lo amava davvero, e mai avrebbe pensato di provare una cosa del genere, mai.

Per Sebastian Smythe, poi. I suoi occhi erano una richiesta e Kurt avrebbe voluto tenerlo più stretto di quanto non stesse già facendo, tenerlo stretto a sé sempre.

- Sebastian…

- Avete ballato per troppo tempo, cosa ne pensate di uno scambio? – una voce alta e squillante interruppe le parole di Kurt e Sebastian chiuse gli occhi e trasse un respiro profondo perché, benché fosse molto tentato, sin da quando era piccolo gli era stato insegnato che non stava bene picchiare una donna, anche se questa era Rachel e stava interrompendo la risposta del suo quasi-forse-fidanzato alla sua proposta di matrimonio.

- Rachel, stavamo parlando… - cercò di fermarla Kurt, mentre tentava di calmarsi, ma lei aveva già, in qualche modo, sciolto l’abbraccio tra i due e preso per mano Kurt, che non riuscì a trattenere una risata alla vista di Sebastian, a braccia conserte al centro della pista. I due si fermarono e si presero sottobraccio per ballare.

- Smettila. – disse sbrigativa Rachel, distogliendo lo sguardo di Kurt dal suo, appunto, quasi-forse-fidanzato.

- Di fare cosa? – protestò l’altro, cominciando a muoversi lentamente, a ritmo con la musica.

- Di guardarlo come se fosse l’unica ragione per cui respiri! Kurt, lui è Sebastian Smythe, te lo ricordi?

Kurt sorrise. – Certo. E lo è.

Rachel lo guardò interrogativa. – La ragione per cui respiro. In questo momento lo è. Non immaginerei una ragione migliore, in realtà.

La ragazzo lo guardò, attenta, poi la sua bocca si aprì, quasi sconvolta. – T-tu stai parlando sul serio?

- Oh, Dio, Rachel. Non fare quella faccia. Stiamo assieme da tanto tempo ormai. Sono innamorato di lui, ed è l’unica cosa di cui dovrebbe importarti, non credi?

Rachel annuì.-  Okay, okay. Ho capito, la prossima volta non vi disturbo più. Solo… Kurt, stai attento.

Kurt sorrise. – Scusa, Rachel, devo fare una cosa. – Kurt si allontanò dalla ragazza, bellissima nel suo vestito viola chiaro disegnato da lui stesso, e si incamminò verso il suo quasi-forse-fidanzato che stava intrattenendo una discussione decisamente poco seria con Sam e Puck, e lo prese per il braccio.

- Vieni con me?- gli chiese dolcemente, con un sorriso, indicando l’ampio giardino fuori dalla vetrata. Appena usciti, Sebastian alzò gli occhi da terra, puntandoli verso l’immensa distesa di verde, immersa nella luce dorata del tramonto.

- Kurt, non intendevo-

- Seb, smettila, ora parlo io. – L’altro alzò un sopracciglio, lasciandolo comunque continuare. – Sai che c’è? Che ti odio, e ci scontriamo sempre, e litighiamo ogni due giorni. E che non riesco a pensare ad una sola ragione per cui dovrei dirti di sì. – Sebastian si limitò a infilare le mani nelle tasche degli eleganti pantaloni dell’abito che gli calzava a pennello, continuando ad ascoltare, senza tradire alcunché dalla sua espressione. – Però c’è anche un’altra cosa, cioè che mi sono accorto che al contempo ti amo da morire, come se non potessi respirare se non continuando ad amarti, e non riesco a pensare ad una sola ragione per cui dovrei dirti di no.

- Quindi, che facciamo, ci sposiamo?

- Direi di sì.

- Ottimo.

Si guardarono e sorrisero. Quando tornarono in sala, trovarono Santana e Brit accanto ad una torta a sei piani, intente ad imboccarsi a vicenda. Questa volta non si guardarono, ma sorrisero comunque.  Si presero per mano perché, entrambi lo stavano pensando, dopo poco ci sarebbero stati loro, accanto a quella torta.

- Sto pensando che stanotte, sopra ci sto io.

- Oh, mio piccolo pinguino, ti piacerebbe.

- …Guarda che non ti sposo più!

 

 

A/N: chiedo venia per il fluff di oggi, ma questo è l’effetto della terza prova. Aaah, non vedo l’ora di finire questa maturità! Giuro che dopo gli orali riprenderò con le traduzioni di IADT, a costo di portarmi il pc al mare. Ah, se avete domande, qui: Ask . Grazie a chi leggerà/recensirà!

Bacii.

  
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