Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: Mansy    24/06/2013    3 recensioni
"Quando rialzò lo sguardo lo vide. Lo specchio. Rimase a fissarlo per un po’: le sembrava che le immagini che vi si specchiavano fossero più vivide di quelle reali, più vere, più belle."
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Stanca. Sola. Ecco come si sentiva.
Ignorata da tutto e da tutti, un misero puntino nell’universo, la pecora nera della società.
I suoi compagni, i professori, tutte le persone che le stavano attorno, era come se tutti di lei non vedessero altro che l’ombra.
Aveva cercato di essere come le sue coetanee, provava a vestirsi come loro, a camminare come loro, tentava addirittura di unirsi ai loro discorsi, faceva di tutto per poter essere come loro e venire accettata, ma niente, quasi la ignoravano, continuava a restare quella diversa. Andava bene a scuola, ma a nessuno importava, anzi, era come se questo la facesse sprofondare ancor più nel dimenticatoio.
Chiuse gli occhi fermando i pensieri. Queste riflessioni la facevano solo sentire peggio.
Si rigirò nel letto. Nonostante fosse pomeriggio inoltrato, si era distesa sulle coperte soffici che lo ricoprivano per concedersi un po’ di riposo. Affondò il viso tra le proprie mani, e quando rialzò lo sguardo lo vide. Lo specchio. Se ne stava lì, appeso sulla parte di parete tra la scrivania e la finestra, a riflettere tutto ciò che aveva davanti. Rimase a fissarlo per un po’: le sembrava che le immagini che vi si specchiavano fossero più vivide di quelle reali, più vere, più belle. Istintivamente si alzò, camminando in direzione dell’oggetto. Se ne sentiva particolarmente attratta…
Alzò una mano per sfiorarne la superficie liscia. Non appena entrò in contatto con il vetro, le sue dita sprofondarono attraverso esso. Cosa stava succedendo? Come rapita, si lasciò trasportare dalla forza misteriosa che la attirava verso lo specchio, e quando gran parte del braccio fu dentro esso, si lasciò cadere.
Si ritrovò dall’altra parte, dall’altra parte dello specchio. Si sentiva strana, come se l’aria si fosse fatta più pesante e le stesse comprimendo il corpo. Cadde in ginocchio, cercando di trattenere conati di vomito e guardandosi attorno. Era ancora nella sua camera, ma sentiva che non era la sua vera, camera. Tentò di alzarsi ancora stordita, appoggiandosi al muro, e guardò attraverso lo specchio: il suo mondo era ancora lì. Il suo letto, la sua scrivania, l’armadio… finché non entrò una ragazza. Camminava spedita, a testa alta, si dirigeva sicura verso l’armadio. La fissò, immobile. Aveva paura che se si fosse mossa l’avrebbe spaventata, insomma, una ragazza in uno specchio che si muoveva da sola! Continuò ad osservare la scena: la ragazza aveva in mano una borsa, e con sicurezza si spostava per la stanza prendendo vari oggetti e buttandoceli dentro. Si stava preparando per uscire, molto probabilmente. D’un tratto si posizionò davanti allo specchio, guardandoci attraverso. E fu lì che se ne accorse. Quella ragazza era lei.
Sgranò gli occhi. Com’era possibile?! Lei era intrappolata lì, nello specchio! Iniziò ad agitare le braccia. Niente, l’altra continuava a guardarsi, sorridente, e in lei non riconobbe nessuno dei suoi modi di fare, nonostante avesse il suo stesso aspetto fisico. Dopo un paio di minuti, la sconosciuta si allontanò. Si gettò contro lo specchio. Non poteva essere lasciata sola! Ricominciò a scuotere le braccia, prese a pugni il vetro dello specchio, gridò, ma niente, nessuno la notava.
Si lasciò scivolare a terra. Adesso sì che era ignorata dal mondo. Intrappolata in uno specchio, a dimenarsi senza poter uscirne. Era un riflesso, un semplice riflesso. Una figura costretta a copiare i movimenti del primo che le si parava davanti. Forse lo era sempre stata. Forse si rendeva conto solo ora di ciò che era.
E la sua vita reale? Quella dove si sentiva sola e insignificante?
Pian piano i ricordi iniziarono a svanire, così come la sua ragione. Si prese la testa tra le  mani e urlò, un urlo muto, a cui assisterono solo le pareti che la circondavano.
Lei era un riflesso.
 
 


 
NOTE DELL’AUTRICE
 
Ahem… salve! ^^
Premettendo che non so bene cosa si scriva nelle Note dell’Autore, in questo spazio vorrei ringraziare tutti quelli che sono arrivati a leggere fino al fondo questa mia “storia”, e particolarmente la mia collega Mikhael98, per aver avuto la pazienza di leggere questo mio sclero estivo e avermi convinta a pubblicarlo qui su EFP, salvandolo dal cestino, destino che è tragicamente toccato a molte altre. xD
È la prima storia che pubblico da sola, quindi mi scuso in anticipo caso mai mancasse l’html o avessi messo genere e avvertimenti sbagliati. “n.n
Solitamente non sono una che scrive testi di genere triste e lugubre come questo, dato che sono un’amante del demenziale, ma si sa, quando viene l’ispirazione non bisogna lasciarsela scappare!
E con questo passo e chiudo! Aspetto i vostri pareri e le vostre critiche! ^_^
Mansy 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Mansy