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Autore: Nirvy    24/06/2013    0 recensioni
E se durante il primo incontro tra Damon ed Elena i genitori di lei non fossero mai arrivati? Come sarebbe andato a finire l'incontro tra i due? Damon avrebbe soggiogato Elena affinchè dimenticasse la loro chiacchierata o le avrebbe semplicemente augurato la buonanotte con il desiderio di rivederla? E se Stefan, passato il Wickery Bridge, avesse riconosciuto la voce del fratello a chilometri di distanza e lo avesse raggiunto scoprendo così che Elena era la copia esatta di Katherine?
Mi pongo queste domande mentre affianco a me un insetto demoniaco cammina avanti e indietro con fare aggressivo e minaccioso e il mio gatto, a pochi centimetri di distanza, non si accorge di niente. Che qualcuno mi aiuti!
Ma nel mentre voi potete leggere la storia e, per creare la giusta atmosfera, direi di raccontare gli eventi da dove tutto è cominciato. Buona lettura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Damon era sdraiato in mezzo alla strada e guardare le stelle. Non c'era nessuno in giro. Le macchine non passavano da un
pezzo e il ventoaveva smesso di soffiare all'improvviso; gli animali dormivano, e anche quelli notturni sembravano essere
completamente assenti. Ma Damon riuscì a captare una voce in lontananza. Era una voce femminile appartenente ad una ragazza
molto giovane e sembrava essere molto familiare al vampiro.
-Lo so Bonnie, hai ragione. Tu e mia mamma avete ragione, è solo che non riesco a dirglielo. O almeno non stasera.- Sospirò. -Ti chiamo più tardi.-
Il vampiro raggiunse la ragazza in pochi secondi e quando la vide ebbe un sussulto. I lineamenti del suo viso combaciavano alla perfezione
con quelli della donna di cui si era innamorato un secolo e mezzo prima, con la sola differenza che la sua amata era rinchiusa in una cripta.
-Katherine..- sussurrò esterrefatto.
Elena alzò lo sguardo incontrando quello del vampiro che aveva stampato sul volto un sorriso sorpreso, poi si voltò
verso la strada notando che non c'era nessuno in giro.
-No, io.. io sono Elena.- rispose preoccupata.
Damon rimase spiazzato dalle parole della ragazza.
-Oh, tu assomigli..- ci mise un po' a riordinare i suoi pensieri.
Lasciò perdere e cercò di sembrare il meno strambo possibile.
-Scusami, è solo che mi ricordi moltissimo una persona.- Le si avvicinò di qualche passo senza mai toglierle lo sguardo di dosso. -Io sono Damon.-
Elena rimase ferma al suo posto per non farsi intimidire.
-Non per essere maleducata o altro, Damon, ma il fatto che tu sia qui in un posto sperduto è un po' inquietante.- osservò lei.
-Senti chi parla.- la prese in giro lui. -Tu sei qui fuori tutta sola.- sorrise.
-Siamo a Mystic Falls, qui non succede mai niente di brutto.- rispose lei ingenuamente.
Damon rimase in silenzio aspettando che Elena ricominciasse a parlare.
-Ho litigato con il mio ragazzo.- sospirò lei agitando il telefono.
-Per cosa? Se posso chiedere.- chiese lui curioso.
-La vita, il futuro..- rispose lei. -Lui ha già pianificato tutto.-
-E tu non vuoi?-
-Non so cosa voglio.- fece spallucce.
-Beh, questo non è vero.- sorrise. -Tu vuoi quello che tutti vogliono.-
-Cosa? Uno sconosciuto misterioso che ha tutte le risposte?- sorrise compiaciuta.
Damon rise.
-Beh, diciamo solo che sono in giro da un bel po' di tempo. Ho imparato una cosetta o due.- rispose divertito.
-Allora, Damon.. dimmi, cos'è che voglio?- lo stuzzicò lei.
Il vampiro la guardò e ci pensò su qualche secondo, poi le si avvicinò.
-Tu vuoi un amore che ti consumi. Vuoi passione, avventura e anche un po' di pericolo.- concluse trovandosi di fronte a lei.
Si fissarono per qualche istante, la chimica tra i due era palpabile. Incuriosita dalle parole del ragazzo gli porse un'altra domanda.
-E tu cosa vuoi?-
Damon rimase spiazzato dalla domanda e sembrava quasi non trovare le parole per descrivere l'immenso vuoto che si portava dentro ormai da un secolo.
Elena rimase in attesa della risposta.
-Beh, io..- venne interrotto da uno scoiattolo che fece muovere alcune foglie di un albero lì vicino.
La ragazza ebbe un leggero sussulto e rise di sè per essersi spaventata.
-E' alquanto stupido da parte mia spaventarmi per un semplice scoiattolo.- rise.
-Può capitare. Di certo non sei una fifona patologica.- la prese in giro.
-Oh, no! Se lo fossi non sarei in mezzo ad una strada deserta a parlare con un perfetto sconosciuto.- rispose sarcastica.
Lo guardò negli occhi e si accorse per la prima volta di quanto fossero azzurri.
-A proposito, sembri essere spuntato dal nulla. Da dove arrivi?- gli chiese.
-Ero a qualche metro di distanza da qui, facevo una passeggiata.- rispose.
-Siamo almeno a due chilometri al di fuori della città e tu stavi facendo una passeggiata?- rise Elena.
-Sottovaluti la tranquillità delle passeggiate in mezzo ad una strada deserta a due chilometri dalla città.- la bacchettò con il dito in modo scherzoso.
Elena rise divertita e affascinata dai modi di fare di Damon. C'era una strana luce nei suoi occhi che non la faceva sentire a disagio.
-Hai detto "Katherine" quando mi hai vista, che ti ricordavo qualcuno.. a chi ti riferivi?-
Damon tornò serio ricordandosi all'improvviso del vero motivo per cui era lì a parlare con la ragazza identica alla sua amata.
Se avesse raccontato la vera storia ad Elena l'avrebbe scioccata, oppure la ragazza avrebbe pensato che fosse una storiella per fare colpo su di lei.
Il modo migliore per raccontare quello che davvero intendeva era mascherare un po' la verità.
-Assomigli molto ad una mia ex. Pensavo fossi lei.- rispose distaccato.
-Oh, abita anche lei a Mystic Falls?-
-Molto tempo fa..- abbassò lo sguardo.
-Non sembra essere finita molto bene.- continuò lei cercando di mascherare la curiosità.
-Ci fu un incendio, il destino non fu gentile con lei.-
-Deve essere successo molto tempo fa perchè non ricordo di nessun incend..-
-Eri ad una festa?- Damon la interruppe stanco delle numerose domande.
Elena si indispettì ma capì di dover cambiare argomento.
-Si, niente di che. Le solite feste scolastiche.- rispose lei offesa.
 Nel bosco si stava aggirando con fare furtivo un altro vampiro. Sembrava stesse cercando qualche preda di piccole dimensioni facile da catturare.
Il minimo rumore le avrebbe fatte scappare ma con anni di esperienza alle spalle aveva imparato qualche trucchetto. Riuscì a catturare una lepre
poco attenta e le squarciò la gola assaporando il nettare scarlatto che ne uscì. Non adorava particolarmente il gusto ma faceva parte della sua speciale
dieta ormai da decenni. Ogni singolo senso era concentrato sulla piccola preda, ma quando smise di nutrirsi il suo udito captò le parole di un uomo
ad un centinaio di metri. La voce era nettamente familiare, l'avrebbe riconosciuta fra mille. Lo stesso timbro, lo stesso sarcasmo celato dietro ogni
singola parola e l'inconfondibile risata compiaciuta. Suo fratello Damon si trovava poco distante da lui. Ma riconobbe anche un'altra voce, quella di Katherine.
Ma la centenaria vampira doveva trovarsi all'interno della cripta sotto la chiesa bruciata un secolo e mezzo prima. Damon era davvero riuscito a spezzare
l'incantesimo e ad entrare?
Si concentrò sui due e cominciò a correre trovandosi nel bel mezzo di una strada deserta in pochi secondi. Vide suo fratello a due metri di distanza.
-Damon.- lo chiamò provando uno strano senso di felicità.
Il vampiro distolse lo sguardo dalla ragazza e lo posò sul fratello che gli si avvicinò lentamente. Elena si girò per vedere chi fosse stato a parlare
ed incontrò gli occhi verdi di Stefan. Il ragazzo si sentì gelare il sangue nelle vene e si fermò a pochi passi da lei. Ebbe la stessa reazione di
Damon quando la vide con la sola differenza che con un solo sguardo riuscì a capire che non si trattava davvero di Katherine. Era forse una visione?
-Stefan, non pensavo di trovarti qui.- recitò sorpreso Damon.
-Vi conoscete?- chiese Elena.
-Elena, vorrei presentarti mio fratello Stefan.- sorrise di sbieco.
-Cosa ci fai qui, Damon?- gli chiese Stefan cupo distogliendo lo sguardo da Elena.
-Potrei farti la stessa domanda. L'ultima volta che ti ho visto è stato a New Orleans.-
-Ne è passato di tempo da allora..- concluse assorto nei suoi pensieri.
-Parlate come se tutto questo fosse accaduto secoli fa.- ironizzò Elena.
I due vampiri la guardarono pensando a quanto fosse ingenua.
-Anche tu sei uno che passeggia per le strade a tarda sera, Stefan?- gli chiese Elena ridendo.
-Come?- la domanda lo spiazzò.
-Stavo raccontando ad Elena delle mie passeggiate notturne, una cosa che io e mio fratello abbiamo in comune, in effetti.- lo guardò.
-E' davvero sorprendente come una nostra passione ci abbia fatti incontrare dopo tanto tempo.- rise sarcastico.
Elena non staccò gli occhi da Damon per un secondo e rise.
-Spero che mio fratello non ti stia dando fastidio.- si preoccupò Stefan.
-Oh no, affatto.- si affrettò a rispondere Elena.
Tra i due fratelli c'era una strana tensione ed Elena se ne accorse ben presto.
-Forse è meglio che adesso torni alla festa, si staranno tutti domandando che fine ho fatto.- farfugliò una scusa per potersene andare.
-Già, non vorrei che per colpa di mio fratello ti diano per dispersa.- commentò Stefan minaccioso non togliendo lo sguardo dal fratello.
Elena lo guardò preoccupata per poi posare lo sguardo su Damon che non sembrava affatto intimidito.
-E' stato un piacere conoscervi.- si congedò Elena.
Damon interruppe il contatto visivo con il fratello e prese la mano di Elena portandosela lentamente alle labbra.
-Il piacere è tutto mio, Elena.-
La ragazza arrossì per l'eleganza e la galanteria con cui le teneva la mano. Rabbrividì quando gliela baciò.
-Spero di rivederti, magari in città stavolta.- sorrise.
Elena rise e si portò una ciocca di capelli dietro all'orecchio imbarazzata.
Si allontanò lentamente dai due fratelli mantenendo il contatto visivo con Damon, poi si voltò e proseguì verso il parcheggio in cui si teneva la festa.
Quando si girò un'ultima volta per guardare i ragazzi notò che i due si erano dileguati.

  
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