. . .I n t r o d u c t i o n. . .
2 giugno 1994
"Tesoro è ora di andare a letto, è molto tardi e domani dovrai alzarti molto presto."- comunicò dolcemente la
donna dai capelli color granata a sua figlia.
"Si mamma, ora vado."- rispose la bambina dagli occhi grandi e innocenti.
"Ti voglio tanto bene figlia mia, buona notte."- la donna baciò affettuosamente la fronte della bambina
successivamente quella del bambino, si recò verso l'esterno della camera e chiuse adagio la porta.
Lei andò verso la camera da letto, si mise nelle coperte, spense la lampada e si addormentò in un battibaleno.
A notte fonda, la bambina si svegliò di colpo a causa di un incubo e si recò in cucina per bere un po' d'acqua;
successivamente la ragazzina si affacciò alla finestra come solito faceva e notò dei sconosciuti che
trasportavano enormi serbatoi con all'interno del liquido, si chiese cosa stessero facendo
ma ignorò e andò a letto.
Dopo un paio di minuti si udì un rumore molto forte ma nessuno si accorse di questo, dopo poi una grande
esplosione che fece saltare in aria un mezzo di trasporto: l'edificio fu avvolto da fumo, fuoco e disperazione.
La bambina spaventata da tale esplosione e dalle fiamme che circondavano la casa, svegliò suo fratello,
corse velocemente nella camera dei genitori e qui la ragazzina fu travolta dal dolore e dalla tristezza:
sua madre si trovò sul pavimento priva di sensi stringendo a sè il peluche che sua figlia le aveva regalato.
Si recò rapidamente dalla donna ricoperta di polvere e cenere nera ma non potè soccorrerla a causa
delle imponenti fiamme che la circondavano e la tenera età che aveva la bambina.
“Mi piange il cuore non vedervi crescere con i miei occhi, invecchiare con vostro padre e vedere i miei amati
nipotini. Vi ho sempre amati con tutta l’anima e con tutte le mie forze, vi ho sempre dato tutto quello che
avevate bisogno anche quando non avevo denaro a sufficienza... Tu e Stefan siete la mia vita, sono felice che
il Signore mi abbia dato due splendidi bambini come voi.” – queste furono le ultime parole che la bambina
riuscì a sentire da parte di sua madre.
Piene di sofferenza, tristezza, ma soprattutto di AMORE.
14 anni dopo
2 giugno 2009
Sono le sei del mattino e questa notte non ho chiuso occhio; non ricordo nulla di quella maledettissima notte,
solo le ultime parole di mia madre. Adoravo quella donna: era sempre felice e spensierata, sul suo volto
era sempre disegnato un enorme sorriso, aveva un enorme senso dell’umorismo, amava con tutta l’anima
la sua famiglia, era delicata non solo nei modi di fare ma anche sui capi che indossava, aveva dei lunghi
capelli mossi e color granata come i miei, occhi grandi e color verde chiaro.
Una donna meravigliosa. Amava mio padre, suo marito, quell’uomo, quel signore, quella persona sconosciuta;
da quell’avvenimento, provo tantissimo odio verso di lui perché non era mai presente per noi.
Ora è con la sua nuova compagna da qualche fottuta parte del mondo.
Io e mio fratello Stefan siamo nati a Westminster e attualmente viviamo con nostra zia Elizabeth ad
Huntington Beach, una città meravigliosa della California:
Stefan ha 18 anni, è un ragazzo molto vivace, intelligente e a volte molto scontroso invece nostra zia Elizabeth
ha 35 anni, ha la bellezza di nostra madre, è molto dolce ed è una bravissima cuoca.
Poi ci sono io, Natalie Brown:
anni 24, ragazza solare, intelligente, molto introversa, timida, leggermente scontrosa, sognatrice, amante
della musica Rock e Metal, chitarrista dai capelli rosso scuro, occhi azzurro chiaro come il cielo simili a “suo”
padre e con uno stile molto particolare e rockettaro.
Non seguo la moda del momento come molte ragazze fanno, preferisco distinguermi dalla massa.
Purtroppo è il momento di staccarmi dal mio amato letto, mi alzo con pigrizia e mi dirigo in cucina per fare
colazione;
sul tavolo trovo un biglietto da parte di mia zia, mi comunica di fare attenzione a mio fratello perché lei
resterà fuori casa per un mesetto circa. Fantastico Natalie, ora fai da babysitter a Stefan e fatti spuntare
velocemente capelli lunghi e bianchi; adoro quel ragazzino però a volte sembra comportarsi come i bimbi
di cinque anni, santo cielo.
Mentre faccio colazione s’illumina il mio cellulare, è Grace: lei è la mia migliore amica l’unica persona
di cui potrò fidarmi anche ciecamente, mi chiede di andare in centro ad acquistare qualcosa,
sicuramente qualche cianfrusaglia e fare una breve passeggiata lungo le rive del mare.
Mi limito ad un “Okay ci vediamo davanti al Sertinos Cofee Cafè alle sei, sii puntuale.”
Terminata la colazione, inizio a svolgere le faccende di casa da brava donna e successivamente preparo
il pranzo per me e Stefan, quest’ultimo appena tornato da non so dove.
“Aspetta, aspetta!! Stefan vieni qui!”- mi rivolgo a lui con tono arrabbiato.
Sento i suoi passi che si allontanano sempre di più e la porta della sua camera chiudersi. Mi dirigo verso
la sua stanza e mi siedo accanto a lui sul letto.
“Potresti dirmi cortesemente dove sei stato questa notte? Dove hai dormito?
Sai che puoi dirmi tutto e se ti succede qualcosa vado di mezzo io, lo capisci?!”- cerco in tutti i modi di farlo
ragionare.
“Sono andato a dormire da un mio amico, tutto qua.”- mi risponde con tono incerto, sapevo che mentiva.
“Non è vero! Per favore, dimmi la verità.”-
“E va bene, sono andato in discoteca e sono davvero andato a dormire da un mio amico perché ero molto
ubriaco e non ero in condizioni di guidare la macchina!”-
“Tranquillo Stefan. Sai che non puoi bere quella roba lì, ti fa male e può portarti alla morte e sai che
non voglio!!”- cerco di convincerlo con tono tranquillo, come mia madre faceva un tempo con me. Non voglio
perdere anche lui, no cazzo!
“E va bene sorellina, cercherò di non bere più alcolici.”-
“Ecco bravo, ti voglio bene fratellino.”- lo abbraccio affettuosamente accompagnato da un dolce bacio
sulla fronte.
Terminato di pranzare, sistemo la cucina e mi siedo sul divano a vedere un po’ di tv fino alle cinque;
indosso una t-shirt classica nera, jeans stretti, converse nere, capelli raccolti, metto al collo una collana d’oro
che apparteneva a mia madre, trucco rigorosamente nero e sono pronta per uscire.
Avviso mio fratello, prendo le chiavi di casa e mi dirigo al bar.
“Ciao Grace, da quanto tempo! Come stai?”- erano settimane che non la vedevo, lei sfortunatamente vive a
Long Beach.
“Mio dio Natalie, da quanto tempo!! Benissimo!”- mi dice lei abbracciandomi affettuosamente, siamo come
sorelle.
“Allora, hai voglia di andare in spiaggia a fare una piccola passeggiata? Durante il viaggio son passata da
quelle parti ed ho visto molti ragazzi interessanti che potranno piacerti!”- m’incuriosisce la cosa.
“E va bene, andiamo!”-
Arrivati in spiaggia notiamo tantissimi ragazzi muscolosi che fanno surf e altri che s’intrattengono sulle rive
con gli amici, tipi che non m’interessano insomma.
A causa di milioni di gavettoni da parte di fighetti che correvano stile “Baywatch”, mi scontro contro un
ragazzo abbastanza alto:
“Santo cielo scusami tanto, non volevo!”- le sono saltata addosso come una sanguisuga, che figuraccia.
“Ahahah tranquilla signorina, non era vostra intenzione farlo.”- mi risponde con tono tranquillo e
rassicurante e aiuta a rialzarmi.
Mi giro verso di lui, gli sorrido e lui mi guarda dritto negli occhi: mi ero completamente persa nei suoi occhi
leggermente semichiusi e il suo stile era a dir poco meraviglioso, aveva anche un certo fascino.
“Posso sapere il vostro nome?”- mi chiede.
“Natalie, Natalie Brown. E voi chi siete?”-
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Salve a tutti! Allora vorrei partire col dirvi che questo più che un capitolo è una piccola introduzione nel
quale ho parlato di quello che era accaduto alla mamma della protagonista, ho descritto i personaggi per
farvi avere almeno un’idea di come sono in tutti i punti di vista e l’inaspettato incontro con questa persona
misteriosa.
Spero che vi piaccia come introduzione e spero mi recensiate in modo positivo e darmi chissà anche dei consigli.
Potrà essere un po’ noiosa la parte introduttiva ma almeno vi ho presentato quasi tutti i personaggi.
In conclusione, aggiornerò una volta alla settimana perché così potrò scrivere in modo più corretto
e curato nei minimi dettagli.
Un grazie enorme a chi legge e recensisce (e chi no).
Baci.
-M.