Titolo: Our Song

Autrice: Melanyholland

Rating: G

Personaggi: Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Heiji Hattori.

Note: è breve, leggera e folle. L’ho scritta di getto. Niente di profondo, siete avvertiti.

Disclaimer: tutto di Gosho Aoyama, io ho solo preso in prestito i suoi personaggi. E glieli ridarò. Beh, prima o poi.

Feedback: mi piacerebbero davvero tanto!^^ *Pretty Please*.

Our Song

Heiji Hattori era stato silenzioso per molto, troppo tempo.

E questo non era mai un buon segno.

Per di più, con la coda dell’occhio, Conan notò che era profondamente immerso nei suoi pensieri.

E dato che non era in corso nessuna indagine, la cosa era decisamente preoccupante.

Brutto, brutto segno…

Era solo questione di minuti e…

“Kudo?”.

Conan rabbrividì. Ecco. Qualsiasi cosa stesse frullando nella testa del ragazzo di Osaka, l’avrebbe saputa presto.

Purtroppo.

“Mmh?”

“Perché noi non abbiamo una nostra canzone?”.

Shinichi si figurò nella mente di ballare con Hattori sulle note di My Heart will Go On e soffocò un conato. Si voltò verso di lui, gli occhi sgranati, la bocca spalancata, e dopo un po’ riuscì a emettere:

“S-SCUSA!?”.

Sapeva, sapeva che quel lungo silenzio nascondeva guai.

“Una nostra canzone.” Ripeté lui, come se fosse ovvio. Poi, accorgendosi della faccia allucinata del suo migliore amico, sospirò e spiegò:“Sai, per quando entriamo in azione. Da mettere quando stiamo per arrestare un colpevole”.

Conan continuava a fissarlo, ammutolito e incredulo.

“I Ghostbusters ne hanno una.” Scrollò le spalle Heiji, a mo’ di spiegazione.

Il detective dell’est sospirò, chiudendo il libro che aveva di fronte, un po’ risollevato. Non che la domanda di Hattori non fosse folle, ma era un sollievo sapere che non parlava di una ‘loro’ canzone nell’altro senso.

Ad ogni modo…

“Già, perché noi no?” Gli diede corda, chiedendosi se la pazzia non fosse contagiosa e allontanandosi un po’ con la sedia dal ragazzo del Kansai. Così, per precauzione.

“Allora scegliamone una!”

“Giusto, Hattori. Che ne dici di Gotta catch ‘em all?”.

Hattori lo guardò male.

“Torna a leggere il tuo libro, Kudo.” Borbottò.

Sorrisetto:

“Grazie”.

Fine

Note dell’Autrice: scenetta che mi è venuta in mente stamattina mentre facevo la fila alla segreteria didattica dell’università. Lì per lì mi ha fatto ridere (scatenando non poche perplessità nei miei compagni di fila -__-“) e ho deciso di metterla per iscritto. Nel giudicarla, tenete conto che la notte scorsa ho dormito solo tre ore e mezza (veramente, le ho contate), sono in piedi dalle sei, e per tutto il giorno non ho fatto che ridacchiare come una scema a ogni occasione.

Concludo con un dogma: il sonno è sacro.

Amen.

P.s. Non ho dimenticato Il Segreto di Ran, nel caso ve lo foste chiesto. Ci sto lavorando, ma sono stata assorbita da altre cose (altre storie, corsi, esoneri, esami). Ciò non vuol dire che non vedrete presto il secondo capitolo. E, da come stanno andando le cose, credo che alla fine ne conterà tre. Vi ringrazio per l’ENORME pazienza e mi scuso se vi faccio aspettare tanto.

Melany