Titolo:Come on home, Jacqueline
Genere:Yaoi
Avvertenze: Non è una song fic vera e propria, la storia può essere letta anche se non avete mai sentito le canzoni citate. Ma vi consiglio di aprire You Tube ed ascoltarle, perchè sono stupente. E fanno venire i brividi. "Come on home" e "Jacqueline".
***
Drag
parte con la prima in Do. Ecco,
sussurrando, Come on home.
“Although my lover lives in a place
that I can't live
I kind of find I like a life this lonely
It rips and pierces me, in places I can't see
I love the rip of nerves
The rip that wakes me
So I'm dissatisfied, I love dissatisfied
I love to feel there's always more that I need”
Andrew
stricca leggermente sull’I love rip.
E’ la sua battuta preferita. Lo è da
quando lo conosco.
E, adesso che ci penso, battendo col piede il ritmo che sto per dare
col
piatto, questo è il settimo anno che frequento Andrew.
Sette
anni dalla nostra prima partita di calcio.
Sei
anni dalla nostra prima bravata.
Cinque
anni dalla nostra prima sigaretta. L’ultima per me, non per
lui.
Quattro
anni dalla nascita del nostro gruppo rock.
Tre
anni dalla nascita della nostra passione sfrenata per i Franz
Ferdinand.
Due
anni dai nostri primi pearcing,
il mio sul sopracciglio, il suo sulla lingua.
Un
anno dalla mia prima scopata.
Con
lui.
Ma
non importa quanto sia successo, in questi anni di scuole
superiori, mozziconi e foto di macchinetta. A me basta solo che non
smetta mai
di poggiare entrambe la mani al microfono e chiudere gli occhi, prima
di
leccarsi le labbra e partire con
”So
Come On Home
So Come On
Home
So Come On Home
Home!”
“Vai,
bambola!” che le fa tirare in un sorriso le labbra colorate
di viola.
Le unghie
nere ed i capelli fucsia vibrano insieme alle corde della sua Diavolina, mentre solleva un anfibio dai
lacci rosa schokking come fanno le vergini durante il loro primo bacio.
Solo che,
per lei, il primo bacio è pizzicare le corde di una
chitarra. E
tutte le volte è come la prima.
”You're where you want to be,
I'm where I want to be
Come on
We're chasing everything we've ever wanted
I replace you easily, replace pathetically
I flirt with any flighty thing that falls my way
But how I needed you
When I needed you.
Lets not forget we are so strong, so bloody strong”
Sarah
cicca il La in chiave minore propria sull’ultima battuta e fa
una smorfia. Sa
che Andrew s’incazzarà come una bestia, per
questo. Ma al momento non le frega
niente, riprendendo da dove il La si era spento in un suono un
po’ troppo
acuto.
”So Come On Home
So Come On Home
So Come On Home
Home!”
La verità
è che amo Andrew come si ama il ghiaccio nei pantaloni la
mattina, quando hai
appena fatto un sogno erotico e il caldo lo senti perfino sulle punte
delle
dita.
Andrew mi
ha fatto vedere cose che nemmeno facendomi di Maria
per un mese avrei potuto solo scorgere. Perché con lui
è
tutto così.
Anche la ruotine diventa imprevedibile, anche lo
zucchero salato ed il sole gelido.
Andrew
è
un Lucifero espulso dall’inferno e reietto al Paradiso,
perché troppo bello, e
perché troppo folle.
Il
piercing sulla sua lingua luccica al chiarore della lampada al neon bluastra che abbiamo piazzato
nell’angolo per creare un’atmosfera che ricordasse
quella dei concerti rock che
abbiamo visto dal vivo, in Tv e sulla satellitare.
E’
sexy,
tremendamente, quando scuote i capelli neri e li fa ricadere
sull’occhio verde
destro, mentre la collana di metallo rintocca sul suo collo pallido.
Lo
è da morire.
”Blue
light falls upon your perfect skin
Falls and you draw back again
Falls and this is how I fell”
Tutto
è
sesso, per Andrew, e tutto è sesso per me.
E’
grazie
a quello se adesso siamo ancora vivi, ancora normali,
per niente strafatti nonostante il passato di merda che
abbiamo alle spalle.
Una madre
suicida io, un padre assassino lui.
Ed
è
questo che ci porterà al successo.
Non
abbiamo più paura di niente.
Se non di
perdere l’altro.
”And
I cannot forget
And I cannot forget”
Che provino
solo a portarmelo via, e brucerò fino all’ultimo
centimetro di questa Terra di
mezzi uomini. Perché sono un duro, un duro che è
pronto a spaccare la faccia a
tutti i figli di papà che si trova tra le mani, un duro che
non abbassa lo
sguardo davanti a nessuno, un duro che quando lo vedono per strada le
ragazzine
sussultano dei suoi capelli fissati col gel di un biondo evidentemente
ossigenato e dei suoi anelli borchiati.
Però
sono
anche un orso innamorato. Un orso che farà di tutto per
proteggere il suo
Andrew, e non permettere mai più a nessuno di farlo soffrire.
”Come on home
So come on home
So come on home
But don't forget to leave”
“Ottimo,
baby” gli dice Drag,
sorridendo tutto
fossette “Per oggi io stacco. Ho algebra e Divina Rottura di
Cazzi, domani, e
se non prendo almeno un 3 e mezzo mia madre mi impicca per le palle
fuori dalla
finestra”.
Così
dicendo pigia il pulsante di chiusura della tastiera ed esce dal
garage. Sarah
e Freddie lo seguono, ed io rimango appoggiato al sedile della mia
batteria. La
mia bambolina.
“Vuoi
che
vada anche io?” chiede Andrew. Lo sa che, a volte, mi piace
restare solo nel
garage sgangherato, a battere nel buio qualche ritmo sconnesso.
E’ solo così
che riesco a pensare.
“Dammi
la
prima di Jacqueline, poi andiamo
dove
vuoi tu”.
Lui
sorride, leggermente e si scosta i capelli dalla fronte.
Jacqueline
è la nostra canzone, è il nostro modo di dirci
“Ti amo”.
Perché
non lo diremmo mai ad alta voce, non lo diremmo mai davanti a qualcun
altro che
non sia il nostro riflesso in uno specchio un po’ rotto.
Ma dire
Jacqueline, come quella volta sotto la pioggia torrenziale di un
temporale di
fine Agosto, vuol dire Ti amo. Ed è un modo tutto nostro,
per farlo, un modo da
duri.
Un modo
speciale.
Working on a desk
When Ivor
Peered above a spectacle
Forgot that he had wrecked a girl
Sometimes these eyes
Forget the face they're peering from
When the face they peer upon
Well, you know
That face as I do
And how in the return of tha gaze
She can return you the face
That you are staring from”
Quella volta era fine agosto, pioveva già da
un’ora quando decidemmo di tornare
a casa nonostante non avessimo nemmeno un ombrello.
Ci
coprimmo ognuno con la propria cartella, tremando ed imprecando.
Per non
pensare allo stato in cui saremmo arrivati al mio appartamento,
improvvisammo
una canzone a caso. E Jacqueline fu la prima a venirci in mente.
So much better on holiday
That's why we only work when
We need the money”
Andrew,
al contrario, lo fa divinamente, senza che gliel’abbia
insegnato nessuno.
Sotto il
portone me lo fece notare, lo rimproverai perché,
bè, sono fatto così. Sempre
il migliore in tutto.
Lui si
mise a ridere ed io, per farlo arrabbiare, gli diedi uno strattone.
Perse
l’equilibrio e la sua cartella finì in una grande,
grossa, grigiastra
pozzanghera.
“Era
nuova, Theo!” mi rimproverò, ma non si
abbassò per raccoglierla.
Restò
lì,
sotto la pioggia, ad infradiciarsi come un pulcino. Orgoglioso, come
sempre,
dovevo essere io a tirarla su. Ma non lo feci. Orgoglioso pure io.
Però
mi
faceva tenerezza, un po’ troppa, vederlo così,
imbronciato e un po’ seccato,
tutto inzuppato. Allora spostai la mia cartella, dalla mia testa, sulla
sua. E
mi avvicinai, per non bagnarmi troppo. Fu allora, ad un millimetro
dalle sue
labbra, che lui alzò lo sguardo, un po’
sconcertato, un po’ sorpreso, un po’
confuso. Un po’ tutto quello che non era mai stato, ne per
me, né per nessun
altro.
Said come on, kick me again
Said i'm so drunk
I don't mind if you kill me
Come on you gutless”
La
canzone più bella che io abbia mai sentito. Le parole
più dolci che mi furono
mai mormorate.
I'm alive
I'm alive
And how i know it
But for chips and for freedom
I could die”.
eHm...
Bene, bene, bene...questa è la prima ff originale che pubblico su EFP, probabilmente perchè la ritengo una storia un po' banale e per nulla significativa. Però, mentre la scrivevo, ho provato un'emozione, e spero che sia accaduto lo stesso anche a voi. Come avrete notato non è una vera song-fic ma sono i versi di due canzoni dei Fred Ferdinand, gruppo che ho scoperto grazie al mio cuginetto, e che mi ha immediatamente colpita per l'originalità dei desti.
Ammetto che ho scelto Jacqueline come canzone-dichiarazione per la frase sulle patatine fritte ^^"...
Spero che la storia vi sia piaciuta, e che lascerete a questa povera autrice un po' rock, un po' metal, un po' pop e un po' bluse un commento, possibilmente che non sia un insulto. Ma le critiche costruttive sono più che ben accette.