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Autore: Sonomi    25/06/2013    3 recensioni
"Fissava le pareti della stanza senza vederle realmente, cercando di captare ogni piccolo rumore. L’unica cosa che sentiva era il suo flebile respiro. Le luci al neon del lampadario rendevano l’atmosfera circostante molto ospedaliera, e quel paragone non fece altro che accrescere l’ansia dentro le sue membra. Non sapeva come mai, ma la sola idea che quella camera potesse sembrare un ospedale lo terrorizzava abbastanza.
Guardò impotente la porta sbarrata davanti a lui, per poi lasciar scivolare gli occhi sulla scarsa mobilia che lo circondava: un comò di medie dimensioni, un traballante tavolino di mogano e una sedia inutilizzata, considerando che era seduto sul pavimento freddo. Ingoiò l’aria, aspettando che qualcosa accadesse. Ma non succedeva niente da almeno cinque giorni.
Uscirò mai da qui?"
(Taoris, Kaisoo, Hunhan, Baekyeol, Sulay, ChenMin)
(Titolo cambiato! Precedente: "Il college degli orrori")
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Piccola comunicazione: il titolo della FF passerà dal "College degli orrori" a "Il college sulla collina". Meno macabro ùù


2.
Quando si è soli.
 
 
Zitao aprì gli occhi quando ancora il sole doveva spuntare da dietro il bosco. L’orologio a muro della sua stanza segnava le cinque spaccate e si domandò mentalmente per quale astruso motivo doveva essersi svegliato a quell’ora.
Cercò con lo sguardo la fonte di un possibile rumore, perché era sicuro che fosse quella la causa. Aveva un sonno dannatamente leggero che anche il minimo scricchiolio era capace di strapparlo senza ritegno dalle braccia di Morfeo.
Con una smorfia scostò le coperte in un gesto brusco e scese dal letto, andando a spalancare le tende della portafinestra. Il cielo iniziava a schiarirsi all’orizzonte, anche se effettivamente di orizzonte ne vedeva ben poco con tutti quegli alberi davanti. 
Stiracchiandosi i muscoli delle braccia ed esibendosi in un evidente sbadiglio, andò in bagno e si infilò velocemente sotto la doccia. Tentare di provare a riaddormentarsi sarebbe stato inutile. Peccato che fosse domenica, avrebbe potuto riposare ancora qualche ora.
Il getto tiepido dell’acqua svegliò la sua mente ancora leggermente assopita, portandolo a passare in rassegna tutti gli eventi accaduti il giorno precedente.
Rivide il volto sorridente di Joonmyun e quello serafico di Luhan, fino a risentire nelle orecchie le parole che Yifan gli aveva rivolto prima di andare a letto. Aggrottò le sopracciglia, cercando di trovare il nodo del pettine. In tutta sincerità stava iniziando a pensare che quel ragazzo avesse avuto solamente voglia di spaventarlo un po’. Giusto..?
Uscì dal bagno in accappatoio, buttandosi sul letto con ancora i capelli totalmente fradici. Non aveva la minima idea di quello che avrebbe fatto in quella giornata. Aveva più di dodici ore di totale libertà da spendere in qualche modo e il primo pensiero fu quello di andare a bussare alla camera di Joonmyun e Luhan. Di certo non a quella di Yifan e Yixing, vedere il giovane biondo era all’ultimo posto nella lista dei suoi interessi al momento. Sapeva che la colazione sarebbe stata servita alle otto quindi se la prese con calma, scegliendo con cura i vestiti da mettere. Optò per una maglietta beige e un paio di pantaloni neri, che nel complesso gli davano un’aria curata ma non troppo elegante. Infilandosi una felpa pesante uscì nel terrazzo e si mise a fissare il bosco. Il sole iniziava a farsi vedere, portando con sé un po’ del suo calore. Si prospettava una giornata abbastanza mite e si chiese se fosse possibile agli studenti scendere in cortile. Da lì si poteva intravedere l’enorme prato dietro alla villa, e scommise che d’estate quel luogo doveva avere un che di magico.
Se non ricordava male, in effetti, agli studenti che abitavano lontano da casa era permesso fermarsi al college anche durante i periodi festivi. Forse avrebbe potuto farlo anche lui. 
Un rumore alla sua destra catturò la sua attenzione e si voltò di scatto. La figura di un giovane alto e dai capelli scuri gli stava sorridendo gentilmente, e non poté fare a meno di sorridere a sua volta. 
-Zitao, cosa ci fai in piedi? Non sono nemmeno le sette-
-Ciao Yixing. Potrei dire lo stesso di te- 
-Sono abbastanza mattiniero. A differenza dell’essere con cui condivido la stanza..- commentò il nuovo arrivato roteando gli occhi. -Ma tu? Credevo che ieri fossi abbastanza stanco da concederti una bella dormita-
-Ho il sonno leggero. Qualche rumore deve avermi svegliato- spiegò Zitao con un’alzata di spalle. Yixing annuì comprensivo e si appoggiò alla ringhiera. Un timido raggio di sole raggiunse il terrazzo, andando a colpire il volto del giovane. I capelli assunsero una sfumatura rossastra e Zitao sorrise. 
-I tuoi capelli sono seriamente simili a quelli di Joonmyun- proferì divertito, e Yixing rise. 
-Lo so- sussurrò dolcemente gettando la testa all’indietro come a voler guardare il cielo. -Io e Joonmyun ci somigliamo in molte cose, a dire il vero- continuò poi.
-Vi conoscete da molto?-
-Abbastanza da poter dire che ci sono poche persone al mondo come lui. Se non esistesse dovrebbero invertarlo- 
-Devi volergli molto bene- 
Yixing sorrise di nuovo e guardò Zitao con uno sguardo che il ragazzo definì triste.
-Forse gliene voglio fin troppo- ammise con una mezza risata. -Ma non importa. Saranno le sette passate, meglio svegliare quel’orso del mio coinquilino. Ci vediamo a colazione Zitao- e con quelle parole Yixing sparì dalla sua portafinestra, chiudendosela alle spalle. 
 
Trovare la sala ristoro non fu difficile come immaginava: forse la cartina alla fine non sarebbe servita. Si trascinò verso il tavolo in fondo della sera precedente e ci si sedette, aspettando che arrivasse qualcuno delle sue nuove conoscenze a tenergli compagnia.
Nel giro di cinque minuti vide Luhan attraversare l’ingresso insieme agli altre e fece segno loro di raggiungerlo. Si accomodarono intorno a lui con degli enormi sorrisi stampati sulla faccia, tutti tratte Yifan che si sedette con un cenno del capo nella sua direzione. Beh, classico. 
-Buongiorno Zitao- esclamò Luhan infilando in bocca un pezzo di pane tostato e salutandolo con la mano in contemporanea. 
-Hai passato una buona nottata? Yixing ci ha detto che ti sei svegliato presto stamane- chiese Joonmyun dolcemente, versando nella sua tazza un po’ di latte caldo. Tipica colazione occidentale. Zitao annuì e imitò i suoi amici, iniziando a servirsi con del the.
-Oggi passiamo da Jongdae?- propose di colpo Yixing, e il ragazzo scommise che al suo fianco Luhan si era irrigidito leggermente.
-Uhm, si..- borbottò quest’ultimo titubante, lanciando un’occhiata carica di significato a Joonmyun. Quello sospirò, mescolando i cereali. Zitao rimase leggermente sconvolto dal cambio di atmosfera improvviso e rimase due minuti buoni a fissare gli amici in silenzio, senza avere il coraggio di chiedere nulla. 
-Forse dovreste spiegare a Zitao chi è Jongdae..- affermò secco Yifan, totalmente indifferente. -Oppure aspettare che lui indovini da solo-
-Ti sei svegliato male stamattina, Yifan?- ribattè infastidito Luhan, sbattendo leggermente la mano sul tavolo. 
-Basta, per favore!- 
Joonmyun si era alzato dalla sedia e fissava tutti con i suoi occhi profondi. Zitao non sapeva cosa dire. Dov’era finita l’aria pacifica di Luhan, così di colpo? E chi era questo Jongdae, da far si che scoppiasse una discussione?
-Perdonaci Zitao, ma quando si tratta di Jongdae perdiamo un po’ tutti la pazienza..- si scusò Yixing, grattandosi nervosamente la testa. 
-Chi sarebbe?-
-Kim Jongdae è.. Un nostro caro amico- iniziò Joonmyun sistemandosi il colletto della maglia. -Studia in questo college con noi da.. Due anni circa. E’ un ragazzo d’oro, simpatico, vivace e sempre disponibile. O almeno lo era..- 
-Diciamo che non sta passando un bel periodo, purtroppo- continuò Luhan. -Due mesi fa.. Il suo ragazzo, Minseok, è scomparso nel nulla- 
-Come sarebbe a dire ‘scomparso’?- domandò Zitao spalancando gli occhi.
-Minseok veniva in questo college assieme a noi e a Jongdae. Si sono conosciuti qui circa otto mesi fa. Ma poco prima del termine delle vacanze estive Minseok è scomparso. Volatilizzato nel nulla. La polizia si è mobilitata all’istante, ma ancora adesso non si ha nemmeno una notizia- 
-Da quel giorno Jongdae non si fa mai vedere. Esce dalla sua camera solo per le lezioni. Per questo ogni domenica andiamo da lui.. Vogliamo accertarci che stia bene- spiegò ancora Joonmyun. -Non passa giorno in cui noi speriamo che la polizia ci chiami e dica ‘è qui con noi, l’abbiamo trovato’- 
-La polizia non lo troverà mai- disse secco Yifan scattando in piedi. -Non può trovarlo- 
E con quelle parole si allontanò dal tavolo, uscendo dalla sala quasi di corsa. Luhan sospirò forte e posò il mento sulle braccia. 
-Yifan è rimasto.. Molto colpito dalla scomparsa di Minseok. Erano parecchio amici, ancor prima che arrivasse qui al college- borbottò il ragazzo. 
-Non è una bella situazione..- commentò Zitao. Non avrebbe mai immaginato che dietro a quelle persone così sorridenti si potesse celare una storia tanto triste. Guardò il cibo nella sua tazza e lo scostò di lato, lo stomaco chiuso. All’improvviso sentì la malsana voglia di vedere quel Jongdae, dirgli che sarebbe andata tutto bene. Anche se in realtà nulla stava andando per il verso giusto.
-Se vuoi.. Puoi venire con noi. Penso che gli farà piacere conoscere qualcuno di nuovo- propose Yixing con un sorriso, e Zitao annuì cogliendo la palla al balzo. 
-Allora andiamo, sarà sicuramente sveglio- 
 
Kim Jongdae occupava la camera 27. Da solo. Il gruppo si trovava fuori da quella porta, titubante, e quasi tremarono quando Joonmyun bussò tre volte sulla superficie in legno. Entro pochi secondi sbucò sulla soglia un ragazzo dai tratti dolcissimi. I capelli, sul marrone scuro, incorniciavano un volto delicato; gli occhi, dal taglio spettacolare, erano di una profondità incredibile e Zitao scommise che nei giorni in cui Jongdae aveva ancora Minseok affianco dovevano essere di una bellezza disarmante; il corpo era fasciato da una tuta blu notte. Le labbra del giovane si tesero in un sorriso carico di malinconia.
-Ragazzi, siete passati anche oggi- disse. Zitao rimase basito dalla sua voce: era melodiosa, quasi ‘da fiaba’.
-Jongdae..- sussurrò Joonmyun facendo un passetto avanti e abbracciandolo stretto. -Come stai?-
-Sto come la settimana scorsa, come quella prima e come quella prima ancora. Sto bene, Myun. Davvero- sospirò Jongdae facendosi da parte per farli entrare. Zitao si fece piccolo piccolo in mezzo agli amici, cercando di passare inosservato. Aveva la netta sensazione di essere di troppo.
-E tu chi sei?- 
Quell’improvvisa domanda lo scosse dai suoi pensieri e guardò il ‘padrone di casa’ fissarlo con un sorriso. 
-Zitao.. Sono arrivato ieri-
-Benvenuto nel nostro college. Io sono Jongdae, ma immagino che tu lo sappia già- 
Zitao annuì leggermente e si sedette sul letto del giovane assieme al resto del gruppo. 
-Allora, qual buon vento vi porta qui?- domandò il ragazzo appollaiandosi su una delle poltrone e attendendo che qualcuno aprisse bocca.
-Volevamo solo tenerti compagnia- affermò Yixing senza tanti rigiri di parole e Zitao osservo i dolci tratti di Jongdae indurirsi leggermente.
-Ragazzi, apprezzo il vostro gesto, ma non ho bisogno di un’occhiata di supervisione. Non sono un bambino di cinque anni, posso cavarmela anche da solo- 
-Se fosse davvero così potresti mettere anche il naso fuori da questa camera di tanto in tanto!- ribattè Luhan alzandosi e afferrando le mani dell’amico. -Ti prego Jongdae- 
Quest’ultimo scosse la testa e sospirò.
-Non credo di portecela fare-
-Stare qui dentro non aiuta di certo!-
-Non potete capire!- soffiò secco il ragazzo allontanandosi dalla presa di Luhan e iniziando a camminare per la stanza. -Se siete venuti a farmi la predica potete anche andarvene-
Zitao osservò lo sguardo di Jongdae, e gli occhi gli si inumidirono quasi nel vedere quanto trasudasse sofferenza.
-Hai ragione, non possiamo capire- disse all’improvviso, titubante. -Ma.. Cerca di sforzarti un pochino. Non ci conosciamo, ma sono sicuro che hai abbastanza forza di volontà da mettere un piede fuori dal baratro, Kim Jongdae- 
Si alzò da letto e fece un piccolo inchino, osservando poi come il giovane lo stesse guardando sbalordito.
-Con permesso, vi lascio soli-
E con quelle parole uscì dalla stanza, catapultandosi in corridoio. Prese a camminare lentamente, le mani in tasca, pensando al volto smarrito di quel Jongdae.
Non osava immaginare cosa si provasse nel perdere così all’improvviso la persona amata, senza un perché, un ‘ciao’, un addio. Era un dolore inaccettabile.
Ripensò anche all’espressione di Yifan e si domandò anche cosa significasse perdere un amico. Lui non aveva mai avuto amici stretti su cui contare. Non poteva capire nemmeno quello. 
Si ritrovò in batter di ciglia dalla porta della sua camera e la trovò inspiegabilmente socchiusa. Dall’interno si sentiva chiaramente una marmaglia di rumori e non ci mise molto a spalancare l’ingresso e a entrare nella stanza: davanti a lui, piegato a sistemare delle maglie sul letto destinato al coinquilino, c’era un ragazzo. I capelli erano neri come la notte, la pelle era tendente a una tonalità più scura, abbronzata; dalla soglia poteva notare i tratti spigolosi del viso, le labbra piene. Lo sconosciuto alzò la testa di scatto, probabilmente avendolo sentito entrare e gli sorrise timido.
-Ciao..- 
-Chi sei?- domandò Zitao grattandosi la nuca.
-Il tuo nuovo compagno di stanza. Perdona il mio arrivo prematuro, pensavo che ti avessero avvisato. Kim Jongin, piacere di conoscerti- 

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Eccoci qui con un altro capitolo :3 ammetto di aver aggiornato presto, ma il prossimo non arriverà prima di venerdì sera çç Questo è stato un capitolo di transizione, effettivamente è un po' noioso, ma era necessario per introdurre alcuni personaggi e iniziare a mettere in chiaro la situazione :) 
Ci tengo a ringraziare chi ha recensito, chi mi ha messo fra le seguite e chi fra i preferiti ^^ al prossimo aggiornamento :)
  
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