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Autore: Little Redbird    26/06/2013    5 recensioni
Songfic partecipante all'evento indetto da Pseudopolis Yard.
Un passante avrebbe pensato che una ragazza così minuta non avrebbe mai potuto trasportare quel pezzo di ragazzo; di certo nessuno avrebbe notato che era Damon a stringere Bonnie verso di sé e a trascinare entrambi nel bianco candido sotto di loro.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Songfic partecipante all’evento indetto da Pseudopolis Yard.
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Winter
 

january had passed
the melting snow made me believe
somehow this cold would end

you watched me as I fell
and I watched you come, so innocent
but couldn't take your hand

I'm frozen to the bone
these winter nights are killing me
and spring will never come

you tried to make me warm
but I couldn't trust your innocence
I never let you help

so watch me as i fall
I'll watch you help me up again
and try to let you in

I hope you'll make me warm
I hope you help me up again
I hope that spring will come

so watch me as I fall
I know you'll bring the fire that will burn this cold away

 

La neve e tutti gli strati di vestiti che aveva addosso rendevano complicato ogni minimo movimento di Bonnie. Faceva un freddo pazzesco ma lei continuava a seguire la figura scura davanti a sé, nonostante le sembrasse sempre più sfocata e distante.
Lui nemmeno si girava a controllare se lei ci fosse o meno, o se fosse ancora viva. Il moro cadde di nuovo e Bonnie, di nuovo, gli corse in contro, ignorando la fatica ed il vento gelido che le pungeva il viso. «Stai bene?» gli sussurrò preoccupata.
«Per l’ennesima volta, Bonnie: non ho bisogno del tuo aiuto!».
«No, certo» rispose ma lasciò comunque che il vampiro si aggrappasse dolorante al suo braccio, in modo da tirarsi su.
«Dobbiamo andare, Damon» azzardò di nuovo. Uno sguardo del ragazzo, gelido più della neve che li circondava, le fece intendere che non si sarebbe mosso di lì. «Non troveremo mai Stefan con questo tempaccio. In più sei ferito, ed io sto congelando».
«Nessuno ti ha chiesto di venire».
«Oh, beh, certo. Perché io sono quella che non ha paura di nulla e si butta nell’avventura ogni volta che può» fece ironica. «Sto morendo di paura, Damon. Ma sono venuta lo stesso. Perché sei venuto da me, insanguinato e disorientato, dicendo che non trovavi più tuo fratello. Cosa avrei dovuto fare? Buttarti fuori di casa, nella neve?»
«Sono venuto perché pensavo che potessi rintracciare Stefan!» le gridò. La sua voce, nel silenzio innaturale causato dalla neve, rimbombò tra gli alberi. «Ma, a quanto pare, non sei capace nemmeno di quello» disse moderando il tono.
Inevitabili, le lacrime riempirono gli occhi di Bonnie. «Mi dispiace» disse, scusandosi per nulla e per tutto. «Non ho saputo localizzarlo ma sento che sta bene. Torniamo a casa, va bene? Proverò con un altro incantesimo, ci scaldiamo e controllo la tua ferita».
Damon si guardò in giro con uno sguardo rassegnato. Di Stefan non c’era traccia da nessuna parte e, per quanto odiasse ammetterlo, non voleva che Bonnie restasse ancora a lungo in quel freddo. Lui era troppo debole, in quel momento, per influenzare il clima e non aveva nemmeno provato a dire a Bonnie di tornarsene a casa, tanto sapeva che non gli avrebbe dato ascolto. Sembrava che il suo fascino le facesse effetto fino ad un certo punto da un po’ di tempo a quella parte. «Ti porto a casa, ti scaldi, fai l’incantesimo ed esco di nuovo da solo». Non era una proposta ma un ordine.
Bonnie aggrottò le sopracciglia ma annuì; era sicura che anche lui sapesse che non avrebbero mai seguito quel piano.
Battendo i denti, afferrò Damon per un fianco, sorprendendolo non poco, ed iniziò a camminare. Un passante avrebbe pensato che una ragazza così minuta non avrebbe mai potuto trasportare quel pezzo di ragazzo; di certo nessuno avrebbe notato che era Damon a stringere Bonnie verso di sé e a trascinare entrambi nel bianco candido sotto di loro.
   
 
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