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Autore: Fujikofran    26/06/2013    4 recensioni
Ryo Saeba e Kaori Makimura, finalmente una coppia stabile nei sentimenti, si trova davanti a un dilemma e una scelta da compiere, che manderà in ansia lo sweeper di Shinjuku. Riflessioni e decisioni che Ryo prenderà durante una notte pensierosa di luna piena e a cui Kaori risponderà con approvazione. Perchè, se Angel Heart è una storia bellissima, non doveva andare però in quella maniera. E allora ecco che esistono le ff a dare delle svolte che tutti vorremmo. Canzone da ascoltare, durante la lettura: "The windswept" di Bryan Ferry
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba, Ryo Saeba/Hunter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ryo Saeba

Era notte inoltrata, la luna era piena e la sua luce si confondeva con quella delle poche rimaste ancora accese nei grattacieli. Shinjuku mostrava, come sempre, il suo fascino metropolitano, misto ad atmosfere rarefatte e introspettive. Ryo Saeba era seduto su una poltrona nel soggiorno, accanto a una delle due grandi finestre lì presenti, che filtravano proprio quelle magiche luci notturne attraverso una tenda a strisce di plastica, di quelle che si trovano negli uffici. Spiragli che sembravano tagliati da una lama fendente illuminavano il volto di uno degli uomini più belli del quartiere, immobile, pensieroso e con lo sguardo rivolto verso la finestra. Non aveva sonno, Ryo, pur sentendosi stanco; non si muoveva da quella poltrona e, con il gomito appoggiato a un bracciolo, con una mano si sorreggeva svogliatamente la testa. Non dormiva da quattro giorni, se provava a chiudere occhio veniva assalito dai pensieri, ma nemmeno star sveglio lo faceva sentire meglio, se non ancora più nervoso e affaticato. Aveva superato i quarant’anni e, in generale, le sue energie stavano venendo meno, forse perché concentrate tutte sulla persona per la quale aveva deciso di sopravvivere -in mezzo agli enormi rischi legati al suo lavoro particolare di sweeper- e l’unica che potesse davvero amare: la sua socia Kaori, con la quale si era fidanzato da quasi due mesi, dopo anni di convivenza e di sentimenti goffamente nascosti tra loro due, che, da sempre, erano una vera e propria coppia innamorata, anche se entrambi lo negavano, anche se non riuscivano nemmeno a sfiorarsi. Si erano poi, una volta per tutte, decisi a confessarsi il loro amore e avevano rotto ogni indugio sulla loro storia, che era finalmente decollata in maniera repentina ed esplosiva, come un missile a tutta velocità. Ne era passato del tempo, da quel 26 marzo 1985, giorno in cui i due sweepers si erano conosciuti grazie all’indimenticato Hideyuki Makimura, socio di Ryo e fratellastro di Kaori, la ragazza che a prima vista sembrava un ragazzo e che era stata ribattezzata affettuosamente “Sugar boy”. Hideyuki, poliziotto nonché iniziatore del progetto “City hunter”, era morto per far vivere insieme le sue persone più care, che da allora non si erano mai più separate.

In quella notte pensierosa e dagli spiragli di luce possenti nel soggiorno, Ryo aveva percorso velocemente tutti i ricordi legati alla convivenza e al lavoro con la sua socia, alla vita difficile e adrenalinica che l’aveva accompagnati fino a quando non avevano deciso di fare il passo che li avrebbe messi insieme definitivamente. Erano innamorati e se l’erano poi dimostrato fino in fondo, quando, quei due mesi prima, avevano trascorso la notte nello stesso letto, amandosi fino alla mattina successiva. Tutto era successo in maniera rapida, appassionata, convulsa e inversamente proporzionale ad anni fatti di silenzi, di sentimenti soffocati e di fraintendimenti. Così come era scoppiata la barriera invisibile ma dura che quell’uomo e quella donna avevano avvertito per tanto tempo in mezzo a loro, così l’impatto era stato violento, sui due, suggellato da un qualcosa che avrebbe potuto cambiare la loro vita in maniera drastica. Forse. Nella testa di Ryo primeggiava, quindi, un unico pensiero, che dava subito vita ad altri, corollari contorti come serpenti inferociti: Kaori da pochi giorni aveva saputo di aspettare un bambino. Ecco cosa aveva smesso di far dormire lo sweeper, il quale riteneva che un avvenimento del genere non sarebbe dovuto accadere; non a lui e alla sua compagna, non per la vita che avevano condotto prima di mettersi definitivamente insieme. Dal giorno della notizia, Ryo aveva cercato di mostrarsi sereno, tranquillo e anche un po’ felice, ma faticava a non sentirsi, in realtà, inquieto e Kaori si era accorta di una sua imbarazzante freddezza difensiva. Perché non avevano fatto attenzione? Perché non avevano preso precauzioni? Quando una bomba esplode non lo fa per metà e loro erano esplosi. E da allora accadeva la stessa cosa ogni notte. Come poteva non succedere l’irreparabile? Era il destino a volerlo ma, ancor più, l’amore che legava quella coppia. Quando c’è l’amore c’è tutto? Non per degli sweepers, “spazzini” della società, gente che vive ai margini della legalità, che agisce meglio della polizia senza averne gli stessi strumenti e potere. Un paio di pistole, qualche arma di riserva, allenamento fisico senza sosta e forza di volontà nell’affrontare anche l’inaffrontabile, con il rischio di morire un giorno sì e l’altro pure. Questi erano i loro strumenti e non bastavano gli aiuti economici e i riconoscimenti della bella e un po’ maledetta Saeko Nogami  (la ex partner, in tutti in sensi, di Hideyuki) a far sì che la loro fosse una vita senza rischi. Che cosa sarebbe successo se in casa loro ci fosse stato un bambino? Che vita avrebbe fatto? E soprattutto: Kaori sarebbe stata ancora di più presa di mira dai malviventi, che già la rapivano spesso per indebolire interiormente il suo socio, convinti che fosse la sua fidanzata e la sua cosa più cara (e avevano ragione). E in stato interessante lei sarebbe stata ancora più vulnerabile e a rischio.
La notte scorreva ancora e Ryo, dopo l’ennesima sigaretta, accese la radio a volume bassissimo: la musica avrebbe potuto attutire la forza dei suoi pensieri, mentre il soggiorno continuava a essere illuminato dalle malinconiche luci esterne, che, poco dopo, si erano assopite per lasciare spazio all’alba, che invadeva tutta quella stanza dall’arredamento moderno e fortemente anni ’80. Già, gli anni Ottanta, la seconda metà di quel decennio che aveva cambiato la vita dello sweeper di Shinjuku, addolcita grazie alla giovane “Sugar boy”. La mattina iniziava e per Ryo era finalmente cominciata la sua notte, dato che si era addormentato sulla poltrona dove era rimasto seduto per ore. Dopo quattro giorni era crollato e Kaori si era avvicinata a lui, senza aver il coraggio di svegliarlo. Sapeva che non prendeva sonno da qualche giorno, al risveglio non lo stava trovando più accanto a lei e temeva che qualcosa si fosse incrinato tra loro, dopo che avevano saputo della nuova vita in arrivo. La donna stava pensando che sbarazzarsene sarebbe stata la scelta migliore e, con un dolore d’animo che non sapeva come calmare, si avvicinò ancora di più al suo uomo per accarezzargli i capelli e il volto. Lo baciò delicatamente sulla fronte, poi sulle labbra morbide e carnose, per assaporarne la dolcezza, come sempre; poi fece per andarsene, quando si sentì afferrare un polso con vigore.

“Scusami, ora mi alzo subito” disse Ryo.

“No, è che volevo capire se stessi dormendo, visto che con me…” affermò timidamente Kaori.

“Finalmente ho dormito! Ce l’ho fatta!” la interruppe l’uomo “da domani tornerò nel nostro letto, stai tranquilla, non è successo niente e non ce l’ho con te. Ce l’ho solo con me stesso, che stavo mettendo in dubbio la nostra felicità e una vita diversa per noi”.

“Ma no, non ho pensato…”.

“No no, aspetta, lasciami parlare! Il tempo passa per tutti, anche per noi. Per quanto tempo ancora potremmo reggere una vita che tutto sommato è pericolosa e, in fondo, freneticamente squallida? Che esistenza continuerebbe a essere la nostra, sempre a guardarci intorno con sospetto, senza cenare tranquilli al lume di candela in un ristorante, senza andare in un locale a bere una birra e a non pensare a qualche delinquente pronto a colpire me o a rapire te, senza poter far la spesa o una semplice passeggiata come una coppia normale? E gli unici momenti di svago vero e proprio fuori casa non possono essere i caffè al Cat’s Eye solo perché Umibozu e Miki ci aiutano a proteggerci! Non siamo più negli anni Ottanta da un pezzo e né giovani come allora!”

“Ma quindi, Ryo, che vogliamo fare? E con il lavoro…”

“Il lavoro, già…prima di tutto ci serve una vacanza, con i pochi soldi che ci restano ce ne andremo per un po’ lontano da Tokyo. Al nostro ritorno passerò da Reika Nogami per assecondare una sua proposta – non martellarmi, non è quello che pensi tu- almeno fino a quando non vedrò come organizzarmi al meglio: ho deciso che potremo lavorare da lei, visto che si occupa di incarichi investigativi molto più leggeri e poi in futuro vedrò il da farsi. Non essere gelosa di Reika, può provarci quanto vuole, tanto non mi interessa. Altra idea: magari il Cat’s Eye potrebbe diventare un locale più grande e bello, se facessimo la nostra parte. Chi lo dice che io non possa essere un ottimo barman giocoliere? E finalmente ci saranno clienti, specie donne: tutte per Ryo Saeba! A parte gli scherzi, non vedo l’ora che nasca nostro figlio, ho pensato a questo stanotte e il sonno è arrivato, perché finalmente ho preso queste decisioni, sperando che tu possa condividerle, ovviamente, poi c’è…”

“le condivido al 100%, anzi, no, al 90%...perché se vuoi che io accetti le tue decisioni devi accettare anche le mie proposte. Anzi, no: la mia proposta per eccellenza!”
“Sono d’accordo, ci mancherebbe…”

“Sposami!”

“Ehi, calma, che fai, mi anticipi? Se solo mi avessi lasciato finire di parlare, quanto sei impulsiva, certe volte! L’ultima cosa che volevo dirti era proprio quella di voler sposarti”.

Ci fu il silenzio, i due si guardarono negli occhi e Ryo, per rompere un momento di strano imbarazzo, si alzò di scatto, esprimendo il desiderio di fare un brindisi con la sua donna.

“Vai a prendere in cantina quello champagne dell’89 che ci avevano regalato Umi e MIki una volta a Natale?” affermò lui con sorriso raggiante e un po’ da ebete, come suo solito.

“Perché? Ma vacci tu…” rispose Kaori con un martelletto tirato fuori dal nulla -come sempre- e lui obbedì, rassegnato.

Ci fu un brindisi, seguito da battute e schermaglie che per la coppia erano all’ordine del giorno, un brindisi che per la donna sembrava un po’ fuori luogo, di mattina, ma che per Ryo rappresentava un gesto importante, una sorta di liberazione da un fattore ansiogeno da cui rischiava di non uscire più.
 
Fujikofran © 2013
 
   
 
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