Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: None to Blame    26/06/2013    1 recensioni
Iole sbuffò, chiudendo la pagina in un moto di rabbia. Controllò l’ora sul display del cellulare, che si era pure bloccato per via del brusco uso dell’applicazione internet, ed affondò le dita nei capelli.
Navigava su EFP da mezz’ora e ancora non aveva trovato una fanfiction decente da leggere durante il pranzo. Molte le scartava per via dei titoli contenenti la parola “amore” e le relative traduzioni (“L’amore ritrovato”, “L’amore che non sapevo”, “Love is in the air”, “Je t’aime”), altre non meritavano attenzione data l’incapacità dell’autrice di scrivere un’introduzione accattivante, altre ancora la deludevano entro le prime quindici parole.
Genere: Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prompt (creato dalla sottoscritta che mi è stato bastardamente girato)

Scrivere qualcosa sulle note di Goodbye Stranger dei Supertramp contenente gli elementi:
jazz, griglia, asfissia, Batman, polpette, tradizione e partito.

 
 
 
 
 

L’amour trallallour






 

 

 

 

  

 

“–Asfissia  disse John alzandosi.

Sherlock lo guarda, scambiando un’occhiata con Lestrade. Il biondo disse: –
È affogata nel suo stesso vomito probabilmente. –

Il moro disse: – Non li leggi i giornali? –

John disse…”  1
 



Iole sbuffò, chiudendo la pagina in un moto di rabbia. Controllò l’ora sul display del cellulare, che si era pure bloccato per via del brusco uso dell’applicazione internet, ed affondò le dita nei capelli.

Navigava su EFP da mezz’ora e ancora non aveva trovato una fanfiction decente da leggere durante il pranzo. Molte le scartava per via dei titoli contenenti la parola “amore” e le relative traduzioni (“L’amore ritrovato”, “L’amore che non sapevo”, “Love is in the air”, “Je t’aime”), altre non meritavano attenzione data l’incapacità dell’autrice di scrivere un’introduzione accattivante, altre ancora la deludevano entro le prime quindici parole.

Si maledisse ancora una volta per aver dimenticato a casa Le mani sporche di Sartre – o comunque un qualsiasi libro.

Aveva programmato tutto la sera precedente. Aveva deciso che sarebbe andata al corso di Dottrine Politiche alle otto in punto, avrebbe cercato di fare un po’ di vita sociale e di scambiare due parole con qualche compagno di corsi, avrebbe mostrato una facciata sicura e determinata, per poi svignarsela alla prima occasione senza dare nell’occhio.
Tutto secondo i piani finché non aveva scoperto che la biblioteca della facoltà, nella quale aveva previsto di rinchiudersi fino a sera, era chiusa, poiché incidentata. Perciò, riluttante, si era risolta a rifugiarsi alla stazione – luogo di passaggio e per questo insospettabilmente riservato.

E così, circa mezz’ora prima, si era accomodata sui morbidi sedili color melanzana del bar di Piazza Garibaldi e aveva tirato fuori la vaschetta di plastica che proteggeva il suo pranzo: polpette alla griglia, avanzi di un paio di giorni, e una patata bollita. Quindi, aveva tirato fuori dalla borsa il cellulare e si era attaccata ad una linea wi-fi senza protezione, caricando con impazienza la pagina del suo sito di fanfiction prediletto. Per abitudine aveva controllato le ultime recensioni ricevute (nisba, dato che non aggiornava da un mese) e l’elenco delle preferite, storcendo la bocca quando non aveva notato alcun variamento. Infine, si era ritrovata a saltellare fra la sezione delle Originali e quella di Supernatural, per poi provare a dare un’occhiata alle ultime pubblicazioni su Sherlock e Thor (avrebbe controllato anche Merlin, ma il fandom sembrava essersi prosciugato).

Furibonda, mise giù il telefono e si ficcò in bocca una polpetta, masticando velocemente ed ingoiando il boccone quasi intero. Detestava mangiare senza poter fare niente. Le sembrava tempo sprecato. Con sé non aveva neanche libri di studio, dato che i corsi erano iniziati da appena due settimane e ancora non era stato diffuso l’elenco dei testi da acquistare. Sbuffò di nuovo mentre dava un morso alla patata – insipida e scondita.

«Posso sedermi? »

Iole sobbalzò.

Un tizio alto e scheletrico stava in piedi accanto al tavolo, vistose cuffie sulle orecchie, la testa piegata su un lato ed un’espressione interrogativa.
Iole annuì frettolosamente ed indicò la poltroncina di fronte alla sua.

Non avendo altra occupazione, la ragazza si divertì a studiare lo straniero.

La barbetta ispida che gli velava le guance mascherava un volto giovane ed un’aria stanca. Quel tizio non poteva avere più di diciotto anni. Aveva le unghie mangiucchiate fino alla carne e riccioli scuri che teneva raccolti alla base della nuca in un ridicolo codino.
Dalla borsa cacciò fuori un portatile, che posizionò sul tavolo badando a non invadere la zona dell’altra occupante.
Lo straniero non sembrò accorgersi dell’attenzione che Iole gli stava riservando fino a quando non sollevò lo sguardo dallo schermo del pc, sistemandosi le cuffie.
A quel punto, lui la fissò, inarcando le sopracciglia.

«Devi dirmi qualcosa? » chiese.
Iole si sentì avvampare e raddrizzò la schiena, posizionandosi subito sulla difensiva (le veniva naturale farlo prima in campo fisico che in quello verbale).

«No, no! Scusa, ero persa nei miei pensieri… »buttò lì a mo’ di scusa. Lo straniero parve accettarla e la ignorò, digitando qualcosa sulla tastiera.

Iole abbassò il viso, desiderando di affogare nella sua vaschetta di polpette. Le mancava la figura di merda giornaliera. Si torturò un poco le mani e poi si cacciò in bocca quello che restava della patata, masticando voracemente in modo da mandar giù anche l’imbarazzo.
Lo straniero, comunque, non sembrava vivere la situazione come un problema. Aveva le sopracciglia aggrottate mentre gli occhi roteavano febbrilmente coprendo l’intera larghezza dello schermo.

«Tutto bene? »  intervenne lei, mordendosi la lingua per aver parlato a) senza pensarci e b) senza neanche volerlo. Ma aveva pigne in testa, per caso?

Il ragazzo le scoccò un’occhiata incuriosita e poi annuì, stancamente. «Non riesco ad attaccarmi alla linea wireless. Tu… » lasciò la frase in sospeso, lanciando uno sguardo al cellulare che giaceva abbandonato accanto al pranzo di lei.
Iole fece un gesto vago con la mano, totalmente insensato, muovendosi a disagio.

«Oh, sì, ecco… Non è difficile! Ti puoi attaccare alla rete del McDonald. »

«McDonald? » 

Iole indicò col mento un punto alle sue spalle. «È laggiù, ma la linea arriva anche qua. Vuoi che ti aiuti? »

Il ragazzo accettò con un cenno e si spostò sulla poltrona, facendole segno di sedersi accanto a lui per poter usare il computer. Iole si pulì alla buona le mani con un fazzoletto, alzandosi con la delicatezza di un bisonte e sorridendo nervosamente.

«Ecco, guarda è questo qua » gli mostrò, muovendo il cursore. Lui seguiva con interesse ed annuiva.

«Poi ti registri con il cellulare– »

«Ma si paga? »

«No, no, ti inviano la password sul tuo numero. Il servizio internet è temporaneo, io ho finito il mio quantitativo di minuti di internet, ma tanto non penso che tu conti di star qui per molto, vero? »

Lui negò e digitò alla tastiera il codice che gli era arrivato, avviando Google Chrome.
Iole si infilò le mani nelle tasche, improvvisamente priva d’occupazione ed incerta sul da farsi. Nella tasca del jeans, un qualcosa di rettangolare e rigido pressato fra due fazzoletti sporchi attirò la sua attenzione. Lo tirò fuori e si ritrovò a fissare la sua vecchia tessera del PD, che temeva di aver perduto.

«Ti interessi di politica? »  le domandò il ragazzo, che la stava osservando.

Iole annuì, rigirandosi la carta fra le mani con un sorriso nostalgico.

«Sì, anche se ormai non frequento più il circolo con assiduità. Era bella la tradizione delle domeniche pomeriggio tutti insieme a sparlare di Berlusconi »  sospirò e se la rimise in tasca, sollevando lo sguardo sul pc e raddrizzando la schiena, ricurva in una posizione non salutare.

Il ragazzo stava navigando su EFP, più precisamente era nella sezione Batman.

L’impatto con quel sito tanto familiare in una situazione tanto curiosa la fece quasi sobbalzare.

«Ma è… quello… tu sei su EFP? »chiese, in tono sorpreso.

Lo sconosciuto la fissò, con lo stesso sguardo sbigottito ed entusiasta. «Anche tu sei una ficwriter? »

Iole squittì, battendo le mani e strappando una grassa risata all’altro.

Messi da parte i convenevoli estatici, lo straniero le tese la mano, sorridendo. «Sono safficobeta 2 , autore dal 2009. »

«Ciao safficobeta, io sono Jollynope, ma prima ero Lulliccia94 3 »  si presentò, stringendogliela.
Poi, un campanello le squillò in testa.  

« Ma safficobeta– Sei tu l’autore di quella raccolta di smut in Sherlock? Quella dove ci sta Sherlock che lava i piatti per un esperimento e John arrapatissimo che pensa che– ossignorecavolo! Credevo fossi una femmina! » esclamò, incurante del tatto e degli altri occupanti della sala. Una bambina dalle trecce bionde li fissava, mentre si impasticciava le mani col ketchup dell’hamburger del fratello, troppo preso dal suo Nintendo per accorgersene.

Il ragazzo ridacchiò. « Parli di “In sex we trust”? Sì, la sto scrivendo io. Devo giusto pubblicare il prossimo capitolo. Perché pensavi fossi femmina? Scrivo da femmina? » le domandò, assottigliando gli occhi. Iole avvampò, scrollando le spalle.

« No, è che è un fandom prevalentemente frequentato da donne » si interruppe, aggrottando la fronte. « Almeno credo. Oddio, ora non so più a cosa credere. Perché scrivi smut slash? Sei gay? »

«Bisex » annunciò, gonfiando il petto. «Tu, invece? » domandò.

« Oh, etero. Non potrei mai essere lesbica, le donne sono stronze. »

Lui rise. «No, intendevo… Cosa scrivi, in che fandom bazzichi? »

«Oh. Ehm, da qualche mese scrivo su Merlin, ma ho scritto parecchio anche su Sherlock. E poi qualche originale qua e là. Niente di che, comunque. »

«Leggerò qualcosa, promesso. Croce sul cuore » si disegnò una croce sul petto, cercando di restare serio mentre la ragazza rideva.

Calò, quindi, un silenzio confortevole. Iole accavallò le gambe, sentendosi immediatamente più sicura, e si scostò i capelli dalle orecchie.
Lui si tolse le cuffie dalla testa con un movimento fluido, porgendogliele.

«Vuoi ascoltare un po’ di jazz? »

Lei annuì, infilandosi le cuffie. « Non ne sono un’esperta, ma mi piace un sacco. »

Serrò le palpebre morbidamente ed un’espressione beata le si dipinse in volto mentre un pianoforte ed un sassofono si alternavano in modo sensuale. Il ragazzo la fissava, un caldo sentore che si espandeva dal petto fin dentro al cervello.

All’improvviso, Iole spalancò gli occhi, facendo sobbalzare il ragazzo.

« Cazzo! »

« Ehi, tutto– »

« Cazzo, cazzo, cazzo! Oggi c’è sciopero! »  esclamò lei, ricordandosi in ritardo delle disfunzioni dei mezzi pubblici.
Si alzò di scatto, raccattando freneticamente tutte le sue proprietà sparse sul tavolo e ficcandole alla rinfusa nella borsa.

« Beh, le corse della Cumana si interrompono alle– »

« Fra mezz’ora, porca… »  grugnì lei, sistemandosi la giacca alla buona sul braccio.

Fece per andarsene, ma poi si bloccò, scoccando un’occhiata al ragazzo, che la guardava un po’ allarmato.

« Ehm » 

Lo straniero le sorrise, scuotendo piano la mano a mo’ di saluto.

« Ci si vede in giro, Jollynope »

Iole represse un sospiro e dovette trattenersi dall’abbracciarlo. Deglutendo indietro un immotivato magone, annuì e se ne andò di corsa.

« Ciao, safficobeta. »

 
   
 
 
 








 
 
 
1 Non è una citazione reale. Nel caso dovesse in qualche modo combaciare con una qualche fanfiction realmente esistente, fatemelo sapere che provvedo a darle i suoi credits.  
 
2Non è un nick reale, penso. Spero. Oddio, se esiste un “safficobeta”, lemme know che cambio tutto.

3 Idem con limone per Jollynope e Lulliccia94.
 



NdA


 
Ma che grande schifo. Yay. Perdonatemi per questa roba ridicola, please. M’è uscita senza pensarci.

Spero vi sia piaciuta. In caso contrario, vi chiedo umilmente scusa. Mi perdonate?

Accetto critiche costruttive e distruttive. ^^
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: None to Blame