UN VIDEOGIOCO PER FUGGIRE DALLA
REALTÀ
- Capitolo 1° -
< Ale?
Vieni in cucina: devi apparecchiare la tavola! >
< ... >
< ALE! >
< SI' STO ARRIVANDO! Il
tempo che salvo... >.
Eh, già.
Nulla al mondo mi avrebbe distolto da quello schermo.
Tranne lei: la mia ADORATA mammina.
< ALE!? SE NON VIENI
SUBITO TI STACCO QUELLA DANNATA PLAYSTATION! >
< STO ARRIVANDOO! Uffa però... >.
“Pazienza Sora: affronteremo l’ultima
battaglia tra un po’”.
Era Sabato e questo significava niente compiti per l’indomani. Adoravo il
sesto giorno della settimana, perchè ero libera di spendere tutte le ore
del pomeriggio a giocare a Kingdom Hearts.
Ero così innamorata di questo videogioco che avevo già finito due
volte il primo capitolo e una volta “Chain of Memories” e “Kingdom Hearts II”. Finire di nuovo il secondo capitolo -ma stavolta, mi ero ripromessa, al 100%- era solo
questione di tempo.
Già, mentre sistemavo le stoviglie sul tavolo, pregustavo il filmato
finale e il tanto agognato finale segreto.
La TV stava trasmettendo le previsioni del tempo per la giornata:
< No! Stasera c’è temporale! >, si lagnò Melissa, la
mia CARA sorellina.
< E allora? >, replicai indifferente.
< Così non posso uscire al corso*[in fondo alla pagina]! A te
non importa? >.
< Ma che? Meglio per me: sto per finire di nuovo Kingdom Hea... >
< Cosa!? Signorina... >, qui il tono del mio
PAPINO divenne minaccioso: < ...non avrai intenzione di piantarti davanti alla consolle tutto il pomeriggio, vero? >.
“Veramente sì...”, pensai. Non lo dissi, ma la mia
espressione facciale mi tradì.
< Figuriamoci! >, cacciò fuori mia madre
mettendo a tavola le pietanze.
< Ma che c’è di male? A scuola ho
tutti nove e non vi chiedo mai nulla di particolare. Perchè non posso
svagarmi un po’? Dovreste ringraziare che non vi chiedo di farmi andare alla disco, come fanno tutte le mie amiche... >.
Non seppero ribattere. Ma sentivo che non era finita lì...
< Comunque... >
“Ecco...!”, pensai.
< ...rovinarsi gli occhi davanti allo schermo per interi pomeriggi non
è proprio il giusto modo di svagarsi! >, argomentò mia mamma.
< E secondo te come dovrei divertirmi in un giorno
di pioggia!? >, ribattei alterata.
< Beh, trova un modo! Hai sempre avuto tanta fantasia...
>
< Ma sto per finire il gioco! Mi manca l’ultima battaglia! >
< ADESSO BASTA! >, tuonò mio padre. < Se ti vedo accendere quell’apparecchio, giuro che non ci giocherai mai più! >.
Lanciai a mio padre un’occhiata assassina, ma non dissi niente.
“Vedremo...!”.
Finii il pranzo a mo’ di veleno e mi dileguai in camera. Chiusi la porta a chiave e feci un respiro profondo.
La play station era lì che mi guardava pietosa.
Ma resistetti: una volta che i miei sarebbero usciti, mi sarei dedicata in
tranquillità a Sora, Paperino, Pippo e tutti
gli altri.
Quando mi calmai, girai la chiave, aprii la porta e
rientrai in cucina come se nulla fosse successo.
Perchè dare loro la soddisfazione di farmi vedere triste o arrabbiata?
Continua nei prossimi capitoli.
Non fatevi ingannare dalla banale e quotidiana realtà nella quale la
storia ha inizio...
*[Il Corso è una strada che il Sabato sera viene
chiusa al traffico per permettere alla gente di passeggiare. E' il modo
più diffuso per svagarsi qui a Modica in inverno]