Era una sera d’estate, una di quelle in cui in giro non c’è nessuno e nei quartieri universitari si sente il silenzio, tutti sono tornati a casa e lei era rimasta sola per preparare il suo ultimo esame dell’anno.
-Il mondo gira veloce –  pensava e nel frattempo non aveva nessun’altra compagnia se non la musica. Prese la chitarra e provò a suonare gli unici accordi che ricordava, ne venne fuori una melodia triste, ma allo stesso tempo affascinante, iniziò a sognare, la ragazza bassina dai capelli rossi chiuse gli occhi e lasciò che la sua immaginazione la portasse in un luogo nuovo.
Si ritrovò in un giardino, sentì una voce, una voce che per lei era familiare ma che da tanto tempo non sentiva più. Si voltò di scatto e riconobbe quegli occhi blu, li avrebbe riconosciuti fra altri mille, occhi tristi sembravano sempre pieni di lacrime. Erano gli occhi di suo nonno. Lei lo vide, non era sicura che lui l’avesse riconosciuta, gli andrò incontro e l’abbracciò e sentì un calore che mai prima d’ora aveva provato, sembrava che non ci fosse più nessun rumore, il vento si era placato, nel giardino solo un profumo di rose, lui le prese la mano e pianse, lei non riuscì a fare altro se non provare ad asciugargli le lacrime. Lui con un filo di voce le disse che sapeva di essere stato cattivo con lei, di non averle donato l’amore che avrebbe voluto e che quello era stato il rimpianto più grande della sua vita.
 Improvvisamente il buio chiuse  gli occhi della nostra ragazza, era svenuta a terra, ma nella sua mano la sua coinquilina trovò un petalo di rosa.