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Autore: xrippedjeans    26/06/2013    2 recensioni
“Ehi Luke ti sei innamorato? Basta di guardare nella prima fila!” Dice il ragazzo con i capelli colorati.
“Falla salire sul palco!” urla il batterista.
Il cosiddetto Luke arrossisce, io mi guardo intorno per scoprire chi fosse la fortunata e mi ritrovo la sua mano davanti e il suo magnifico sorriso a meno di un metro da me.
Afferro la mano senza pensarci e mi ritrovo sul palco, si sente un altro urlo.
Dio, che imbarazzo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono Jennifer, una semplice ragazza di sedici anni. Sono un po’ bassa e magra, ho i capelli lunghi e neri e gli occhi verdi, in molti mi dicono che sono carina e qualcuno addirittura si azzarda a dire che sono ‘bellissima’, ma io tutta questa bellezza non la vedo, sono insicura di me stessa.
Sono italiana ma molti dei miei parenti sono in Australia.
Domani parto e vado a trovarli, non vedo l’ora!
La mattina dopo…
“Jeeeeenny, svegliatiiiiiii!”
Mi sveglio di scatto e per poco non cado dal letto, stupida scoordinazione.
Metto degli shorts di jeans e una maglia a righe. Mi pettino i capelli arruffati, metto un cerchietto e corro a fare colazione.
Dopo aver mangiato una brioche torno in camera e prendo la valigia. Sono pronta.
Ho sempre amato l’Australia, ha quel fascino che pochi paesi sanno avere: ci sono spiagge fantastiche, città meravigliose e, diciamocelo, ragazzi particolarmente carini.
Da poco tempo mi sono interessata ad un gruppo australiano: i 5 seconds of summer.
Me li ha fatti conoscere una mia amica, sono bravi, hanno talento e sono anche carini, li ascolto da poco e non so neanche i loro nomi, ma la loro musica mi piace ed è questo che conta alla fine.
Dopo svariati controlli all’aeroporto e un’attesa snervante, l’aereo decolla!
Il viaggio sembra infinito, la immaginavo più vicina l’Australia, chiudo gli occhi e mi addormento profondamente.
Mio fratello, Logan, mi strattona un braccio svegliandomi “Atterriamo, mettiti la cintura”, infilo la cintura e mi stropiccio gli occhi ancora mezza addormentata.
Scendo dall’aereo e il sole mi colpisce. Sono in Australia, finalmente.
Ci avviamo verso l’uscita dell’aeroporto e chiamiamo un taxi, dopo pochi minuti ci ritroviamo davanti ad una casa vicino alla spiaggia, con una piccola piscina e un giardino, ecco la famosa casa di cui mi parlava mia madre.
“Andate a scegliervi le vostre stanze, io chiamo gli zii per dire che siamo arrivati” dice mia madre.
Io e Logan ci fiondiamo al  piano di sopra e io mi butto sul primo letto che vedo, senza neanche guardare la stanza.
Dopo qualche minuto di pace apro gli occhi, avevo scelto una bella stanza dopotutto, ci sono una finestra e due poltroncine sulla destra, un armadio, una scrivania ed una sedia davanti a me e un comodino alla sinistra del letto. Il colore dominante nella stanza è il verde acqua e io amo il verde acqua.
Svuoto la valigia e metto i vestiti nell’armadio.
Torno al piano di sotto e decido di andare a fare un giro in spiaggia “Ciao, io vado a fare un giro!” e mia madre “Okay, non ti allontanare troppo!”
Chiudo la porta alle mie spalle e inspiro profondamente, l’atmosfera australiana è fantastica.
Comincio a camminare lungo la spiaggia e noto che è quasi desertica, strano dato che qua è estate.
Decido di non trasformarmi in un asociale che cammina sulla spiaggia da sola e raggiungo la strada, qui c’è più vita, c’è un sacco di gente che gira tra i negozi e i ristoranti. Io cammino con calma tra la folla e noto un cartello pubblicitario “5 SECONDS OF SUMMER IN CONCERT”, la band australiana che conosco io! Dio, magari andare al loro concerto! Guardo la data del concerto e, merda, è questa sera!
Scatto una foto al cartellone e corro a casa.
Arrivo con il fiatone e urlo “MAAAAAAAMMA!”, mia madre corre da me e mi vede lì con il fiatone “Che hai?” mi chiede sconcertata.
“Hai presente i 5 Seconds Of Summer? Quelli di cui ti parlavo..”
“Si si, quindi?”
“Concerto, stasera”
Ci pensa su e poi mi guarda “E i biglietti?”
Merda, i biglietti.
“Dai ti prego, proviamo ad andarci, magari troviamo qualche bagarino”
“Va bene, fatti una doccia adesso”
Corro di sopra ed entro nel bagno, non vedevo l’ora di andare al concerto, tutto d’un tratto quella band mi facevo uno strano effetto.
Dopo una doccia veloce vado in camera e mi metto il mio vestito preferito blu e le converse, mi asciugo i capelli e faccio la piastra.
Non riesco a stare ferma!
In tutta la mia vita sono andata a tantissimi concerti ma nessun concerto mi aveva fatto questo effetto, eppure quella band non la conosco quasi per niente.
Ero agitata e non avevo neanche il biglietto in mano. Chiamo un taxi e io e mia madre saliamo.
Appena arriviamo davanti all’arena vedo tantissime ragazze in una fila disordinata con il biglietto in mano, cosa non darei per averlo anche io.
Camminavo con mia madre intorno all’arena ma niente, neanche l’ombra di un bagarino.
I cancelli si aprono e parte un urlo da parte di tutte le fans.
“Si vide che non me lo merito..” mi avvilisco.
“Ehi!” mi dice qualcuno da dietro “Mia figlia si è sentita male, ti vendo il suo biglietto per 50 euro”.
Un sorriso mi riempie il viso “ Si, oddio grazie mille!” le do i soldi, saluto mia madre ed entro.
Sono bassa e magra, quindi riesco ad infilarmi tra la folla senza farmi vedere, senza accorgermene arrivo in prima fila.
Davanti a me due chitarre, un basso, una batteria e quattro microfoni. Il mio povero cuore batteva sempre più forte. D’un tratto le luci si abbassano e un urlo si innalza tra la folla. La batteria eil basso cominciano a suonare una melodia familiare.
“SIETI PROOOONTI?” chiede qualcuno al microfono. Un altro urlo assordante.
Le  luci si accendono e quasi mi accecano, riapro gli occhi e mi ritrovo davanti un biondino che suona la chitarra e canta, più ascolto la sua voce e più mi piace. Dopo un po’ mi accorgo di essermi incantata e lui mi sorrideva. Subito arrossisco e cerco di non guardarlo. Canto quelle poche canzoni che sapevo e ad un tratto smettono di suonare ed iniziano a parlare.
“Ehi Luke ti sei innamorato? Basta di guardare nella prima fila!” Dice il ragazzo con i capelli colorati.
“Falla salire sul palco!” urla il batterista.
Il cosiddetto Luke arrossisce, io mi guardo intorno per scoprire chi fosse la fortunata e mi ritrovo la sua mano davanti e il suo magnifico sorriso a meno di un metro da me.
Afferro la mano senza pensarci e mi ritrovo sul palco, si sente un altro urlo.
Dio, che imbarazzo.
“Come ti chiami?” mi chiede Luke.
“Jennifer” dico abbassando lo sguardo.
“Wow, bel nome, io sono Luke” sorride.
“Ehm, lo so” scoppiamo a ridere tutti.
Ho voglia di abbracciarlo, allargo le mie braccia e lui mi stringe forte. È la sensazione più bella del mondo, non lo conosco neanche ma qualcosa mi scatta dentro. Ecco perché mi sentivo così agitata prima del concerto, ora tutto si fa chiaro, la sua voce, seppure registrata, mi era piaciuta, dire che me ne sono innamorata è troppo, do molto peso alla parola ‘amore’.
Luke mi lascia e, notando la mia scoordinatezza, mi aiuta a scendere. Il concerto finisce poco dopo.
Non voglio andarmene, questo è stato il più bel momento della mia vita, andarmene non avrebbe senso.
Resto lì, esitante, mentre aspetto che l’arena si svuoti. Alla fine mi rassegno ed esco.
Una ragazza mi ferma “Oddio sei tu! Com’è stato abbracciare Luke?”
“Beh, bellissimo” riesco a dire “Scusami devo andare”
Altre ragazze si avvicinano per chiedermi del momento tra me e Luke ma io le lascio perdere, già sento la mancanza di Luke, com’è possibile?
Mi appoggio al muro dell’arena aspettando mia madre con un taxi e sento qualcuno “Pss”.
Mi giro “Luke!”

  
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