Anime & Manga > Host club
Segui la storia  |       
Autore: skeight    09/01/2008    0 recensioni
Cosa avverebbe se uno shinigami lasciasse cadere il suo death note nel cortile dell'accademia di Ouran?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO II

CAPITOLO II

Se Keito aveva attraversato l’accademia di Ouran senza che nessuno lo notasse, ben più trambusto fecero il giorno dopo due ragazze del primo anno, che attirarono l’attenzione di tutti gli studenti che incontrarono. Non tanto per l’aspetto, pur essendo entrambe molto carine, ma per il modo in cui si muovevano: la prima correva vivacemente per i corridoi tirandosi dietro l’altra, che sembrava molto più riluttante e cercava di frenarla.

“Ha… Hane-chan, fermati!”

“Ma no, siamo quasi arrivate”

“Ma ti ho detto che non voglio!”

“Su, Meiko, non fare la bambina”

Si fermarono di fronte all’ingresso della terza aula di musica.

“Eccoci arrivate” disse Hane, raggiante “Non sei emozionata?”

La domanda era rivolta a Meiko, ma Meiko si stava già allontanando nella direzione da cui erano venute. L’amica la richiamò all’ordine con un colpo di harisen che la lasciò a terra esanime.

“Non avrai intenzione di piantarmi in asso dopo tutta la fatica che ho fatto per portarti qui!” la rimproverò Hane appena si fu ripresa.

“Ma io ti ho detto in tutti i modi che non volevo essere portata qui! Non me la sento…”

“Andiamo, Meiko-chan, cos’è questa timidezza?”

“Non sono timida, sono realista; so che se entro farò una figuraccia, con questi capelli arruffati, questi fianchi…”

Avrebbe potuto continuare per ore con l’elenco dei difetti che credeva di avere, ma non si era accorta che, mentre parlava, Hane aveva aperto la porta e l’aveva spinta dentro. E così, eccola davanti all’Host Club al completo senza avere idea di cosa fare.

“Benvenute, mesdames!” salutarono all’unisono i membri del club con la loro voce più suadente. Hane era già andata in visibilio, Meiko era paralizzata.

I primi a muoversi furono i due gemelli: Hikaru prese la mano destra di Hane, Kaoru la sinistra di Meiko, e con delicatezza le fecero avanzare verso il centro della sala. O meglio, ci provarono, visto che per riflesso condizionato Meiko puntò i piedi come un mulo.

Il lord del club, Tamaki, se ne accorse.

“Oh, la nostra cliente è pudica?”

Senza aspettare risposta, in due passi le fu di fronte e con mano aggraziata le sollevò il viso (ormai di un colore simile a quello di Keito) portandolo vicino al suo.

“I massimi poeti dicono che la verecondia è il più luminoso segnale della virtù di una fanciulla…” le mormorò con voce languida.

Le dita di lui sulle sue guance, i capelli lisci e biondi che volteggiavano a pochi centimetri da lei, gli occhi, la voce, il profumo, le parole che aveva detto… Un complesso di delizie che sarebbe stato sufficiente a sciogliere qualsiasi ragazza con un minimo di autostima in più rispetto a Meiko; ma lei non aveva nemmeno quel minimo, e così la sua reazione fu solo di enorme imbarazzo, e cercò automaticamente di allontanare Tamaki. Nelle sue intenzioni voleva allontanarlo con gentilezza, ma il suo disagio era tale che non riusciva a controllarsi del tutto, così gli diede una manata sulla fronte che lo fece volare in fondo alla stanza, dove si schiantò contro il prezioso pianoforte lì situato, riducendolo a pezzettini.

Immediatamente nella stanza calò un silenzio gelido, rotto solo dal rumore della penna di Kyouya che calcolava l’entità dei danni.

 

Pochi minuti dopo, una mortificatissima Hane si profondeva in inchini di scusa verso gli altri sei membri dell’Host Club (Tamaki era rannicchiato in un angolino in preda allo sconforto). Meiko era di nuovo piombata nella paralisi. Lo sapeva che sarebbe finita così: aveva fatto una figuraccia, aveva deturpo il bel volto del lord. Ora sarebbe stata cacciata, per tutto l’Ouran si sarebbe diffusa la voce del maschiaccio scarmigliato e manesco, sarebbe stata emarginata, disprezzata, derisa…

“Chiedo umilmente perdono” ripeteva intanto Hane, inchinandosi sino a toccare il pavimento con la fronte “Meiko-chan non l’ha fatto apposta, è solo incredibilmente timida”

“A me non sembrava solo timidezza” osservò Haruhi.

È andata subito al punto pensarono all’unisono i gemelli.

“Vero” confermò Kyouya “La reazione violenta è scattata ai complimenti”

Meiko iniziò a rimpicciolirsi.

“Vuol dire che Meicchan non ama i complimenti?” chiese Honey.

“Probabilmente è indice di scarsa fiducia in sé stessa” sentenziò Kyouya.

Meiko era ormai tutt’uno con il parquet. Hane, impietosamente, confermava tutto quello che gli host dicevano.

“Sì! Sì! Non solo è timidissima, ma crede di essere buffa, poco fotogenica, con brutti capelli, grassai, di cattivo carattere…”

Hikaru e Kaoru tornarono ai lati di Meiko e la rialzarono per studiarla.

“Si crede brutta?” disse Hikaru.

“Ma se è così carina” disse Kaoru.

“È meglio di molte nostre clienti” disse Hikaru.

“Forse è per via dei capelli un po’ arruffati” disse Kaoru.

“O magari per i fianchi un po’ rotondetti” disse Hikaru.

“O forse è che l’uniforme non si confà alla sua bellezza” disse Kaoru.

“Per cui crede di apparire strana e quindi buffa” disse Hikaru.

“Sarà questo che la rende insicura e quindi la fa sembrare scorbutica” disse Kaoru.

Ma quegli stupidi si rendono conto che stanno mettendo il dito nella piaga? pensò Haruhi, scuotendo la testa. Evidentemente i gemelli non se ne rendevano conto, perché continuavano.

“So già cosa dirà il lord” disse Hikaru.

“Sì, darà il via al piano ‘Fare emergere la bellezza nascosta di Meiko’” disse Kaoru.

“E sappiamo anche chi chiamerà” disse Hikaru.

La terra iniziò a tremare, al centro della sala si aprì un varco; accompagnato dal rumore di un motore a piena potenza e da una risata malefica, emerse un piedistallo, su cui svettava trionfante (e ridente) Renge-chan.

Hane era al settimo cielo, Meiko sentiva avvicinarsi un colpo apoplettico, Haruhi sospirò.

“Eccomi qui!” esclamò Renge “Con i miei consigli non ci sarà alcun problema nel trasformare Meiko-chan nella più bella ragazza dell’Ouran. Con un semplice trattamento chimico i suoi capelli arruffati diventeranno rapidamente, e per sempre, lisci e luminosi. E basterà qualche piccola modifica all’uniforme femminile dell’accademia per rendere la sua silhouette sinuosa e sensuale! Il mio sarto di famiglia a Parigi non avrà problemi a farlo. E risolti i problemi fisici, quelli caratteriali verranno da sé”

Basterebbe lei a smentire questa frase pensò Haruhi. Ma i gemelli applaudivano entusiasticamente le parole di Renge.

“Sìì, rendiamo Meicchan bella!” gioiva Honey.

“La spesa per i capelli e il vestito sarà niente male” disse Kyouya “Ma se avremo successo, saremo ripagati in termini di prestigio. E poi, comunque, i costi andranno sul conto di Haruhi”

“Ma che c’entro io?!”

“Fermi tutti!”

Quest’ultima esclamazione bloccò gli schiamazzi. A pronunciarla era stato Tamaki, che aveva abbandonato l’angolino e ora li osservava fieramente.

“Cosa dite voi, stolti? Far emergere la bellezza nascosta di Meiko? Ma siete forse obnubilati dalla vostra vanità, se non riuscite a vedere che la sua bellezza già rifulge, qui e ora?”

Così dicendo, riprese di nuovo il volto di Meiko tra le mani, e stavolta lei non lo respinse: era troppo stupita da quelle parole.

“Forse non riuscite a vederla perché nemmeno lei la vede” continuò il lord “Ma io la vedo, e non permetterò che essa venga stravolta da trucchi artificiosi. Quindi il vero piano sarà ‘Rendere Meiko conscia della propria presente bellezza’!”

“Senpai…” mormorò Haruhi, incantanta.

Avrebbero iniziato anche subito, ma le lezioni stavano per ricominciare, e così si aggiornarono alla mattina seguente. Il primo incontro tra Meiko e l’Host Club era durato una mezzora scarsa, ma in quel breve lasso di tempo avevano  già deciso il suo destino. E lei non aveva pronunciato una parola.

 

La notizia della nuova cliente dell’Host Club e del piano di azione deciso da Tamaki fece rapidamente il giro della scuola, e suscitò i commenti più disparati. Una persona in particolare si interessò molto alle vicende di Meiko: Ayanokouji.

Questa nuova arrivata sembrava fare proprio al caso suo: sapeva bene come Tamaki si appassionasse nelle sue iniziative a favore degli altri, e nulla meglio di un fallimento poteva aprirgli la strada della disperazione, in particolare se fosse stato un fallimento catastrofico.

Un suicidio, ad esempio.

Si era fatta spiegare da Keito tutti i modi in cui era possibile usare il death note, e la flessibilità di quello strumento di morte le rendeva possibile approntare i piani più complessi ed efficaci. Se Meiko si fosse suicidata lasciando un biglietto in cui accusava l’Host Club di averla ingannata suscitando in lei false speranze sarebbe stato un bel colpo, un buon modo per iniziare il suo piano.

Tuttavia, nemmeno stavolta Ayanokouji mise subito in atto i suoi propositi: la presenza di Meiko le era di grande aiuto, ma per farla suicidare doveva aspettare che i tentativi degli host iniziassero, altrimenti la morte sarebbe risultata poco credibile, e sarebbe stata attribuita non al comportamento del club, ma ad una instabilità psichica della ragazza. E del resto, prima di farla morire, doveva architettare per bene le mosse successive, altrimenti sarebbe stato tutto inutile.

Ma ce l’avrebbe fatta. Non c'era fretta.ma di farla morire, doveva architettare per bene le mosse successive, altrimenti sarebbe stato tutto inutile.

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Host club / Vai alla pagina dell'autore: skeight